Si è scatenata una vera e propria bufera politica sulla scelta del ministro Ferrero di includere Susanna Ronconi tra i componenti della nuova Consulta nazionale sulle tossicodipendenze. La Ronconi, già militante di Prima Linea e poi brigatista, partecipò nel 1974 all'assalto della sede dell'Msi-Dn a Padova in cui persero la vita due persone e per questo condannata a 12 anni di carcere. L'ex terrorista lavora da molti anni nel campo delle droghe.
Insomma un nuovo caso dopo quello di Sergio D'Elia contro cui nomina a segretario della Camera si era scagliato Lorenzo Conti, figlio dell'ex sindaco di Firenze ucciso dalle Br.
Questa volta il caso è stato sollevato da Maurizio Gasparri di An che accusa il governo "di riciclare i terroristi". Il ministro della Solidarietà sociale difende la sua scelta e sottolinea che la Ronconi "ha titoli scientifici maggiori di altri componenti della Consulta" visto che "rappresenta il Forum Droghe, si è occupata per anni di comunicazione, collabora da dieci anni nel gruppo Abele ed è autrice di numerose pubblicazioni internazionali. Non abbiamo alcun motivo per dire no". A difendere l'ex terrorista intervengono anche Franco Corleone, Forum Droghe, e Don Luigi Ciotti che afferma: "Il passato non crei pregiudizi".
Ma la polemica non si placa tra le fila dell'opposizione e non solo. Anche tra la maggioranza c'è chi critica la scelta di Ferrero, come Silvia Mura, Italia dei Valori, che la definisce "a dir poco critacanile e inopportuna".