Il presidente di Confindustria critica anche "certa sinistra". Amato: forse vuole fare il premier
Le accuse di Montezemolo
"Fannullone un italiano su due"
E i sindacati insorgono. Bonanni: "Chi è senza colpa scagli la prima pietra"
di ROBERTO MANIA
ROMA - L'Italia? "Una barca in cui una metà rema mentre l'altra è seduta a poppa, ringrazia, non produce e succhia le ruote di chi rema. Ci sono troppi fannulloni". E la sinistra italiana? "Una parte frena sempre sulle scelte da fare. È la Brembo (la marca dei freni della Ferrari, ndr) della politica italiana". Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Confindustria, interviene all'inaugurazione della Scuola superiore di amministrazione del ministero dell'Interno e parla a braccio. Esprime concetti vecchi, cavalli di battaglia degli industriali, ma con parole nuove.
Abbandona il suo tradizionale politically correct e va giù duro contro le inefficienze del sistema politico e burocratico che costringono - sostiene - il Paese a crescere, in termini di ricchezza economica, a livelli decisamente inferiori a quelli dei concorrente mondiali.
Poi, Montezemolo, vola alto, cita Gandhi, Martin Luther King fino a John Fitzgerald Kennedy: "Gli uomini passano, i governi passano me le idee restano". Ridiscende per "autodenunciarsi": "Correvo a Vallelunga con una "500 Giannini" e usavo uno pseudonimo, Nerone, per non dire niente ai miei genitori...".
Giuliano Amato, ministro dell'Interno, lo ascolta e lo corteggia, tra il serio e il faceto, e con qualche frecciatina. Ammette: "Montezemolo sarebbe un eccellente ministro a cui affidare l'organizzazione dei nostri apparati. Ha dimostrato la capacità di capire come funziona una macchina, che non funzionava quando gli è stata affidata. È stato capace di mettere insieme nell'organizzazione persone diverse e trasformarle in una squadra: qualità rara, invidiabile, di cui ha bisogno lo Stato. È l'inizio di un corteggiamento. Dopo la Fiat e la Ferrari, chissà... Anche se lui da grande vuol fare il presidente del Consiglio...". Glissa, ma non troppo, Montezemolo: "Spero di non deluderla oggi. Il resto si vedrà...".
Fin troppo semplice scorgere nella "Brembo della politica italiana", la sagoma della cosiddetta sinistra radicale, quella di Rifondazione, del Pdci, dei Verdi, di settori dei Ds e del sindacato (che Montezemolo invita a fare qualche viaggio all'estero per vedere come sta cambiando il mondo), contrapposta a chi (in entrambi gli schieramenti, secondo il leader degli industriali) sarebbe pronto a iniettare nel sistema italiano dosi di concorrenza e meritocrazia. "Bisogna rendersi conto - insiste - che l'Italia è di fronte alla necessità di ricostruire i suoi fondamentali. Qual è, mi chiedo, la maledizione di questo paese che non riesce a attrarre investimenti come gli altri paesi europei? Sono necessarie scelte coraggiose, senza ricercare prima il consenso".
Le accuse di Montezemolo vengono rilanciate al mittente. Attacca Paolo Ferrero, ministro della Solidarietà, e rappresentante di Rifondazione nel governo: "Sono affermazioni fuori luogo. Se avessimo una classe imprenditoriale di qualità non avremmo un apparato produttivo così gracile che dà così poco lavoro. Quanto ai frenatori, noi non freniamo un bel niente. Piuttosto pensiamo che le proposte di Montezemolo siano sbagliate, ne abbiamo altre e le abbiamo scritte nel programma dell'Unione. Ed è proprio Montezemolo che frena per impedirne la realizzazione".
Raffaele Bonanni, leader della Cisl, evita di alzare i toni della polemica e si richiama al Vangelo: "Chi è senza colpa, scagli la prima pietra. Comunque Montezemolo è bene che non si distragga e pensi al patto per la produttività. Prima si fa è meglio è per il paese".
Sarcastico Alfiero Grandi, sottosegretario all'Economia e esponente della sinistra diessina: "Francamente non c'eravamo accorti di avere una classe imprenditoriale così brava. Se lo avessimo scoperto prima ci saremmo risparmiati i cinque miliardi di euro per il cuneo fiscale. Io un "frenatore"? Mi limito a dire che ogni giorno sono in Parlamento per far passare una Finanziaria che, con grandi sacrifici, ha messo al centro lo sviluppo e il rilancio della competitività delle imprese".
(7 dicembre 2006)
Chissà a chi si riferisce...