BOICOTTAGGIO ED ELEMOSINA: DUE GESTI PURAMENTE CAPITALISTICI

Il boicottaggio è utilizzato spesso come strumento di “estrema sinistra” per indurre le aziende a comportarsi in una maniera diversa dalla precedente. Ma mi sembra una gran scemenza. E’ esattamente come per il discorso del comunista ricco. Il problema delle aziende è che vivono in un mondo capitalistico in cui tutto ciò che conta sono il mercato ed il profitto. Logico quindi che laddove si trovino in condizioni di ottenere un maggior profitto grazie allo sfruttamento dei lavoratori, non si facciano pregare. Per cambiare le cose bisogna cambiare sistema e passare ad uno in cui la legge metta al primo posto il diritto del lavoratore. E’ in questa direzione che bisogna lavorare, non sul boicottaggio, il boicottaggio non serve in nessunissimo modo a fare dei passi in quella direzione! Anzi il boicottaggio alimenta il sistema attuale. Perché col boicottaggio noi stiamo semplicemente dicendo all’azienda: Tu hai sempre agito su criteri di mercato e di profitto e le leggi di mercato ti hanno mostrato nello sfruttamento la via al profitto; adesso, con il nostro boicottaggio, le leggi di mercato cambieranno e da oggi in poi il profitto lo potrai raggiungere solo se cambierai registro. Ma come è chiaro stiamo sempre parlando di leggi di mercato, che cambiano, ma cambiano per restare. Stiamo sempre parlando di profitto come unico obiettivo, stiamo semplicemente cambiando il modo di ottenere il profitto. Il che potrà dare un momentaneo quanto lieve sollievo agli sfruttati, ma si tratta di un privilegio dato da una nostra alterazione delle leggi di mercato e basta, e non deve essere questo l’obiettivo, perché il boicottaggio è stato messo in atto grazie alla volontà di chi lo ha fatto, e non rappresenta quindi una garanzia assoluta di diritto come invece dovrebbe essere l’obiettivo finale. come si vede il loro destino era e continua ad essere legato solo ed esclusivamente a tali leggi e al profitto. Secondo me bisognerebbe sforzarsi un attimino di più di organizzare in senso istituzionale un cambiamento, lasciando perdere iniziative personali e capitalistiche come il boicottaggio. Allo stesso modo anche l’elemosina è un gesto capitalistico: boicottare è come fare l’elemosina: un lieve lassativo che non risolve minimamente il problema, e anzi alimenta il sistema attuale basato su un tipo di aiuto dato dai paesi ricchi ai paesi poveri che è sempre bene attento a non aiutarli “troppo” (cioè abbastanza da poterli far diventare dei concorrenti). Guardacaso le principali organizzazioni caritatevoli private e laiche sono le rotary, roccaforti dei rampolli dei miliardari, e guardacaso la principale organizzazione mondiale della carità è la chiesa cattolica, entrambe le categorie sono da sempre nemiche dei sistemi economici comunisti, che dovrebbero essere quelli che risollevano le masse dalla miseria, eppure sono da sempre le prime organizzazione caritatevoli: perché ci tiengono che il rapporto tra il ricco e il povero resti sempre questo: quello della carità, in cui il ricco sarà sempre il ricco, il povero sempre il povero, e tutto ciò che il povero avrà non sarà mai un suo diritto sacrosanto, ma una benevola concessione da parte di un santo benefattore. Il fatto che il povero venga “graziato” dalla mano santa della chiesa, poiché la chiesa è benevola, rappresenta il cardine su cui si è fondata la giustificazione morale del potere economico e militare della chiesa dei secoli. Un sistema come quello socialista-comunista, che “minaccia” di far diventare la condivisione dei beni un diritto-dovere, e non un privilegio da benefattore a consumatore, rischia ovviamente di far saltare quasi tutti i motivi che hanno permesso alla chiesa di ottenere la potenza di cui oggi dispone.