Salvator Dalì, Il Cristo di San Juan de la Cruz
(1951, Kelvingrove Art Gallery and Museum, Glasgow, olio su tela 205 cm. × 116 cm.)
Dalì disse di essersi ispirato a un disegno del mistico spagnolo san Giovanni della Croce; conservato nel Monastero dell'Incarnazione ad Avila, e a un'immagine che diceva di aver veduto durante un sogno: un cerchio contenuto in un triangolo. Questa figura, nella quale egli credè di riconoscere nientemeno che il nucleo dell'atomo, era schematicamente simile al disegno veduto da Avila, sicché l'artista decise di utilizzarla nella composizione di questo dipinto.
Un aspetto originale dell'invenzione è la mancanza sul Cristo dei simboli tradizionali della Passione, come la corona di spine e i chiodi nelle mani e nei piedi. Dalì giustificava queste omissioni con la volontà di dipingere Cristo "bello come Dio quale egli era veramente". Il fascino del quadro, inoltre, deriva dall'effetto drammatico creato dal forte chiaroscuro e, in parte, dal bel paesaggio di Port Lligat ispirato a un disegno di Velázquez per la Resa di Breda; mentre le due figure sulla spiaggia derivano da un dipinto di Le Nain.