certo che è facile rispondere ignorando completamente quello a cui si sta rispondendo, Terzani, e tutti gli altri, aveva un motivo logico per dubitare dei raconti che provenivano dalla Cambogia. Il motivo è che la fonte era la stessa delle balle raccontate su Saigon. Dopo si è scoperto che era vero, che il ragionemento era sbagliato. E qui nno si tratta della versione che si voleva pubblicare, è una questione diversa. Nessun giornalista occidentale è mai entrato in Cambogia, per averci provato terzani ha rischiato di essere fucilato dai Kmer rossi. Se poi volete dire che Der Spiegel fosse filo polpottiano e si rifutava per questo di pubblicare la verità liberi di farlo, ma si scade nel ridicolo
ripeto, l'accecamento ideologico, come lo chiami te, aveva un precedente importante su cui appoggiarsi, prorpio quella presa di saigon che secondo gli americani sarebbe stata una cosa opposta rispetto a quella vista da Terzani con i proprio occhi.Essere "l'unico giornalista occidentale a saigon quando entrarono i vietcong" e non capire un cacchio di come vanno le cose non serve a nulla.
Terzani, al pari del Khmer, era anche lui accecato dall'ideologia.
quando si è così, meglio fare il santone che fare informazione.
sicuramente gli occhi di Terzani filtravano il mondo attraverso una ideologia, semplicemente perchè è inevitabile. Tutti abbiam ouna ideologia attraverso cui filtriamo il mondo, chi dice di non averla mente.
Non esistono "motivi logici" del genere, simili motivi "logici" sono quelli che invocano i negazionisti della Shoa', che ricordano le esagerazioni della propaganda di guerra antitedesca (già nella prima guerra mondiale) e le stesse esagerazioni iniziali sull'Olocausto (i famosti 4 milioni di morti a Birkenau poi ridotti ufficialmente ad un milione).
Terzani ammette del resto di aver dubitato persino dei propri occhi e dei racconti dei profughi. Una simile cecità può avere qualche minima attenuante (se si fosse espressa in giorni o settimane, non i anni e lustri, come invece fu!). Quanto a Saigon.........non occorre rifarsi alla propaganda USA, bastava ascoltare i fuggitivi vietnamiti.
Shalom
Un po' di memoria....
Ma chi erano veramente i Khmer rossi? "Assassini sanguinari, accecati dall'ideologia marxista-leninista", dicevano i diplomatici americani e gli agenti della Cia... Ma noi non ci facevamo influenzare... Ricordo benissimo di aver girato in mezzo a quelle decine di cadaveri, sgozzati, impalati, maciullati, cercando di convincermi che non potevano essere stati uccisi dai guerriglieri, che magari quella gente era rimasta vittima dei bombardamenti americani e poi era stata messa lì, "usata", per così dire, in modo da farci credere alla storia del massacro comunista» (Tiziano Terzani, Pol Pot, tu non mi piaci più, in la Repubblica, 29 marzo 1985).
«Tema del numero di ieri di AZ era la situazione in Cambogia... Si sono così accavallate cifre pazzesche, "testimonianze" unilaterali su pretesi massacri, esecuzioni sommarie, ecc... In realtà è apparso evidente lo scopo propagandistico e la volontà terroristica della trasmissione, che ha dimostrato ancora una volta lo sfacciato uso di parte che la Dc e i suoi servitorelli televisivi continuano a fare del maggiore mezzo di comunicazione di massa esistente nel nostro Paese» (Cambogia in chiave dc, in l'Unità, 13 giugno 1976).
«E' attorno a questi profughi che si è svolta e si svolge la grande operazione della quale si parlava... Missionari che avevano servito più Lon Nol che la causa del Vangelo durante la guerra, ed erano poi fuggiti dal paese, e avventurieri che avevano diretto i servizi di propaganda anticomunista dello stesso Lon Nol e si sono trasformati in giornalisti a tempo più o meno pieno... Le prime "interviste" con i rifugiati sono state organizzate da questi elementi» (Emilio Sarzi Amadè, Cambogia: la verità difficile, in l'Unità, 29 marzo 1977).
«A Bangkok, come è stato scritto recentemente sul nostro giornale, esiste una vera e propria centrale che fabbrica, a volte dal nulla, a volte gonfiando ed esagerando testimonianze dei profughi, notizie di massacri, deportazioni in massa, fame ed epidemie. Si tratta di dimostrare che il "bagno di sangue" che Ford aveva previsto per il Vietnam, sta avvenendo comunque» (Rassegna internazionale. I due anni della Cambogia, in l'Unità, 21 aprile 1977).
Qualcuno dice che non si può essere liberi dall'ideologia... non c'è niente di più sbagliato... l'uso corretto del pensiero è privo di deviazioni ideologiche...
altrimenti ci si trova di fronte ad un pensiero contorto, malato, e quindi, necessariamente falso...
libero e' il giornale dove sriveva
l'agente betulla?
Sì, e l'Unità è il giornale che smentiva i testimoni dei crimini di Pol Pot, ha osannato Stalin durante tutta la sua vita, ha plaudito ai carri armati sovietici in Ungheria, ha fatto la battaglia contro gli euromissili a protezione degli interessi sovietici che avevano schierato gli SS20 contro l'Italia, eccetera, eccetera, eccetera.....
Shalom
eccetera, eccetera, ecceera