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  1. #1
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    Il Male americano" G. Locchi - A. de Benoist

    "Il Male Americano"
    Inviato da: "Stefano Vaj" stefano.vaj@gmail.com
    Dom 17 Dic 2006 6:48 pm

    Sono lieto di segnalare che è stato integralmente ripubblicato dal sito
    http://www.uomo-libero.com, nella sezione Libri
    Online
    http://www.uomo-libero.com/libri_online.php
    il testo di Giorgio Locchi ed Alain de Benoist già uscito in italiano nel
    1979 con il titolo Il male americano per i tipi di Akropolis, ma da oltre
    dieci anni esaurito in italiano.

    Il testo suddetto è stato ripulito da numerosi errori di traduzione,
    restituito al titolo originale con cui era apparso sul numero 27 di Nouvelle
    Ecole http://www.labyrinthe.fr/Site2/editi...NEC027&cat=nec
    ovvero C'era una volta l'America
    http://www.uomo-libero.com/articolo.php?id=376
    aggiornato e corretto nei riferimenti bibliografici, e soprattutto integrato da oltre un migliaio di link relativi a personaggi, organizzazioni, opere, autori, voci
    enciclopediche, riviste ed episodi storici citati nel testo.

    Anche se alcune osservazioni un po' spietate potranno offendere quelli che
    tra di noi vedono negli Stati Uniti la propria patria spirituale (o una
    delle due...), garantisco che tutti gli altri vi troveranno una miniera di
    argomenti, analisi ed informazioni non banali su quello che resta malgrado
    tutto l'epicentro del "sistema per uccidere i popoli", soprattutto negli
    aspetti più strettamente militari, politici e culturali.

    Malgrado tutto quanto successo dall'epoca del testo, il libro in questione
    rimane nfatti una pietra nella demistificazione della propaganda atlantista
    ed occidentalista, specie nella versione di tale propaganda che continua ad
    essere appositamente prodotta ad uso degli europei di "sinistra", di
    "centro" e di "destra".

    Inoltre, tale testo costituisce una eccezionale incursione in temi più
    direttamente storico-politici di Giorgio
    Locchi
    http://www.uomo-libero.com/autore.php?id=7
    uno dei più interessanti pensatori non-conformisti della seconda metà del
    Novecento, di cui è in corso la progressiva riscoperta, attestata anche
    dall'imminente uscita dell'antologia Definizioni, I testi che hanno
    rivoluzionato la cultura non conforme
    http://www.orionlibri.com/index.php?...wbyid&idn=1438
    a cura del sottoscritto per la Società Editrice Barbarossa, e dall'annuncio da parte
    dellì'amico Adriano Scianca di una raccolta di studi sul suo pensiero di
    prossima pubblicazione.

    Buon solstizio d'inverno a tutti.

    Stefano Vaj
    http://www.biopolitica.it
    http://www.dirittidelluomo.com
    http://www.uomo-libero.com

  2. #2
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    Citazione Originariamente Scritto da Harm Wulf Visualizza Messaggio
    "Il Male Americano"
    Sono lieto di segnalare che è stato integralmente ripubblicato dal sito
    http://www.uomo-libero.com, nella sezione Libri
    Online
    http://www.uomo-libero.com/libri_online.php
    il testo di Giorgio Locchi ed Alain de Benoist già uscito in italiano nel
    1979 con il titolo Il male americano per i tipi di Akropolis, ma da oltre
    dieci anni esaurito in italiano.

    Il testo suddetto è stato ripulito da numerosi errori di traduzione,
    restituito al titolo originale con cui era apparso sul numero 27 di Nouvelle
    Ecole http://www.labyrinthe.fr/Site2/editi...NEC027&cat=nec
    ovvero C'era una volta l'America
    http://www.uomo-libero.com/articolo.php?id=376
    aggiornato e corretto nei riferimenti bibliografici, e soprattutto integrato da oltre un migliaio di link relativi a personaggi, organizzazioni, opere, autori, voci enciclopediche, riviste ed episodi storici citati nel testo.
    Il testo in questione è davvero fondamentale, e la versione online (oltre a risolvere il problema dell'esaurimento di quella libraria) ha il vantaggio di essere ricercabile.

    Una lettura praticamente obbligata.

  3. #3
    Sergio Cannata
    Ospite

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    Citazione Originariamente Scritto da Baba Yaga Visualizza Messaggio
    Il testo in questione è davvero fondamentale, e la versione online (oltre a risolvere il problema dell'esaurimento di quella libraria) ha il vantaggio di essere ricercabile.

    Una lettura praticamente obbligata.
    Forse, ma la maggiorparte delle persone qui sembra più interessata a qualche stupidaggine della politichetta corrente...

  4. #4
    Nobiltà Spirituale
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    Vero...pero' la nuovadestra oggi,non cerca alleanze ne voti...

  5. #5
    lorenzo V
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    vero
    solo cipolle in a grodolce e al massimo qualche alice sott'olio

  6. #6
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  8. #8
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    IL SOGNO AMERICANO
    di Gianfredo Ruggiero

    --------------------------------------------------------------------------------

    L’America è comunemente conosciuta come la patria della libertà, come la nazione che più di ogni altra ha contribuito all’affermazione della democrazia nel mondo.

    Il suo modello di società è considerato dai suoi estimatori come l’unico in grado di assicurare al mondo intero pace e benessere e di stabilire un nuovo ordine mondiale basato sulla concordia e la fratellanza.

    Ma è proprio così? Siamo proprio sicuri che questo quadro sia reale e non semplicemente dipinto ad arte?

    Sin dalla sua origine, l'America nasce da un rifiuto dell'Europa: nel nuovo mondo venivano spediti, direttamente dalle carceri, i delinquenti di ogni risma, gli ergastolani, gli emarginati e gli avventurieri pronti a tutto. Puritani fanatici e vogliosi di rinverdire i fasti della Santa Inquisizione, cattolici perseguitati dai protestanti, ebrei vittime dei pogrom, affamati, asociali e spostati di ogni sorta, da tutto ciò nasce il popolo americano.

    Ha mosso i primi passi massacrando 10milioni di pellerossa per sottrarre loro la terra, lasciandoli morire di fame e di inedia dopo averli ristretti in riserve indiane sempre più piccole e prive di pascoli – unica loro fonte di sostentamento – alcolizzandoli e fornendogli coperte infettate dal virus del vaiolo.

    E’ diventata potente con il lavoro di 14milioni di africani strappati con la forza alla loro terra e trattati alla stregua di animali domestici su cui esercitare diritto di vita e di morte (mentre l’Europa romano-cristiana, vera culla di civiltà, si avviava a cancellare per sempre la schiavitù). Si sono dovuti attendere gli anni '60 per porre fine alla segregazione razziale in vigore molti Stati USA.

    Durante il secondo conflitto mondiale, il cui ingresso è stato fortemente voluto dall’influente apparato industriale americano per superare la crisi economica che si protraeva da dieci anni - dal fatidico venerdì nero di Wall Street - l’America ha massacrato milioni di civili inermi nei bombardamenti a tappeto delle città tedesche e italiane. Ad Amburgo come a Dresda perirono, bruciati vivi dagli ordigni incendiari o mitragliati dal volo radente dei caccia, oltre duecentomila civili, per poi completare l’opera con le bombe atomiche gettate su due delle più popolose città del Giappone, oramai prossimo alla capitolazione, che fecero altrettante vittime innocenti.

    I giovanissimi soldati tedeschi della Wermach, ragazzi di 15 e 16 anni, rinchiusi nei campi di concentramento americani e inglesi venivano volutamente lasciati morire di fame, di malattie e di stenti. Costretti a scavarsi con le mani delle buche dove ripararsi dal freddo, sotto lo sguardo indifferente dei carcerieri alleati.

    A guerra finita i “liberatori” si girarono dall’altra parte quando i partigiani comunisti massacravano i fascisti o presunti tali, familiari compresi. Quando riempivano le fosse comuni con i corpi straziati dei giovani soldati della Repubblica Sociale Italiana arresisi dopo il 25 aprile.

    Nel dopoguerra, dopo averci distrutto le città con i bombardamenti terroristici del ’44, l’America, con il piano Marshall, ha investito in Italia grandi capitali per farci diventare una sua docile e redditizia colonia (cambiano i tempi, mutano gli scenari ma la logica statunitense è sempre la stessa: distruggere per poi gestire il business della ricostruzione). Al riguardo si parla tanto degli aiuti americani, ma si dimenticano gli enormi contributi, veramente disinteressati, provenienti dall’Argentina. Ogni giorno navi stracolme di ogni cosa hanno fatto la spola tra il Paese di Evita Peron e l’Italia, ma di questo nessuno ne parla.

    Durante la guerra del Vietnam per stanare i vietcong gli americani non esitarono a bruciare con le bombe al napalm interi villaggi, con le persone dentro. Tali operazioni venivano cinicamente chiamate “disinfestazione”.

    Negli anni settanta e ottanta ha sostenuto le più sanguinose dittature militari sia in sud America, dove la CIA ha organizzato e finanziato i più cruenti colpi di stato, sia in Grecia e in Turchia con i regimi dei colonnelli. Salvo poi disconoscerli dopo che ebbero fatto il lavoro sporco o essere diventati poco utili ai suoi disegni geopolitici.

    L’Iraq, per giungere ai giorni nostri, era uno Stato sovrano, retto da una dittatura non tanto diversa da quella che possiamo trovare nei Paesi islamici amici dell’America come l’Arabia Saudita e gli Emirati arabi e sicuramente meno feroce di quella cinese con la quale l’amministrazione Bush e l’Italia intrattengono ottimi rapporti d'affari. Le varie etnie e religioni coesistevano pacificamente (l’ex vice di Saddam Aziz è cristiano) anche grazie al pugno di ferro del Rais. Con gli americani non c’è più un edificio in piedi, neppure i luoghi di culto sono risparmiati e lo spettro della guerra civile è alle porte. Per non parlare dell’economia divenuta totalmente dipendente dall’America che si è appropriata del petrolio iracheno.

    Sotto le macerie delle loro abitazioni, distrutte dalle bombe a stelle e strisce, sono morte 162mila persone e almeno 30mila bambini; un’intera città, Falluja, è stata bombardata giorno e notte con armi al fosforo che hanno bruciato vivi e corroso migliaia di uomini, donne vecchi, e bambini; ai posti di blocco i soldatini di Bush dal grilletto facile uccidono decine di persone al giorno (come è successo al nostro povero Calipari). Nelle carceri americane in Iraq come a Guantamano la tortura non è una novità.

    In Afganistan, per rimanere nel campo delle guerre preventive, con l’occupazione americana è ripresa con vigore la produzione di oppio.

    L’America conserva un poco invidiabile primato, quello di essere la prima produttrice e utilizzatrice al mondo di armi di distruzione di massa: dalle bombe atomiche gettate sul Giappone, che ancora oggi mietono vittime a causa delle radiazioni, alle armi chimiche utilizzate in Vietnam e Iraq e per finire agli ordigni all’uranio impoverito utilizzati nei Balcani, causa primaria delle morti per cancro tra la popolazione e tra gli stessi soldati.

    Il bussines degli armamenti rappresenta una voce primaria del bilancio USA: le armi americane sono esportate in tutto il mondo, ovunque vi siano focolai di tensione. Nei paesi poveri scarseggiano il cibo e le medicine ma non le pallottole made in Usa. Non è un caso che negli ultimi vent’anni la fame del mondo invece di diminuire è aumentata ed è tutt’ora in costantemente crescita.

    La cultura e lo stile di vita americani sono intrisi di violenza: un’arma non si nega a nessuno, neppure agli adolescenti. Nei sobborghi delle città americane, all’ombra degli sfavillanti grattacieli, l’emarginazione, la violenza e l’alcolismo sono di casa. La stessa cinematografia è imperniata sui gangsters, sui cow boys che uccidono gli indiani e sulla forza bruta del potere.

    Non è un caso che l’America è oggi l’unico paese del Mondo occidentale a praticare, la pena di morte. Come nei tanto osteggiati Paesi islamici e nelle peggiore dittature comuniste e militari.

    Venuta meno la minaccia sovietica ci saremmo aspettati un progressivo disimpegno militare americano in Europa, invece la Nato ha mantenuto sul nostro suolo il suo enorme apparato bellico fatto di oltre 120 basi, alcune delle quali nucleari (alla faccio del referendum che lo ha bandito). A quale scopo? Per difenderci dalla Svizzera o dall’Albania o per rimarcare, anche militarmente, il nostro stato di impotenza e di dipendenza dagli USA?

    L’America è sicuramente un grande Paese, sotto il profilo economico e militare, ma dal punto di vista umano e civile non ha proprio nulla da insegnarci. E rattrista vedere i nostri politici e intellettuali, di destra ma anche di sinistra, guardare con simpatia e ammirazione all’America, come se noi europei, maestri di cultura e civiltà, noi europei, che abbiamo insegnato al mondo a camminare, non fossimo in grado sviluppare un nostro modello di società, ancorato ai nostri valori di umanità e di giustizia sociale, oltre il capitalismo e distante dal marxismo.

    Gianfredo Ruggiero

    Approfondimenti:

    http://www.uomo-libero.com/articolo.php?id=376

    http://www.vho.org/aaargh/ital/alleati.html

    http://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_di_Dachau

    03.01.2007


    Nota: gli articoli proposti possono essere liberamente riprodotti, è sufficente indicarne l'autore ed eventualmente la fonte.


    --------------------------------------------------------------------------------




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    - alternativa verde -

    E-Mail: excaliburitalia@libero.it Blog : http://excaliburitalia.spaces.live.com

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