Ma fa una cauta apertura ai diritti individuali dei gay, rompendo una sorta di tabù del mondo leghista dove, finora, gli omosessuali erano liquidati come «culattoni». Farà bandire la parola dal lessico leghista? «La parola non è del lessico leghista, ma del dialetto lombardo, chi parla in lumbard chiama gli omosessuali culattoni» puntualizza Bossi. Però non è una bella parola, suona come un'offesa...
«Sì, questo è vero» riconosce. E in concreto quali sono i diritti individuali che andrebbero riconosciuti agli omosessuali? «Penso sia giusto riconoscere il diritto di assistere il proprio compagno in ospedale, di subentrare automaticamente nel contratto d'affitto in caso di morte». E la reversibilità della pensione? «Lì è un po' più dura, perché non ci sono tanti soldi e non mi sento di sostituire il ministro dell'Economia... Sono stato al governo e so cosa significa reperire le risorse».
Niente pregiudizi o discriminazioni da parte del Senatùr neppure per gli insegnanti omosessuali, contrariamente a quanto disse alcuni anni fa, prima della svolta liberal di An, Gianfranco Fini: «Un insegnante non lo si giudica dal fatto se sia omosessuale o meno, ma dalla sua voglia di far crescere i ragazzi, di impartire loro sani principi».