Parte la nuova fase della Casa delle Libertà. Ovviamente senza l'Udc, che per ora prosegue su un'altra strada. Compromesso tra il Cavaliere e il Senatùr: il leader di Forza Italia rinuncia all'ipotesi di Grande Coalizione (invisa a Bossi, che sul palco di Piazza San Giovanni chiese a Napolitano di tornare alle urne), proposta per mesi e mesi, e in cambio ottiene dal numero uno della Lega l'ok alla federazione del Centrodestra. Anche perché il Carroccio, nonostante i malumori interni per questa decisione storica e che farà molto discutere, non aveva altra scelta: il referendum elettorale, infatti, avrebbe relegato i padani nell'angolo. E quindi addio al cammino solitario.
Ma vediamo come si è arrivati alla svolta. "Le grandi intese non saranno mai possibili". Silvio Berlusconi sceglie il popolo milanese e lombardo di Forza Italia per confermare che la strada è tracciata e non passa attraverso governi di coalizione o intese con la Margherita di Francesco Rutelli, come fatto ventilare dal leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. Avanti tutta, invece, con la Federazione della libertà, che nell'immediato si traduce in un'alleanza stretta e tutt'altro che formale tra i partiti della CdL. L'argomento è stato al centro di un pranzo ad Arcore con Umberto Bossi e i vertici della Lega e i passi avanti nella direzione della Federazione sono stati concreti. Significa sciogliere Forza Italia?, risponde senza esitazione colui che ha fatto nascere il partito e lo ha portato a diventare la forza di maggioranza del Paese. Dà i numeri: "Non esiste l'ipotesi di uno scioglimento di Forza Italia. Siamo il partito più grande d'Italia, siamo al 31,7% in Italia e a oltre il 36% in Lombardia".
Parlando a porte a chiuse ai dirigenti azzurri spiega poi che quando ha abbandonato la gestione diretta del Milan ha lasciato "una classe dirigente all'altezza" e che è intenzionato a fare lo stesso con Forza Italia. E ammette che fare il partito unico è "difficile" perché si dovrebbe passare da "più leader a uno solo". I tempi non sono maturi per il partito unitario, ma la federazione di cui ha parlato con Bossi e che ha l'approvazione di Gianfranco Fini è un organismo con tanto di statuto e tempi di realizzazione molto stretti, perché già tra gennaio e febbraio 2007 si partirà con la fase costituente. L'elaborazione della carta dei valori è affidata Tremonti, Maroni e un rappresentante di An indicato da Fini (probabilmente La Russa). "Passeremo dalla coalizione alla federazione, dove si vota e la maggioranza rispetta il voto della minoranza. www.libero.it
,,,cosi'' le proposte leghiste finirebbero sempre in minoranza!!!
queste cose si decidono al congresso,,,la lega e'' della base!!!
rivolta rivolta rivolta rivolta!!!