Ragazzi
Quello che vedete sopra a sinistra è Comunardo Niccolai, giocatore del Cagliari negli anni ’70 il cui nome è divenuto nel mondo del calcio un autentico ‘mito’. A beneficio dei forumisti più giovani, ai quali il nome ‘Comunardo’ non dice magari granchè, riporto il seguente ‘articolo di archivio’ tratto da www.pagine70.com …
Il cielo di Cagliari, sopra lo Stadio Amsicora, era di un azzurro denso, come mai lo aveva visto prima. Quel pallone arrivava dall'alto, poco oltre il centro del campo, e chiedeva di essere addomesticato senza affanno, controllato senza frenesia. Lui lo lasciò rimbalzare, con la spalle rivolte alla porta altrui, e lanciò un'occhiata laggiù in fondo, verso la rete di Albertosi. Sentì, dietro, il fiato di un paio di avversari che rincorrevano la sfera, ma lontani, a distanza di sicurezza, e gli sembrò di poter vedere oltre i pali del suo portiere. Laggiù, al di là dei limiti del vecchio impianto, i ragazzi erano saliti sugli alberi, e guardavano la partita seduti sui rami, senza bisogno di pagare il biglietto. Niccolai pensò che avrebbe potuto azzardare una rovesciata, e spedire il pallone verso gli attaccanti, verso il grande Gigi Riva in agguato nella metacampo altrui. Pensò anche che avrebbe potuto tentare uno stop, ma con il rischio di perdere frazioni di secondo e favorire la rincorsa degli avversari verso il pallone. Ebbe appena il tempo di ragionare e di scegliere una terza via, quella che in quel momento gli sembrò la più prudente e la più accorta al servizio della squadra. Dopo il rimbalzo, decise di allungare la sfera verso Albertosi, liberissimo di rimetterla in gioco e trovare la soluzione più corretta per rilanciare il Cagliari in fase offensiva. Toccò il pallone, ma immediatamente sentì di avere impresso allo stesso una potenza eccessiva, tanto da disegnare una traiettoria rapida, più veloce del previsto. Si fermò, e rimase per qualche istante immobile, atterrito, con quel maledetto pallone che scavalcava Albertosi e si insaccava nella porta. Laggiù, sui rami degli alberi, gli parve di non scorgere più nessuno, come se i ragazzi fossero franati al suolo abbattuti dall'infausta visione. Davanti a lui, un uomo solo, Albertosi, che prima lo guardava, e poi spalancava le braccia, senza riuscire a urlare una parola ammutolito dalla scoramento dell'autogol. Dietro di lui, una squadra intera, l'umiliazione di sentirsi braccato da sguardi inferociti senza avere il coraggio di replicare, perché non poteva esistere replica. Solo in quel momento, risucchiato da un boato di disappunto, Niccolai capì esattamente quello che aveva fatto: comprese di essere entrato nella storia, ma sicuramente passando dalla porta [la sua] sbagliata…
Dopo aver rievocato il ‘mito di Comunardo’ sicuramente anche i lettori più giovani potranno apprezzare nella giusta misura l’articolo tratto dal Corriere della Sera di oggi…
A tutti dunque… buona lettura!…
A sinistra torna la paura dell’autogol
Certo non è stato tutto finto, però a sinistra la paura dell’autogol comincia a serpeggiare. Le reazioni ufficiali sono sorridenti: il riconteggio servirà a pacificare. Ma dalla Campania, dove l’Unione ha vinto all’ultima scheda, potrebbe pur sempre venire una sorpresa.'I brogli!...'. 'Enrico, lascia perdere... '. 'La destra voleva uccidere la democrazia!...'. 'Enrico, è possibile, però adesso è meglio far finta di niente...'. 'Berlusconi ha truccato le elezioni!...'. «E’ probabile, Enrico, però le elezioni le abbiamo vinte noi e adesso non ci conviene ridiscutere tutto...'. Non si può dire che la sinistra non avesse tentato di sedare sul nascere le curiosità di Enrico Deaglio. Adesso ha buon gioco il senatore di An Fragalà a ridacchiare: 'È un clamoroso autogol di Deaglio e della maggioranza!... Comunardo Niccolai non avrebbe fatto meglio!...'. E se fosse stato tutto finto?... I centouno ministri e sottosegretari, le notti al Senato passate a distinguere tra Marini Francesco e Marini sen. Franco, Bertinotti che dedica la sua elezione agli operai, Napolitano primo ex-comunista sul Colle, le tasse di Visco e TPS, le liberalizzazioni di Bersani, i detenuti liberati dall’indulto?...
Certo non finirà così. Lo prevede lo stesso Pisanu: 'Sarà fugato ogni dubbio su queste strane congetture...'. E ha buon gioco anche 'Comunardo' Deaglio a rivendicare: 'Se io sono indagato per aver diffuso notizie false e tendenziose, allora i magistrati devono indagare anche sulla giunta per le elezioni...'. A sinistra però la paura dell’autogol comincia a serpeggiare. Le reazioni ufficiali sono sorridenti: il riconteggio sarà uno strumento di pacificazione, nessuno potrà più strumentalizzare, Berlusconi non delegittimerà più il governo. Ma dalla Campania, dove l’Unione ha vinto all’ultima scheda, potrebbe pur sempre venire qualche sorpresa. Anche la Camera, dove la partita si è decisa per 25- mila voti, è tentata dal verificare bianche e nulle. Quanto a Berlusconi, ieri sera già chiedeva di ricontare tutto. Antonio Polito, senatore della Margherita, l’aveva detto. 'Sono sempre più convinto che si confrontino due bufale, quella di Deaglio e quella di Berlusconi — aggiunge ora — Se davvero fosse un autogol, non sarebbe il primo. Non sarebbe la prima volta che la sinistra un tempo rivoluzionaria e ora girotondina infila la palla nella nostra porta. Ma secondo me questa partita finisce zero a zero. E’ un tic da flagellanti, pensare che in Italia si voti come in un Paese africano, quasi fossimo tutti baluba. Ha ragione Luca Ricolfi: piccoli brogli sono possibili, non operazioni gigantesche in grado di falsare le elezioni...'. Il suo ex editore Velardi sostiene però che i brogli il Pci li faceva, che lui stesso nei seggi taroccava le schede con i mozziconi di matita... 'Anch’io ho fatto lo scrutatore, ma senza mozziconi. Al massimo portavo a votare a braccia i militanti malati, ma in questo eravamo surclassati dalle suore della Dc. E poi vogliamo credere che i democristiani di Napoli fossero tutti fessi?... Che gavianei e demitiani si facessero fregare da Velardi?... Non a caso vincevano sempre loro...'. Il riconteggio dirà chi è ora il più lesto di mano in Campania. Certo l’elenco di chi aveva paventato l’autogol è lungo. Il diessino Passigli: 'Per smontare la tesi di Deaglio basta fare un’addizione da quinta elementare. Così Enrico alza la palla a Berlusconi. E’ puro autolesionismo...'. Lusetti della Margherita: 'Se mai dovessimo tornare a votare, andremmo sotto...'. Il sottosegretario Paolo Cento detto 'Er Piotta': 'Eviterei di cominciare pure a sinistra a delegittimare il risultato delle elezioni...'. Russo Spena di Rifondazione, preoccupatissimo: 'Attenzione, già sento la Lega dire che non possiamo mettere le tasse...'. E l’on. Donata Lenzi dell’Ulivo: 'Sono andata alla presentazione del dvd di Deaglio con i libroni dei dati ufficiali, ma lui non li ha neppure presi...'
Deaglio nega...
Già il fatto che i risultati siano tenuti segreti per mesi, manco fossimo in Zimbabwe, è strano. Comunque, non solo ho visto i libroni, ma ho scoperto un’altra anomalia che denunceremo sul prossimo numero di Diario: i votanti sono 150 mila in meno di quanti annunciati dal Viminale l’11 aprile...'
D’accordo, ma lei non ha paura dell’autogol?...
'It’s not my problem, non è il mio problema. Io non sono un militante politico, un uomo di partito. E proverei ribrezzo a far parte di una conventicola che avesse vinto le elezioni con i brogli. E’ un discorso assolutamente ipotetico. Sono convinto che i brogli stiano a destra. Vedrete che il riconteggio lo confermerà. Anzi le cose si riveleranno ancora più grosse...
Guardi Deaglio che Pisanu querela. Lei ha le prove?...
In questi anni si è fatto politica in ogni modo, con i servizi, con lo spionaggio. Mi pare davvero impossibile che non ci abbiano provato anche con i brogli. L’elenco delle sezioni e dei Comuni senza una sola scheda bianca è sterminato...
Le prove?...
Difficilmente si troveranno. La pistola fumante non c’è. L’hanno nascosta. Molte prove sono state cancellate, ma a cercare bene qualcuna si potrebbe ancora trovare. Il problema è che chiuderanno la questione con un accordo politico...
Aldo Cazzullo
07 dicembre 2006
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Nobis ardua
Comandante CC Carlo Fecia di Cossato