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    Predefinito È scomparso un grande intellettuale dell'orientalismo italiano.



    articolo di venerdì 12 febbraio 2010
    Dal nazismo a Buddha: storia dello studioso che ha fatto scandalo

    di Luigi Mascheroni
    Grande orientalista e storico delle religioni, Pio Filippani Ronconi aveva 90 anni. Nel 2001 fu cacciato dal "Corriere" per il suo passato nelle SS
    La sua vita fu avvolta dalle leggende, e così lo è oggi la sua morte. Tra le tante che aleggiavano attorno alla sua figura di guerriero mistico, si tramandava quella che avesse già scelto la liturgia del proprio funerale. Voleva che la bara fosse avvolta nella bandiera del Terzo Reich. È morto Pio Filippani Ronconi: l’ultimo nazista.
    Probabilmente si tratta soltanto di una leggenda nera. Ma quella bandiera, se anche non ne avvolgerà la morte, avvolse buona parte della sua vita, e la memoria del suo nome da qui fino a quando sarà ricordato.
    Pio Filippani Ronconi, nato a Madrid nel 1920, un «italiano all’estero» come si definiva, era un orientalista e storico delle religioni, uno dei più grandi del nostro Novecento. Un maestro che conosceva una quarantina di lingue, un accademico di rango, uno studioso che pubblicò una ventina di libri sulle culture e filosofie orientali, un «iniziato» che tradusse dal sanscrito le Upanishad. Ma era ricordato, e lo sarà sempre, perché da giovane indossò la divisa delle SS. Una scelta che non può essere cancellata da alcun percorso culturale successivo. Seppur brillantissimo. Sono scelte estreme, che si pagano, magari anche mezzo secolo dopo, come pagò Filippani Ronconi.
    Anzi, il conte Pio Filippani Ronconi, nato da famiglia aristocratica, patrizi romani e conti del Sacro Romano Impero. Il padre passò la vita tra l’Italia, l’Inghilterra, i Caraibi fino in Patagonia. La madre fu fucilata dai repubblicani, in Spagna, durante la guerra civile, finita la quale il giovane caballero che in quel momento conosceva già lo spagnolo, l’inglese, l’arabo, il turco... tornò in Italia. Nella Seconda guerra mondiale, a vent’anni, volontario negli Arditi, è già a combattere in Africa. Durante il conflitto si copre di gloria e di almeno un paio di ferite. La più grave subito dopo l’otto settembre 1943. «Il nove settembre mi resi conto che quello che avevo fatto fino ad allora non era altro che lo sfogo di un giovane studioso ed entusiasta; quello che avevo ancora da fare era qualcosa di molto più vicino all’ideale di uomo», ricordò in un’intervista. Ossia? «Lavare l’onta del tradimento».
    Pio Filippani Ronconi per lavare l’onta si arruola con il grado di Obersturmführer - «comandante superiore assaltatore» - nelle Waffen SS italiane. Durante lo sbarco Alleato è a Nettuno, «serve» nel Battaglione degli Oddi, sotto il comando del conte Carlo Federico degli Oddi, già ufficiale delle camicie nere. Andavano a tagliare i reticolati, ci passavano sotto, sgozzavano il nemico col coltello, arma nella quale Filippani Ronconi eccelle. «Era un compito duro, non pensavamo alla gloria... era la gioia di vivere davvero, malgrado rischiassimo la morte». Per il suo eroismo nella difesa del fronte a Nettuno riceve dal comando tedesco la Croce di Ferro. Il Léon Degrelle italiano.
    E finita la guerra - durante la quale continua a studiare e (così si sussurra) avvicina anche le mitiche SS tibetane - le leggende continuano. Si interessa all’antroposofia e agli antichi paganesimi indoeuropei, approfondisce la storia delle religioni. Negli anni arriverà a conoscere anche il persiano, il pali, il cinese, lo svedese, il norreno, l’aramaico. Pratica boxe, judo, aikido. Nel 1959 inizia una carriera accademica che lo porta all’Istituto orientale di Napoli. Insegnerà Lingua e letteratura sanscrita, Dialettologia iranica, Filosofie dell’estremo oriente. Scrive e traduce testi ancora oggi fondamentali, tra i quali il volume sul canone buddhista.
    Intanto, è impiegato come traduttore all’ufficio radiodiffusione per l’estero della presidenza del Consiglio. E collabora come crittografo con il ministero della Difesa. Ufficialmente. Ma si dice - tutta la sua vita è un «si dice» - in realtà lavori per i Servizi segreti. Non è fascista, né neofascista. Lui si è sempre chiamato «guerriero». Però nel ’65 partecipa all’Hotel Parco dei Principi di Roma al famigerato convegno sulla «guerra rivoluzionaria» organizzato dall’Istituto Pollio, centro di studi strategici dietro cui si celavano i servizi di sicurezza dello Stato. È per via del suo intervento sulla controrivoluzione che Pio Filippani Ronconi negli anni Novanta viene interrogato dalla magistratura per la strage di piazza Fontana. Le indagini ne escludono qualsiasi coinvolgimento. Ma lo spettro dell’eversione nera (e delle mai fino in fondo chiarite finalità del circolo «Urri», l’Unione rinnovamento ragazzi d’Italia, da lui fondato per occuparsi di «archeologia e controguerriglia») non lo abbandonerà mai.
    Il passato, soprattutto certo passato, non passa mai. E quando Pio Filippani Ronconi, ormai riconosciuto orientalista, nel 2000 inizia a collaborare con il Corriere della sera, i fantasmi nazisti riappaiono sulla sua strada: un lettore (è la versione ufficiale, ma forse si tratta di un giornalista interno) riporta alla luce via e-mail i trascorsi SS della celebre firma. È il gennaio 2001. Sotto la direzione di Ferruccio de Bortoli, il komintern di redazione chiede la testa del «nazista» e del responsabile delle pagine culturali, Armando Torno (che già lo aveva chiamato a collaborare al Sole 24Ore insieme a Geymonat, Fortini, Cases... senza alcun problema).
    Pochi mesi prima Pio Filippani Ronconi aveva ricevuto una laurea honoris causa a Trieste controfirmata dal ministro dell’Istruzione del governo Prodi, Luigi Berlinguer. Così ricorderà Pio Filippani Ronconi la polemica che per giorni tenne banco sui giornali: «L’acqua bagna, il fuoco brucia: è il dharma, come lo chiamano gli indiani... sarebbe a dire che ognuno fa le cose con i mezzi che ha. C’è gente che striscia nel fango e non può fare altro che inzaccherarti».

  2. #2
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    Predefinito Rif: È scomparso un grande intellettuale dell'orientalismo italiano.

    Mi sembrava doveroso che anche questo forum, più degli altri, gli dedicasse un omaggio.

  3. #3
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    Predefinito Rif: È scomparso un grande intellettuale dell'orientalismo italiano.

    fonte: Pio Filippani Ronconi - Wikipedia




    Pio Alessandro Carlo Fulvio Filippani Ronconi (Madrid, 10 marzo 1920 – Roma, 11 febbraio 2010) è stato un orientalista e storico delle religioni italiano.


    Biografia

    E' stato uno storico delle religioni, conoscitore di tradizioni mistiche del vicino e dell'estremo oriente e di numerose lingue occicdentali e orientali (fra cui, il sanscrito, l'arabo e molti dialetti dell'India). Nato da famiglia aristocratica (Patrizi Romani e Conti del Sacro Romano Impero), allo scoppio della guerra civile spagnola rimase orfano della madre, fucilata dai repubblicani. Tornato in Italia con la famiglia, si dedicò allo studio universitario delle lingue indoeuropee e di altre lingue quali il turco, l'arabo, l'ebraico, il cinese e il sanscrito e per questo fu più tardi impiegato all'EIAR come lettore dei radiogiornali in lingua straniera. Intanto i suoi interessi spirituali lo portarono alla pratica del Tantra e alla conoscenza di Julius Evola e di altri personaggi del Gruppo di Ur.

    Allo scoppio della II guerra mondiale si arruolò volontario tra gli Arditi, e combatté in Libia. Venne ferito due volte e ricevette alcune onorificenze. Dopo la caduta di Mussolini e la fondazione della Repubblica Sociale Italiana, si arruolò con il grado di Obersturmführer ("comandante superiore assaltatore", corrispondente al grado di tenente) nella Legione SS Italiana, formazione appartenente alle Waffen SS europee e per il suo impegno nella difesa del fronte a Nettuno ricevette dal comando tedesco la Croce di Ferro.

    Dopo la II guerra mondiale, fu impiegato all’ufficio radiodiffusione per l’estero della presidenza del Consiglio. Conobbe in questo periodo Massimo Scaligero attraverso il quale si avvicinò agli scritti di Rudolf Steiner, ma negli anni seguenti elaborò una propria visione dell'antroposofia, depurata dei suoi aspetti cristiani e focalizzata invece sugli antichi paganesimi indoeuropei, anche se in effetti già durante la guerra aveva dichiarato alle autorità militari tedesche di essere pagano (Heiden).

    Nel 1959 iniziò la carriera accademica all’Istituto Universitario Orientale di Napoli e ne divenne docente egli stesso. Della sua attività di traduzione di testi e saggi sulle tradizioni orientali resta fondamentale il volume sul canone buddhista. Parallelamente alla sua attività accademica, Filippani pone le sue capacità al servizio delle istituzioni italiane lavorando come crittografo presso il Ministero della Difesa e traduttore di lingue orientali.

    Verso la fine degli anni novanta fu interrogato dalla magistratura italiana per la strage di piazza Fontana a causa di un suo intervento al convegno dell'Hotel Parco dei Principi dove lesse un suo scritto sulla controrivoluzione che si sospettava fosse stato in qualche modo utilizzato per pianificare una strategia della tensione, ma le indagini ne esclusero qualsiasi forma di coinvolgimento.

    Ha anche ricevuto la laurea Honoris Causa in teologia e Scienze dell’Islam all’Università di Teheran e quella in Filosofia della Storia nell’Ateneo di Trieste. Quale docente e storico delle religioni, ha sviluppato ricerche sulle sette gnostiche in India e Tibet e sui movimenti mistici ed eterodossi nell’Islam orientale, specialmente in Persia. Ha indirizzato i propri interessi verso la fenomenologia religiosa, dello Yoga e dello Sciamanesimo, argomenti sui quali ha pubblicato vari scritti. Fra le sue attività, si ricorda la sua partecipazione alla spedizione in Marocco, promossa dalla Fondazione Ludwig Keimer, che portò alla scoperta dell’antica città di Sigilmassa.

    Nel 2000 ha collaborato con il Corriere della Sera scrivendo articoli sulle filosofie orientali, ma il rapporto si interruppe quando un lettore denunciò al giornale la militanza di Filippani Ronconi durante la seconda guerra mondiale.

    E' ritenuto il massimo orientalista e storico delle religioni del Novecento italiano.
    Ultima modifica di Zed; 13-02-10 alle 11:48
    ...

    Chi coltiva un pensiero raccoglie un'azione, chi coltiva un'azione raccoglie un'abitudine, chi coltiva un'abitudine raccoglie un carattere, chi coltiva un carattere raccoglie un destino.

  4. #4
    Figlio di Kālī
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    Predefinito Rif: È scomparso un grande intellettuale dell'orientalismo italiano.

    E' stato indubbiamente un grande erudito, profondo conoscitore di tradizioni e lingue orientali. Assieme ad altri docenti di spessore ha contribuito notevolmente a rendere l’Istituto Universitario Orientale di Napoli il più prestigioso ateneo d'Italia per quanto concerne gli studi sull'Oriente.
    Ultima modifica di Zed; 13-02-10 alle 11:52
    ...

    Chi coltiva un pensiero raccoglie un'azione, chi coltiva un'azione raccoglie un'abitudine, chi coltiva un'abitudine raccoglie un carattere, chi coltiva un carattere raccoglie un destino.

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    Predefinito Rif: È scomparso un grande intellettuale dell'orientalismo italiano.

    Citazione Originariamente Scritto da Zed Visualizza Messaggio
    E' stato indubbiamente un grande erudito, profondo conoscitore di tradizioni e lingue orientali. Assieme ad altri docenti di spessore ha contribuito notevolmente a rendere l’Istituto Universitario Orientale di Napoli il più prestigioso ateneo d'Italia per quanto concerne gli studi sull'Oriente.
    Sì, prestigioso una volta forse... :giagia:

  6. #6
    Figlio di Kālī
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    Predefinito Rif: È scomparso un grande intellettuale dell'orientalismo italiano.

    Citazione Originariamente Scritto da JnanaTapas Visualizza Messaggio
    Sì, prestigioso una volta forse... :giagia:
    E' un ateneo che conosco bene, vi ho seguito diverse lezioni qualche anno fa (da infiltrato). Ci sono molti docenti validissimi, i problemi di quell'istituto sono per lo più di carattere organizzativo (segreteria), ma resta ancora tra i migliori che abbiamo in Italia nell'ambito "orientale".
    Ultima modifica di Zed; 13-02-10 alle 13:01
    ...

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    Predefinito Rif: È scomparso un grande intellettuale dell'orientalismo italiano.

    Copio e incollo una parte della recensione di Nuccio D'Anna dell'ultimo libro pubblicato da Pio Filippani Ronconi.

    %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%


    Zarathustra e il Mazdeismo (di N.D'Anna)


    Pio Filippani Ronconi, Zarathustra e il Mazdeismo, Edizioni Irradiazioni, Roma 2007, pp. 380, € 28



    [,,,]
    Il ristrettissimo elenco di studi italiani viene adesso arricchito dall’ultimo libro di Pio Filippani Ronconi, Zarathustra e il Mazdeismo, pubblicato dalle Edizioni Irradiazioni di Roma nel 2007. Filippani Ronconi è un orientalista italiano fra i più affermati nel panorama accademico mondiale. Non solo la quantità stupefacente di lingue da lui conosciute non trova eguali in Italia e pochissimi corrispettivi altrove, ma la dottrina che supporta il suo impegno scientifico ha dell’incredibile per la sua capacità di scendere in profondità, di penetrare i significati più arcani delle religioni che illustra, per la sua consuetudine con i sistemi spirituali più diversi che ne fanno uno studioso particolarmente idoneo a cogliere la radice profonda delle religioni orientali.
    Questo suo profilo sulla spiritualità iranica si aggiunge agli altri testi che l’Autore ha dedicato all’India, al Buddhismo, al Tantrismo, al pensiero cinese e agli aspetti meno conosciuti di quel complesso fenomeno spirituale che fu l’Ismaelismo. Ma Filippani Ronconi ha scritto moltissime altre cose e ha toccato ambiti spirituali che in vario modo possono essere ricondotti al suo interesse per le correnti più arcane ed elevate dell’esperienza mistico-estatica. Di lui qui menzioniamo la traduzione delle 13 principali Upanishad, di alcuni testi canonici del buddhismo pâli, del Libro dello Scioglimento e della* Liberazione, dell’Ummu’l-Kitab, del Roseto di Sa’di. E’ intervenuto con una serie molteplice di studi sul Vajrayana (ricordiamo solamente i saggi dedicati ai primi due capitoli dell’arcano Guhyasamajatantra e il profilo sulla “preghiera” nel lamaismo); non si contano i suoi scritti sparsi in autorevoli riviste che toccano aspetti particolari dell’Islam, delle sue dottrine o di Sohrawardî (Filippani Ronconi in gioventù ha studiato ad Isfahan presso i maestri Ishrâqiyûn e, fra l’altro, è stato uno degli allievi prediletti di Henry Corbin e di W. Ivanow, i massimi esperti mondiali di Ismaelismo). A tutti noto è poi il suo interesse per il bushido e le forme spirituali che ne costituiscono la ragion d’essere*(è stato fra i primi praticanti di ai-ki-do in Italia già nell’immediato dopoguerra ed apprezzato allievo del M° Tada, della “cerchia interna” del fondatore di quest’arte marziale, il M° Morihei Ueshiba).
    Questo testo su Zarathustra ha i pregi di tutti gli altri suoi libri: ampia conoscenza diretta delle fonti, attenta esegesi linguistica, capacità di spaziare in mondi spirituali assimilabili a quello oggetto dell’analisi, studio profondo delle dottrine, dei simboli, della vita liturgica e rituale, comparazione con dottrine similari o “vicine”. In questo caso, addirittura, la perfetta conoscenza del vedico e del sanscrito permette all’Autore di fare delle comparazioni con la spiritualità indiana che illuminano in profondità, come in pochi altri studi, la spiritualità originaria di quei popoli, quando era possibile ancora parlare di genti “ario-iraniche”. Il libro ha una sua storia. Scritto parecchi anni fa per le Esperienze di Fossano che chiesero all’Autore un’impossibile, corposa riduzione del testo, programmato fra le pubblicazioni dell’Accademia Imperiale di Teheran (la rivoluzione khomeinista abolendo l’Accademia, impedì la realizzazione del progetto), tenuto nel cassetto da un editore milanese che ha rimandato indefinitamente la stampa, può ora finalmente essere proposto agli studiosi in una veste editoriale dignitosa e con una presentazione di Alessandro Grossato.
    È diviso in quattro parti che tratteggiano:
    1) la situazione del vasto territorio che si chiamerà Iran, la varietà delle civiltà che ne hanno contrassegnato la storia prima dell’arrivo delle genti iraniche, le forme spirituali che ne hanno arricchito la vita e la storia;
    2) un tipo di Mazdeismo antecedente alla predicazione di Zarathustra che Filippani Ronconi chiama “mazdeismo preter-zarathustriano”, quel complesso spirituale che, ancora legato alle più arcaiche consuetudini indo-iraniche, in epoca storica sembra essersi perpetuato essenzialmente nel simboli e nelle forme divine vicine alla casta guerriera, in quei complessi rituali spesso combattuti dal “Riformatore”, ma che non saranno mai debellati nonostante il rigore morale e liturgico della nuova religione;
    3) il Mazdeismo di Zarathustra con le sue dottrine, la forte moralità, l’attenzione ai principi spirituali, la convinzione che la lotta fra il Bene e il Male è il compito affidato a coloro che qui ed ora, sulla vasta scena del mondo corporeo, sono capaci di lottare contro lo spirito di Menzogna assumendo un compito che ha il proprio “luogo” nelle rarefatte “regioni del cielo”, accettando virilmente e fino in fondo il proprio destino;
    4) la leggenda di Zarathustra, quella “tipologia mistica” sulla quale si sofferma in modo particolare Filippani Ronconi, che la rende molto simile alle similari leggende indiane di Rama e di Krishna. Due appendici concludono il testo. La prima traccia un attento profilo storico ed esegetico della “letteratura religiosa mazdaica” e la seconda indica gli elementi fondamentali del rituale mazdaico praticato ancor oggi dagli zoroastriani.
    Quella che rende particolarmente ricca questa trattazione è la capacità di esaminare i testi con un’attentissima esegesi linguistica e la loro interpretazione in un ambito di spiritualità che non si esaurisce nell’elencazione di dati e fatti cultuali o in un elenco di divinità, ma penetra il loro significato simbolico, ne spiega la rilevanza rituale, delinea il ruolo formante che la tradizione mazdaica ha avuto per l’insieme dei popoli che poi andranno a costituire l’impero achemenide prima, il regno dei Parti dopo ed infine l’impero sassanide. Ma c’è di più. Filippani Ronconi è uno dei pochi studiosi che sviluppando i temi sui mannerbunde ampiamente studiati da George Dumézil e dalla scuola svedese di iranistica (Widengren e Wikander), ritrova il sostrato “religioso” pre-zarathustriano nel complesso di riti e nel simbolismo spirituale che ha contrassegnato il modo di essere della casta guerriera, mentre gli elementi più propriamente consequenziali alla predicazione di Zarathustra possono essere rinvenuti nelle forme spirituali degli arcaici Maga (già studiati con maestrìa da Gherardo Gnoli in un saggio che ha fatto epoca e che Filippani Ronconi utilizza ripetutamente) e nelle dottrine di quello che con molta approssimazione può essere definito il sacerdozio mazdeo. Tutte le differenze rituali, dottrinali e simboliche che si ritrovano nel vasto mondo cultuale dei “Magi ellenizzati” (per usare la celebre e fortunata espressione coniata da J.Bidez e F.Cumont in un loro famoso libro), trova in queste differenziazioni indicate da Filippani Ronconi, in questa tipologia di divinità che assegna un ruolo importante al dio Mithra e al “sistema” spirituale che ne consegue, una loro spiegazione poggiante sulle radici spirituali dalle quali sono scaturite le complesse figure divine che hanno contrassegnato l’antica storia spirituale dell’Iran.


    fonte:- Zarathustra e il Mazdeismo (di N.D'Anna)

    Ultima modifica di Dorjiev; 13-02-10 alle 16:05

  8. #8
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    Predefinito Rif: È scomparso un grande intellettuale dell'orientalismo italiano.

    Citazione Originariamente Scritto da Zed Visualizza Messaggio
    E' un ateneo che conosco bene, vi ho seguito diverse lezioni qualche anno fa (da infiltrato). Ci sono molti docenti validissimi, i problemi di quell'istituto sono per lo più di carattere organizzativo (segreteria), ma resta ancora tra i migliori che abbiamo in Italia nell'ambito "orientale".
    Lasciamo perdere :sofico:

  9. #9
    Nemo me inpune lacessit
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    Sit tibi terra levis

    Per l'Istituo Orientale di Napoli, anch'io stenderei un velo pietoso.

  10. #10
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    Predefinito Rif: È scomparso un grande intellettuale dell'orientalismo italiano.

    Citazione Originariamente Scritto da martinet Visualizza Messaggio
    Per l'Istituo Orientale di Napoli, anch'io stenderei un velo pietoso.
    :sofico:

 

 
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