Originariamente Scritto da
demos77
Nei primi undici mesi di quest'anno le entrate fiscali sono cresciute dell'11,3%. Questo enorme aumento implica tre considerazioni ovvie: è platealmente falso che i sinistri abbiano ricevuto in eredità dal governo Berlusconi una situazione finanziaria disastrosa, ma al contrario si sono trovati in dono un sistema tributario che produce gettito in rapida crescita. In secondo luogo, la politica di (sia pur modeste) riduzioni delle aliquote praticata dal governo Berlusconi non ha fatto diminuire ma aumentare il gettito. Infine, data la situazione relativamente florida della finanza pubblica, questa finanziaria tutta "lacrime e sangue" (tasse, tasse e poi ancora maledettissime tasse), prima che controproducente, è assolutamente inutile. Se a questo si aggiunge che sia l'Istat sia la Banca d'Italia hanno attestato che il deficit pubblico nel primo semestre dell'anno ha rispettato il famigerato vincolo del tre per cento, fermandosi al 2,9%, è menzogna spudorata quella degli esponenti delle sinistre secondo cui il governo di centrodestra aveva lasciato i conti pubblici in condizioni disastrose. Infine, non dimentichiamo che, rispetto alle previsioni della trimestrale di cassa di aprile, le entrate totali sono cresciute in misura enormemente maggiore: 28 miliardi di euro più del previsto. Questi 56mila miliardi di lire in più sono un'autentica manna dal cielo, un immeritato regalo che il centrodestra ha fatto a queste sinistre. I bacchettoni dell'Unione e gli abbagli sul debito pubblico
Ma, potrebbe ribattere un sinistro, non è forse vero che il rapporto debito su Pil è aumentato negli anni del governo Berlusconi? La risposta è assolutamente negativa, si tratta di un'altra spudorata menzogna. A fine 2001 il rapporto debito su Pil fu pari a 108,7%, a fine 2005 a 106,4%: negli anni del governo Berlusconi l'incidenza del debito sul Pil è diminuita, non aumentata. Se poi guardiamo al tasso medio annuo di crescita del debito, dalla fine del 1994 (fine del primo governo Berlusconi) alla fine del 2001 (negli anni delle sinistre) lo stock di debito è aumentato in media del 4% all'anno. Dalla fine del 2001 alla fine del 2005 (negli anni del governo Berlusconi) il tasso annuo di crescita è stato inferiore al 2,8%. I "fiscal conservatives" (i bacchettoni in materia fiscale) governativi sostengono che la gigantesca "manovra" di confisca è giustificata dalle dimensioni enormi del debito pubblico, la cui incidenza sul Pil deve essere ridotta perché questo è quanto ci chiede l'Europa. Anche su questo punto sembrano necessarie tre considerazioni. Primo, chi è responsabile dell'enormità del debito? Nel 2005 il rapporto debito su Pil è stato pari al 106,4%. Questa enorme montagna di debiti si è formata nel corso degli anni e può essere istruttivo chiedersi in quali anni se ne sia accumulati di più. Nel 1980 il debito pubblico totale fu pari a 212.670 miliardi di lire, il 54,9%; a fine 1994 aveva raggiunto quota 2.055.935 miliardi di lire, il 124,3%. I nuovi debiti contratti fra il 1980 ed il 1994 sono pari a oltre il 63% del debito totale di oggi. Per il 63%, quindi, il debito esistente è dovuto alle politiche seguite fra il 1980 ed il 1994. Dove erano i soloni che oggi si stracciano le vesti per le dimensioni enormi del debito pubblico? Molti di loro erano al governo ed hanno, quindi, responsabilità diretta nella creazione del dissesto che denunciano. Ma anche quelli che, come i comunisti, facevano finta di essere all'opposizione, sono responsabili del dissesto. È stato calcolato che in oltre il 90% dei casi il Pci ha votato a favore degli aumenti di spesa decisi in quegli anni e le poche volte in cui ha votato contro non lo ha fatto per ragioni di prudenza finanziaria, perché cioè voleva che si spendesse di meno, ma al contrario perché chiedeva che si spendesse di più! Che i sinistri, quindi, la smettano di lamentare le dimensioni del debito perché la responsabilità della sua creazione è chiaramente loro e delle dissennate politiche stataliste da loro seguite negli anni passati. Lo Stato continua a ingrassarsi e i cittadini stanno sempre peggio
E ancora, negli anni in cui massima è stata la creazione di debiti è stata perseguita una politica di inasprimenti fiscali senza precedenti. Le entrate totali del settore pubblico sono passate dai 134 mila miliardi del 1980, pari al 34,6% del Pil, ai 749 mila miliardi del 1994, pari al 45,3% del Pil. L'aver consentito all'ingordigia pubblica di assorbire quasi un 10% in più di reddito non ha per nulla contribuito a contenere la crescita del debito, che anzi è stata la più rapida e colossale nella storia d'Italia. Ora, se lo statalismo - la crescita eccessiva delle spese pubbliche e delle tasse - è stato la causa del dissesto in quegli anni, perché mai oggi dovrebbe improvvisamente diventarne il rimedio? Infine, supponiamo per assurdo (io non lo credo affatto) che questi maledetti aumenti di tasse riescano a portare il rapporto debito su pil sotto al 100% entro cinque anni, come assicura Prodi: alzi la mano chi si darebbe alla pazza gioia di fronte ad una così esaltante notizia. C'è forse un italiano disposto a sostenere che la realizzazione di quell'esito migliorerebbe la sua condizione economica? Non solo, ma se per conseguire quel risultato, peraltro non solo improbabile ma anche di dubbia rilevanza, la politica di "lacrime e sangue" bloccasse lo sviluppo e tornasse a far aumentare la disoccupazione, alzi la mano chi crede che si tratterebbe di un buon affare. No, da qualsiasi punto lo si guardi questo governo e le sue politiche sono indifendibili. Prima l'incubo finirà, meglio sarà per tutti.
ANTONIO MARTINO