un Sardo per Vittorio Emanuele
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In ogni caso in me e nei monarchici sardi resta immutata la fede nella "ISTITUZIONE", la stima, la fiducia e l'amore in coloro che hanno pagato la colpa della loro discendenza Reale con un esilio che, certamente, ne ha
offeso l'anima e logorato lo spirito; ma non piegato l'amore per l'Italia e per gli Italiani.
Come Sardo, pur senza nascondere l'imbarazzo provato per certe ingenerose affermazioni nei confronti dei miei conterranei, rinnovo i sensi di amicizia per colui che rappresenta il simbolo vivente delle idealità cui ho dedicato la parte più lunga e importante della mia vita di cittadino, di professionista, di studioso, di scrittore e di politico: nell'auspicio che, al più presto, vengano assunte valide iniziative volte a restituire agli Eredi legittimi di Casa Savoia la dignità, il prestigio e la stima conquistata col loro rientro dall'esilio e di neutralizzare la squallida offensiva scatenata da falsi mentori di una diversa linea successoria: negata dalle regole scritte e dalla Storia e dalla tradizione che, per secoli, ha guidato la vita dei Re Sabaudi.
Efisio Lippi Serra - Cagliari, 11 Luglio 2006