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  1. #11
    Tringeadeuroppa
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    Citazione Originariamente Scritto da Eckhart Visualizza Messaggio
    Pipes Richard - Il conservatorismo russo e i suoi critici

    Editore: Rubbettino

    € 18,00

    La Russia ha sempre coltivato una sorta di "tentazione autocratica". Lungo la storia del pensiero politico russo infatti sono stati molti i pensatori che hanno teorizzato che la Russia può prosperare solo sotto un regime autocratico. Il libro di Pipes costruisce un ritratto del pensiero conservativo russo, dei timori di disintegrazione dello stato e delle varie teorie alternative che nel frattempo si è cercato di elaborare.
    com'è? sembra interessante (pur se, come credo, critico)

  2. #12
    Aghori
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    Predefinito Riferimento: Segnalazioni bibliografiche

    Citazione Originariamente Scritto da Spetaktor Visualizza Messaggio
    com'è? sembra interessante (pur se, come credo, critico)
    Non l'ho ancora preso.
    Gli Arya seggono ancora al picco dell'avvoltoio.

  3. #13
    Tringeadeuroppa
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    Predefinito Riferimento: Segnalazioni bibliografiche

    POTERE GLOBALE
    Il Ritorno della Russia sulla Scena Internazionale
    di Alessandro Lattanzio
    Fuoco Edizioni
    Pagine 157, Formato 14cm x 20,5cm EURO 13,00
    IVA Esclusa Articolo 74, lettera c), Dpr n. 633/72

    La Federazione Russa di Putin e Medvedev si è posta, in questi ultimi 10 anni, come un cruciale attore strategico, dopo che, per tutti gli Anni '90, presunti studiosi o esperti, nemici o falsi amici della Russia, ne avevano decretato la sua fine storico-strategica. Grazie all'enorme afflusso di capitali derivanti dall'esportazione verso l'Occidente delle risorse naturali dei giacimenti siberiani e artici, il Cremlino ha potuto rigenerare, invece, le sue forze armate che oggi come ieri rappresentano il baluardo fondamentale della Russia nel respingere ogni tentativo di ingerenza esterna, non solo sul suo territorio, ma anche in quella zona d'interesse strategico che rispecchia esattamente i Paesi una volta parte dell'Unione Sovietica.
    Con questa chiave di lettura vanno lette le recenti crisi ucraina, georgiana e dello Scudo ABM americano in Europa Orientale, che hanno visto Mosca protagonista di una dura battaglia nel fronteggiare le ambizioni della NATO a cingerla in un ristretto anello di sicurezza e relegarla definitivamente a Stato di secondo ordine, che certo oggi la volontà della Russia di rispolverare i suoi sogni di potenza globale non permettono semplicemente nemmeno di pensare.

  4. #14
    Tringeadeuroppa
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    Per una "rilettura" del sovietismo, in chiave eurasiatica



    Agursky Mikhail, Terza Roma, il nazionalbolscevismo in Unione Sovietica, Il Mulino, 1989
    Alexander Yanov, La nuova destra russa, Sansoni editore
    Gennadij Zjuganov, Stato e potenza, all’insegna del veltro
    Kulesov-Strada, Il Fascismo russo, Marsilio, 1988
    Rapoport Luis - La guerra di Stalin contro gli ebrei, Rizzoli
    Aldo Ferrari - La foresta e la steppa , Scheiwiller
    J.Stalin- Il marxismo e la questione nazionale, edizioni Comunitarismo
    Marino Ambri - La dottrina Breznev, 1971, Pan editore
    Shelach et ami. Documenti dell'antisemitismo nell'URSS - edizioni della voce.1971
    Nikolaj Berdjaev- fonti e il significato del comunismo russo, La casa di Matriona
    Luciano Canfora - Stalin, storia e critica di una leggenda nera, ed.Carocci
    Pallavidini Renato - Dalla crisi alla diaspora. Il giovane Mussolini e Lenin: volontarismo e rivoluzione socialista nel materialismo, edizioni SeBarbarossa
    Lozzi Carlo – Mussolini Stalin. I rapporti tra i due dittatori, ed.Domis
    Cutaia-Terracciano – Sangue e Acciaio, ed Noctua
    Peregalli Arturo – Il patto Hitler-Stalin, Massari

    In lingua straniera:
    Perrie Maureen, The Cult of Ivan the Terrible in Stalin's Russia
    Brandenberger David, National Bolshevism: Stalinist Mass Culture and the Formation of Modern Russian National Identity, 1931-1956

    da Eurasia.Rivista di studi geopolitici:
    2/2005 Budapest, Praga, Bucarest (Claudio Mutti)
    Stalin tra comunismo e geopolitica (Costanzo Preve)
    1/2007Da Augusto a Stalin. I momenti salienti del processo d’integrazione europeo (Claudio Mutti)
    La questione nazionale nell’Unione Sovietica (Andrea Forti)
    Dall’URSS alla Russia di Evgenij M. Primakov (Daniele Scalea)
    2/2007La “primavera di Praga” e le mosche cocchiere italiane (Giovanni Armillotta)
    2/2008Stalinismo e rivoluzione (Giovanni Armillotta)

  5. #15
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    Predefinito Riferimento: Segnalazioni bibliografiche



    Dr. Mikhail Agursky, Ex-Soviet Scientist, 58
    JERUSALEM, Aug. 29
    NY Times

    Mikhail Agursky, a pillar of the Soviet scientific establishment who became a dissident and campaigner for Soviet Jews, was found dead on Tuesday in his hotel room in Moscow. He was 58 years old.
    Hebrew University said he had apparently died of a heart attack. An Israeli citizen since 1975, he was in the Soviet Union for a brief visit.
    Dr. Agursky was a member of the Soviet Academy of Sciences specializing in physics and cybernetics and an adviser to the Soviet military industry before his faith in Communism ebbed and he became an opponent of the Soviet system.
    He eventually rediscovered his Jewish roots and, after a long campaign for the right to emigrate, moved to Israel.
    At Hebrew University in Jerusalem, Dr. Agursky turned his research efforts to Soviet affairs and became a popular commentator.

    Mikhail Agursky (1933-1991) was born in Moscow. He received an education in engineering and defended a dissertation on cybernetics. Participated actively in the dissident movement. In 1975 emigrated to Israel. Became a Fellow of the Soviet and East European Research Center at the Hebrew University of Jerusalem. In 1979 received his Ph.D. from the Sorbonne. His doctoral dissertation, "The Ideology of National Bolshevism," was published in Paris in 1980. Became a professor of the Hebrew University in 1980. Author of numerous publications in several languages, including The Soviet Golem (1983) and The Third Rome (1987).
    Ultima modifica di sitoaurora; 06-06-09 alle 23:21 Motivo: Mikhail Agursky

  6. #16
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    Predefinito Riferimento: Segnalazioni bibliografiche

    L’unità dell’Eurasia


    Prezzo: 20,00€

    Autore[i]: Claudio Mutti
    Editore: Effepi
    Anno: 01/2008
    Pagine: 194

    Collana: Prove


    Quantità:

    Presentazione

    Negli ultimi anni, almeno a far tempo dal collasso dell’Unione Sovietica, si è assistito ad un rinnovato interesse verso l’analisi geopolitica quale chiave interpretativa per la comprensione dei mutati rapporti fra gli attori globali e, soprattutto, quale ausilio per la decifrazione dei nuovi possibili scenari.

    In tale ambito, l’Eurasia sembra costituire, considerando i numerosi studi che la riguardano, un privilegiato campo d’indagine.

    Analisti influenti come ad esempio l’atlantista Brzezinski o i neoeurasiatisti Dugin e Zjuganov concordano, pur da punti di vista diversi e decisamente antagonisti tra loro, sul fatto che il futuro del pianeta si giochi sulla scacchiera eurasiatica.

    All’inarrestabile e lunga offensiva sferrata dagli USA contro la massa continentale eurasiatica tra il 1990 e il 2003 (1) pare contrapporsi, a partire almeno dall’ultimo quinquennio, una sorta di reazione che si esprime, per ora, attraverso l’intensificazione di nuove e profonde collaborazioni strategiche tra Pechino, Nuova Delhi e Mosca ed il continuo rafforzamento dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai (SCO).

    Queste intese sembrerebbero preludere a un’inedita ed articolata integrazione del continente eurasiatico che, passando – per evidenti motivi di opportunità – sia sopra sia le differenze culturali, religiose, etniche, sia sopra le particolari aspirazioni nazionali delle popolazioni che lo abitano, vanificano le aspettative dei propagandisti dello “scontro di civiltà”.

    La teoria dello scontro di civiltà, come noto, è stata messa a punto da Samuel Huntington, l’ex consigliere di Johnson al tempo del conflitto vietnamita. Lo studioso americano, in diversi articoli e principalmente nel suo The Clash of Civilizations and the Remaking of World Order, (New York, Simon & Schuster, 1996), ha ipotizzato che i conflitti tra le varie popolazioni del pianeta, ed in particolare tra quelle che abitano l’Eurasia, non trarrebbero origine principalmente da cause ideologiche o economiche, bensì da motivazioni culturali, precipuamente religiose. Per Huntington la politica globale del XXI secolo sarà dunque dominata dallo scontro di civiltà. Questa particolare lettura della storia, quella cioè dell’inconciliabilità delle civiltà, ha influenzato vasti settori dell’opinione pubblica occidentale e costituisce, tuttora, uno dei riferimenti costanti dei numerosi think tank d’oltreoceano specializzati nella individuazione delle aree calde o d’instabilità dell’Eurasia.

    In realtà, nella storia non si sono mai verificati degli scontri di civiltà, ma piuttosto degli incontri e delle contaminazioni tra le varie culture. In particolare nell’Eurasia, nel cui spazio sono presenti la quasi totalità delle civiltà del pianeta.

    L’Eurasia, infatti, ancor prima di essere un concetto utile all’analisi geopolitica e geostrategica, è, si potrebbe dire, un’idea culturale, la cui unitarietà è dimostrata dalla sua stessa storia.

    L’opposizione tra Europa ed Asia è sempre stata una opposizione artificiale, sovente frutto di interpretazioni storiche strumentalizzate, principalmente dagli Europei, a fini egemonici, dunque strettamente connessa a prassi geopolitiche. Basti pensare all’epoca del colonialismo di spoliazione ed alla sovrastruttura ideologica che lo sosteneva, al “white man’s burden” (2) del cantore dell’imperialismo britannico, Rudyard Kipling e, soprattutto, alla sua nota composizione letteraria The Ballad of East and West, dove lo scrittore e poeta inglese teorizza esplicitamente, nel famoso verso East is East, and West is West, and never the twain shall meet, l’inconciliabilità tra le culture orientali ed occidentali (3).

    Ma, a ben guardare, la contrapposizione “ideologica” tra Europa ed Asia, tra Occidente ed Oriente, risale forse ancor più indietro, a certe tendenze maturate in seno al cristianesimo, che esaltando la specificità della visione cristiana del mondo ritengono le culture delle popolazioni non europee non solo incivili, ma anche inferiori.

    La presunta separazione ed incompatibilità tra le culture asiatiche e quelle presenti nella parte occidentale dell’Eurasia, cioè nella penisola europea, a un più attento esame si è sempre risolta nel principio della polarità. Già Polibio, nelle sue Storie, risolveva l’opposizione tra Oriente e Occidente nella unitarietà del mondo mediterraneo (4), un concetto che venne ripreso e sviluppato brillantemente, alcuni secoli più tardi, dallo storico francese Fernand Braudel. Peraltro, per gli antichi la terra abitata e conosciuta era considerata al pari di una casa comune (oikouméne ghê). Secondo lo storico olandese Huizinga “nella storia antica, in quanto ci è nota, non troviamo mai l’Oriente contrapposto esplicitamente all’Occidente” [5]. Per l’autore dell’ Autunno del medioevo e di Homo Ludens, anche la civiltà islamica ha ignorato la scissione tra Oriente e Occidente, tra Asia ed Europa dunque [6].

    L’unitarietà profonda delle molteplici e variegate civiltà eurasiatiche non è mai stata messa in dubbio, ma anzi è stata sempre riscontrata e riconfermata dalle scoperte archeologiche, dalle ricerche etnografiche e, in particolare, dallo studio comparato delle religioni e dei miti.

    Quantunque esistano, quindi, analisi e ricerche specifiche sull’unità culturale dell’Eurasia, nondimeno si deve ancora constatare a tale riguardo la mancanza di studi sistematici e organici.

    I lavori di un Gumilëv, come anche di un Altheim, sull’influenza della cultura mongola e unnica nel mondo slavo-russo e germanico e sulla genesi degli attuali popoli asiatici ed europei, o quelli di un Giuseppe Tucci sul mondo tibetano e sulle culture dell’Estremo Oriente e la loro parentela con il pensiero antico, oppure quelli di un Eliade dedicati alla comparazione delle religioni e dei miti, o, ancora, quelli di un Dumézil e di un Benveniste per quanto riguarda gli studi cosiddetti indoeuropei, o infine quelli della scuola degli eurasiatisti russi degli anni venti e trenta del XX secolo, tra cui certamente il linguista Trubeckoj, costituiscono indubbiamente le basi metodologiche per intraprendere una tale impresa. A ciò si potrebbero aggiungere anche i risultati e le metodologie acquisite dagli studiosi delle scienze cosiddette tradizionali, come, tanto per citare qualche nome, Guénon, Coomaraswamy, Schuon, Evola, Burckhardt, Nasr.

    È proprio nell’ambito della scoperta, o meglio della riscoperta, dell’unitarietà delle culture eurasiatiche che i saggi di Claudio Mutti qui raccolti trovano la propria corretta collocazione; soprattutto, oltre ad offrire una valida introduzione a questa tematica - in Italia ancora in via di definizione – essi apportano nuovi spunti di riflessione, utili non solo allo sviluppo di tali ricerche, ma anche alla comprensione di importanti snodi storici di quell’ecumene che, per dirla con Eliade, peraltro a ragion veduta citato dall’Autore, si estende dal Portogallo alla Cina e dalla Scandinavia a Ceylon. La peculiarità degli studi qui presentati risiede, a nostro avviso, nel costante riferimento che Mutti presta alle dinamiche geopolitiche dello spazio eurasiatico; un riferimento destinato certamente a suscitare una comune coscienza geopolitica tra le popolazioni che attualmente abitano la massa eurasiatica.

    Tiberio Graziani
    Direttore della rivista "Eurasia"

    Note:

    1. Prima Guerra del Golfo (1990-1991); aggressione alla Serbia (1999), nell’ambito della pianificata disintegrazione della Confederazione jugoslava; occupazione dell’Afghanistan (2002); devastazione dell’Iraq (2003). A ciò occorre aggiungere anche l’allargamento della NATO nei Paesi dell’Europa orientale e le cosiddette “rivoluzioni colorate” quali significativi elementi di intromissione da parte della potenza d’oltreoceano in quella che fu la sfera d’influenza della maggior potenza eurasiatica del XX secolo, l’Unione Sovietica.

    2. Il popolare componimento di Rudyard Kipling venne pubblicato col sottotitolo The United States and the Philippine Islands nel 1899; esso si riferiva alle guerre di conquista intraprese dagli Stati Uniti nei confronti delle Filippine e di altre ex-colonie spagnole.

    3. Per una rapida riflessione sulla questione del concetto di Occidente in rapporto all’identità europea, si veda in questo stesso volume il capitolo su “L’invenzione dell’Occidente”.

    4. Ma ben prima di Polibio anche Erodoto. Scrive a riguardo Luciano Canfora “…proprio ai Greci spetta la responsabilità di aver separato ‘Barbari’ da ‘Greci’. Nel primo rigo delle Storie di Erodoto Greci e Barbari costituiscono ormai una consolidata polarità, sebbene proprio Erodoto sia più cosciente di altri di quanto i concetti fondamentali dei Greci, a cominciare dalle denominazioni delle divinità (II, 50), venissero da lontano.”, in Il sarto cinese, nota a Arnold Toynbee, Il mondo e l’Occidente, Sellerio editore, Palermo, 1992, p. 107.

    5. Johan Huizinga, Lo scempio del mondo, Bruno Mondadori, Milano, 2004, p.26.

    6. Johan Huizinga, op.cit., p. 35 e seguenti.

  7. #17
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    Società Editrice Barbarossa - selezione libraria:

    F. Thual - Geopolitica dell’ortodossia 13,50
    G. Bardini - Musica e sciamanesimo in Eurasia 13,50
    E. Squarcina - Glossario di geografia e geopolitica 7,50
    J. Kleeves - Un paese pericoloso 18,00
    E. Niekisch - Est & Ovest 15,50
    C.S.O. - La menzogna di Giuda 5,00
    C.S.O. - Strage di Ustica e strage di Bologna (esaurito)
    M. Bottarelli - Good morning, Belgrado 13,50
    M. Bottarelli - Una guerra fatta in casa 9,50
    M. Bottarelli - 11 settembre – Dietro le torri, dentro le torri 10,50
    C. Scarfoglio - Dio stramaledica gli inglesi! 14,50
    G. Adinolfi - Nuovo Ordine Mondiale – Tra imperialismo e impero 18,00
    Aa.Vv. Ernst Jünger - L’Europa, cioè il coraggio 15,00
    O. Böss - La dottrina eurasiatista 16,00
    N.S. Trubeckoj - L’eredità di Gengis Khan 14,00
    L. Michel - Da “Jeune Europe” alle Brigate Rosse (esaurito)
    C. Mutti - Khair ed-dîn “Barbarossa”: corsaro o mugiàhid? 7,50
    C. Terracciano - La via imperialistica del nazionalismo italiano 6,00
    J. Thiriart - La grande nazione. 65 tesi sull’Europa 4,50
    C. Veltri - Cecoslovacchia e lobby sionista 2,50
    N. Chomsky - Il controllo dei mass media 7,00
    L. Luna -J.A. Aguilar Fine della Storia o fine del Sistema? 7,00
    Aa.Vv. - Geopolitica fascista 7,00
    C. Mutti - Le penne dell’Arcangelo 8,50
    Aa. Vv. Nazionalcomunismo 11,50
    N. Fumagalli Cultura politica e cultura esoterica nella sinistra russa 14,50
    Aa.Vv. Idee per una geopolitica europea 9,50
    W. F. Otto Lo spirito europeo e la saggezza dell’Oriente 5,00

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    Otto Böss, La dottrina eurasiatista
    (Contributi per una storia del pensiero russo nel xx secolo)
    Ff.to 17x24 – pp.188 – cod. F28 e 16,00
    Europa e Asia, due continenti che si fondono e uno spazio geopolitico che dovrebbe essere comune.
    L’Asia, come area culturale prima che geografica, riguarda molto da vicino noi europei, che siamo la posta in gioco.
    E l’Eurasia, lungi dall’essere soltanto una categoria di pensiero, rappresenta oggi una potenziale alternativa, concreta quindi politica, in grado di contrapporsi efficacemente al monopolio globale statunitense.
    Ed è proprio da questa sorta di ipoteca americana sui destini dell’umanità, e soprattutto sui nostri,che nasce l’esigenza di nuove dinamiche nei rapporti fra Europa e Asia, con l’obiettivo di dare vita, prima che sia troppo tardi, a un nuovo soggetto politico-economico.

    Nikolaj Sergeevic Trubeckoj, L’eredità di Gengis Khan
    (Il grande conquistatore e la civiltà delle steppe)
    F.to 15x21 – pp. 126 – cod. F29 e 14,00
    L’unità dell’Eurasia costituisce il tema centrale dello studio che Trubeckoj, firmandosi con lo pseudonimo “I. R.”, pubblicò nel 1925. «L’Eurasia tutta rappresenta una totalità unica, sia geografica sia antropologica. Per la sua stessa natura, l’Eurasia è storicamente destinata a costituire una totalità unica. L’unificazione storica del-l’Eurasia fu, fin dall’inizio, una necessità storica. Contemporanea-mente, la natura stessa dell’Eurasia ha indicato i mezzi di questa unificazione». L’indagine di Trubeckoj, la quale intende porre in evidenza lo stretto rapporto che intercorre tra l’autentica cultura russa e l’elemento turco-mongolo, si riporta ad un preciso evento storico: l’unificazione del grande spazio eurasiatico ad opera di Gengis Khan e dei suoi successori nel corso del XIII secolo. Ultimo sovrano universale dei Mongoli, Qubilai (1260-1294) portò i Mongoli fino a Giava: soggiogatore della Cina, diventò il primo imperatore di una nuova dinastia cinese, quella degli Yüan.

  9. #19
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    Citazione Originariamente Scritto da Spetaktor Visualizza Messaggio
    Società Editrice Barbarossa - selezione libraria:

    F. Thual - Geopolitica dell’ortodossia 13,50
    G. Bardini - Musica e sciamanesimo in Eurasia 13,50
    E. Squarcina - Glossario di geografia e geopolitica 7,50
    J. Kleeves - Un paese pericoloso 18,00
    E. Niekisch - Est & Ovest 15,50
    C.S.O. - La menzogna di Giuda 5,00
    C.S.O. - Strage di Ustica e strage di Bologna (esaurito)
    M. Bottarelli - Good morning, Belgrado 13,50
    M. Bottarelli - Una guerra fatta in casa 9,50
    M. Bottarelli - 11 settembre – Dietro le torri, dentro le torri 10,50
    C. Scarfoglio - Dio stramaledica gli inglesi! 14,50
    G. Adinolfi - Nuovo Ordine Mondiale – Tra imperialismo e impero 18,00
    Aa.Vv. Ernst Jünger - L’Europa, cioè il coraggio 15,00
    O. Böss - La dottrina eurasiatista 16,00
    N.S. Trubeckoj - L’eredità di Gengis Khan 14,00
    L. Michel - Da “Jeune Europe” alle Brigate Rosse (esaurito)
    C. Mutti - Khair ed-dîn “Barbarossa”: corsaro o mugiàhid? 7,50
    C. Terracciano - La via imperialistica del nazionalismo italiano 6,00
    J. Thiriart - La grande nazione. 65 tesi sull’Europa 4,50
    C. Veltri - Cecoslovacchia e lobby sionista 2,50
    N. Chomsky - Il controllo dei mass media 7,00
    L. Luna -J.A. Aguilar Fine della Storia o fine del Sistema? 7,00
    Aa.Vv. - Geopolitica fascista 7,00
    C. Mutti - Le penne dell’Arcangelo 8,50
    Aa. Vv. Nazionalcomunismo 11,50
    N. Fumagalli Cultura politica e cultura esoterica nella sinistra russa 14,50
    Aa.Vv. Idee per una geopolitica europea 9,50
    W. F. Otto Lo spirito europeo e la saggezza dell’Oriente 5,00
    Interessanti questi titoli..

  10. #20
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    Citazione Originariamente Scritto da JnanaTapas Visualizza Messaggio
    Interessanti questi titoli..
    ho selezionato quelli più interessanti per gli eurasiatisti...
    sarà fatto anche per le altre case editrici.

 

 
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