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  1. #1
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    Predefinito In carcere in America dopo un processo senza prove

    In carcere in America dopo un processo senza prove


    Una candela accesa per Carlo Parlanti


    E lo Stato Italiano se ne infischia
    Solidarietà. Nella notte di capodanno si accenda una candela alle finestre di tutte le case degli italiani in Italia e degli italiani nel mondo a supporto del caso del nostro connazionale Carlo Parlanti, in carcere in America e in attesa di un processo equo. L’appello arriva da Enrico Giuliano, Segretario Politico del Partito degli Italiani nel Mondo (PIM). Promettono sarà la prima di una serie di azioni e iniziative che il PIM organizzerà perchè Parlanti abbia un processo di appello giusto. Una vicenda assurda quella di Carlo Parlanti, che rischia ora di passare i prossimi nove anni rinchiuso in una cella a seguito di un processo assurdo. A combattere per lui qui in Italia c’è la sua fidanzata Katia Anedda che viene rimbalzata da un ministero all’altro ottenendo pressoché nulla. Molte le porte in faccia, parecchi i ‘non è di nostra competenza’ e troppi i ‘vorremmo ma non possiamo aiutarvi’.
    In italia - Lo stato italiano se ne infischia del nostro connazionale in carcere in America. I ministeri fanno a ‘scaricabarile’: dal ministero di Giustizia a quello degli Esteri, poi di nuovo indietro. Nessuno sembra avere le competenze per aiutare Parlanti, o più probabilmente non c’è la volontà. Chi legge il fascicolo della vicenda, meticolosamente raccolto dalla Anedda, rimane stupito dall’assurdità del processo, si dice interessato e volonteroso di aiutare in qualche modo, poi tutto tace. Nessuno fa niente e Carlo continua a ‘marcire’ in prigione.
    I media – All’inizio avevano consigliato a Katia di non alzare polveroni sul caso, per il bene di Carlo. Lei, devota e innamorata, ha seguito il consiglio, ma presto si è accorta che non era la strada giusta. Ma non fa notizia, e i media tacciono. In fondo è solo uno dei nostri tanti connazionali in mezzo ai guai e si vendono più copie raccontando storie di vallette e calciatori. Noi abbiamo conosciuto la storia di Carlo proprio grazie a Katia. Combattiva, “martellante” come l’ha definita il direttore della Voce Marsili, non ha mollato la presa finché non gli è stato promesso questo articolo.
    L’arresto - Parlanti, 42 anni toscano, si trova ora in un carcere della California con l’accusa di aver sequestrato, stuprato e percosso la sua ex convivente Rebecca White. È stato arrestato in Germania a due anni dalla denuncia, senza sapere di avere accuse pendenti. Nonostante il Parlanti vivesse con regolare residenza in Italia, al nostro governo non era stata data segnalazione del mandato di cattura internazionale spiccato contro di lui. Quando gli Stati Uniti chiedono l’estradizione di Parlanti, la Germania fa sapere che per evitarla è necessaria una richiesta ufficiale italiana. Ma dall’Italia nulla si muove.
    Processo e condanna – Parlanti è stato condannato a nove anni. Il giudice giustifica la pena dichiarando che, nnostante non ci siano referti medici e la accusatrice si sia rivelata inconsistente nelle sue testimonianze, tale inconsistenza potrebbe essere giustificata dal fatto che il Parlanti l´avrebbe seriamente danneggiata. La Wthite, durante il processo, ritratta più volte alcune sue precedenti dichiarazioni e aggiunge di volta in volta nuovi particolari.
    Alcune lampanti assurdità nelle accuse:
    La White ha fermamente dichiarato che il Parlanti l’avrebbe picchiata e violentata dopo aver bevuto 4 litri di vino. L’esperto di abusi di alcol ha dichiarato che l’assunzione di tale quantità di alcol in così poco tempo porta a delle conseguenze anche letali. È impensabile che il Parlanti abbia ingerito tanto alcol e poi sia stato in grado di fare quello di cui è statoaccusato.
    La vittima dice di aver subito violenze inaudite:
    - 30 colpi alla nuca contro una bacheca di sughero appesa al muro;
    - altri 30 colpi alla nuca contro il muro di cartongesso, che da alcune foto scattate non presenta però alcuna lesione;
    - 10 pugni, che in una versione aggiornata e rivisitata diventano 10 schiaffi dritti e rovesci;
    - almeno 10 i calci ad un fianco contati tra uno svenimento e l’altro;
    - Durante il presunto stupro, Parlanti avrebbe inserito il suo pugno chiuso e parte dell’avambraccio all´interno della vagina della donna e avrebbe poi usato la stessa mano per penetrarla nell´ano. La White ha dichiarato di essersi ritrovata in un lago di sangue che avrebbe intriso il lenzuolo e perfino il materasso.
    La White non si reca in un pronto soccorso per farsi medicare le ferite. Contatta un medico che le dice di non poterla curare se prima non denuncia il fatto alla polizia. Tre settimane dopo la White va dalla polizia a denunciare Parlanti, ma non dichiara lo stupro. Non le viene quindi fatta alcuna analisi che dia riscontro alle presunte violenze subite ed alle sue dichiarazioni. La polizia perquisisce la casa, tutto è intatto e non viene fatto alcun test nei punti dove sarebbero avvenute le violenze. Il muro è intatto, la bacheca non viene analizzata, il materasso intriso di sangue non viene neanche controllato, vengono scattate delle foto che ‘magicamente’ vanno smarrite dall’ufficio della polizia. Nel processo saranno usate alcune foto scattate direttamente dalla White al posto di quelle ufficiali.
    Durante la sua testimonianza la White sostiene di aver urlato a perdi fiato durante i maltrattamenti, i vicini di casa sostengono di non aver sentito alcun rumore, nonostante le pareti siano sottilissime, tali garantire normalmente ben poca privacy. Gli otto testimoni, di cui tre agenti di polizia, che hanno incontrato la White dopo le presunte violenze non ricordano di aver notato alcun livido o segno. Gli agenti riscontrano esclusivamente un’ombra sull’avambraccio.
    Nessuna prova, nessun testimone, ma le dichiarazioni sconclusionate e contrastanti della presunta vittima sono bastate per sbattere Carlo Parlanti in prigione per nove anni. Carlo attende ora un processo d’appello, che viene continuamente rimandato, equo e corretto. Certo non guasterebbe l’interessamento ed il coinvolgimento da parte dello Stato italiano. Anna Belardi
    vicedirettore@voceditalia.it


  2. #2
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    su, importantissimo
    i servetti filoamericani devono solo vergognarsi a leggere queste notizie
    il prossimo che mi dice che l'america è un paese democratico e ci sono processi equi gli sputo in faccia

  3. #3
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  4. #4
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    Boh, trattato come un prigioniero di Guantamano.....

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da thematrix Visualizza Messaggio
    su, importantissimo
    i servetti filoamericani devono solo vergognarsi a leggere queste notizie
    il prossimo che mi dice che l'america è un paese democratico e ci sono processi equi gli sputo in faccia
    America paese demcratico? Penso non sia piu' democrtico nemmeno per gli americani stssi, figuriamoci per li stranieri . Cmq propongo di arrestare il primo americano che passa da qui con accuse a caso, condannarlo e poi scambiarlo. Ormai si usa cosi' con gli usa.
    A proposito.

    Caselle di posta e carte di credito tenute per sempre sotto controllo
    Conti ed email controllate per chi va in Usa
    Il Daily Telegraph legge i documenti dell'accordo che regola l'ingresso dei passeggeri che in aereo partono dall'Europa

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    LONDRA (GRAN BRETAGNA) - Le caselle email e le transazioni delle carte di credito dei citttadini dell'Unione europea che volano negli Usa potranno essere passate al setaccio dalle autorità americane. Lo scrive il quotidiano britannico Daily Telegraph, che ha avuto accesso ai documenti relativi all'accordo tra Ue e Usa che da quest'anno regola l'ingresso dei passeggeri provenienti dall'Europa. Fornendo il numero di carta di credito e l'email alla compagnia aerea che vola negli Usa, il passeggero apre di fatto i propri dati personali alle autorità americane, che potranno vedere tutte le transazioni o i messaggi, anche non relativi al viaggio in questione. Il quotidiano ha ottenuto i documenti dal ministero dei Trasporti britannico, grazia alla legge sulla libertà di informazione.
    PREOCCUPAZIONE - A preoccupare le associazioni per le libertà civili c'è anche il fatto che la misura è unilaterale, ovvero Washington si è solo limitata a promettere di "incoraggiare" le aerolinee americane a fare lo stesso con i paesi europei. Il ministero per la sicurezza nazionale americano ha detto esplicitamente che userà questi dati non solo contro il terrorismo, ma anche indagando su altri reati. Se un cittadino europeo vorrà opporsi, afferma il Telegraph, dovrà farlo in una corte americana, il che rende qualsiasi salvaguardia della privacy di fatto inesistente. Shami Chakrabarti, direttore dell'organizzazione per i diritti umani Liberty, si è detto «inorridito» dalla notizia: «È la rinuncia ai diritti delle persone che viaggiano negli Usa». Dopo un lungo braccio di ferro iniziato con le richieste Usa di informazioni sui passeggeri (con la minaccia di mettere al bando dagli aeroporti americani le compagnie che non li consegnassero), nello scorso ottobre l'Ue ha accettato le richieste. Risultato: gli Usa hanno ora accesso a 34 tipi di informazioni sui passeggeri in mano alle compagnie aeree. Molte sono normali, ma alcune sono particolarmente sensibili; che tipo di pasti vengono ordinati in base alla fede religiosa, o se un passeggero in passato non si è presentato al volo dopo aver comprato il biglietto. Anche per le leggi americane, chi vuole accesso a questi dati ha bisogno di norma del consenso di un magistrato, ma questo non varrà per i passeggeri degli aerei europei.
    http://www.corriere.it/Primo_Piano/E...ontrolli.shtml

    Evitare di andare in america.

    Cristiano

  6. #6
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    assurdo

  7. #7
    Bananas
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    Roba da matti... oltretutto i gendarmi, li esportatori della democrazia hanno minacciato le conpagnie aeree contrarie a tale pratica..
    Che schifo, con l'augurio che, quando quella serpe di georgino bush in un suo discorso tira fuori le parole libertà e democrazia, qualcuno gli tiro addosso delle uova marce...

 

 

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