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    30 DICEMBRE 2006: UN GIORNO DI INFAMIA


    DI GABRIELE ZAMPARINI
    The Cat's Blog

    Il 30 Dicembre 2006 sarà ricordato come un giorno di infamia. Violando il diritto internazionale e la decenza umana, il governo quisling dell'Iraq occupato, un regime fantoccio e settario instaurato dall'occupazione statunitense e sostenuto dall'Iran, ha assassinato il legittimo Presidente della Repubblica dell'Iraq, Saddam Hussein.

    E' stato riportato che dopo l'esecuzione gli assassini hanno gridato: "Lunga vita a Muqtada, lunga vita a Muqtada" [Moqtada Al-Sadr].

    E' stato riportato anche che Saddam Hussein ha subito torture prima della sua esecuzione e che il suo corpo è stato mutilato dopo. Un'altra fonte ci dice: "Il video non mostra sangue sulla faccia e sul corpo di Saddam, ma la TV ha trasmesso un video dove il corpo mostra sangue, ferite e lividi sulla faccia".

    Sull'apocalisse irachena, Riverbend ha recentemente scritto: "Di nuovo, non posso che chiedermi perché è stato fatto tutto questo? Perché distruggere l'Iraq fino al punto in cui fosse irreparabile? L'Iran sembra essere l'unico ad averci guadagnato. La loro presenza in Iraq è così ben istituita: criticare un imam o un ayatollah equivale al suicidio. La situazione è uscita dai piani degli Stati Uniti fino ad essere irrecuperabile? O era tutto parte del piano? I miei mal di testa pongono le domande".

    Il professor As'ad Abdul Rahman, presidente della Enciclopedia Palestinese, ha osservato: "Oggi, tre anni e mezzo dopo la disavventura irachena, l'esercito degli Stati Uniti non è la potenza decisiva lì. Nell'Iraq meridionale, è praticamente l'Iran che mantiene il controllo, e le varie milizie sciite ricevono semplicemente le istruzioni da Tehran".

    Dopo aver redatto undici brevi note sul linciaggio di Saddam Hussein [vedi appendice], il 19 dicembre 2006, il giorno prima dell'omicidio, ho scritto, "Voglio dedicare il seguente testo di Layla Anwar, una donna irachena, al grottesco movimento pacifista occidentale e ai suoi influenti intellettuali, il cui vergognoso silenzio sul linciaggio di Saddam Hussein sarà ricordato come una delle più disgraziate pagine nella storia dell'infamia".

    Comprendere il silenzio di quelli che avrebbero dovuto essere i primi, nell'Occidente, a denunciare l'oltraggioso linciaggio richiede la decostruzione del clima di propaganda e menzogna in cui siamo immersi. Ovviamente la ragione per questo vergognoso silenzio non può essere trovata nella storia del regime di Saddam Hussein e dei suoi presunti crimini. Nessuno ha chiesto o si aspetterebbe dal movimento pacifista e dai suoi intellettuali di schierarsi con Saddam Hussein e il suo regime. Questo non era richiesto per denunciare l'oltraggioso linciaggio che avrebbe potuto avere luogo, dobbiamo ricordarlo, solo a causa dell'illegale invasione ed occupazione dell'Iraq da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati. Quindi, perché questo assordante silenzio?

    E perché alcuni quadri della sinistra occidentale e del suo apparato nel movimento pacifista hanno stabilito una relazione speciale con il regime reazionario di Teheran e il governo quisling di Baghdad, o una parte di esso, come il movimento di Moqtada al-Sadr e la sua milizia, l'Esercito Mahdi, responsabile di enormi crimini contro l'umanità in Iraq? Forse che questo vergognoso silenzio è un altro segno della legittimazione del governo fantoccio iracheno? Significa forse che il supremo crimine internazionale, l'illegale invasione ed occupazione dell'Iraq, e i suoi effetti sono ora stati accettati? E perché la resistenza irachena a questa illegale invasione ed occupazione non è mai stata riconosciuta come tale, e ancor meno sostenuta, dal movimento pacifista occidentale che si riempie la bocca di parole come "pace" e "giustizia"?

    Dopo l'iniziale silenzio sulla vera entità degli orrori in Iraq, quando le stime dello Iraq Body Count erano usate persino dal movimento pacifista nonostante l'apocalisse fosse già nota e dopo il perdurante silenzio sulla responsabilità delle milizie settarie nella strage e nella pulizia etnica, quest'altro silenzio sul linciaggio di Saddam Hussein solleva ancora una volta delle domande fondamentali sul ruolo della Sinistra occidentale e del movimento pacifista e costringe tutti noi ad una spiacevole ma onesta e necessaria riflessione. Se un mondo migliore è possibile, esso inizia qui.

    Gabriele Zamparini
    Fonte: http://www.thecatsdream.com/blog/
    Link: http://www.thecatsdream.com/blog/200...-of-infamy.htm
    31.12.2006

  2. #62
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    SADDAM IMPICCATO, BUSH LIBERO, PRODI FANTOCCIO DEL VENTRILOQUO SERIALKILLER, SINISTRE ALLA DERIVA, PACIFISTI NELLA MERDA

    Tra Stati macellai e veltronisti vernacolari che piangono su fantocci bruciati e non su Saddam Hussein

    DI FULVIO GRIMALDI
    Mondocane Fuorilinea

    In tempi di menzogna universale dire la verità diventa un atto rivoluzionario
    (George Orwell)

    ONORE A SADDAM

    Da Roma veltronizzata e, dunque, burinizzata, cafonizzata, glamourizzata, fuffizzata, vippizzata, sionizzata, clintonizzata, inciuciata, paralizzata, inquinata, disastrata, vernacolizzata, vaticanizzata, mafizzata, massonizzata... da una Roma in cui il candidato sindaco scelto (insieme a Opus Dei) dai radiovernacolari antagonisti cum disobbedienti, ha intitolato la stazione della Capitale dello Stato democratico e laico al più integralista e antiprogressista dei papi, quello del banchiere furfante e P2 Marcinkus, quello del cardinale Pio Laghi, compare di merende dei carnefici argentini… dal palazzo del governo di "centrosinistra" (la destra col silenziatore) dove uno dei due capi più sanguinari del mondo, che emula le persecuzioni subite dalla sua gente duplicandole, intima al collega-figurante Prodi di dire che Israele deve essere Stato ebraico (razzista), che i palestinesi sono solo un problema umanitario e che di cinque milioni di profughi ci se ne impippa (e lui, a chiappe larghe, esegue)… da uno Stato in cui Prodi sta a D'Alema com Bush sta a Cheney e tutti quattro stanno al giusto e al vero come Adriano Sofri sta a Gasparazzo (mitico operaio rivoluzionario di Lotta Continua)... da una maggioranza di centro-sinistra-sinistra radicale che inciucia con i delinquenti mafiosi già sgovernanti, che tenta di mandare impuniti gli amministratori ladri, che manda a morire i suoi cittadini perchè per i propri mandanti rubino le risorse e la vita a stranieri innocenti, che intossica tutta la popolazione sovvenzionando, con i soldi che paghiamo per energie pulite, i criminali dei rifiuti e degli inceneritori cancerogeni... alla Terra tra i Due Fiumi, a Hammurabi, Nabuccodonosor, Avicenna, Averroé, Harun Al Rashid... Saddam. Dal fondo toccato e oltre il quale stiamo scavando, alla luce di un esempio di città del sole possibile.

    "I nemici del nostro paese, gli invasori e i persiani, hanno scoperto che la vostra unità è una barriera tra voi e coloro che oggi vi governano. Perciò essi hanno cercato di inserire l'infame cuneo tra voi. Restate uniti. Avete conosciuto il vostro fratello e leader come conoscete la vostra stessa famiglia. Sapete che non si è mai piegato ai despoti e, in sintonia con il desiderio di coloro che lo amavano, è rimasto una spada e una bandiera. Grande popolo, ti chiedo di preservare i valori che ti permisero di degnamente operare nella tua fede e di restare un faro di civiltà. La tua unità ti preserva dalla servitù.

    Ti chiedo di non odiare, perchè l'odio non ti permette di essere equo, ti acceca e chiude tutte le porte al pensiero, impedisce il ragionamento equilibrato e la scelta giusta. Ti chiedo anche di non odiare i popoli dei paesi che ci hanno aggredito e di vedere la differenza tra il popolo e coloro che prendono le decisioni, Chiunque si penta, in Iraq o fuori, deve essere perdonato. Dovete sapere che tra gli aggressori v'è gente che sostiene la vostra lotta contro l'invasore, alcuni si offrirono volontari alla difesa legale dei prigionieri, compreso Saddam Hussein.

    Coraggiosi e sacri Iracheni dell'eroica Resistenza, figli di una sola nazione, dirigete le vostre ostilità contro l'invasore. Non permettete che vi dividano. Popolo fedele, ti dico addio... Viva la nostra nazione, viva il nostro grande popolo combattente, viva l'Iraq, viva l'Iraq, Viva la Palestina, viva la guerra di liberazione e i suoi combattenti.
    (Saddam Hussein, Presidente e comandante in capo delle Forze Armate di Liberazione).

    Così, dopo la condanna a morte per impiccagione, colui che, profetico, nel 1991 dichiarò l'inizio della "Madre di tutte le battaglie". Dopo le dichiarazioni di vittoria di due presidenti, con parate a New York e celebrazioni en travesti sulla portaerei, la madre di tutte le battaglie ruggisce più che mai. Chi era che ridacchiava quando Saddam, nel 1991, parlò della "madre di tutte le battaglie"? E chi parlava del "pagliaccio iracheno" quando il ministro dell'informazione di Baghdad, con i carri armati dei barbari alle porte, annunciava che Baghdad "sarà la tomba degli americani"? La Resistenza, guidata dagli uomini di Saddam, ne uccide ora cinque al giorno (versione ufficiale che occulta i morti senza nome, quelli senza cittadinanza Usa, come gli immigrati clandestini dal Messico e quelli tra i 100mila mercenari privati) e controlla trequarti del paese. E sono passati più anni di quanti ce ne vollero per liquidare Hitler e la Germania. Ma Saddam non era Hitler. Hitler è quell'altro, quello che sta a Cheney come Prodi sta a D'Alema e a Montezemolo.

    Fu vera gloria? Ai posteri / l'ardua sentenza: nui / chiniam la fronte al Massimo / Fattor, che volle in lui / del creator suo spirito / più vasta orma stampar… Tu dalle stanche ceneri /

    sperdi ogni ria parola: / il dio che atterra e suscita, / che affanna e che consola / sulla deserta coltrice / accanto a lui posò.
    (Alessandro Manzoni)

    Ho visto in Tv l'abbagliante Apollo di Vejo, quello etrusco del VI secolo prima della catastrofe, quello che in veste merlata incede a testa alta e col sorriso, come se fosse portato dal vento, chissà se verso una sposa, verso il suo popolo, o verso la morte. I grandi ci vanno così. E così, come ce lo hanno materializzato le sue parole di amore e di lotta e il suo comportamento di combattente indomito, ci va Saddam Hussein. Avete visto Saddam nei rari flash tv che filtravano dal verminaio occupazional-collaborazionista. Un Saddam segregato, aggredito, torturato, con gli avvocati e i testimoni a difesa che gli venivano assassinati uno per uno. Un Saddam che ha esploso in faccia ai suoi boia, ai boia del mondo, l'invincibile forza del martire incorrotto, vessillo nei secoli per chi resiste e manda avanti questa baracca sfondata chiamata Pianeta Terra. Vi auguro che abbia fatto germogliare un dubbio nelle vostre granitiche certezze sul "boia di Baghdad". L'Apollo di Vejo è certamente un dio. Ed è forse vero che dio ha creato l'uomo "a propria immagine e somiglianza" (lo sapete dalla bibbia che, però, ha scopiazzato da tutti). E l'uomo che oggi mi pare più somigliante a quanto gli dei si erano proposti impastando argilla è proprio Saddam. Retorica? Ma pensate a quella dei diffamatori, quelli dei "dittatore sanguinario", del "tiranno criminale", del caldaroliano "lapidatore di donne", il "massacratore del proprio popolo". Pensate alla retorica vigliacca e complice dello stivale sinistro dell'imperialismo, l'immondo movimento della pace che invoca un'ONU manutengolo di assassini seriali, insieme ai partiti moralmente putrescenti che, galoppando alla Bertinotti o strisciando (vero "sinistra" del PRC?), vendono, per trenta denari, all'imperialismo una copertura di melma. E pensate, dopo aver visto l'Apollo, ad altre facce: il senile farfugliatore mortadelliano agli ordini di Olmert, il velista sottocosta con i baffini del disprezzo cosmico, mozzo dell'Opus Dei e capomandamento della Nato, Fassino, Rutelli, Berlusconi, Bossi, Biondi, Merkel, Blair, Bush. Veltroni, il sempre più vespizzato e avariato Bertinotti. Quale dio ha mai creato costoro? Non certo l'Apollo di Vejo. Semmai sono scaturiti dal pennello allucinato di Hyeronimus Bosch... Ho la netta sensazione che una delle angosce più forti da me sofferte in una vita intrecciata di politica, professione e tutto il resto, sia da decenni quella per la mostruosamente ingiusta e bugiarda diffamazione del presidente iracheno da parte di chi la dovrebbe sapere più lunga. Subito seguita da quella, appena meno virulenta, di Slobo, o di Fidel. Una satanizzazione che possiamo dare per scontata tra coloro che a muso duro ci combattono e dai quali, a partire da Costantino e dal primo papa, nulla ci aspettiamo. Una diffamazione tanto più esasperante poichè prodotto di scarto dell'intelligenza politico-professionale di tanta sinistra, quasi tutta. E i sinistri che non ci cadono, magari non fanno i corifei della balle galattiche su Saddam, ma, audacemente, tacciono. Come tace fragorosamente il papa, pronto a sciogliersi in sdegno e pianti su embrioni da mezz'etto e agonizzanti liberati, appena levati gli artigli dal corpo di Piergiorgio Welby. Papa che pure farfuglia banalità di pace e amore (ma sottende nequizie, d'intesa con un'intera classe, sempre quella, di monatti).

    Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato
    (Gorge Orwell)

    I BOIA E GLI "SCIACALLI"

    Che fossimo preda di orridi serialkiller psicopatici, USraeliani con tutti i loro sicofanti europei e i loro ascari nel Terzo Mondo, non c'era bisogno della barbara esecuzione di Saddam a dimostrarcelo. Più oscena è la turpitudine compunta e finta addolorata di coloro che, nella politica e nei media, ottusi e servi più che mai, deprecano la condanna a morte di questo grande eroe della resistenza umana. Eroe al cui martirio hanno incessantemente lavorato confermando - e rilanciando tra masse disinformate del fatto che Saddam lottava per tutti noi - l'immane costruzione di menzogne fabbricata da chi, correttamente, aveva temuto - e sempre più dovrà temere - nella figura del grande statista e leader della rinascita araba la nemesi dell'imperialismo capitalista e colonialista, l'esposizione della fetida natura della "civiltà occidentale". Da farabutti bulimici di arricchimenti che s'inventano un terrorismo islamico per mimetizzare i propri crimini razzisti e genocidi, dalle Torri Gemelle ai mattatoi in giro per il mondo, dalla tortura legalizzata allo sterminio sociale, dal nichilismo culturale alla devastazione planetaria, da diritti umani e democratici disintegrati da truffe elettorali ormai generalizzate, al sequestro del pensiero e della parola dell'intero genere umano, nulla di diverso c'era da aspettarsi. Quello che sconvolge, indigna oltre ogni misura tollerabile, è la complicità con questi abominii di sinistre fetecchie alle quali i popoli e le classi della speranza e della lotta avevano affidato la verità, la liberazione, la vita.

    Saddam è stato condannato per la strage di 148 iracheni colpevoli di aver attentato alla vita del capo dello Stato. Strage? Almeno un quinto dei presunti uccisi è tuttora in vita. Molti altri sono deceduti di morte naturale negli anni che vanno dal 1982 ad oggi. E nessuno s'è preso la briga di andare a vedere le carte. Carte che raccontano invece come quegli attentatori, mercenari prezzolati dal nemico quando l'Iraq si difendeva dall'aggressione persiana finanziata da Israele e Usa, fossero stati processati, con pieni diritti alla difesa, per ben tre anni? Non ricordate i finanziamenti ai terroristi contras scaturiti dalla vendita di armi israeliane a Khomeini? Non avete visto negli archivi di Washington gli annuali stanziamenti a Tehran da parte del Congresso? Avete visto una sola arma Usa in mano alle truppe irachene nelle immagini delle due guerre del Golfo? Vi siete scordati le provocazioni armate di Khomeini nell '80, la modifica unilaterale delle frontiere concordate, l'infiltrazione di migliaia di provocatori tra gli sciiti, la sua minaccia di chiudere all'Iraq i vitali Stretti di Hormuz proprio quando Israele e l'Occidente erano in difficoltà per la creazione voluta da Saddam di un Fronte del Rifiuto arabo contro l'inciucio di Camp David del rinnegato Sadat con il terrorista Begin? Non vi dice niente il fatto che, oggi, i persiani coronano il loro sogno di frantumare e divorare l'Iraq in perfetta cogestione con gli invasori occidentali? E continuate a ripetere, all'unisono con gli stragisti della loro gente dell'11 settembre, di Londra, Madrid e di tutto intero il terrorismo "islamico", che a Halabja Saddam gassò i curdi, la propria gente, quando tutti i servizi segreti del mondo, Cia in testa, vi ripetono che fu il cianuro iraniano a piovere su quei disgraziati, cianuro che l'Iraq non ha mai possseduto e chissà chi l'aveva fornito a Khomeini. Quel Khomeini, promotore di un oscurantismo che avrebbe fornito alle elite cannibalesche occidentali il nemico che gli avrebbe permesso di far rinascere un colonialismo sconfitto dai popoli. Quel Khomeini, ospitato e nutrito in Europa, giunto a Tehran su un aereo statunitense perchè impedisse che al fantoccio Shah succedessero le forze politiche comuniste e patriottiche che lo avevano abbattuto?

    C'è chi nasconde i fatti perché non li conosce, è ignorante, impreparato, sciatto e non ha voglia di studiare, di informarsi… c'è chi nasconde i fatti perché non vuole rogne e tira a campare barcamenandosi… c'è chi nasconde i fatti perché altrimenti non lo invitano più in certi salotti… c'è chi nasconde i fatti perché contraddicono la linea dell'editore… c'è chi nasconde i fatti perché quelli che li raccontano se la passano male… c'è chi nasconde i fatti anche a se stesso perché ha paura di dover cambiare opinione… c'è chi nasconde i fatti perché altrimenti poi tolgono la pubblicità al giornale… c'è chi nasconde i fatti perché altrimenti è più difficile voltare gabbana quando gira il vento… c'è chi nasconde i fatti perché il coraggio uno non se lo può dare…
    (Marco Travaglio, che però farebbe bene ad applicare il suo bisturi anche agli assassini seriali di Tel Aviv)

    Dagli abissi, a volte pozzi neri, della loro ignoranza, malafede, servilismo, ributtante opportunismo, del loro gongolante brunovespismo, questi cialtroni, spurgo di una tradizione conformista e ipocrita inculcatoci da due millenni di imposture e violenze vaticane, arricciano il naso sull'esecuzione mentre portano sulle spalle la piena responsabilità di averla agevolata, quella e tutte quelle che stanno eliminando dalla faccia della terra popoli di troppo, grazie a una collusione fatta di scimmiottamenti delle demonizzazioni e, peggio, di coltellate alla schiena di chi non assume, a Bush piacendo, il suicidio della specie sotto forma di "non violenza".

    Cari Tommaso di Francesco, signora Mariuccia Ciotta e solitamente bravo Danilo Zolo del "manifesto", siete i capifila là dove casca l'asino (da Sofri al "terrorismo", dalla Jugoslavia all'11 settembre, irresponsabilmente e vilmente avvallato nella megafrode dei delinquenti di Washington) dell'armata arlecchina di grilliparlanti cerchiobottisti e dunque correi, che si stanno mangiando quanto resta della residua credibilità (della sciagurata connivenza del nonviolento, ma filoisraeliano "Liberazione" non mette neanche più conto parlare)

    Perdete lettori? Forse perchè qualcuno trova ormai insopportabile la vostra compunzione pietista e legalitaria sulle nefandezze di una pagliacciata processuale senza prove, con testimoni d'accusa mascherati, con testimoni e avvocati di difesa trucidati, con il filo diretto tra i microbi giuridici in aula e i massacratori Usa del loro popolo, che dettano gli abusi dal santuario della Zona Verde. Pensate di esservi fatti politicamente corretti quando avete denunciato l'ovvio? Fa schifo quando sull'altro piatto della vostra bilancia, fintobuonista e sconciamente ipocrita, scaricate i macigni delle falsità condivise con i padroni, a partire da quell'"alleato degli americani" che avete la compulsione a ripetere, senza mai esservi documentati. Così la foto di Rumsfeld che, nel 1982, stringe la mano a Saddam, diventa la prova provata della turpe intesa tra il "finto nazionalista arabo antimperialista" e la criminalità organizzata di Washington. Una foto! T.d.F ne deduce che "quel regime non avrebbe mai prosperato senza il sostegno degli Stati Uniti che all'epoca dei crimini contestati a Saddam, l'uccisione di 140 sciti (148, De Francesco, 148!) a Dujail e il massacro di migliaia di curdi nella risposta alla rivolta dei curdi israelo-amerikani, erano i primi alleati del rais di Baghdad".

    L'ottimo giornalista del "manifesto", quello con l'altra coazione a ripetere infamie quando gracchia di "contropulizie etniche in Kosovo, avallando ancora, con tutta l'abbagliante evidenza contro, la menzogna della pulizia etnica fatta prima dai serbi, gareggia addirittura con Bush e Colin Powell (quello del 5 febbraio 2003 all'ONU ridicolizzato dal mondo), in protervia di inganni: Rumsfeld, mentre stringeva la mano al rais, dall'altra faceva arrivare al regime "armi letali di distruzione di massa, gas e armi chimiche, armi e sistemi logistici". E' stata l'attenta professionalità di questo canarino da salotto mediatico a trascurare i documenti che rivelano come Rumsfeld fosse andato per chiedere a Saddam di riaprire l'oleodotto Kirkuk-Haifa, onde alimentare la pandemia bellicista israeliana, ottenendo in cambio una linea Usa meno squilibrata a favore dell'ayatollah persiano? E che dimostrano che Saddam respinse la richiesta e mandò a casa il futuro mostro della tortura con le pive nel sacco? E poi vai con il "tiranno", con le "tante malefatte", "responsabilità criminale". Finisce, T.d.F. con l'implicito lamento che Bush padre non abbia, lui, fatto fuori Saddam, tradendo gli sciiti nel frattempo insorti (contro l'unita nazionale e al servizio dell'espansionismo di Khomeini, ma T.d.F. non lo dice), e corona l'inqualificabile libello (Il manifesto, 28/12/06) con l'accreditamento dell'autenticità endogena di Al Qaida, che "esulterebbe della fine del nemico giurato", riconoscimento ormai di prammatica, nelle tetre pagine del "quotidiano comunista", della balla spaziale di coloro che, a Langley, Al Qaida l'hanno inventata, e la gestiscono a pro della futura dittatura USraeliana mondiale. Sì, De Francesco, Al Qaida ha esultato. Mentre con Bush e Blair si sorbiva il té servitogli dal paggetto baffuto che cazza le rande.

    Nulla di diverso si può dire dell'altro, il solitamente rispettabile Danilo Zolo: "Gli Stati Uniti hanno sostenuto sul piano economico, militare e diplomatico quell'aggressione (all'Iran)... Essi si sono fatti complici di Saddam Hussein non denunciando alcuni crimini gravissimi commessi dalle truppe irachene: gli attacchi compiuti con l'uso di armi chimiche contro la popolazione iraniana". Davvero stupefacente. Eppure un certo nome questo Zolo ce l'ha. Tanto nome da non aver bisogno di andare a documentarsi, magari sui comunicati di guerra degli stessi iraniani, oppure di tutte le cancellerie interessate, con la ripetuta denuncia dei gas iraniani contro gli iracheni! Non saprà, come il 99% dei nostri "informatori" l'inglese, ma la traduzione dell'analisi sul New York Times del 31/1/04, che prova la paternità iraniana dei gas sui curdi, è da anni disponibile in rete. E poi, davvero curioso questo "alleato degli Usa", che agli Usa strappa il petrolio e se lo tiene fino all'ultimo giorno, che sostiene i palestinesi con armi, uomini e fondi dal primo giorno della rivoluzione fino al 9 aprile, giorno dell'irruzione dei vandali a Baghdad, che manda in vacca la prima tentata normalizzazione del Medio Oriente con il Fronte del Rifiuto arabo, che costruisce a Baghdad il polo di raccolta, coordinamento e mobilitazione di tutte le forze progressiste, antimperialiste e antisioniste del mondo, non meno di Cuba. Singolare alleato del loro padrino Usa cui gli israeliani polverizzano l'unica centrale nucleare civile, proprio mentre Rumsfeld sta per partire per Baghdad. Lasciamo perdere, ricordiamoci le epigrafi di Travaglio sul giornalismo italiano. Questa è gente che ha subito smesso di chiamare mercenari quei quattro "nostri ragazzi", professionisti del killeraggio per soldi, finiti in mano ai patrioti iracheni, che sta zitta davanti alle cerimone e ai monumenti ai "nostri ragazzi" di Nassiriya. Quelli che, sghignazzando, mitragliavano e uccidevano centinaia di civili iracheni, fin nelle case, fin nelle ambulanze, urlando, ebbri dell'educazione fornitagli, "annichilito!" "Operatori dell'informazione"! Gli stessi daI quali invano ci aspettavamo urla di furore per la verità e la giustizia al tempo delle aberrazioni processuali di Carla del Ponte all'Aja e del processo dei macellai istruttori di pupazzi a Baghdad.

    I CRIMINI DI SADDAM

    Ho amato gli iracheni a ragion veduta. Ho rispettato e ammirato Saddam Hussein e i suoi compagni per aver visto quello che ho visto in trent'anni di frequentazioni del paese e del popolo, un popolo felice, generoso e fiero come lo avevo potuto conoscere a Cuba, forse oggi in Venezuela. Quei popoli che dal nulla arrivano alla dignità, alla storia. E mi sarei sciacquato la bocca se mi fosse scappata la parola ignorante, stolta, eurocentrica, saccente, di "dittatore", quando sapevo benissimo che quella forma di governo era l'unica, nel contesto dell'assedio costante dei "cani da guerra", che poteva assicurare benessere e sovranità. Dittatore da che punto di vista? Nella valutazione di chi? Di noialtri che sguazziamo passivi tra liste elettorali blindate, dettate dai capibastone partitici a loro volta obbedienti ai padrini confindustriali, clericali, mafiosi e massonici, tra campagne elettorali sostenibili solo da chi ha dotazioni o sovvenzioni milionarie, tra brogli modellati dall'esempio del "comander in chief" idiota e assassino, tra diritti civili che annullano il conflitto tra sfruttatori e sfruttati nei depistanti deliri di genere e transgenere, tra diritti umani che non vedono masse di incazzati correre a staccare la spina a chi è già mille volte morto di dolore, tra pacifisti che menaguerrescamente si seccano dei frastuoni delle Frecce Tricolori, ma "riducono il danno" avallando spedizioni "antiterroristiche" di sterminio di popoli, dal Libano all'Afghanistan, alla Somalia e al Darfur, tra antimperialisti ernestini che, pateticamente mugugnando, votano per la rivincita colonialista voluta da chi nel grande '900 se l'era presa nel culo? Ma che titoli abbiamo? Che cosa ne sappiamo dei rapporti sociali, culturali, storici di popolazioni che, per sopravvivere, devono colmare in brevissimo tempo il ritardo nei confronti di chi li vuole fare fuori e che, soprattutto, hanno potuto per millenni, sotto tirannie assolute, romane, mongole, bizantine, britanniche, coltivare un minimo di identità e autonomia grazie a un ordine tribale che assegnava, in mancanza di altre possibilità di autodeterminazione, al più valido, al più autorevole, al più stimato dei membri, la potestà di gestire la società negli spazi ignorati dall'impero?

    E allora io ho gli elementi per sapere per quali crimini è stato processato e assassinato Saddam. Eccoli. Segnateli, Tommaso De Francesco. O sennò copiali dai libri di storia e dai rapporti ONU. Per aver cacciato con due rivoluzioni il dominio britannico, primo gassatore degli iracheni con Churchill nel 1922; per aver costruito una nazione in un paese lasciato dagli inglesi senza ospedali, senza scuole, senza nome; per aver opposto ai vassalli feudali arabi dei dintorni un modello sociale basato sull'equa distribuzione della ricchezza, sull'eguaglianza, sulla dignità senza poveri e senza miliardari; per aver nazionalizzato il petrolio, linfa vitale dell suprematismo giudaico-cristiano bianco; per aver sostituito l'euro al dollaro; per aver resistito all'obnubilazione della tirannia religiosa persiana; per aver alfabetizzato un popolo che, sotto gli inglesi, era felice di vivere senza leggere e scrivere; per aver fatto diventare qualsiasi ragazzo lo volesse uno dei migliori medici, ingegneri, chimici, letterati, agricoltori del Terzo Mondo; per aver reso obbligatoria e gratuita l'istruzione fino alla maturità e gratuita fino all'ultimo giorno di università, tanto che l'ONU proclamò quello iracheno il miglior sistema educativo dei paesi in via di sviluppo; per aver garantito una sanità gratuita di altissimo livello a 25 milioni di iracheni e a tutti gli altri che fossero venuti a goderne; per aver dato alle donne una legge di parità e un ruolo raggiunto nemmeno nei paesi cosiddetti sviluppati; per aver concesso ai curdi, primo tra tutti i paesi che li albergano, l'autonomia, l'autogoverno, una lingua ufficiale che tutti gli iracheni dovevano studiare, alla faccia dei capiclan narcotrafficanti che, istigati e pagati da Israele e gli Usa, come in Kosovo massacravano i rappresentanti dello Stato e gli arabi insediati dalle loro parti (la repressione della rivolta di Anfal, per la quale Saddam veniva pure processato nella propaganda occidentale, avrebbe causato 180.000 morti: non si sono mai trovati); per aver governato in coalizione con il Partito Comunista fino a quando questo non si è schierato con Khomeini, su ordine di Brezhnev, come oggi è schierato con i fantocci su ordine di Bush; per aver utilizzato la ricchezza dell'Iraq industrializzando il paese, lavorando per l'indipendenza alimentare attraverso la riforma e l'industrializzazione agraria; per aver distribuito gratuitamente a tutti i contadini, oltre ai macchinari, frigoriferi e televisori, onde imporgli dittatorialmente di bere acqua potabile e fresca e impedirgli di dormire presto la sera; per non aver intascato una lira dei progetti governativi, per aver proibito ai suoi funzionari di avere conti all'estero; per aver spedito medici, insegnanti e ingegneri iracheni nei paesi arabi per assisterli nello sviluppo e per avere difeso questi paesi dall'espansionismo persiano con il prezzo di centinaia di migliaia di caduti; per aver respinto la richiesta degli Usa (visita di Rumsfeld) di riattivare l'oleodotto Iraq-Israele, di riconoscere lo Stato ebraico e di permettere l'installazione di basi Usa in Iraq; per aver costruito in pochissimi decenni un paese sovrano, equo, benestante, con piena occupazione e servizi sociali senza paragone, polo di riferimento per tutto il fronte progressista e antimperialista arabo e internazionale; per non aver mai rinunciato al destino storico dell'unità araba; per aver appoggiato fino al 9 aprile 2003 la resistenza palestinese attraverso il sostegno finanziario alle famiglie dei martiri; per aver resistito senza mai piegarsi a due aggressioni e a un embargo eurostatunitense genocidi, costato due milioni di morti, di cui 500.000 bambini; per aver dato al mondo, durante le fasi della detenzione sotto tortura e del processo, un esempio di coraggio, di incredibile forza morale, di dignità; per aver fornito la motivazione, i mezzi, la forza ideologica a una resistenza che sta sconfiggendo la più potente e feroce coalizione di criminali di guerra di ogni tempo; per essere stato e continuare a essere il simbolo di un fronte mondiale di popoli e individui in lotta contro le barbarie.

    Saddam è morto, ma, davvero, vive e lotta con noi. Il suo retaggio gli sopravviverà e trionferà, alla faccia dei planeticidi di ogni risma.

    UNA MAGGIORANZA SCIITA?

    Vale la pena riandare alle giustificazioni avanzate per la liquidazione dell'Iraq e del suo governo. Le patacche – armi d distruzione di massa, Al Qaida, democrazia da portare – le conosciamo (questi vorrebbero portare la democrazia anche agli Aztechi e Carlo Magno). Ma non vi ha anche convinto fino alla totale passività l'affermazione che gli sciti, discriminati e perseguitati dal governo di Saddam, fossero la grande maggioranza in Iraq? Non avete forse imboccato alla stessa maniera con cui vi hanno fatto trangugiare la bubbola della maggioranza del 90% di albanesi in Kosovo (erano, prima dell'unica pulizia etnica, non più di 900.000 su 1.800.000, per metà immigrati dall'Albania sospinti da un lungimirante Henver Hoxa)? E in difesa delle maggioranze oppresse e escluse si deve pur intervenire, no? Salvo per quella palestinese (77% nel 1948). Ecco, la storia della "maggioranza scita", da restaurare nella sua posizione di diritto, era forse la scusa più universalmente accettata, anche a sinistra. Solo che era falsa. Ecco i dati – visto che a priori non si deve credere ai censimenti sotto Saddam - delle elezioni parlamentari e della ricerca londinese dell'Al Quds Press Research Center. Demografia: Arabi, 82-84%, curdi, turcomanni e altri 16-18%. Confessioni musulmane: sunniti 60-62%, di cui arabi 42-44%, di cui curdi e turcomanni 16-18%; sciti 38-40%, di cui curdi e turcomanni 2-4%. Elezioni del 31/1/05: aventi diritto al voto 15.450.000, votanti 8.456.266. Iracheni, quasi tutti sunniti, che hanno boicottato il voto 6,693,734 = 46%. Secondo l'Autorità Provvisoria votarono il 95% di sciiti (minacciati di Fatwa da Al Sistanti se non avessero votato) e il 98% dei curdi. Voto per il blocco scita 26,3%. Partito Comunista collaborazionista 69.920 voti, sunniti collaborazionisti di Al Pachachi 23.302, blocco curdo 14%. Nelle successive elezioni parlamentari del 15/12/05 il blocco scita ha registrato il 32,2 %. Cifre, inoltre, da porsi sullo sfondo di lampanti brogli constatati universalmente, con camion pieni di schede "votate" in arrivo dall'Iran. Ha rifiutato il voto il 57,8%. I calcoli che originano da questi dati danno una popolazione di sunniti al 60-62% (arabi, curdi e turcomanni), di sciti al 38-40%. Cade così un altro pilastro della leggenda democraticista che ha visto "il manifesto" e co. affiancati agli aggressori. Se troverò il tempo, vi darò poi i dati che comprovano la presenza paritaria delle minoranze nell'amministrazione Saddam, dal vertice in giù, compresi il vicepresidente, il presidente dell'Assemblea Nazionale e i membri del Comando del Consiglio della Rivoluzione.

    LE SINISTRE VERNACOLARI, ARLECCHINE E CALUNNIATRICI

    A novembre l'agenzia e associazione Infopal è riuscita ad organizzare, nientemeno che in una sala del Senato, un' affollata assemblea sulla Palestina alla quale sono intervenuti i più qualificati sostenitori della causa palestinese e nella quale sono state denunciate con forza documentale gli aspetti orripilanti della colonizzazione e del genocidio operati da Israele contro il popolo palestinese e, dai "cani da guerra" occidentali, contro quello iracheno. Una giornata memorabile. Pochi giorni dopo, in un locale privato di notevole prestigio e costo, viene allestita un'altra giornata per la Palestina.

    Gli organizzatori sono quelli del corteo del 18 novembre, i vernacolari di Radio Città Aperta e della Rete dei Comunisti, che all'epoca delle elezioni amministrative di primavera avevano tentato di convogliare l'autentica sinistra antagonista, Forum Palestina compreso, in una lista per Veltroni sindaco. Già quel Veltroni. Quello dell'indissolubile complicità con Israele e con la lobby filoisraeliana in Italia, quello dello sgoverno senza precedenti della capitale, quello delle manifestazioni vippiste e fuffarole e del degrado dei servizi e delle periferie, quello del Partito Democratico amerikano, quello del "non sono mai stato comunista poiché il comunismo è incompatibile con la libertà", quello della stazione Termini rinominata al papa della destabilizzazione e reazione (sul modello di quell'altro campione comunista, Nichi Vendola, governatore della Puglia, gay adoratore di un Vaticano ammazzagay, privatizzatore delle acque e liquidatore di chi le voleva pubbliche e titolatore dell'aeroporto di Bari allo stesso papa da crociata). Il bilancio del loro exploit elettorale al servizio del sindaco che ne finanzia la radio? Lo 0,6% del voto romano. Risultato di una perspicace intelligenza politica che, successivamente, è stata ribadita nel compitino di ovvietà superficiali sul Medio Oriente, redatto da un loro luminare "teorico", mettendo insieme un po' di ritagli di giornale. Forum per la Palestina e per Veltroni? Un ossimoro che non se n'è mai visto uno di più paradossali. Un ossimoro che spiega l'astuta presa di distanza – successiva agli anatemi dei sionisti e succubi dei sionisti – dagli ottimi compagni che ottimamente hanno bruciato i fantocci di chi va in giro distruggendo il mondo e le sue vite. Si sono ben guardati, i palestinoveltroniani, dal far volare una sola parola – al di là del rituale appoggio "ai popoli resistenti"- sulla Resistenza irachena, in coerenza con quella prudente ambiguità che ha lasciato praterie politiche alle più improprie e spurie delle associazioni bonsai italiane. Non solo. Neanche l'argomento dei quattrocentomila palestinesi dannati della Terra nei campi del Libano, o dei cinque milioni seminati nel mondo, è stato sfiorato e, tanto meno, quello dei 40.000 palestinesi profughi dal ‘48 in Iraq, prossimi all'estinzione e alla mercè delle squadracce iraniano-scite del doppiogiochista Moqtada al Sadr, collaborazionista nel governo mercenario, stragista di iracheni resistenti. Ne sono rimasti 15.000 nel bel quartiere per loro costruito da Saddam, superstiti di una comunità espropriata, sterminata o cacciata dagli sgherri di Moqtada e dei suoi compari "iraniani", dagli squadroni della morte di "Dawa" e "Sciri" al "premier" Al Maliki. Gli altri sopravvissuti, o sono riusciti a riparare in paesi vicini, o sono accampati senza tende, viveri, medicinali, nelle intemperie invernali, nella terra di nessuno tra Iraq e Siria. Un'emergenza pari a quella determinata a Gaza dalla coppia sionista-nazista Olmert e Lieberman. Vicenda che non competerebbe al Forum Palestina? Ma i vernacolari, che riflettono a sinistra tutte le qualità di una piccola borghesia burina, tanto incolta quanto autoreferenziale, che ci infligge quella "classe politica destrosinistra" in lotta di classe contro tutti noi di cui parla Gianni Vattimo, non solo tacciono certe cose urticanti, altre le dicono, chiare e sporche.

    INFOPAL E LINGUE BIFORCUTE

    Scendiamo nella cronaca. Quella misera delle nostre sinistre in disarmo. C'è stata, nello strascico dei due eventi per la Palestina una sconcertante polemica. Infopal, alla quale rendiamo merito per essere la più informata e puntuale diffonditrice di notizie nascoste sul colonialismo israeliano, ha denunciato di essere stata accusata da ambienti vernacolari di essere finanziata da Hamas. Identificandosi tali ambienti con questa esecrazione, con coloro che a una forza resistente preferiscono i quisling corrotti e collaborazionisti di Fatah, protetti da milizie addestrate e finanziate dagli assassini del loro popolo, Sion e Usa.

    Respinta l'accusa, i compagni di Infopal ne hanno sottolineato l'assurdità assoluta. Potete immaginarvi Hamas, cui la civiltà occidentale, europea e italiana compresa, nega la possibilità di governare da maggioranza democraticamente – questa sì – eletta, affamando i palestinesi, cui i ladroni di Stato israeliani rapinano i fondi dalle banche e dalle tasche dello stesso Primo Ministro, che non ha neanche un soldo per pagare dipendenti, medici, ospedali, scuole, cibo, infrastrutture vitali distrutte da Israele, potete immaginarvi che vada a finanziare in giro per il mondo piccole agenzie di notizie e associazioni tenute insieme dal concorso di volontari a costo di pesanti sacrifici? Il Forum Palestina, chiamato in causa dai diffamati, ha sdegnosamente e perentoriamente smentito di aver detto quelle cose. Vorremmo tanto potergli credere! Ma in occasione dell'iniziativa del Forum, il 6 dicembre, davanti al Centro Congressi di Via Napoli in Roma, il sottoscritto accompagnato da testimoni si è sentito dire da esponenti del Forum: "Infopal è la voce di Hamas". E poi: "Infopal è finanziata da Hamas". Ci vengano ora a smentire. Devo fare i nomi?. Ma fosse anche per assurdo vera l'affermazione, quella denuncia avrebbe un carattere infame e delatorio, vista la qualifica data a Hamas di "organizzazione terrorista" da tutto l'establishment, veltroniano e non, di questo paese. Fosse anche vero, come è vero che la Terra è piatta e che Veltroni merita i voti dei filopalestinesi, sempre meglio finanziati da Hamas che da Veltroni.

    CALUNNIA, CALUNNIA, QUALCOSA RESTERA'

    Quando ti impegni, accanto agli integralisti di destra (Arturo Michelini), per soluzioni amerikanamente pornografiche al governo della capitale, e poi marci e comizii per la Palestina, è ovvio che non sei molto attendibile e rimani in quattro gatti. Alla base di questa patologia, secondo recenti ricerche, sta un virus cui gli scienziati hanno dato il nome CVC-M. E' il virus della diffamazione dei "concorrenti" come strumento di autopromozione. Costringe chi ne è colpito a urlare in tutte le direzioni "spie", "pagati", "venduti", "questurini", "pericolosi", "squilibrati". E' infermità perniciosa, porta alla quarantena. E allora hai voglia ad allestire noiosi seminari di una compagnia di giro accademica avvitata su se stessa e autoperpetuantesi nella totale indifferenza della politica e della storia.

    Avessimo avuto un Saddam. Certo, era un duro. Lo erano anche Robespierre e Lenin, Nasser e i Tupamaros, l'IRA e i partigiani italiani. Li hanno costretti ad esserlo. Lo era Arafat, fino a quando, a Beirut, non ha chiuso una rivoluzione, chinato il capo e messo la coda tra le gambe all'ombra dei cannoni atlantici e del terrorismo israeliano. I fanatici dei diritti individuali ricordino che i diritti collettivi sono fatti per tanti individui. La rivoluzione non è un pranzo di gala.

    E noi oggi stiamo come d'autunno sugli alberi le foglie. O si fa una rivoluzione, o si muore.

    Israele ha esultato all'impiccagione del suo più grande nemico, quello dell'ultima rivoluzione vittoriosa del Grande Secolo del '17. Già solo per questo dovremmo piangerlo tutti.

    Fulvio Grimaldi
    Mondocane Fuorilinea
    30.12.2006

  3. #63
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    I volenterosi aiutanti del boia

    George W Bush ha definito “una grande giornata” il giorno in cui Saddam Hussein è stato impiccato.

    Il presidente degli Stati Uniti d’America, iperpotenza ( ancora per poco) mondiale è forse la cosa più tragica di questa “grande giornata”. Il più accanito anti americano non avrebbe potuto sperare che un simile sinistro rimbambito finisse alla Casa Bianca. La sua presidenza passerà alla storia come la peggiore del suo paese. Ha scatenato “la guerra infinita” ( sono parole sue) dando vita al massacro più insensato della storia (650.000 morti solo in Irak): gli USA sono oggi un paese che affonda nei debiti e la lista dei morti per nulla ( ad essere gentili: potremo definirli mercenari sanguinari visto le porcherie che hanno commesso) si allunga davvero all’infinito. Vittorio Zucconi si La Repubblica ha definito Bush un burattinaio. Troppo buono. E’ solo un burattino. Grottesco e laido. Ma in fondo questi sono affari dell’asse israelo americano.

    L’esecuzione di Saddam ha messo in luce ancora una volta le immense contraddizioni che riguardano noi popoli europei: è da questa gentaglia che siamo colonizzati, sono loro che tengono al guinzaglio le varie Merkel, i vari Prodi, i Couchepin e gli Schmid che ci infestano.

    Il processo a Saddam è stato una farsa come quello di Norimberga e di Tochio, come quello a Milosevic, come tutti i processi dai vincitori ai vinti. Ma attenzione: chi si illude che si tratti di eventi eccezionali si sbaglia di grosso. Tutti gli oppositori all’attuale sistema di potere globale in fase di espansione e repressione, potranno domani essere processati e condannati.

    Passo dopo passo, giorno dopo giorno, il cappio si stringe al collo di tutti noi. Passo dopo passo le nostre libertà si restringono, i grandi fratelli e i loro servi ci soffocano.

    Saddam era un dittatore. Duro e feroce. Sicuramente. Ma una giustizia o vale per tutti o non vale niente. La forca per i nemici e le poltrone regali per gli amici non hanno niente a che vedere non solo con la giustizia ma soprattutto con un elementare senso morale.

    Dal Pachistan allo Yemen, dall’Egitto al Kazakistan, dalla Cina all’Arabia Saudita, feroci dittatori negano le elementari libertà, torturano e uccidono impunemente. Possono farlo sino a quando Israele e gli Stati Uniti non li considerano nemici.

    Nel Medio Oriente sono i nemici di Israele ad essere, come dice il disgustoso Olmert “un pericolo per il mondo”: gli altri vanno bene, anzi. Vanno pure aiutati.

    Anche Saddam era così quando attaccò l’Iran. Armi e gas forniti dagli Stati Uniti, grazie. Morti a milioni. Sino a quando Israele decise che Saddam andava tolto di mezzo e i petrolieri americani si dissero che il greggio cominciava a scarseggiare e forse era il caso di prendersene subito una bella fetta. La grande industria militare americana applaudì. L’esportazione della democrazia a loro rende una barca di soldi.

    Bush aveva avuto l’ordine di far fuori Saddam ben prima di essere eletto. Tutto era pronto, mancava giusto il casus belli, il provvidenziale quanto oscuro attentato dell’11 settembre, la piccola Pearl Harbour.

    C’erano alcuni problemi.

    Per esempio Saddam era laico, socialista e nazionalista, ferocemente avversario del fondamentalismo islamico. Quisquilie. Fu nominato alleato di Osama.

    Saddam non aveva mai fomentato atti terroristi. Bazzecole.

    Dissero che aveva armi atomiche in costruzione, dimenticando che l’unica centrale nucleare in costruzione era stata distrutta da un criminale attacco aereo ebraico contro ogni legalità internazionale,.

    Le armi infatti non le aveva. Pinzillacchere, diceva Totò. Se gli Stati Uniti e Israele, che sono Stati buoni perché così ha deciso il nuovo Dio cristosionista, allora basta la parola. All’ONU gli USA giurarono di avere le prove. Neanche un furfante di periferia si sarebbe abbassato a tanto.

    E la guerra preventiva di difesa ( roba da neurodeliri) diventava legittima.

    Ma come sempre l’asse americano sionista aveva anche una santa motivazione: portare la libertà , il benessere e la democrazia. S’è visto.

    Quattro anni dopo la “liberazione” gli sgherri americani sono asserragliati nelle piazzeforti. Eppure i loro caduti aumentano tutti i giorni. La guerra civile divampa, il paese è miseria, la democrazia è una farsa cinica.

    Gli americani e i loro servi non hanno neppure avuto il coraggio di fare un’esecuzione pubblica, hanno nascosto persino il giorno, tenuto segreto anche il luogo della sepoltura. Non è una novità: queste meravigliose democrazie atlantiche da sempre temono anche i cadaveri. Hanno il terrore della vera memoria storica. Preferiscono la propaganda martellante, la storia orwelliana sempre modificata a loro favore.

    Propagandano la grande guerra all’Islam. Peccato che impiccano il nazionalista mentre Osama Bin Laden , il fondamentalista, lancia messaggi minacciosi in TV.

    La nauseante e sinistra farsa americana, nonostante la propaganda mediatica, non poteva essere facilmente essere digerita in Europa.

    Ed ecco allora il distinguo del maggiordomi ( a parte la Chiesa cattolica che era sempre stata critica, coraggiosamente per una volta, contro l’aggressione americana) : l’esecuzione era comprensibile ma siamo contro la pena di morte.

    Pagliacci peggio di Bush. Mai avranno il coraggio di dire che se la condanna di Saddam era giusta allora qualunque capo di Stato che si macchia di vite innocenti va impiccato.

    Negli ultimi mesi Israele ha ammazzato centinaia ( dicesi centinaia) di ragazzi e bambini palestinesi. Nessun capo di Stato europeo ha proposto un processo a Olmert.

    E Bush? E’ un macellaio di rimordine, aggredisce nazioni, rapisce e tortura innocenti, incarcera per anni e tortura spesso sino alla morte prigionieri guerra o anche semplici sospetti.

    Qualcuno in Europa gli prepara l’ergastolo, non potendolo impiccare come meriterebbe?

    Ma si indignano, povere anime , contro la pena di morte. E mandano magari le “truppe di pace” a dare una mano a Bush. Per portare finalmente la pace dei cimiteri.

  4. #64
    NonNobisDomine
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    saddam vive

  5. #65
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    Citazione Originariamente Scritto da kalashnikov47 Visualizza Messaggio
    Con gusto?!?!
    Ma che razza di gente sono questi merikani? Vietano di fare le foto alle bere dei loro soldati e poi mostrano i loro nemici morti o morituri.
    Hanno qualcosa in testa che non funziona...
    spiritualmente inferiori.

  6. #66
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    Gli iracheni non si sentono liberati




    La forca non è servita









    Strano. Dopo quattro anni dalla liberazione, forse perché non leggono ancora gli articoli bene informati del Corriere della Sera e del vice direttore del Corriere del Ticino, Morina, gli iracheni non sono ancora totalmente felici.

    E’ incredibile, non hanno apprezzato come dovevano l’eliminazione sbrigativa del tiranno, giustiziato con un processo su misura ( impiccato per avere ammazzato un centinaio di sciiti e non per il milione di morti seguiti all’aggressione dell’Iran: sarebbe stato un bel processo quello, avrebbe permesso di stabilire chi erano i complici dell’aggressore) il più in fretta possibile.

    I funerali di Saddam sono stati blindati, Tikrit, sua ciità natale dove è stato sepolto era stata bloccata, vietati gli accessi esterni, eppure ai funerali hanno voluto prendere parte migliaia di iracheni. Che inneggiavano al defunto presidente. Che sorpresa, dopo quasi un lustro di democratica liberazione!

    Solo gli sciiti, e li si può capire, volevano l’eliminazione di Saddam. Ma non certo per amore della democrazia americana e men che mai per gli invasori.






    Migliaia di iracheni inneggiano a Saddam sorvegliati dalla polizia collaborazionista


    .

    Su chi era davvero Saddam e sulle vere origini del conflitto pubblichiamo questo interessante commento dell’agenzia di informazione effedieffe:









    Queste righe vogliono essere un breve e modesto [per l'inadeguatezza di chi scrive] epitaffio per Saddam, al quale l'orchestra mediatica internazionale, prezzolata, o plagiata, o terrorizzata da chi detiene (quasi) tutte le ricchezze della terra e controlla pertanto (quasi) tutta l'informazione, attribuisce colpe terribili e connotazioni (dis)umane spregevoli.


    La stessa orchestra, questa volta però nazionale per la pochezza dei personaggi coinvolti, attribuisce peàna a uomini al cui confronto Saddam è un semidio; per esempio ad uno Scalfaro, ex predidente dell’italica repubblica, il cui fiero antifascismo non gli impedì di laurearsi in giurisprudenza nel 1941, di entrare in magistratura nel 1942, di chiedere ed ottenere di diventare pubblico ministero nel 1943; il cui fiero cattolicesimo non gli impedì di comminare condanne a morte nel dopoguerra a fascisti perchè fascisti; noto anche per i cento milioni al mese che prendeva in nero dal SISMI quando era ministro dell'Interno (1983-1987) più i 350 milioni in unica soluzione due giorni prima di lasciare il Viminale (il famoso «non ci sto») e per il golpe antiberlusconiano del 1994; per esempio ad un Andreotti, tanto venerato dai ciellini, firmatario della legge sull'aborto che ha provocato, da quando è in vigore, l'assassinio di 6 milioni di esseri umani cui è stato impedito di venire alla luce; per esempio ad un Prodi, delle cui azioni alla presidenza dell'IRI abbiamo parlato più volte.


    Ma nessuno dei «padri della repubblica» e dei loro epigoni subisce una «cattiva stampa».




    Quali sono le colpe di Saddam?


    a) Aver ordinato una strage di sciiti (per la precisione 148) oltretutto come ritorsione a seguito di un fallito attentato contro la sua persona nel 1982; b) aver fatto uccidere (con armi chimiche) o deportare decine di migliaia di curdi nel 1988; c) aver ordinato l'attacco al Kuwait nel 1990.


    Considerando i punti a) e b) quante stragi, dalla Rivoluzione francese ad oggi, sono state classificate come legittime perchè lievito di future società paradisiache, o addirittura negate, da storici prezzolati, o plagiati, o terrorizzati? Questi morti avranno mai giustizia?


    Ricordiamo alla rinfusa la strage dei vandeani, quella dei pellerossa, quella degli armeni, i circa 60 milioni di morti ammazzati dal comunismo sovietico, quella del clero e dei cattolici durante la guerra di Spagna, le fosse di Katyn, il bombardamento di Dresda, a guerra vinta, le foibe, l'eliminazione di decine di migliaia di fascisti italiani, o presunti tali, a guerra finita, di 800.000 prigionieri di guerra tedeschi di cui nessuno parla mai, ( uccisi in tre mesi senza l’uso di camere a gas) l'atomica su Hiroshima, a guerra finita, i circa 150 milioni di morti ammazzati dal comunismo cinese, l'eliminazione di 2 milioni di cambogiani da parte di Pol Pot e chiedo scusa per le probabili numerose dimenticanze.


    La colpa sub punto c) è addirittura ridicola: solo per elencare le aggressioni a Paesi vicini verificatesi nella storia non basterebbe l'enciclopedia Treccani.




    Quali sono dunque le vere colpe di Saddam, quelle per le quali, dal lontano 1982, Israele aveva programmato di distruggere un vicino che rischiava di diventare potente oltre che paradigmatico come esempio di Stato nazionale e sociale? (1)


    Invece di sperperare in entreneuse, casinò, palazzi fantasmagorici, collezioni di Bentley, Ferrari, jet privati, yacht, etc., lasciando perlopiù i popoli governati nell'indigenza e nell'ignoranza [così come è tipico delle classi dirigenti della maggior parte dei Paesi detentori di materie prime] Saddam, al contrario, ha avuto il grande torto di investire i proventi del petrolio nella costruzione di scuole, di ospedali, di strade, in opere pubbliche, in attività sociali, rendendo così l'Iraq il Paese all'avanguardia nell'area.


    Trattandosi inoltre di un leader laico aveva ottenuto una situazione di pacificazione religiosa in cui convivevano cristiani (mai perseguitati) e islamici delle due chiese sunnita e sciita, tutti in perfetta armonia e con una equilibrata partecipazione al potere.


    Se il pericolo era l'integralismo islamico come mai è stato aggredito il solo Stato laico del mondo musulmano? [Il lettore ostile dirà: «per il petrolio»; ma a parte che il petrolio altrui, da parte di chi dà lezioni di moralità, si compra e non si ruba, con quello che l'America ha speso per una guerra, che sta perdendo, avrebbe potuto comprare il petrolio a 1.000 dollari al barile, risparmiando].


    Quelli che hanno dai cinquanta anni in su hanno mai avuto, prima del 1979, la percezione di una aggressività del mondo islamico, a parte il marginalissimo ambito dei cosiddetti «Fratelli Musulmani» o l'imperialismo espansionista dell'impero ottomano? [Se si vuol fare dell'archeologia si potrebbero citare anche gli «ismaeliti assassini»].


    E a quando è fatto risalire il «risveglio islamico»? Tutti concordano che inizia con la rivoluzione khomeinista.


    E chi ha provocato, se non favorito, o non impedito, la caduta dello Scià di Persia [laico, o forse addirittura antiislamico, modernizzante, anticomunista, amico dell'Occidente, ma col grave limite di essere nazionalista, cioè di fare l'interesse del proprio Paese] con l'obiettivo di dare una definitiva spallata all'identità europea per mezzo dell'immigrazione e della conseguente creazione di una informe società multirazziale?


    Come mai fino a qualche anno fa chi solo avesse provato a criticare l' Islam sarebbe stato perseguitato con pene detentive fino a 6 anni (vedi legge Mancino) ed oggi è possibile che i vari Ferrara, Magdi Allam, Introvigne, Socci, Guzzanti, la defunta Fallaci [per fare solo qualche nome perché il fenomeno riguarda tutti gli opinion leader nostrani] «osino» contrastare l'Islam? [addirittura alcuni di costoro cercano di ricompattare una religione cattolica fino a poco prima ridicolizzata o combattuta con forza].


    Chi decide, e perché, questi epocali cambiamenti di stati d'animo nelle masse?








    Sappiamo oggi che non c'erano in Iraq armi di distruzione di massa (malgrado le «prove» mostrate a Fini e ad altri come lui, e mai rivelate ad una opinione pubblica che non è degna di essere informata), che non c'erano collegamenti con il «terrorismo internazionale» (il solo autentico terrorismo internazionale, oggi, è quello di Israele e della sua appendice americana, con le varie articolazioni dei servizi Mossad e CIA), che non c'era alcun rapporto tra Iraq ed i presunti attentatori dell'11 settembre.


    Quali sono risultati dell'aggressione all'Iraq?


    Centinaia di migliaia di morti [compresa una classe dirigente di tecnici e di intellettuali eliminati spesso con classico colpo alla nuca, stile gappista, da non identificati killer appartenenti a «chissà quale servizio segreto»], una nazione, prima prospera, distrutta nelle infrastrutture e nell'economia, il prezzo del petrolio alle stelle, con ricaduta dell'aumento ovviamente solo a carico del singolo consumatore, la guerra civile tra sciiti e sunniti, alimentata soprattutto da stragi, probabilmente di «qualche servizio segreto» [che anomali questi «terroristi», questi «resistenti», questi «patrioti»: hanno in casa un esercito straniero invasore e si accaniscono ad uccidere loro connazionali solo per divergenze religiose nell'ambito della stessa religione! Oltretutto essendo andati d'amore e d'accordo fino all'inizio della guerra].


    Di certo l'Italia non sarà percorsa da cortei di protesta da parte della sinistra [anche per scarsa presenza di partecipanti: costoro stanno sciando a Cortina o a Saint Moritz, o sono in vacanza in paradisi tropicali, o siccome sono «colti», nelle «capitali europee»; Forbice, che ha raccolto firme contro la pena di morte anche dei panda, non ha fatto lo stesso per Saddam], non vedremo alle finestre centinaia di migliaia di bandiere arcobaleno.


    D'altra parte il figlio, cioè il socialcomunismo, difficilmente rinnega il padre che lo ha generato (indovinate chi è questo padre?).


    Auguri di buon 2007.














    Note

    1) Nel febbraio 1982, sulla rivista israeliana Kivunin (Direttive) l'esperto militare israeliano Oded Ynon, nel pezzo «Strategia per Israele negli anni novanta», sosteneva la necessità di «spaccare ogni Stato musulmano lungo le linee di frattura etnico - religiose per ridurli a piccoli staterelli identitari di nessun peso politico - militare»; il saggio di Ynon si può leggere, nella traduzione dall'ebraico di Israel Shahak, al seguente indirizzo: http://cosmos.ucc.ie/cs1064/iabowen/...le0005345.html.




    La guerra di Bush per conto di Israele e dei petrolieri affonda in un mare di sangue e di menzogne. Ma le sue conseguenze non si limiteranno all’impiccagione assurda di Saddam. Il costo di questa guerra sarà altissimo per chi l’ha scatenata. La guerra continua e le forze di resistenza nazionaliste del Baath ( partito democraticamente vietato) hanno nominato comandante in capo il generale al Duri. Dopo 4 anni sono ancora lì ha combattere il (presunto) più forte esercito del mondo

  7. #67
    kalashnikov47
    Ospite

    Predefinito

    02/01/2007 18:46
    Dal Mondo
    SADDAM, CHOC PER VIDEO DELL'ESECUZIONE
    Girato di nascosto da uno dei testimoni dell'impiccagione, il video degli ultimi due minuti di vita di Saddam Hussein ha provocato le proteste di piazza di migliaia di sunniti iracheni. I 5 boia incappucciati e una platea di sciiti si vendicano dell'ex dittatore iracheno, che viene deriso e insultato. Il video, ormai scaricabile da molti siti internet, è stato girato con un telefonino. Saddam chiede: "E' questa la nobiltà d'animo? E' così che mostrate il vostro coraggio?. Poi la botola si apre e qualcuno grida:"All'inferno!" Il governo iracheno ha aperto un'inchiesta sulla diffusione del video.


    VERGOGNA!!!

  8. #68
    Il Patriota
    Ospite

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da kalashnikov47 Visualizza Messaggio
    02/01/2007 18:46
    Dal Mondo
    SADDAM, CHOC PER VIDEO DELL'ESECUZIONE
    Girato di nascosto da uno dei testimoni dell'impiccagione, il video degli ultimi due minuti di vita di Saddam Hussein ha provocato le proteste di piazza di migliaia di sunniti iracheni. I 5 boia incappucciati e una platea di sciiti si vendicano dell'ex dittatore iracheno, che viene deriso e insultato. Il video, ormai scaricabile da molti siti internet, è stato girato con un telefonino. Saddam chiede: "E' questa la nobiltà d'animo? E' così che mostrate il vostro coraggio?. Poi la botola si apre e qualcuno grida:"All'inferno!" Il governo iracheno ha aperto un'inchiesta sulla diffusione del video.


    VERGOGNA!!!
    a me pare molto che il video sia solo l'ennesimo tentativo giudaico di creare la guerra civile in irak tra sciiti e sunniti ....

  9. #69
    kalashnikov47
    Ospite

    Predefinito

    --------------------------------------------------------------------------------

    Due parole sull’esecuzione di Saddam, uno degli avvenimenti più disgustosi degli ultimi tempi. Vorrei tuttavia esimermi da troppi commenti. Al di là di ogni giudizio, è ovvio che è morto un uomo, e non un quaquaraqua od ominicchio (secondo la ben nota distinzione sciasciana degli esseri umani) come quelli che siamo abituati a vedere tutti i giorni sullo schermo televisivo in questo povero nostro Occidente, che si dà tante arie di civiltà. Mi consento di citare, a mo’ di epitaffio, non giornali come “Il Manifesto” o “Liberazione” o altri del genere, ma nientepopodimeno che l’editoriale del “Giornale”: “Non so voi che leggete. Io sono stato molto impressionato dalla dignità e dal coraggio di Saddam Hussein mentre gli veniva calata sul collo la corda fatale”. Fra i commenti da citare in negativo, per la loro rozzezza e infamia, il premio va ai leghisti (ignoranti bestioni come al loro solito) e, per una sola incollatura, a Fiamma Nirenstein e Sgarbi.

    Quel che si è visto perché ripreso di nascosto dal famoso cellulare non fa che ribadire il giudizio sul coraggio dell’uomo e sulla lucidità mantenuta sino alla fine. Si era tentato di accreditare che Saddam avesse lasciato un semplice messaggio finale di “messa in guardia nei confronti dell’Iran” (sembrava quasi un ultimo servigio reso agli americani dopo quelli degli anni ’80), mentre invece egli maledice energicamente i traditori iracheni (certo soprattutto sciiti) e proprio gli USA.

    E’ difficile comprendere la razionalità di una simile esecuzione che non sembra affatto politicamente “intelligente”; tuttavia, a mio avviso, una razionalità esiste: rinfocolare l’odio tra le due parti del popolo iracheno. Visto che il paese è ormai ingovernabile e gli americani ci rimettono solo ingenti risorse e le vite dei loro soldati, l’unica mossa da tentare è quella di creare un solco profondo, una ferita difficile da rimarginare, tra sunniti e sciiti; la solita “tecnica” ben nota, che non serve a stabilire alcuna reale egemonia ma a creare comunque debolezza e caos nel fronte avverso. Si tratta di “tecnica” che tuttavia può anche rivelarsi un boomerang; e speriamo che in questo caso sia così, pur se non immediatamente.

    Ricordo ancora che Saddam è stato tenuto in carcere sotto sorveglianza di truppe americane, tanto poco ci si fidava di lasciarlo in custodia a coloro che dovevano impiccarlo. Ci vuol tanto a capire chi è il vero mandante del processo e del resto? Sono gli stessi che ci hanno comandato di aggredire la Jugoslavia, di accompagnarli in Irak, di restare in Afghanistan, di inviare truppe in Libano, ecc. (magari, fra un po’, ci imporranno di “aiutarli” anche in Somalia).
    Non ritengo vergognosi soltanto quelli che hanno espresso bestiale approvazione per l’esecuzione di Saddam, ma anche quelli che si scandalizzano della pena di morte “in sé”, e approfittano del fatto “increscioso” per fare bella figura – presso tutti i cretini e buonisti “di sinistra” – presentando all’ONU richiesta di moratoria circa tale pena. Il problema di fondo non è quest’ultima, ma il fatto che i vincitori – assassini massacratori di milioni di persone dalla seconda guerra mondiale (inclusa) in poi; senza dimenticare che quella nazione è nata da un genocidio, fatto passare per eroica epopea e, da allora, non ha fatto altro che promuovere guerre e sanguinose imprese coloniali – si permettano di mandare a morte i vinti, che magari hanno commesso eccidi del tutto inferiori e assai più “localizzati” (e legati spesso a guerre civili, insurrezioni, ecc. dove è spesso assai difficile giudicare i torti e le ragioni; e comunque, Saddam che aggrediva l’Iran per conto degli USA era nel “giusto”?).
    Fino ad epoca storicamente recente, il vincitore magari ammazzava il vinto, ma senza tanta ipocrisia e finzione di processi “legali”. Oggi, questi dominanti imperiali sono veramente il Male Assoluto, e i loro servitori europei sono per certi versi ancora più disgustosi perché ipocriti. Cercano di salvarsi l’anima, condannando la pena di morte, ma dimostrano così di essere solo vili, infami, omuncoli. Non hanno nemmeno il coraggio di perseguire a viso aperto il Male; semplicemente lo servono, strisciando e cercando di lavarsi le mani, che restano tuttavia sporche di sangue tanto quanto quelle dei loro padroni americani.
    Ultima notazione: disgusto e disprezzo per quegli ipocriti che inorridivano di fronte alle “selvagge” esecuzioni di Al Qaeda (con sgozzamento, che ammazza in pochi secondi); mentre è evidentemente assai civile l’impiccagione, con il “pietoso accorgimento” (parole di telegiornale; e mi sembra si trattasse del “sinistro” TG3) del foulard attorno alla gola per non procurare troppo male e non provocare escoriazioni. Che sentimenti delicati!

  10. #70
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    Ottimo articolo Kalashnikov
    Quoto in pieno
    Saddam e' morto come un martire,
    il fatto che sionisti,leghisti puzzoni e
    altra feccia lo insultino e gioiscano
    della sua morte,gli fa onore.
    Ci sarebbe stato da preoccuparsi
    se suddetta feccia non si sarebbe
    felicitata..

 

 
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