Mi sembra tu abbia già espresso la vocazione al sacerdozio e perciò ad una attività in qualche modo "amministrativa" del sacrum, a contatto con il popolo dei fedeli. Questo è di per sè già dirimente.
Se tu avessi avuto la vocazione all'ascetismo, e dunque ad un percorso particolarmente "speciale" per il prosieguo della tua vita, ne avresti avuto già sentore: si tratta di una scelta del tutto diversa da quella sacerdotale.....colui che vuole lavorare solo su sè stesso in vista dell'assoluto non s'immerge in un contesto sociale che non sia monastico o comunque di ritiro dal mondo ordinario.
"Così penseremo di questo mondo fluttuante: una stella all'alba; una bolla in un flusso; la luce di un lampo in una nube d'estate; una lampada tremula, un fantasma ed un sogno:"
(Sutra di diamante)
Ultima modifica di donerdarko; 18-02-10 alle 00:45
Segni particolari: "macchina da espansione razziale euro-siberiana" (Giò91)
Certo, mi intrometto un momento...
D'accordo distinguere sacerdozio e ascetismo...
Ma ritornando al discorso del topic, posso affermare con certezza che anche per la religione cristiana il corpo fisico, materiale, è sacro:
«Non sapete che siete tempio di Dio?» (1Cor 3,16).
«Gesù disse ai Giudei: "Distruggete questo Tempio e in tre giorni lo farò risorgere"... Egli parlava del tempio del suo Corpo» (Gv 2,21)
Anche in questo caso, allora, vale il principio per cui è bene evitare gli eccessi: NIENTE TROPPO
Sia nel sesso, che nel cibo...
Ora, il punto fondamentale mi sembra questo: che senso ha fare voto di castità se non si è mai provato il sesso?
Che senso ha un digiuno estremo, patire la fame e la sete, se non si conoscono dapprima i propri eccessi di gola, se non si realizza prima la conoscenza di sè?
Non saranno queste torture a trasformarti... A purificarti (da cosa poi?) ... Al massimo possono diventare perversioni... E gli scandali di pedofilia e sessualità che travolgono di tanto in tanto la pretaglia sono arcinoti a tutti mi pare... :sofico:
Ultima modifica di donerdarko; 18-02-10 alle 01:16
Segni particolari: "macchina da espansione razziale euro-siberiana" (Giò91)
Ma non c'è dubbio Doner...gli eccessi sono sempre da evitare.
La pratica del digiuno non è costante nemmeno nell'asceta: essa è una pratica sporadica da utilizzare in certi periodi e a certi scopi precisi, non certamente sempre. Un conto è la sobrietà anche estrema della dieta, un altro conto il digiuno vero e proprio.
Quanto alla sessualità ...si tratta di un aspetto molto spinoso...molto di più che non il digiuno. Come già ho detto occorrono regole ed insegnamenti precisi da imparare da un istruttore accorto e sapiente...diversamente la coppa si rovescerà sempre e inutile sarà il contenimento forzato.
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Credi che il timore di non riuscire a vivere serenamente il celibato per la paura di avere delle cadute sia fondato e che debba essere preso in seria considerazione, oppure si dovrebbe superare pensando che non ha motivo d'esserci per tutta una serie di ragioni ?
Ultima modifica di AgnusDei; 18-02-10 alle 01:52
Il timore è fondato. Il corpo e l'anima hanno esigenze e richieste, e la compagnia di una donna completa l'uomo sacerdote, lungi dal mortificarlo e avvilirlo come la Chiesa erroneamente decreta.
Non è forse l'unione maschio-femmina quale il sacro connubio tra Cristo e la sua Chiesa? Non c'è alcun peccato in esso e ben lo sa la cristianità ortodossa, ad esempio, o la comunità uniata, che ammettono al sacerdozio i coniugati.
Ma dal momento che la Chiesa cattolica fa divieto ti dovrai scontrare con la tua realtà interiore saggiando prima le tue risorse e verificando quanto veramente sei forte nei confronti di questo aspetto.
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Ti consiglio una lettura che è stata per me molto illuminante.
Gli otto Spiriti della Malvagità di Evagrio Pontico Ed. San Paolo
I padri del deserto erano molto pratici e "operativi".
Gli ostacoli all'ascesi (e all'ascesa), da Evagrio chiamati loghismoi, li incontrano tutti. Naturalmente l'eremita li incontrerà nella loro forma più pura, proprio come pensieri, che si materializzano in demoni veri e propri, contro i quali condurrà lotte furiose.
Il monaco cenobitico lotterà nel microcosmo del monastero con i suoi confratelli, la persona "di mondo" dovrà lottare con le tentazioni.
Ma i temi sono sempre quelli e li incontrerà chiunque si metta in cammino:
la gastrimargia (golosità)
la porneia (lussuria)
Filarguria (avarizia, attaccamento alle cose)
l'Orgé (Ira)
Lupé (tristezza, rimpianto per le rinunce fatte)
Acedia (tristezza ancora maggiore, mancanza di motivazione, depressione)
Kenodoxia (vanagloria rispetto ai risultati ottenuti)
Uperephania (vanagloria ancora maggiore che produce uno stato di scollamento dalla realtà)
E per ognuna di queste c'è una terapia, dice Evagrio. E se ti può consolare, la porneia è robetta. L'acedia è quella più pericolosa, e pochi eletti superano l'Uperephania.
Ultima modifica di sugarbabe; 18-02-10 alle 10:06
"I don't make any rules, Nick, I go with the flow."
Solo in apparenza. All'ascesi sessuale appartiene una chiave che nessun'altro degli aspetti citati possiede.
Ciò che noi chiamiamo sessualità non è che la puntina visibile di un gigantesco iceberg sommerso e sconosciuto. Una potenza terrifica e soverchiante.
Evagrio Pontico non lo veniva certo ad esporre nei suoi scritti edificanti. hefico:
"Così penseremo di questo mondo fluttuante: una stella all'alba; una bolla in un flusso; la luce di un lampo in una nube d'estate; una lampada tremula, un fantasma ed un sogno:"
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