Ieri vi è stata una ramanzina della massima autorità dello stato per coloro che vedono male l'origine della unità italiana.
Nelle manifestazioni dei 150 anni della fondazione dello stato palladiano italiano, sarebbe logico e consigliabile alle autorità dello Stato ricordare gli uomini mai celebrati come fautori della conquista della penisola.
Tutti credono che sia Giuseppe Garibaldi ad essere il fulcro della conquista del Sud. .
Sarà vero, ma vi fu un artefice che forse come risultato fu superiore a Garibaldi: Ippolito Nievo.
Poeta e scrittore che si unì ai mille che salparono da Quarto.
Fu nominato vice intendente generale della spedizione. .
La spedizione dei mille serviva per dare corpo alla conquista del Sud .
Operazione pianificata, Mafia e Camorra erano già pronti.
Occorreva un minimo di operatività.
Gli inglesi per sdebitarsi con le retrologge aiutarono tale spedizione ( vedere ad esempio la copertura navale nello sbarco di Marsala).
Furono consegnate dagli inglesi molte monete d'oro ( piastre turche) a Garibaldi.
Ma essendo Garibaldi un uomo imprevedibile, non era affidabile come custode dell'enorme tesoro.
Era un uomo sempre impetuoso, focoso fino ad essere un ottimo negriero e pirata, però senza quell'equilibrio, il tempismo e la serenità di amministrate tanto denaro.
Il denaro fu fatto amministrare ( dietro al consiglio di qualcuno) da un incorruttibile: Ippolito Nievo.
Ed a lui si deve la conquista del Sud.
E grazie alla equilibrata amministrazione che si poterono avere sempre pronti i denari per gli emissari della Massoneria per corrompere gli ufficiali dell'esercito borbonico. .
Senza tanto denaro, mai i mille di Garibaldi, a cui furono uniti soldati piemontesi, sbarcati anche essi in Sicilia, avrebbero potuto conquistare il Sud.
E grazie a quel denaro sapientemente amministrato da Ippolito Nievo che i generali Landi ed Anguisola sulla nave ammiraglia inglese concordarono la resa. .
Il generale Landi nonostante la vittoria a Calatafimi si ritirò.
Generale che morì per apoplessia (?) il 28 marzo 1961 quando si accorse che una ulteriore pagamento rappresentato da una polizza di 14.000 ducati avuta da Garibaldi per il tradimento era un falso.
Fu inutile la ribellione dei soldati borbonici che uccisero il loro comandante Briganti per palese tradimento per non aver difeso Reggio Calabria.
Il !8 Agosto 1960 il generale Ghio si arrese senza combattere
Il 26 agosto le truppe borboniche del generale Afan de Rivera si ritirano di buon ordine.
Il generale Pianelli borbonico, poi diventato generale dell'esercito piemontese, consigliò al re di non dare battaglia.
Tutto grazie alle piastre d'oro.
Senza l'amministrazione oculata che permise durante tutta la campagne del Sud di avere denari a disposizione, il regno delle Due Sicilie non sarebbe stato occupato.
Ippolito Nievo era di una precisione e di una onestà assoluta , e fece un resoconto preciso dii tutte le spese.
Quando il Piemonte (certamente la Gran Bretagna) vollero visionare tale resoconto, Nievo con tutti coloro che lo aiutarono nella contabilità, si imbarcarono sul mercantile Ercole.
Purtroppo la nave affondò in un punto non precisato. Nievo e i contabili morirono.
Qualcuno mormorò al sabotaggio.
Così la parte più importante della storia della spedizione dei mille , andò persa.
Non sapremo mai quanti ufficiali borbonici ed altri furono pagati, quanto denaro fu versato.
E questa pagina di storia resta non completamente chiara. .
Il pronipote Stanislao di Ippolito Nievo nel 1961 ha cercato di fare luce sull'avvenimento. .
Spero che nessuno cerchi di denigrare la spedizione dei mille, asserendo che era stato facile perché gli ufficiali dell'esercito borbonici, essendo mediterranei, erano facilmente corruttibili.
Perché una classe di corruttibili può essere tale, ma se non vi sono i denari per corromperli non si può fare alcunché.
E gli inglesi conoscevano bene il Sud.
Non si deve discutere se Ippolito Nievo era superiore a Garibaldi nella riuscita dell'impresa, tuttavia senza la corruzione effettuata grazie alla oculatezza amministrativa non si sarebbe fatto nulla.
Se la valanga di oro che accompagnò la spedizione fosse stata gestita all'italiana, si sarebbe perso presto tutto, e non vi sarebbero stati a disposizione i denari per corrompere un esercito durante tutta una campagna.
La provvidenza (?) celeste od umana, con la scomparsa della nave Ercole, però ci ha privato di conoscere i dettagli di un importante momento della storia dell'unificazione dei popoli della penisola italica.