ROMA - Era un appuntamento atteso, quello in cui approfittando della presentazione dei libri e della ribalta offerta dal loro autore Bruno Vespa, Berlusconi ha sempre parlato a raffica. E ora, con Bertolaso da poche ore indagato, il tema giustizia è la partenza (forse lo sarebbe satato comunque): "I processi infondati sono un male italiano", esordisce il premier, per parlare di "persecuzione infondata" nei confronti del responsabile della Protezione Civile: "Uno sport nazionale colpire chi fa bene".
Duro il giudizio sui giudici. "Non si può governare attaccati da pubblici dipendenti quali sono i giudici", dice Berlusconi riferendosi ai magistrati stipendiati dallo Stato e sottolineando che "rispondere all'uso politico della giustizia con un uso democratico del voto popolare è legittimo e assolutamente doveroso". Le leggi a riguardo del funzionamento della giustizia in discussione in Parlamento sono la risposta "non a processi ma a vere e proprie aggressioni giudiziarie".
"Io posso giurare che nessuno dei fatti di cui mi si accusa sono veri", dice. Il premier se la prende poi con chi ritiene che il Parlamento sia impegnato sui suoi problemi giudiziari: "Io - sottolinea - non ho problemi giudiziari, io subisco aggressioni giudiziarie". Il premier poi annuncia che "la riforma della giustizia in questa legislatura è una nostra ferma intenzione". Inevitabile il riferimento al processo breve, una definizione, secondo Berlusconi, della sinistra: "Quello approvato in Senato è ancora un processo lungo. E chi è finito nelle maglie della giustizia nel nostro Paese lo sa. Quello dei processi è un girone infernale".
"Siamo ormai alla giustizia spiritica con qualcuno che riferisce parole di qualcuno che è morto da diversi anni", risponde poi a chi gli chiede della testimonianza di Massimo Ciancimino. Il premier quindi invita Vespa a non dar retta a cose che "non hanno nulla a che fare con la realtà".
"Io sono d'accordo sul fatto che si debba cambiare la legge" che regolamenta l'utilizzo dei pentiti, dice il premier. "Il senatore Valentino - aggiunge - ha presentato questo tipo di riforma però senza preparare il terreno: è invece convincimento del governo e quindi dei ministri Alfano e Maroni, che questa riforma debba essere inserita nell'ambito della completa riforma della giustizia".
Nel sostenere questa tesi Berlusconi sottolinea: "Le dichiarazioni, non importa se di uno o più pentiti, devono avere riscontro nella realtà dei fatti".
Berlusconi parla anche della vicenda dell'ex direttore de L'avvenire: "Non ho mai conosciuto Boffo. Sono dispiaciuto comunque che sia stato attaccato dalla stampa così come mi dispiace ogni qualvolta qualcuno viene preso di mira", sottolinea il premier. Quando gli viene chiesto se Boffo debba avere un "risarcimento" o una sorta di riconoscimento per quanto gli è accaduto, il premier replica con una battuta: "Se parliamo di riconoscimenti penso che nessuno come me ha avuto più attacchi. Ritengo di essere io il campione internazionale assoluto come vittima di attacchi da parte della stampa".
Dalla giustizia alle elezioni. In questo caso ai loro riflessi sulla programmazione Rai con la decisione del parlamento di fermare i talk-show politici in occasione delle Regionali: "Non è una decisione scandalosa e va rispettata - dice - E poi le risse televisive non fanno bene e abbassano l'apprezzamento verso i politici". Comunque il premier ripete che "la par condicio è da abolire". E passa alla difesa delle candidate del Pdl verso le quali - dice - è in atto una campagna razzista.
Quanto ai candidati, "non li ho scelti io - dice - Ho solo dato pareri. La vita del Pdl è assolutamente democratica e si sceglie secondo statuto. Io nelle riunioni non mi siedo neanche con i 3 coordinatori ma mi siedo insieme agli altri". Berlusconi dice di aver votato "quello che voleva la maggioranza del partito anche sull'Udc". Il premier sottolinea che "il Pdl deve essere un partito democratico. Ognuno può assumere le proprie posizioni. Si vota e la minoranza deve fare quello che ha deciso la maggioranza. Tranne sui temi etici dove ciascuno deve avere la possibilità di votare in dissenso".
"Visti i sondaggi e visti i risultati del governo - aggiunge il premier - sono indotto all'ottimismo sulle elezioni regionali". Poi spiega: "Ci mancherebbe che non vinciamo in Campania. Nel Lazio hanno scelto la Bonino e l'elettorato cattolico avrà il suo peso. In Calabria vinceremo agevolemente visto il malgoverno della precedente giunta. Siamo per questo ottimisti".
"Siamo undici a due. Ogni risultato dieci a tre, nove a quattro sarebbe positivo. Poi il risultato vero si peserà guardando al numero degli elettori", è il pronostico del premier. "Io sono assolutamente sereno - afferma Berlusconi che con un lapsus chiama il Pdl Forza Italia - perché FI è intorno al 40% e la Lega al 10%. Il premier ammette che "è difficile cambiare la situazione nelle regioni con una storia a sinistra perchè le radici della sinistra sono antiche". In altre situazioni, aggiunge il premier, dipende "dallo schieramento dell'Udc e li faremo valere le nostre ragioni dicendo agli elettori che non devono farsi portare dalle decisioni del Vertice". Berlusconi evidenzia poi come "sia importante che le Regioni siano in sintonia nei vertici con il governo nazionale".
"Ho istituzionalizzato e costituzionalizzato la Lega. E' un merito mio. La Lega è un alleato di governo con cui ragioniamo benissimo e Bossi è affidabile. Con lui ho un rapporto di amicizia e di affetto. Non ho nessun timore rispetto alle elezioni regionali". Berlusconi spiega che in Piemonte ha ceduto senza problemi a Roberto Cota della Lega la candidatura. Il tutto perché, ha insistito il capo del governo, "la coalizione è davvero molto solida". "Sono convinto - aggiunge - che Cota sarà il governatore del Piemonte e penso che sarà ottimo ministro dell'Agricoltura l'attuale presidente del Veneto Giancarlo Galan".
"Appena usciremo dalla crisi, cosa che stiamo facendo meglio di altri, sarà possibile realizzare i nostri obiettivi di interventi a favore delle famiglie e delle imprese", dice il presidente del Consiglio. "L'obiettivo di ridurre la pressione fiscale - ha aggiunto - è primario per la nostra coalizione come esplicitato nel nostro programma elettorale". E' fondamentale, tra gli obiettivi, "diminuire la pressione fiscale, dare aiuto alle piccole e medie imprese, riducendo l'Irap, che in passato ho chiamato 'imposta rapina' e che sento profondamente ingiusta anche come imprenditore. La seconda cosa a cui puntiamo è l'introduzione del quoziente famigliare".
"C'è assoluta necessità di varare le riforme. La maggioranza ha i numeri per vararle da sola. Siamo disponibili e felici per il dialogo se la sinistra è veramente intenzionata ma quello che vediamo non va in questa direzione", afferma il premier. "La maggioranza - agiunge Berlusconi - ha i numeri e non temiamo i referendum perchè le riforme sono tali da convincere gli italiani della loro necessità".
Quindi lo scottante tema della famiglia e del divorzio alle porte: "Non esistono contrasti in Mondadori tra le mie figlie Marina e Barbara. La Mondadori è affidata a Marina. Barbara si sta laureando e avrà la possibilità di scegliere quando vorrà". E, ancora, sulla moglie: "Il rapporto con la mia signora non riguarda il patrimonio. Dobbiamo solo decidere insieme quanto dovrò versarle e dove andrà ad abitare". Per concludere: ''Non ho nulla di cui dovermi pentire. Mi sono sempre comportato con rispetto per me e per gli altri. Non ho né rimpianti né rimorsi''.
Infine una battuta: "Cosa faccio a San Valentino? Uso il computer e mando gli auguri a tutte le mie fidanzate".
Link: Berlusconi tra Boffo, Bertolaso e giudici "Non si governa attaccato da pubblici dipendenti" - Repubblica.it