L’Africa ha il record per la mortalità infantile. Inoltre ha il record per la più bassa per l’aspettativa di vita dei neonati. Le statistiche disegnano un quadro crudele su cosa significa essere bambino nel continente nero.

Negli anni passati i piccoli sono stati vittime di conflitti, uccisi, violentati e deportati. Tuttavia, malgrado questo inquietante scenario, emergono alcuni lumi di speranza.

Il Children’s Fund dell’ONU ritiene il dramma infantile in Africa un collage di buone e cattive notizie, con prevalenza di quelle cattive. E’ un anno quello che si chiude terribile per i più piccoli. L’area più disastrata è il Corno D’Africa.
Oltre un milione e mezzo di persone sono state colpite da inondazioni in Kenya, Etiopia e Somalia.

Mentre nelle ricche e sviluppate metropoli di milioni di persone festeggiano il Natale, tre milioni di persone stanno perendo per la fame in Africa. Un terzo di questi appartiene al target dei giovani under 18. Il dilagare dell’AIDS sta facendo numerose le vittime come numerosi gli orfani.
Dalla fine del 2005, 12 milioni di bambini dell’Africa Sub Sahariana sono privi di almeno un genitore a causa dell’AIDS. Nel Darfur si è persa traccia di migliaia di bambini con ogni probabilità vittime di omicidi, violenze, o alla meglio arruolati nei corpi armati.

Quelli che sono riusciti a trovare un rifugio vivono in condizioni disastrose, nel bisogno di assistenza per lenire la loro naturale vulnerabilità, dovuta alla età infantile e alle difficoltà addizionali.

Dopo la tragedia, tuttavia, emergono alcuni dati confortanti. In alcune aree colpite da conflitti è tornato uno scampolo di stabilità, e dopo anni migliaia di esiliati e rifugiati hanno raggiunto quel che è rimasto delle loro case. Circa 90mila rifugiati hanno fatto ritorno nel Sudan ed in 400mila si sono ritrovati in Liberia.
Nella Repubblica Democratica del Congo è tornata la pace, così come in Angola.

Tuttavia restano altri dati sconcertanti: in una zona così difficile come l’Africa Sub Sahariana, 1.2 milioni di piccoli sono morti prima del mese di vita, ma 800mila sono stati salvati grazie ai medicinali ed all’assistenza medica ricevuta. Molte donne sono state sottoposte a cure antitetano al fine di prevenire il tetano ai nati e così incentivare le aspettative di vita dei più piccoli.

Curando le forme di infezione ed educando le madri alla cura della propria igiene si riesce a migliorare le condizioni sanitarie. Tuttavia le risorse economiche per questo tipo di interventi sono troppo scarse. 1.39 dollari USA pro capite ovvero un miliardo di dollari per risolvere i problemi di un intero continente.