Prodi ha inviato una lettera datata 1 marzo 2006 a Francesca Polo, Presidente nazionale ArciLesbica e a Sergio Lo Giudice, Presidente nazionale Arcigay: facciamo i Pacs insieme…
Una lettera che dovrebbe far pensare soprattutto i cattolici che militano nell’Unione.
Riportiamo il testo integrale.
LA LETTERA DI ROMANO PRODI AD ARCIGAY E ARCILESBICA
Cara Polo, caro Lo Giudice,
prendo atto con estrema considerazione e serietà della vostra insoddisfazione circa il compromesso raggiunto in sede di redazione del programma su una materia cara a Voi, ma Vi assicuro, non solo a Voi, come quella del riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto.
Quello che Vi chiedo di riconoscere è comunque la determinazione, mia e di ogni componente della coalizione, la presa d’impegno, a voler percorrere insieme a Voi, e non senza di Voi, il cammino in grado di portare a un riconoscimento pieno ed effettivo di questi diritti.
Quello che Vi chiedo è dunque di essere consapevoli che un argomento simile, per essere discusso, per essere sviluppato, approfondito, non ha bisogno di chiasso, non ha bisogno di polemiche, ma del dialogo piano e ponderato, pacato e non urlato, tra persone che hanno a cuore, veramente, il bene dell’Italia.
Io so che voi questo avete a cuore, io so che voi avete a cuore la nostra vittoria; costruiamo dunque insieme in queste settimane che ci separano dal voto, le condizioni migliori per vincere, che risiedono essenzialmente nella coesione e nella compattezza della coalizione.
Confidando nella Vostra lungimiranza. Con stima e gratitudine.
Con molta amicizia
Romano Prodi
Roma, 1 marzo 2006
[url]arcigay. (segnalato da FattiSentire.net)
non ha bisogno di chiasso IL DIAVOLO FA LE PENTOLE DI NASCOSTO MA NON SA FARE I COPERCHI........
LA RISPOSTA DELLA CHIESA:
JOSEPH RATZINGER SULLE UNIONI OMOSESSUALI
Documento della Congregazione per la Dottrina della Fede
In presenza del riconoscimento legale delle unioni omosessuali è doveroso opporsi in forma chiara e incisiva. Ci si deve astenere da qualsiasi tipo di cooperazione formale alla promulgazione o all'applicazione di leggi così gravemente ingiuste nonché, per quanto è possibile, dalla cooperazione materiale sul piano applicativo. In questa materia ognuno può rivendicare il diritto all'obiezione di coscienza…
Se tutti i fedeli sono tenuti ad opporsi al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, i politici cattolici lo sono in particolare, nella linea della responsabilità che è loro propria…
Nel caso in cui si proponga per la prima volta all'Assemblea legislativa un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge. Concedere il suffragio del proprio voto ad un testo legislativo così nocivo per il bene comune della società è un atto gravemente immorale…
Joseph Ratzinger
Roma, 3 giugno 2003
AMEN!