Pubblico di seguito una poesia di un autore ignoto, che ho letto navigando su internet nel desiderio di ‘ricordare’.
“Le foibe” – Eran giorni di sangue/eran giorni senza fine/per le orde slave l’ultimo confine/eran gli ultimi fuochi di una infinita guerra/e quei barbari feroci volevan quella terra/uomini e donne venivan massacrati/loro sola colpa italiani esser nati/vecchi e bambini gettati negli abissi/spinti giù nel vuoto dai gendarmi rossi/foibe nella roccia e di roccia era anche il cuore/di un maresciallo boia di tanta gente senza nome/venivano sospinti con furore e odio/vittime prescelte per un vero genocidio/e dopo 50 anni han finto di scoprire/ciò che sempre si è saputo/e continuano a mentire/ma non avrà mai pace quella nude ossa/finché esisterà l’immonda bestia rossa/è passato tanto tempo ma il mio cuore gioisce ancora/quando signora morte suonò la sua ultima ora/per quel maresciallo assassino d’innocenti/per quel boia immondo aguzzino di tanti/e non posso più scordare che il mio cuore piange ancora/al ricordo di un presidente che ha baciato la sua bara/presidente di quell’italia che ha voluto dimenticare/chi fu massacrato perché italiano voleva restare.
UN MASSACRO DA NON DIMENTICARE