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    Più che un cristiano sono forse un pagano che crede in Cristo
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    Predefinito In difesa della croce "celtica"

    Il seguente articolo, scritto nel 2000, forse può chiarire qualche punto.

    La realtà supera sempre la fantasia
    (Breve tentativo di Apologia di un simbolo "proscritto" )
    Negli anni '60, in particolare sotto elezioni, girava la seguente
    barzelletta, un democristiano chiede ad un comunista: "Senti, oggi che
    comandiamo noi in Italia si può benissimo parlar male del capo del governo,
    il Senatore Fanfani. Il giorno che comanderete voi, lo potremo fare ancora?
    Rispondeva il comunista: "Certo. Di Fanfani potrete ancora parlar male!".
    Come al solito la realtà supera la fantasia. Da quando comandano le
    sinistre, del recentemente scomparso Fanfani non si poteva più parlar male.
    Prima di tutto, perché avevamo visto avvicendarsi al potere tizi, di fronte
    ai quali lui ed il suo antico avversario Giovanni Leone erano oggettivamente
    dei "Giganti" (il che è quanto dire!). Poi perché i governi Dini, Prodi e D'
    Alema si sono retti anche grazie al voto dei due vegliardi in questione,
    avendo entrambi aderito al Partito Popolare.
    Se non si può più parlar male di vecchi arnesi democristiani in disarmo,
    universalmente esecrati quando al governo c'erano loro, figurarsi cosa si
    può fare di inviso ai nuovi "Padroni del vapore".
    Sinceramente, però non ci aspettavamo tanto. Il 15 febbraio (2000), con una
    foga che non è mai stata usata contro altri simboli, ufficialmente neppure
    contro il fascio o la stella della B. R., è stata messa fuori legge la croce
    celtica. Chi la indossa o la espone su scarpe, sciarpe, giubbotti,
    striscioni e bandiere, si deve attendere, se non l'arresto, quanto meno una
    denuncia. Oltre, ovviamente, all'immediato sequestro della croce medesima.
    Premetto che chi scrive, fino ad un recente passato non è stato un
    particolare estimatore di tale simbolo. Ero convinto che si trattasse di un
    emblema, dalle origini legate ai culti solari del paganesimo celtico. Non
    dimentichiamo che certi gusti e disgusti in tal senso sono stati diffusi a
    destra da personaggi come Evola o, in tempi più recenti, de Benoist. Le
    librerie di destra brulicano di testi sui Catari, il Graal, il templarismo
    la "magia delle rune"; il "cocchio regale dell'antimonio" , le "spade di
    Allah", lo "Sciamanesimo" e simile paccottiglia. Giusto per capirci, lo
    ritenevo una sorta di fac - simile del "Sole delle Alpi" usato dalla Lega.
    Anzi, quest'ultimo, a ben guardarlo è, almeno graficamente, lo stesso
    simbolo, solo stilizzato diversamente. Senza contare che, d'altra parte,
    sono legato ad un altro simbolo: la Croce di Lorena (ma questa, come si dice
    nei romanzi, è un'altra storia).
    Approfondendo la questione, però, ho fatto tutta una serie di scoperte che
    mi hanno fatto parzialmente ricredere. Se l'origine remota può essere quella
    che ho accennato, in pratica è stato usato dai primi Cristiani. E' la
    cosiddetta : "Croce dei Santi Brandano, Patrizio e Colombano". Si tratta di
    un emblema storico della Cristianità irlandese. In tale forma sono presenti
    monumenti in tutta l'Irlanda, sulle cui pareti è raffigurata la storia del
    mondo da Adamo ed Eva alla cristianizzazione delle isole britanniche. In un
    certo senso, si può affermare che, "mutatis mutandis", il rapporto di tale
    simbolo con l'Irlanda è assimilabile a quello della Stella di Davide con
    Israele. I monaci irlandesi lo hanno diffuso un po' in tutta Europa. Dopo l'
    incoronazione di Carlo Magno assurse a simbolo imperiale. Da allora è stato
    usato anche dai Crociati. Secondo alcuni storici, era fatto proprio così l'
    emblema che Costantino fece mettere sulle insegne dei suoi soldati, prima
    della battaglia di Ponte Milvio contro Massenzio, dopo averlo visto in
    sogno, accompagnato dalla scritta "IN HOC SIGNO VINCES" (con questo segno
    vincerai).
    Si è diffuso nel dopoguerra presso tanti gruppi di militanti anticomunisti.
    In effetti, trattandosi di un segno di grand'efficacia grafica, facilmente
    riproducibile era prevedibile il suo successo. Ad onor del vero, molti,
    ignorando tutto questo sostrato storico o, quanto meno, fermandosi solo alla
    prima "puntata" di esso (la raffigurazione del sole) l'hanno usata come
    sostituto della svastica, o addirittura, hanno cercato di metterla, per cosi
    dire, in "concorrenza" con il Crocifisso. Ovviamente tali usi sono un'offesa
    per la Croce ed offrono il destro per campagne denigratorie e proibizioniste
    come quella in corso.
    Dopo le disposizioni in tal senso, i militanti del gruppo politico Forza
    Nuova hanno creato il "Comitato per la difesa della Croce celtica" ed in
    tale veste hanno inoltrato ricorso al TAR.
    Nell'attesa che le Autorità si pronuncino al riguardo, si è consigliato di
    non esporla e non indossarla. Fin quando ci sono, le leggi, anche quelle che
    non piacciono vanno rispettate.
    Nel 1966 dei beatniks sfilavano per Roma mostrando cartelli con i villaggi
    vietnamiti devastati dalle bombe americane. Non è questa né la sede né il
    momento adatto per parlare della guerra nel Vietnam o della "controcultura"
    beat -hippye -yippye, (come loro stessi la chiamavano e com'è stato
    immortalato dal libro omonimo di Fernanda Pivano, edito da Garzanti) però,
    si può prendere esempio anche da loro. Se si vietano i simboli, mostrare
    direttamente le cose simboleggiate. Si tratta di mostrare immagini come la
    famiglia in preghiera del celebre "Angelus dei seminatori" (di Jean François
    Millet, esposto a Parigi) o una (apparentemente meno poetica, ma non meno
    indicativa) fila d'automobili parcheggiate in primavera con i vetri
    abbassati e con le chiavi nel cruscotto; l'immagine dello studente cinese
    che ferma da solo una colonna di carri armati in Piazza Tien An Men; quelle
    relative alla caduta del muro di Berlino; le frasi di Bobby Sands o di Ezra
    Pound; lo scoppio della bomba atomica americana su Hiroshima; alcuni dei
    milioni di morti in Russia, Cina e Cambogia; le chiese devastate dai
    miliziani comunisti nel corso della guerra civile spagnola; le fantastiche
    illustrazioni de "Il Signore degli Anelli" o di "Conan il Barbaro"; il
    gabbiano in volo o il gran biplano di Richard Bach; la serafica e dignitosa
    compostezza delle famiglie reali del passato, dai faraoni d'Egitto alla casa
    d'Asburgo o di Borbone, ed infine, la cosa più significativa d'ogni altra:
    la semplice croce cristiana.
    Se poi la proibizione sarà ristretta solo agli stadi di calcio,
    paradossalmente vorrei dire "ben venga!". Si sa che, negli stadi, la
    violenza delle tifoserie è gratuita. Proprio l'abuso da parte di costoro ha
    diffamato tale simbolo ed ha dato il destro per le misure adottate. Ma è il
    principio che conta. Se si comincia con il proibire un simbolo in sé, sì da
    inizio ad una brutta china, alla fine della quale, DIO non voglia, non ci
    può essere nulla di buono. Osservava un caro amico: "A me, dei simboli, non
    m'interessa più di tanto. Sono preoccupato per l'aumento della benzina".
    Caro amico, non ti do torto. La mia paura è proprio che si comincia con il
    vietare i simboli e poi, si possono vietare anche le lamentele contro l'
    aumento dei carburanti.

  2. #2
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  3. #3
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    Predefinito

    Neanche indossarla? Il tipo mi pare esageri un pò

 

 

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