“LIBERAZIONE” SCOPRE IL MINIMALISMO SESSUALE: PICCOLO È BELLO (MA NON SI PARLA DI IMPRESE) - IL SUPERDOTATO, OVVERO LA MECCANICA DI POTERE - “SE LA FINALITÀ DELL’ATTO SESSUALE NON È PROCREATIVA, PERCHÉ SI È TANTO OSSESSIONATI DALL’EREZIONE?”…
Stefano di Michele per “Il Foglio”
Trattandosi di cazzi, si potrebbe benissimo dire che son tutte cazzate e finirla lì. Ma sarebbe un errore. “Liberazione”, il giornale di Rifondazione, fa fare alla sinistra radicale un nuovo balzo in avanti, dall’elogio del minoritario a quello del “micropisello”. Inteso appunto come fallo di ridotte dimensioni, “cosa c’è di più emozionante di un microciccio che s’erge al contatto della tua pelle, delle tue mani”? Parecchie cose, verrebbe da dire.
Ah, i felici per un’esatta valutazione possono srotolare il metro per meno di un decimo, “per non parlare dei fortunati che, possedendolo, possono girarselo tra le mani ad ogni ora del giorno”, col rischio di confonderlo, tenendosi larghi, col medio. Un fronte più avanzato di lotta, si potrebbe dire (“una politica di cambiamento reale dell’esistente non può che passare attraverso l’autoesposizione genitale”: praticamente la nascita della componente dei marxisti esibizionisti), in realtà l’ennesima riprova di come la sinistra sia lontana dal comune sentire delle masse e dalle giuste aspirazioni del popolo.
Molte rivendicazioni sono state finora fatte, ma quella del “micropisello” è assolutamente innovativa, e va riconosciuta a merito di “Queer”, l’ardito inserto del quotidiano bertinottiano, curato da Angela Azzaro, che in passato ha spaziato tanto sul tema del piacere anale quanto sulla clitoride, fino a una decisa rivalutazione presso i compagni (che magari in parte avevano già provveduto da soli) di “Gola profonda”, intesa nella sua più commendevole pratica.
Ora, questo ulteriore passo in avanti. Si capisce che non è questione di centimetri, né per il valore né per il valere, e che, allerta Francesco Warbear Macaone Palmieri, della questione studioso e cultore, “se è il superdotato ad attivare tutta l’energia sessuale, il rischio è che si riproduca la meccanica di potere” – e diononvoglia, ma spingersi fino al “fascino irresistibile” del “gingillino più piccolo” forse rischia di aprire qualche perplessità anche tra i pur disponibili militanti.
Il supplemento di “Liberazione”, con in copertina un tizio che metro alla mano quantifica se situarsi tra il gingillo, il gingillone o, per stare in argomento, con un colpo di culo, il gingillino. Moraviamente evocativo già dal titolo (“Io e lui”), l’inserto fa arretrare il centimetro ma sposta in avanti, come si dice, sogni e bisogni. “La ricetta: dito-pene-dildo”, sostiene per esempio Gaia Maqi Giuliani. “Se la finalità dell’atto sessuale non è procreativa, perché si è tanto ossessionati dall’erezione?” – già chissà perché. Ora, questa faccenda del “piccolo è bello”– pare una roba da partite Iva – non che fosse proprio urgente, ma intanto ha anche ricadute nell’attualità. Per esempio, alla manifestazione di sabato molti sostenevano che i comunisti al potere ambiscono a fotterli: ora viene tentata la prova teorica che così non è.
Parola d’ordine: “Contro i moralismi, di ogni tipo”. Ci si può stare, anche se ideologicamente bisogna allora buttare alle ortiche tutto il pensiero di Elio e le storie tese, “ma più il problema non si pone/ sì perché il pene mi dà pane”, e soprattutto la nobile figura del pornodivo John Holmes a cui i versi sono dedicati, che a precisa domanda (la stessa che fa intendere “Liberazione”) sul metraggio in dotazione, non prese il righello in mano però dette precisa idea della faccenda: “Più corto di una Cadillac, più lungo della cornetta di un telefono”.
Obsoleto pangenitalismo. Ma se ora la questione dovesse venire riproposta, come si dovrà rispondere? “Più corto di un telefonino di nuova generazione, più lungo di un accendino Bic”? D’accordo che il clericalismo impazza, e che la risposta laica ci vuole, ma le masse son masse: ferme al Belli e al “Padre de li Santi”. E poi, compagni, si sa: quando si cambia so’ sempre cazzi.