Albi & mercato - I CONTENUTI DEL DDL

Sabato 02 Dicembre 2006

Tirocinio mai oltre dodici mesi

ROMA
Nessuna volontà di abolire gli Ordini, ha ripetuto ieri, subito dopo il Consiglio dei ministri il Guardasigilli, Clemente Mastella. Ma gli Ordini esistenti sono destinati, secondo la volontà del Governo, a diminuire, attraverso l'aggregazione di quelli che "insistono" su «professioni analoghe». E anche attraverso la trasformazione in associazioni.
Rispetto alle precedenti versioni del disegno di legge Mastella, il testo approvato ieri dal Consiglio dei ministri è connotato da una valenza liberalizzatrice più spinta: anche le riserve vanno limitate, a tutela della concorrenza. Non basta che siano indirizzate alla «tutela dei diritti costituzionalmente garantiti per il perseguimento di finalità di interesse generale». Occorre che la riserva si sia dimostrata più efficace nel raggiungere lo scopo rispetto a strumenti alternativi. Su questo piano, c'è la trasposizine dei principi che da tempo la Commissione Ue e l'Antitrust sollecitano come bussola nella regolamentazione delle professioni.
Ordini e associazioni hanno come denominatore comune l'attenzione a «interessi pubblici meritevoli di tutela». Su questo piano non c'è un discrimine di principio, tranne il riflesso oggettivo sulle esclusive (non appannaggio delle Associazioni).
In ogni caso, il disegno di legge prevede che i decreti legislativi per l'attuazione della delega (entro 18 mesi dalla sua entrata in vigore, con la possibilità di correzioni entro i due successivi) siano redatti in modo da evitare confusioni.
Certo, gli Ordini sono qualificati come enti pubblici non economici, cui è demandata la rappresentanza istituzionale degli iscritti e la verifica della qualificazione e dell'aggiornamento continuo. Per l'abilitazione all'esercizio è confermato il superamento dell'esame di Stato, conservato «per quelle professioni il cui esercizio può incidere su diritti costituzionalmente garantiti o riguardanti interessi generali meritevoli di specifica tutela». Nelle commissioni i componenti degli Ordini dovranno essere in minoranza.
Per le professioni intellettuali il tirocinio sarà di durata non superiore a 12 mesi, che potranno in parte coincidere con il corso di studi. Al praticante dovrà essere garantito un equo compenso commisurato al suo apporto nell'attività dello studio. In alternativa (o a integrazione), potranno essere istituiti corsi di formazione, organizzati dagli Ordini o dalle università. E si dovrà consentire anche l'esperienza all'estero.
Gli organismi professionali dovranno poi adoperarsi per favorire i giovani meritevoli e privi di mezzi.
Il disegno di legge non arretra rispetto alle previsioni del Dl 223/06 (legge 248/06): consentita la pubblicità di carattere informativo, «improntata a trasparenza e veridicità» (il contravvenire a questi precetti apre le porte - si specifica - al processo disciplinare). E superate le tariffe minime, che non sono state reintrodotte neppure per le attività riservate.
Il corrispettivo è pattuito tra le parti; quando è impossibile una determinazione puntuale, al professionista è richiesto di indicare la forbice del compenso. Restano invece, a tutela degli utenti, le tariffe massime.
I decreti delegati dovranno poi individuare i paletti per l'informazione al pubblico sui titoli professionali, con l'obbligo di specificare l'appartenza a un Ordine o a un'associazione.
Queste ultime, come detto, per la loro incidenza su diritti costituzionalmente garantiti, ma anche per il loro radicamento nel tessuto socio-economico, potranno avere evidenza in un Registro articolato in due sezioni, una tenuta dalla Salute e l'altra dalla Giustizia, con il concerto del ministero dello Sviluppo economico.
Le realtà con natura privatistica registrate potranno rilasciare agli iscritti attestati di competenza direttamente acquisiti o riscontrati o comunque in possesso delle associazioni e opereranno per la «costante verifica di professionalità» dei soci.

M.C.D. - Il sole 24 ore

LE NOVITÀ:

Razionalizzazione degli Albi

Secondo le modifiche proposte dal ministro per gli Affari regionali, Linda Lanzillotta (non presenti nel testo pubblicato), l'individuazione di Ordini, Albi e Collegi, sulla base di interessi pubblici meritevoli di tutela, avverrà «in modo tale che ne derivi una diminuzione». La riorganizzazione delle attività riservate sarà limitata alla tutela dei diritti costituzionalmente garantiti per il perseguimento dell'interesse generale. In pratica, si punta a ridurre o ad accorpare il loro numero attuale. Anche perchè gli Albi cui non corrispondono specifici interessi pubblici potranno essere trasformati in associazioni

L'accesso dei giovani

Il tirocinio non sarà superiore ai 12 mesi e dovrà svolgersi sotto la responsabilità di un professionista iscritto da almeno quattro anni. Potrà essere svolto anche nell'ultima fase degli studi universitari e sarà riconosciuto un «equo compenso». I concorsi saranno a carattere nazionale e le commissioni d'esame saranno composte da meno della metà di membri effettivi degli Ordini. L'accesso dei giovani dovrà essere agevolato dagli Albi anche mediante la creazione di borse di studio, finanziamenti per l'avvio di uno studio e il rimborso del costo dell'assicurazione (che diventa obbligatoria)

Le associazioni

Sono riconosciute le associazioni con almeno quattro anni di anzianità di istituzione. Se diffuse sul territorio e dotate di strutture organizzative e ampia rappresentatività, aranno inserite in un registro ad hoc, distinto in due sezioni: una tenuta dal ministro della Giustizia e l'altra, per le materie di esclusiva competenza, dal ministro della Salute. Solo le associazioni registrate potranno rilasciare attestati di competenza