Arriva nelle sale l'11 gennaio la pellicola diretta dal regista ebreo Dani Levy "Mio Fuhrer: La vera autentica verità su Adolf Hitler". La pellicola raffigura il dittatore come un uomo isterico, debole, mammone, dedito alla droga e soprattutto impotente. Nel ruolo di Hitler il comico Helge Schneider. Il regista ha confessato che fonte di ispirazione importante per la creazione di questa commedia è stata "La vita è bella" di Roberto Benigni.
"Benigni ha fatto esattamente quello che io avevo sempre trovato giusto - ha detto Levy, in una recente intervista al domenicale della Frankfurter Allgemeine Zeitung - Anche se all'inizio dopo avere visto il suo film ero insicuro. Quasi quasi mi sembrava un banalizzare l'esperienza dei lager. Ma prima reazione non e' durata a lungo: 24 ore dopo avere visto La Vita è bella ho cominciato a sentire come quel film mi aveva cambiato. Ed ho capito che era una sfida estremamente coraggiosa, una vera e propria irruzione in un'area coperta da tabù" . "Mio Fuhrer", secondo le intenzioni di Levy, va dichiaratamente contro corrente rispetto ai serissimi documentari storici su Hitler prodotti negli ultimi tempi.
Per il regista Levy il fatto di essere di discendenza ebraica e nazionalità svizzera aiuta a sfuggire all'accusa di fare apologia del fascismo, ed il fatto che per la prima volta anche in un film tedesco si rida di Hitler non giustifica comunque nulla di quello che è avvenuto durante il Terzo Reich.
Arriva nelle sale l'11 gennaio la pellicola diretta dal regista ebreo Dani Levy "Mio Fuhrer: La vera autentica verità su Adolf Hitler". La pellicola raffigura il dittatore come un uomo isterico, debole, mammone, dedito alla droga e soprattutto impotente. Nel ruolo di Hitler il comico Helge Schneider. Il regista ha confessato che fonte di ispirazione importante per la creazione di questa commedia è stata "La vita è bella" di Roberto Benigni.
"Benigni ha fatto esattamente quello che io avevo sempre trovato giusto - ha detto Levy, in una recente intervista al domenicale della Frankfurter Allgemeine Zeitung - Anche se all'inizio dopo avere visto il suo film ero insicuro. Quasi quasi mi sembrava un banalizzare l'esperienza dei lager. Ma prima reazione non e' durata a lungo: 24 ore dopo avere visto La Vita è bella ho cominciato a sentire come quel film mi aveva cambiato. Ed ho capito che era una sfida estremamente coraggiosa, una vera e propria irruzione in un'area coperta da tabù" . "Mio Fuhrer", secondo le intenzioni di Levy, va dichiaratamente contro corrente rispetto ai serissimi documentari storici su Hitler prodotti negli ultimi tempi.
Per il regista Levy il fatto di essere di discendenza ebraica e nazionalità svizzera aiuta a sfuggire all'accusa di fare apologia del fascismo, ed il fatto che per la prima volta anche in un film tedesco si rida di Hitler non giustifica comunque nulla di quello che è avvenuto durante il Terzo Reich.