George W Bush ha definito “una grande giornata” il giorno in cui Saddam Hussein è stato impiccato.

Il presidente degli Stati Uniti d’America, iperpotenza ( ancora per poco) mondiale è forse la cosa più tragica di questa “grande giornata”. Il più accanito anti americano non avrebbe potuto sperare che un simile sinistro rimbambito finisse alla Casa Bianca. La sua presidenza passerà alla storia come la peggiore del suo paese. Ha scatenato “la guerra infinita” ( sono parole sue) dando vita al massacro più insensato della storia (650.000 morti solo in Irak): gli USA sono oggi un paese che affonda nei debiti e la lista dei morti per nulla ( ad essere gentili: potremo definirli mercenari sanguinari visto le porcherie che hanno commesso) si allunga davvero all’infinito. Vittorio Zucconi si La Repubblica ha definito Bush un burattinaio. Troppo buono. E’ solo un burattino. Grottesco e laido. Ma in fondo questi sono affari dell’asse israelo americano.

L’esecuzione di Saddam ha messo in luce ancora una volta le immense contraddizioni che riguardano noi popoli europei: è da questa gentaglia che siamo colonizzati, sono loro che tengono al guinzaglio le varie Merkel, i vari Prodi, i Couchepin e gli Schmid che ci infestano.

Il processo a Saddam è stato una farsa come quello di Norimberga e di Tochio, come quello a Milosevic, come tutti i processi dai vincitori ai vinti. Ma attenzione: chi si illude che si tratti di eventi eccezionali si sbaglia di grosso. Tutti gli oppositori all’attuale sistema di potere globale in fase di espansione e repressione, potranno domani essere processati e condannati.

Passo dopo passo, giorno dopo giorno, il cappio si stringe al collo di tutti noi. Passo dopo passo le nostre libertà si restringono, i grandi fratelli e i loro servi ci soffocano.

Saddam era un dittatore. Duro e feroce. Sicuramente. Ma una giustizia o vale per tutti o non vale niente. La forca per i nemici e le poltrone regali per gli amici non hanno niente a che vedere non solo con la giustizia ma soprattutto con un elementare senso morale.

Dal Pachistan allo Yemen, dall’Egitto al Kazakistan, dalla Cina all’Arabia Saudita, feroci dittatori negano le elementari libertà, torturano e uccidono impunemente. Possono farlo sino a quando Israele e gli Stati Uniti non li considerano nemici.

Nel Medio Oriente sono i nemici di Israele ad essere, come dice il disgustoso Olmert “un pericolo per il mondo”: gli altri vanno bene, anzi. Vanno pure aiutati.

Anche Saddam era così quando attaccò l’Iran. Armi e gas forniti dagli Stati Uniti, grazie. Morti a milioni. Sino a quando Israele decise che Saddam andava tolto di mezzo e i petrolieri americani si dissero che il greggio cominciava a scarseggiare e forse era il caso di prendersene subito una bella fetta. La grande industria militare americana applaudì. L’esportazione della democrazia a loro rende una barca di soldi.

Bush aveva avuto l’ordine di far fuori Saddam ben prima di essere eletto. Tutto era pronto, mancava giusto il casus belli, il provvidenziale quanto oscuro attentato dell’11 settembre, la piccola Pearl Harbour.

C’erano alcuni problemi.

Per esempio Saddam era laico, socialista e nazionalista, ferocemente avversario del fondamentalismo islamico. Quisquilie. Fu nominato alleato di Osama.

Saddam non aveva mai fomentato atti terroristi. Bazzecole.

Dissero che aveva armi atomiche in costruzione, dimenticando che l’unica centrale nucleare in costruzione era stata distrutta da un criminale attacco aereo ebraico contro ogni legalità internazionale,.

Le armi infatti non le aveva. Pinzillacchere, diceva Totò. Se gli Stati Uniti e Israele, che sono Stati buoni perché così ha deciso il nuovo Dio cristosionista, allora basta la parola. All’ONU gli USA giurarono di avere le prove. Neanche un furfante di periferia si sarebbe abbassato a tanto.

E la guerra preventiva di difesa ( roba da neurodeliri) diventava legittima.

Ma come sempre l’asse americano sionista aveva anche una santa motivazione: portare la libertà , il benessere e la democrazia. S’è visto.

Quattro anni dopo la “liberazione” gli sgherri americani sono asserragliati nelle piazzeforti. Eppure i loro caduti aumentano tutti i giorni. La guerra civile divampa, il paese è miseria, la democrazia è una farsa cinica.

Gli americani e i loro servi non hanno neppure avuto il coraggio di fare un’esecuzione pubblica, hanno nascosto persino il giorno, tenuto segreto anche il luogo della sepoltura. Non è una novità: queste meravigliose democrazie atlantiche da sempre temono anche i cadaveri. Hanno il terrore della vera memoria storica. Preferiscono la propaganda martellante, la storia orwelliana sempre modificata a loro favore.

Propagandano la grande guerra all’Islam. Peccato che impiccano il nazionalista mentre Osama Bin Laden , il fondamentalista, lancia messaggi minacciosi in TV.

La nauseante e sinistra farsa americana, nonostante la propaganda mediatica, non poteva essere facilmente essere digerita in Europa.

Ed ecco allora il distinguo del maggiordomi ( a parte la Chiesa cattolica che era sempre stata critica, coraggiosamente per una volta, contro l’aggressione americana) : l’esecuzione era comprensibile ma siamo contro la pena di morte.

Pagliacci peggio di Bush. Mai avranno il coraggio di dire che se la condanna di Saddam era giusta allora qualunque capo di Stato che si macchia di vite innocenti va impiccato.

Negli ultimi mesi Israele ha ammazzato centinaia ( dicesi centinaia) di ragazzi e bambini palestinesi. Nessun capo di Stato europeo ha proposto un processo a Olmert.

E Bush? E’ un macellaio di rimordine, aggredisce nazioni, rapisce e tortura innocenti, incarcera per anni e tortura spesso sino alla morte prigionieri guerra o anche semplici sospetti.

Qualcuno in Europa gli prepara l’ergastolo, non potendolo impiccare come meriterebbe?

Ma si indignano, povere anime , contro la pena di morte. E mandano magari le “truppe di pace” a dare una mano a Bush. Per portare finalmente la pace dei cimiteri.