E se il problema Italia risiedesse proprio nella mancanza di democrazia all'interno di TUTTI I PARTITI? Se risiedesse nello "stravolgimento" della nostra Costituzione (la sovranità appartiene al popolo) a favore di poche lobby di potere?......il popolo si esprime attraverso un referendum ma, visto che ciò non va a vantaggio dei leaders di partito, si escogitano, concordemente, dei "raggiri" per buttarlo in tasca agli Italiani!!
Giracchiando in internet:




Democrazia, partiti e costi della politica
Antonio Proni, Lodi


Leggendo un articolo sul Corriere Della Sera del 14 novembre 2006 sui costi della politica, mi è venuta alla mente una frase trovata in un libro recentemente: "nel dopoguerra i partiti sono stati l’essenza della democrazia, ora invece la stanno distruggendo". In questo articolo del Corriere, infatti, si fa un elenco di quanto costano ai cittadini i rimborsi elettorali ai partiti: 92 milioni di euro nel 2001; 201 milioni nel 2006 e nel 2007 sono stati previsti 205 milioni. Eppure tutti ci ricordiamo che nel 1993 il 90,3% degli italiani ha scelto con il referendum di abolire il finanziamento pubblico ai partiti; gli uomini della politica, però, hanno trovato il modo di ricevere per ogni cittadino iscritto alle liste elettorali 4 euro all’anno e cioè 20 euro/persona per legislatura.
Quindi nella sostanza pur con i debiti del nostro Paese, con la crisi economica e con le tasse che ci chiedono di pagare "per salvare il Paese e guardare al futuro", l’unica attività veramente in attivo è quella del partito-azienda. Quello che ci ha saputo fare di più è il Partito pensionati (ironia della sorte) che a fronte di una spesa per l’ ultima campagna elettorale di circa 16.000 euro ha incassato dallo Stato, cioè da Pantalone, circa 3 milioni di euro. Cosa producono questi partito-azienda? Molte chiacchiere, penosi litigi e risse in televisione ed in Parlamento, non sempre basati su aspetti di sostanza. Essi poi scelgono per le elezioni i candidati a loro più fedeli senza porsi il problema del collegamento di questi candidati con i cittadini.
Chi sono i dirigenti o gli esponenti di spicco di questi partito-azienda? Molti sono quelli che nella vita hanno respirato fin dalla più tenera età la passione politica e per questo non hanno potuto dedicarsi (ahimè!) ad un mestiere o ad una attività produttiva e che a volte sono stati costretti a cambiare "impostazione" o bandiera conservando una sola coerenza: quella di stare sulla poltrona per fare il nostro bene.
Sì perché non è solo il costo del finanziamento ai partiti che è aumentato in questi ultimi 5 anni, ma sono anche le spese per i vestiti (dei commessi del Parlamento), autoblu ed arredi: dal 2001 ad oggi essi ci costano il 36% in più (Corriere della Sera 19 ottobre 2006).
E fare il nostro bene rende a chi siede in Parlamento ed affini: non solo per lo stipendio medio che con indennità varie supera i 14.000 euro al mese (Quotidiano Nazionale 15 Settembre 2006), ma anche per i benefits ed i trattamenti particolari e privilegiati che essi hanno. Ad esempio guadagnano il diritto alla pensione con 30 mesi di attività parlamentare (blog di Beppe Grillo), mentre chiedono ai lavoratori dipendenti di versare 40 anni ed oltre di contributi e se voi andate a vedere su Google e digitate "pensioni d’oro" vi accorgerete che alcuni di quelli che ci parlano di allungare l’età pensionabile sono già in pensione da tempo con cifre da capogiro, mentre coloro che devono ancora andare, percepiranno, quando andranno, da 10 a 15 volte lo stipendio di un operaio.
Ed allora mi sono ricordato di uno slogan che urlavano alcuni precari "spontanei non inquadrati" qualche giorno fa in un corteo : "Prodi, D’Alema, Bondi, Berlusconi ne abbiamo pieni i... polmoni".
Cosa si può fare per cambiare? Per cominciare si può promuovere un referendum per abolire i privilegi dei politici, per fare tornare l’attività politica ad essere un servizio al cittadino ed al Paese e non alla bottega. In questo modo è probabile che solo i migliori saranno candidati a rappresentarci.
Riuscirà il nuovo governo a far qualcosa in questo senso? Se così sarà mi dichiaro disponibile fin da ora a dare il mio contributo per la raccolta delle firme: sì perché ci vorranno molte risorse umane per arginare la massa dei cittadini che correranno spontaneamente a firmare per un referendum che abolisca i privilegi dei parlamentari.