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Risultati da 11 a 20 di 33
  1. #11
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    Citazione Originariamente Scritto da MaxRed Visualizza Messaggio
    Speriamo che non salvi l'Italia come ha salvato l'IRI
    speriamo piuttosto che non sia vigliacco coome il re

  2. #12
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    Citazione Originariamente Scritto da gattolaceleste Visualizza Messaggio
    speriamo piuttosto che non sia vigliacco coome il re
    Quale Re?

  3. #13
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    Scherzi a parte si tratta di un braccio di ferro nel quale il primo che dà segni di debolezza crolla di schianto; con un vantaggio per Prodi.
    Se gli va male si va alle larghe intese, se gli va bene Berlusconi è morto per sempre e inizierà la transumanza dei senatori.
    Questione di mesi e si saprà.

  4. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da MaxRed Visualizza Messaggio
    Speriamo che non salvi l'Italia come ha salvato l'IRI
    e invece speriamo che faccia la stessa cosa.

    Il Mondo lunedì, 14 novembre 1988
    VARIE
    Pag. 083


    ultimi giorni da Prodi
    l' aveva detto e l' ha fatto : il management del colosso pubblico deve lavorare in piena autonomia . e cosi' e' successo , soprattutto nelle grandi decisioni aziendali . ma qualcuno non crede in quel principio
    vertice IRI


    " Sono all' Iri da ormai sei anni (pausa) . E i risultati sono decisamente migliori di quelli sperati e programmati . Il gruppo nel 1983 aveva ricavi per 41 mila miliardi e perdite per complessivi 2 . 900 . Oggi (avendo ceduto 29 aziende) i ricavi sono 53 mila miliardi e il bilancio e' in utile per 190 miliardi " . Anticipando a giugno , a un convegno del Credito italiano , la decisione di abbandonare la presidenza dell' Iri alla scadenza del suo mandato tra un anno , Romano Prodi aveva anche fatto capire , citando quelle cifre , che se ne andava in tutta allegria . Ma in questi pochi mesi ha fatto anche di piu' : ha condito il suo addio di sberleffi a tutti quanti , anche alla sua Democrazia cristiana . Ha litigato con il ministro delle Partecipazioni statali , Carlo Fracanzani , dc , sui rapporti fra enti di gestione e ministero , e sui criteri di compilazione dei bilanci . E , a fine ottobre , ha quasi litigato perfino con il presidente del Consiglio De Mita e con il suo sottosegretario Riccardo Misasi sulla nomina del direttore generale dell' Iri . Ad Antonio Zurzolo , che si accinge a lasciare per raggiunti limiti di eta' , Prodi voleva far succedere un interno , Michele Tedeschi , responsabile dei rapporti con i sindacati . Mezzo governo gli ha detto no , e alla fine Prodi ha ceduto , accettando di tenersi Zurzolo ancora per un anno (ufficialmente il direttore generale rimane in carica per chiudere i bilanci a fine 1988 , ma la stagione dei bilanci in realta' si chiude a giugno , per cui la decisione sul successore verra' contestualmente alla nomina del successore di Prodi) . Ma non se n' e' stato buono per molte ore . Da Pittsburgh , dov' era volato per inaugurare la nuova sede dell' Italimpianti of America , ha spiegato che resta piu' battagliero che mai : " Perche' dovrei sentirmi a disagio ? Alle polemiche oramai sono abituato e quasi mi stupirei se non ci fossero . Se uno vive per anni accanto alla ferrovia , (che sarebbe l' Iri) , nel momento in cui c' e' lo sciopero dei treni si trova perfino frastornato dal silenzio " . E ha confermato un Prodi decisionista : " Che la polemica attraversi diversi partiti e' un punto di cui mi faccio onore , perche' stiamo spaccando la struttura precedentemente esistente . Questa e' la controprova che non agiamo in favore degli uni o degli altri e che la nostra azione non e' partigiana ma nasce dai fatti e non dall' ideologia " . Non e' un fuoco di sbarramento contro le critiche del ministro del Bilancio . Le critiche non sono state marginali : " Per l' avvenire cotesto istituto dovra' rendere piu' efficace il controllo di gestione sulle societa' del gruppo e piu' rigorosa l' osservanza dei criteri di formazione dei bilanci delle stesse , affinche' i valori delle partecipazioni esposti nel bilancio Iri trovino piena rispondenza nel valore economico dei beni aziendali " . Se le parole venissero prese alla lettera ci sarebbe da litigare aspramente , perfino in tribunale . Ma all' Iri tendono a dismettere le critiche come una piccola vendetta burocratica partita dall' interno del ministero , e puo' anche darsi che abbiano ragione . Puo' essere invece che Prodi abbia alzato il tiro per poter poi portare a casa le due cose che veramente gli interessano , la Superstet e la Superfinmeccanica . E un' ipotesi che accreditano alcuni esponenti dc , secondo i quali Prodi avrebbe infine capito che a Roma , per raggiungere un obiettivo , bisogna seminare molto fumo . Ma Prodi ha abbastanza personalita' per essere considerato per quello che dice . Quello che dice oggi e' del resto un' eco solo un po' piu' polemica di quanto disse esattamente sei anni fa ai dirigenti dell' Iri subito dopo il suo arrivo alla presidenza : " Fin d' ora assegno un compito strategico al mio ruolo e al ruolo dell' istituto : quello di garantire l' autonomia e la professionalita' della struttura manageriale " . E da subito diede molti colpi di piccone , licenziando alcuni manager , proteggendone altri da interferenza esterne , a tutti chiedendo idee e buone contabilita' . Voleva liberare l' Iri dalla polvere , e in effetti , per chi frequentava anche allora i palazzi romani , non c' e' sicuramente confronto possibile fra l' Iri di oggi e quello di allora quanto a motivazione e voglia di lavorare . L' autonomia non e' una strada facile , soprattutto per il presidente di un ente di gestione , il cui compito e' proprio quello di servire da anello di congiunzione fra la politica e il management . Prodi inizio' con il direttore generale : si dava per scontato che la Dc volesse a quel posto Franco Viezzoli o Fabiano Fabiani , ma lui confermo' Zurzolo . Poi incappo' nelle nomine Rai . Confido' a Eugenio Scalfari la sua irritazione contro Bettino Craxi su quell' argomento , Scalfari lo scrisse su Repubblica , e Prodi si precluse ogni accesso presso il segretario socialista , allora presidente del Consiglio , nei suoi lunghi quattro anni di governo . L' isolamento di Prodi fu totale nel caso della Sme : perfino De Benedetti , cui Prodi aveva ceduto il colosso alimentare , all' ultimo lo abbandono' . Ma Prodi ha tenuto duro , e soprattutto nelle grandi decisioni aziendali ha saputo assicurare un largo margine di autonomia ai suoi manager : la cessione dell' Alfa Romeo , la privatizzazione di Mediobanca , gli investimenti della nuova Finmeccanica , la ristrutturazione dell' acciaio , la Telit e il futuro di Italtel , la megazienda per le telecomunicazioni . Non manca pero' chi vede nell' autonomia una petizione di principio che , in assenza di risultati concreti , equivale a un' autoassoluzione . Non e' un' insinuazione politica , ma una critica che viene dall' interno dell' ente , e ha due risvolti . Uno riguarda la politica industriale dell' Iri di Prodi , che sarebbe a somma negativa : alle dismissioni di aziende e alle chiusure di impianti non fanno valido contrappeso i nuovi investimenti , come quelli promessi a Napoli e Genova , che sarebbero in ritardo o insufficienti . L' altro risvolto , piu' insidioso , riguarda l' autonomia : si dubita che le ultime iniziative di Prodi non abbiano invece riportato la politica dentro l' Iri , anzi dentro la stessa holding , che con la gestione del " professore " ne era stata relativamente immune . Alla prima critica Prodi aveva gia' risposto in anticipo , nel suo discorso di sei anni fa ai dirigenti : " Lo sviluppo del Sud e la difesa o l' incremento dell' occupazione costituiscono l' obiettivo dell' intera politica economica e industriale del governo e devono essere assicurati dall ' apparato produttivo , pubblico e privato , nel suo complesso . Le scorciatoie che passano attraverso il sistema delle imprese a partecipazione statale sono dannose " . Prodi e' arrivato all' Iri deciso a radicarvi la pianta del lavoro ben fatto , e a questo programma s' e' attenuto , anche se resta aperta la questione delle qualita' che si richiedono a un manager pubblico , e se esso non debba differenziarsi , per sensibilita' e per obiettivi , da quello privato . Sull' altro fronte si portano i casi dell' Alitalia , della direzione generale e dei rapporti con il ministero . Il casus belli con Nordio si e' rivelato insuperabile (si' , Linate e' intasato , Malpensa e' di la' da venire , e la navetta Roma Milano non si potra' fare) , e la questione si risolvera' con un bilanciamento Dc Psi al vertice dell' Alitalia . Lo stesso dovrebbe avvenire nel caso della direzione generale , dove Prodi con la sua irruenza ha forse bruciato la candidatura di Tedeschi . Quanto al desiderio del ministro Fracanzani di contare di piu' nella supervisione degli enti economici , ha una base di legittimita' che le risposte di Prodi hanno consolidato . Ma la strada maestra e' quella . E malgrado le nubi Prodi intende rafforzarla , con l' animo sgombro di chi ha deciso di lasciare : " Non si puo' trasformare qualcosa dopo dieci anni d' ibernazione " , ha detto ancora , " se non tendendo i muscoli . Qualcuno ragiona come se io sei anni fa fossi stato nominato presidente dell' Ibm ! " . Buone o cattive che siano le cifre della sua gestione , e' certo che Prodi ha praticato all' Iri una forte iniezione ricostituente di autonomia e professionalita' . E con quest' immagine il professore vuole misurarsi . PoltronaRomano Prodi con il direttore generale dell' Iri , Antonio Zurzolo . La sua successione ha aperto uno scontro politico

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  5. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da il Kodro Visualizza Messaggio
    Brunik, sinceramente mi aspettavo un risultato migliore per l'unione. Okkei è passata, questo è l'importante, ma seriamente come si possono affrontare grandi temi con una maggioranza basata sui senatori a vita??? Alla fine la cdl ha avuto dalla sua 157 senatori cioè tutti +1, De Gregorio, mi aspettavo, ripeto, un 155 a 164, invece, toh, la cdl ha avuto + voti del previsto...
    Pininfarina e Andreotti non erano in aula.
    De Gregorio è un farabutto.
    L'avatar raffigura Andrea Costa, il primo italiano che ebbe l'onore di portare l'Idea Socialista in Parlamento.

  6. #16
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    Qui ci sono in gioco interessi colossali ma il tempo gioca a favore di Prodi.
    A gennaio molte delle bugie banana saranno smascherate ed i sondaggi giocoforza miglioreranno.
    D'altro canto il risanamento andava fatto subito; dopo la finanziaria c'è tempo per riparlare di sviluppo, liberalizzazioni e se nel CSX non sono fessi anche di qualche manovra acchiappaconsenso: esempio aumento pensioni minime ad una platea più grande, interventi sui giovani, riduzione aliquote fiscali.
    E valorizzare queste misure con un utilizzo migliore dei media.
    Oggi purtroppo bisogna seguire i Fuda, i De Gregorio ed altri personaggi che tutti noi prenderemmo volentieri a calci in culo.
    Proseguire con decisione fottendosene della popolarità e guardare ai tempi lunghi. In questo il professore è un maestro

  7. #17
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    il panettone lo mangia... quella che non mangia, secondo me, è la colomba e l'uovo di pasqua... ora è il momento delle riforme... e comunismo-liberismo-riformismo e quant'altro è contenuto nella caleidoscopica formazione governativa, salterà fuori..
    X

  8. #18
    Oderim dum metuant
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    ha luglio aveva la maggioranza di 10, nel momento della fiducia, a dicembre di 5. nn mi sembra un bel sintomo x lui e tutta la sua carovana

  9. #19
    Oderim dum metuant
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    Citazione Originariamente Scritto da Enrico1987 Visualizza Messaggio
    questo tuo populismo filo prodiano ha strarotto i co**ioni.
    Tutti si sono accorti (fassino, rutelli, tutto il mondo) che il governo si è inceppato ancor prima di cominciare a fare riforme tranne Prodi, Sircana e i loro friends. Mi auguro se ne rendano conto presto se no alle prossime amministrative a perdere saranno ottimi amministratori locali di centrosinistra, per colpa del solito Prodi, incapace leader della coalizione
    w la sincerità

  10. #20
    brescianofobo
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    Citazione Originariamente Scritto da emoned Visualizza Messaggio
    w la sincerità
    questo sì che è un plauso sincero.

 

 
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