User Tag List

Pagina 1 di 10 12 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 99

Discussione: La Riforma Elettorale

  1. #1
    email non funzionante
    Data Registrazione
    16 Jul 2002
    Località
    BRUGHERIO - MILANO
    Messaggi
    1,976
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito La Riforma Elettorale

    NAPOLITANO: TROVARE INCONTRO SULLA LEGGE ELETTORALE
    NAPOLI - "Mi auguro che si trovi il punto d'incontro: non sarà facile, però è bene mettersi attorno a un tavolo". Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a Bagnoli per una passeggiata sul nuovo pontile, risponde a margine ai giornalisti sulla riforma elettorale. Il capo dello Stato sottolinea l'importanza di un confronto fra i due schieramenti pur riconoscendo gli ostacoli.

    PROVE DI DIALOGO: FI APRE SU REFERENDUM
    Sotto la scure del quesito referendario prosegue il confronto serrato tra le forze politiche sul tema della riforma elettorale. E anche stamane, ai microfoni di Radio 24, il ministro per le Riforme Vannino Chiti (Ds), che da settimane promuove il dialogo fra i partiti, torna ad interloquire con Sandro Bondi (FI), Lorenzo Cesa (Udc) e Mauro Fabris (Udeur). Un confronto proficuo tanto che, al termine della trasmissione, nonostante le sensibilità diverse, prevale un clima ottimista.

    In particolare emerge un certo feeling tra Chiti, Cesa e Fabris sulla convinzione che se tutti si siederanno al tavolo del confronto sarà possibile disinnescare la "minaccia" referendaria.

    Diverso invece il discorso per quanto riguarda la posizione di Sandro Bondi. Il coordinatore azzurro, infatti, prima sottolinea come il referendum sia "un utile stimolo al Parlamento ma di per sé non risolve tutti i problemi". Poi, però, attacca duramente ogni suggestione neocentrista: "Se nel novero delle ipotesi - sottolinea - si pensa di tornare indietro sulla strada del bipolarismo potremmo far pesare la nostra forza sul referendum". Parole forti che immediatamente provocano la reazione di Mauro Fabris: "La minaccia di Bondi sul referendum - replica - è una pistola scarica. Non capisco perché difenda questo finto bipolarismo in cui prevale l'ingovernabilità".

    Al centro del dibattito l'esame dei vari modelli elettorali possibili. Lorenzo Cesa, dal canto suo, pur rilanciando quello tedesco, ribadisce che l'Udc è "disponibile al confronto su ipotesi diverse". Lo stesso dicasi per Sandro Bondi che annuncia il giro di consultazioni che Forza Italia avvierà nei prossimi giorni, giro che prevede anche un incontro con il governo.

    Anche lui non esclude accordi possibili. Ma a fare il punto sullo stato dell'arte, è Vannino Chiti: "Io nel cuore ho il sistema francese che prevede il doppio turno di collegio ma dopo gli incontri che ho avuto posso dire che l'adozione del modello tedesco o di quello francese non sarebbe possibile. Magari se ne potrà discutere nella seconda fase della legislatura, dopo la nascita del Partito democratico e dell'eventuale partito della Cdl. Per ora - conclude Chiti - i modelli su cui è possibile trovare un'intesa sono due: il primo quello che prevede correzioni profonde della legge esistente, il secondo quello che introduce l'indicazione del candidato premier sulla falsa riga della legge regionale e dei sindaci".
    Ciceruacchio

  2. #2
    email non funzionante
    Data Registrazione
    16 Jul 2002
    Località
    BRUGHERIO - MILANO
    Messaggi
    1,976
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    AMATO: UNA CONVENZIONE PER LA RIFORMA DELLA LEGGE ELETTORALE
    L. ELETTORALE: RUTELLI, AMATO? NE PARLEREMO A CASERTA
    L.ELETTORALE:FRANCESCHINI,AMATO?LEGGI SI FANNO IN PARLAMENTO
    L.ELETTORALE: BONDI,PROPOSTA AMATO CONFUSA E CONTRADDITTORIA
    L.ELETTORALE:CALDEROLI, COSTITUZIONE NON PREVEDE CONVENZIONI
    ROMA - Il Parlamento nomini una Convenzione, di cui facciano parte anche personalità esterne, con il compito di elaborare una nuova legge elettorale, mentre Romano Prodi continua regolarmente a governare. E' la proposta che il ministro dell'Interno Giuliano Amato avanza in interviste pubblicate oggi da diversi quotidiani.

    Amato respinge così l'idea di andare alla formazione di un nuovo governo con il compito di fare la riforma elettorale e ritornare alle urne. "Io ho una mia tesi - dice il ministro dell'Interno - del tutto diversa. Prodi porta avanti regolarmente la sua attività di governo, e intanto la Convenzione, nominata dal Parlamento, ma estesa anche a non parlamentari (docenti, giuristi, 'saggi' di estrazione diversa) riscrive una legge elettorale finalmente efficace e condivisa".

    Per fare la riforma, secondo Amato, sarà indispensabile cercare un'intesa con il centrodestra e Fi in particolare, senza farsi condizionare dall'esperienza negativa della Bicamerale. Nel merito, manifesta grande scetticismo sulla possibilità di adottare il sistema tedesco, mentre sembra credere più fattibile l'adozione del modello francese. In ogni caso, il tentativo per Amato va fatto, tenendo sul tavolo "la pistola carica del referendum".
    Contestare il reato di stupro ai clienti della baby-prostitute. E' la proposta del Ministro dell' Interno Giuliano Amato per arginare il dilagare della prostituzione minorile. "Difficile - spiega Amato, intervistato da alcuni quotidiani - è perseguire il reato di riduzione in schiavitù. Ma se non ci fosse la domanda, si ridurrebbe anche l' offerta". Per cui il ministro propone: "Si deve contestare il reato di stupro a chi va con le minorenni".

    PRIMI NO ALLA PROPOSTA AMATO
    Ma giungono i primi no alla proposta di Amato da esponenti del centro destra (Lega, Forza Italia, An) e della maggioranza (Comunisti italiani, Verdi, PRC). Roberto Calderoli: la proposta di una convenzione dei due Poli per elaborare una riforma della legge elettorale, mi sembra piu' il modo per dare collocamento ai professori per cui non si e' trovato spazio nelle eccessivamente affollate liste elettorali della sinistra... Per il coordinatore di FI, Sandro Bondi, la proposta 'appare molto contraddittoria e confusa' mentre il capogruppo dei deputati comunisti italiani, Pino Sgobio, la boccia senza appello e dichiara: nessuna scorciatoia, convenzione o altri marchingegni sono da escludere.
    Ciceruacchio

  3. #3
    email non funzionante
    Data Registrazione
    16 Jul 2002
    Località
    BRUGHERIO - MILANO
    Messaggi
    1,976
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    QUALE “PRIMATO DELLA POLITICA”?


    Il discorso di fine anno del Presidente Napolitano contiene due esortazioni, la prima rivolta ai due schieramenti politici, “dialogate”, la seconda ai cittadini, “non allontanatevi dalla politica”.
    Entrambe attualizzate mai attuate. Le forze politiche, aiutate dai media e dai tanti talk show, ipocritamente, ne parlano, ne scrivono, ne discernono ma poi si accusano a vicenda per il mancato dialogo. Perché, allora, consumare energie? Non sarebbe meglio lasciar perdere e parlare d’altro?
    E se il tradizionale e retorico messaggio presidenziale, preso a strumento dello scontro politico, fosse sostituito dalla lettura dei principali articoli della Costituzione?
    Tornando alla prima esortazione, penso che in politica il confronto è importante e necessario ma non sufficiente, perché manca la legittimazione, senza la quale non può esserci dialogo alcuno.
    Legittimazione significa rispetto dell’avversario e delle sue idee. Ma oggi è più semplice la loro demonizzazione, ricorrendo a figure retoriche forti e spesso lesive non solo della dignità dei destinatari ma anche e di più di chi le pronuncia.
    I politici nostrani, sicuramente non mancano le eccezioni, hanno determinato con piena convinzione, questa che, insensatamente, chiamano strategia. Screditare gli avversari politici è ormai lo sport preferito dai politici. E’ come giocare alla playstation. Ma è solo un gioco al massacro dove a perdere è solo “la vita democratica”.
    Tornare nei binari della correttezza democratica non è facile e con una simil classe politica è quasi impossibile in quanto l’interesse collettivo è subordinato a quello personale e più estesamente a quello di partito, considerato strumento di potere e di prevaricazione, rampa di lancio.
    Diventa, quindi, sempre più difficile parlare di primato della politica, ormai vista dai cittadini come professione molto redditizia, come affare. I politici non più al servizio dei cittadini nel rispetto delle istituzioni ma al servizio di sé stessi con l’uso ad personam delle istituzioni.
    “Fare politica”diventa un bisness ed entrare in politica significa risolvere la propria situazione economica.
    A questo punto l’esortazione volta ai giovani di partecipare alla politica per rinnovarla e migliorarla diventa puro velleitarismo. E’ un pour parler, per non perdere l’abitudine.
    Ma come si fa a dire, e per di più ai giovani, di partecipare alla vita politica quando, e lo sappiuamo tutti, non c’è possibilità di farlo, in quanto la strada è disseminata di ostacoli insormontabili, primo tra tutti l’alto grado gereontologico di tutto l’apparato dirigenziali (all’epoca di Breznev erano gia vecchi)?
    Le più alte cariche dello stato sono ricoperte, in ordine d’importanza, da Napolitano, Prodi, Marini, Bertinotti, e molti segretari e presidenti di partito, a parte l’età, hanno sulle spalle più di tre o quattro legislature.
    Ci si può iscrivere ad un partito, mostrare di valere e partecipare alla formulazione di progetti politici, ma senza dimenticare che la nomenclatura non accetta “eresie”, cioè contradditori, salvo non diventare un “azionista” di maggioranza (signore delle tessere).
    Si può costituire un movimento politico, ma poi ci si accorge che, pur avendo idee condivise, non si hanno i mezzi (strutture, media, denaro) per diffonderli e incidere nelle scelte.
    E se anche ciò fosse possibile…la vecchia politica ti stritola con i suoi sperimentati ingranaggi, specialmente se mostri di non accettare i suoi riti e le sue compromissioni.
    Tutto ciò in barba alla costituzione e alle regole acclarate della democrazia.
    “Homo homini lupus”, scriveva Thomas Hobbes e sembra che da allora niente sia cambiato.
    Rimaniamo in attesa di un Rinascimento, se mai ci sarà (quando penso al dopo Berlusconi-Prodi e intravedo i successori, vivo un incubo…)
    Dice il mio amico. “Dopo il disastro ci sarà la ricostruzione”.
    Ma è proprio giusto aspettare il disastro?
    Ciceruacchio

  4. #4
    email non funzionante
    Data Registrazione
    16 Jul 2002
    Località
    BRUGHERIO - MILANO
    Messaggi
    1,976
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    <B>Legge elettorale, coro di no ad Amato<br>"Le riforme le fa il Parlamento"</B>

    Giuliano Amato
    ROMA - Bocciata. Su tutti i fronti. La proposta del ministro dell'Interno Giuliano Amato di una Convenzione destinata a rilanciar il dialogo tra gli schieramenti e, soprattutto, a mettere nero su bianco una nuova legge elettorale - governo Prodi rimanendo in carica - viene accolta con freddezza dalle forze politiche. Di centrodestra, ma anche di maggioranza.

    Il vicepremiere e leader della Margherita Francesco Rutelli la liquida spiegando che "ne parleremo nella riunione che il governo terrà a Caserta". La sinistra radicale - che vede all'orizzonte il pericolo delle larghe intese - mette subito un grosso paletto. Pino Sgobio, capogruppo dei Comunisti Italiani alla Camera, spiega che la sede indonea per discutere la riforma elettorale è il Parlamento: ''L'Unione trovi la quadra al suo interno. Nessuna altra scorciatoia, che sia 'convenzione' o altro marchingegno, può essere messa in pratica''. Il verde Paolo Cento, sottosegretario all'Economia, condividendo con Sgobio l'idea che le riforme si fanno in Parlamento, si spinge a definire "la proposta del ministro Amato del tutto sbagliata". Il timore, per entrambi, è che tra la Convenzione e le larghe intese il passo sia brevissimo.

    Non a caso proprio Adolfo Urso, di Alleanza Nazionale, le paventa spiegando che "la proposta di Giuliano Amato ha un senso solo se prepara il terreno per un governo di larghe intese, altrimenti appare solo come un diversivo per far decantare la situazione".

    Stessa preoccupazione per Giovanni Russo Spena, capogruppo del Prc al Senato: "Io sono contrario alla Convenzione e l'ho già detto quando mesi fa Amato propose per la prima volta questa idea. Anche per un confronto leale con l'opposizione la sede naturale è il Parlamento, dove ci sono le condizioni per farlo, a partire dalla commissione Affari costituzionali. Se il problema è coinvolgere esperti e studiosi - prosegue l'esponente del Prc - si potrà ricorrere alle audizioni".

    Il no ad Amato arriva anche dall'Ulivo. Dario Franceschini (Margherita), capogruppo alla Camera, spiega, insieme alla sua vice Marina Sereni (Ds), che "è il Parlamento il luogo in cui si fanno le leggi e in cui si sviluppa il confronto e il dialogo tra i partiti e tra maggioranza e opposizione".

    Infine, Massimo Donadi, capogruppo alla Camera di Italia dei Valori, spiega che "bisogna fare molta attenzione a non creare strutture politiche che alla lunga si possano ritorcere contro la nostra coalizione".

    E il centrodestra? Critiche da Lega, Forza Italia, e anche da An. Per il Carroccio parla Roberto Calderoli: "In Italia le leggi le fanno gli organi costituzionalmente a ciò deputati e nella nostra costituzione non si trova traccia di convenzioni o similari". Il vice-coordinatore di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto, insiste invece sulla tesi che nessuna riforma è possibile se resta in carica l'attuale governo che ha prodotto un deterioramento dei rapporti politici tale da non poter "essere surrogato con la nomina di una commissione, formata da persone acculturate e volenterose e magari non caratterizzata dal dominio dell'ala estrema del centrosinistra come avviene per il governo". Quindi chiosa definendo l'idea di Amato "il sogno di una notte di mezzo inverno".

    Infine Sandro Bondi definisce la proposta del ministro Amato "molto confusa e contraddittoria, anche se lodevole in un panorama segnato soltanto dalle polemiche e dalle invettive". Mentre Urso insiste che
    oggi "di tutto abbiamo bisogno tranne che di perdere altro tempo e soprattutto di dibattere sul nulla".

    (5 gennaio 2007)
    Ciceruacchio

  5. #5
    email non funzionante
    Data Registrazione
    16 Jul 2002
    Località
    BRUGHERIO - MILANO
    Messaggi
    1,976
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    ROMA - Fa discutere la proposta del ministro dell'Interno Giuliano Amato: una Convenzione destinata a rilanciar il dialogo tra gli schieramenti e, soprattutto, a mettere nero su bianco una nuova legge elettorale, col governo Prodi in carica. In serata Romano Prodi fa un'apertura a metà. Più netta, dopo iniziali incertezze, la segreteria ds: "E' una proposta che tiene alto il confronto, non in contrapposizione con il lavoro che sta facendo Chiti".


    Berlusconi fa trapelare la sua soddisfazione. ""E' come se volesse aprire gli occhi a questa maggioranza". Nello staff del Cavaliere si tende a sottolineare "il dato politico" che emerge dall'intervista. "Ho molto apprezzato" ha fatto sapere l'ex premier. "Niente di innovativo - fa notare un collaboratore del Cavaliere - ma per la prima volta c'è un esponente del governo che apre al dialogo e legittima completamente il ruolo di interlocutore del leader del più grande partito d'Italia".

    Il vicepremiere e leader della Margherita Francesco Rutelli liquida invece la proposta spiegando: "Ne parleremo nella riunione che il governo terrà a Caserta". Più chiaro Pierluigi Castagnetti, vicepresidente della Camera: "Giudico la proposta interessante".

    La sinistra radicale - che vede all'orizzonte il pericolo delle larghe intese - mette subito un grosso paletto. Pino Sgobio, capogruppo dei Comunisti Italiani alla Camera, spiega che la sede indonea per discutere la riforma elettorale è il Parlamento: ''L'Unione trovi la quadra al suo interno. Nessuna altra scorciatoia, che sia 'convenzione' o altro marchingegno, può essere messa in pratica''. Il verde Paolo Cento, sottosegretario all'Economia, condividendo con Sgobio l'idea che le riforme si fanno in Parlamento, si spinge a definire "la proposta del ministro Amato del tutto sbagliata". Il timore, per entrambi, è che tra la Convenzione e le larghe intese il passo sia brevissimo.

    Non a caso proprio Adolfo Urso, di Alleanza Nazionale, le paventa spiegando che "la proposta di Giuliano Amato ha un senso solo se prepara il terreno per un governo di larghe intese, altrimenti appare solo come un diversivo per far decantare la situazione".

    Stessa preoccupazione per Giovanni Russo Spena, capogruppo del Prc al Senato: "Io sono contrario alla Convenzione e l'ho già detto quando mesi fa Amato propose per la prima volta questa idea. Anche per un confronto leale con l'opposizione la sede naturale è il Parlamento, dove ci sono le condizioni per farlo, a partire dalla commissione Affari costituzionali. Se il problema è coinvolgere esperti e studiosi - prosegue l'esponente del Prc - si potrà ricorrere alle audizioni".

    Il no ad Amato arriva anche da parti dell'Ulivo. Dario Franceschini (Margherita), capogruppo alla Camera, spiega, insieme alla sua vice Marina Sereni (Ds), che "è il Parlamento il luogo in cui si fanno le leggi e in cui si sviluppa il confronto e il dialogo tra i partiti e tra maggioranza e opposizione".

    Massimo Donadi, capogruppo alla Camera di Italia dei Valori, spiega che "bisogna fare molta attenzione a non creare strutture politiche che alla lunga si possano ritorcere contro la nostra coalizione".

    Favorevole Marco Follini, Italia di Mezzo. "La proposta della convenzione è ovvia, saggia e seria. Trattandosi di Amato non dirò che è l'uovo di Colombo. Diciamo che è l'uovo di Amato. Va da sè, però, che un apparato così importante non può fermarsi alla legge elettorale ma dovrà sciogliere i nodi istituzionali".

    E il resto del centrodestra? Critiche da Lega, Forza Italia, e anche da An. Per il Carroccio parla Roberto Calderoli: "In Italia le leggi le fanno gli organi costituzionalmente a ciò deputati e nella nostra costituzione non si trova traccia di convenzioni o similari". Il vice-coordinatore di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto, insiste invece sulla tesi che nessuna riforma è possibile se resta in carica l'attuale governo che ha prodotto un deterioramento dei rapporti politici tale da non poter "essere surrogato con la nomina di una commissione, formata da persone acculturate e volenterose e magari non caratterizzata dal dominio dell'ala estrema del centrosinistra come avviene per il governo". Quindi chiosa definendo l'idea di Amato "il sogno di una notte di mezzo inverno".

    Infine Sandro Bondi definisce la proposta del ministro Amato "molto confusa e contraddittoria, anche se lodevole in un panorama segnato soltanto dalle polemiche e dalle invettive".
    Ciceruacchio

  6. #6
    email non funzionante
    Data Registrazione
    16 Jul 2002
    Località
    BRUGHERIO - MILANO
    Messaggi
    1,976
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    I grandi partiti e le riforme

    Prima l'accordo politico, poi la Convenzione

    di

    Angelo Panebianco


    In politica, spesso, il valore di una proposta non sta nella proposta in sé ma in ciò che evoca senza dirlo apertamente. Tale sembra l'idea del ministro Giuliano Amato di dare vita a una Convenzione che si occupi della riforma elettorale. Le possibilità che la proposta venga accolta sono oggi nulle. Ma Amato ha comunque raggiunto due obiettivi. Ha segnalato l'insoddisfazione di una parte del centrosinistra per lo stato dei rapporti fra maggioranza e opposizione (non casualmente la proposta ha ricevuto l'apprezzamento di Silvio Berlusconi). E ha lanciato un avvertimento sotto traccia ai piccoli partiti della maggioranza: l'eccessivo potere di ricatto di cui oggi godono non potrà durare in eterno. Il ridimensionamento di quel potere di ricatto, sottintende Amato, deve necessariamente passare per un accordo, in materia elettorale, fra le grandi forze politiche. Il ministro della Difesa, Arturo Parisi, ha «rilanciato» nella sua intervista al Corriere di ieri: l'eventuale Convenzione dovrebbe occuparsi non solo di legge elettorale ma anche di forma di governo, ossia di riforma costituzionale. Quasi certamente non se ne farà nulla, essendo quelli che sono oggi i rapporti interni alla maggioranza e fra la maggioranza e l'opposizione. Ma, almeno, in questo modo, voci autorevoli si incaricano di ricordare all'opinione pubblica quanto inadeguato resti, per le esigenze di una democrazia moderna, il nostro assetto istituzionale. Chi scrive pensa che con l'esito del referendum del giugno scorso, che bocciò la riforma del centrodestra, si sia chiusa per molti anni a venire la possibilità di cambiare la Costituzione. Venti e passa anni di sforzi falliti hanno inequivocabilmente dimostrato che la forma di governo non è riformabile per via parlamentare. Converrebbe forse metterci una pietra sopra e non parlarne più. D'altra parte, l'inadeguatezza del sistema costituzionale si perpetua e continua a pesare sulla azione dei governi.
    Bisognerebbe allora, quanto meno, mettere a frutto quanto abbiamo appreso dai fallimenti passati, fare tesoro dell'esperienza. Abbiamo appreso che non serve dare vita a Commissioni (o Convenzioni) con il compito di trovare un accordo politico per le riforme. Bisognerebbe invertire il percorso: partire da un accordo fra i grandi partiti sul contenuto della riforma, lasciando poi, eventualmente, al (rapido) lavoro di una qualche Commissione la messa a punto dei dettagli. In concreto, una riforma della forma di governo richiederebbe un preventivo accordo fra le grandi forze politiche e la formazione di un governo a termine (con pochi mesi di vita) sostenuto da quelle stesse grandi forze, col compito di realizzare la riforma costituzionale a tempo di record e di lasciare subito dopo la parola agli elettori. Naturalmente, basta solo enunciare l'ipotesi per rendersi conto del suo assoluto irrealismo. Non resta che sperare che l'annunciato referendum sulla legge elettorale apra la via a processi di riaggregazione politica a sinistra e a destra. Se riaggregazioni si realizzeranno nel sistema partitico italiano, se resteranno in campo alla fine solo poche grandi forze, allora anche la pagina della riforma costituzionale potrà forse essere riaperta. Ma, sicuramente, non prima di allora. Come all'inizio degli anni Novanta resta solo, di fronte all'impasse istituzionale, la prospettiva della spallata esterna, la cosiddetta «pistola puntata» del referendum. Una pistola che molti sono (siamo) desiderosi di puntare.
    07 gennaio 2007
    Ciceruacchio

  7. #7
    email non funzionante
    Data Registrazione
    16 Jul 2002
    Località
    BRUGHERIO - MILANO
    Messaggi
    1,976
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    LA CONVENZIONE DEL DOTTOR “MOLTO” SOTTILE


    Ministri, segretari di partito, portavoce fanno a gara a esternare e a fare proposte, anche non richieste.
    Non poteva mancare, data la sua autorità di ex presidente del consiglio, il ministro Amato che, alunno diligente, ha prontamente risposto all’appello del presidente della Repubblica, proponendo una Convenzione sulla riforma elettorale.
    La Convenzione, come afferma il dottor molto sottile, ”nominata dal parlamento” sarà “estesa anche ai non parlamentari (docenti, giuristi, saggi di estrazione diversa)” mentre Prodi potrà portare avanti con serenità l’attività di governo.
    Amato è uno che vale, un creativo, e la proposta è stata un lampo di genio.
    Non essendo il solo estemporaneo-creativo della coalizione di governo, si ha l’impressione che il povero Prodi passi più tempo ad esaminare questo flusso di idee geniali che a governare.
    Rientra sicuramente nella normalità che ministri, segretari di partito, portavoce, elaborino proposte ed esprimano pareri personali, ma è grave che le troppe esternazioni su ogni problema avvengano nella libertà più completa che rasenta l’anarchia.
    Un governo, seppur diviso in ministeri, è un corpo unico coordinato da un presidente, oggi Prodi, che, in quanto primus inter pares, merita almeno il rispetto di essere informato.
    Diversamente, l’esternazione diventa prevaricazione e indebolisce il ruolo del premier, creando confusione diffusa e dando all’opposizione occasione di critiche e attacchi che portano gli elettori a dubitare e all’allontanamento.
    Ritorno alla Convenzione perché vorrei fare al ministro Amato alcune semplici domande per capire:
    - detta Convenzione rapprese il seguito della non dimenticata e fallimentare bicamerale allargata ai non parlamentari?
    - I partiti non rappresentati in Parlamento avranno diritto di rappresentanza tra i non parlamentari?
    - Quale procedura seguirà il Parlamento per nominare i parlamentari?
    - Chi insidierà la Convenzione, un parlamentare o un …saggio?
    - I partiti presenti in parlamento saranno rappresentato in relazione ai voti presi alle elezioni?
    - Il parlamentare dovrà essere in possesso di una specifica qualifica?
    - Tra i docenti, quali: quelli di diritto, di storia, d’informatica…?
    - Perché sono stati esclusi i pensionati, e le casalinghe e i disoccupati…?
    - Quali doti dovrà possedere in non parlamentare per essere definito “saggio” e tra i saggi chi sarà il più saggio?
    - Cosa si intende per “estrazione diversa, è riferita allo status ideologico, sociale, fisico…?
    - Se l’estrazione è riferita all’ideologia, saranno ancora i partiti a indicarli, tenendo sempre conto della rappresentatività parlamentare?
    - Di quanti membri sarà composta la Convenzione?
    - Come si arriverà alla formulazione della proposta che poi il Parlamento approverà (sarà il Parlamento ad approvarla, o no?); sarà votato ogni singolo articolo o la proposta nella sua unicità; per voto palese o segreto?
    - e se tra i saggi capiterà un senatore a vita, potrà votare o all’uopo sarà approvata una norma?
    - Sarà stabilito un tempo di conclusione dei lavori?
    - Saranno previste consulenze esterne e quale budget sarà assegnato?
    Alle tante domande ne aggiungo un’ultima: perché non proporre una Costituente eletta direttamente dal popolo che potrebbe interessarsi anche della Costituzione?
    Non voglio che il ministro prenda sul serio le mie troppe domande e non pretendo alcuna risposta che potrebbero distogliere la sua attenzione dal grave compito che gli è stato assegnato, perché la mia è solo una esercitazione retorica.
    Viviamo in un Paese libero dove c’è libertà di espressione e dove è opinabile che ciò possa portare ad alimentare confusione e imbarazzo, specie in momenti di grave crisi d’immagine.
    Avrei finito, ma il mio amico, il solito rompiscatole, mi fa notare che l’uscita di Amato è stata quanto meno intempestiva in quanto c’era in atto una iniziativa dell’onorevole Ghiti in nome e per conto del governo e sarebbe stato corretto aspettarne l’esito. E poi, continua, cosa ci sta a fare il Parlamento?
    Anche il mio amico, con la sua logica disarmante, ha ragione?
    Ciceruacchio

  8. #8
    email non funzionante
    Data Registrazione
    16 Jul 2002
    Località
    BRUGHERIO - MILANO
    Messaggi
    1,976
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Dibattito sul riformismo, nuovo contributo dell'economista che ha lasciato polemicamente i Ds


    Conviene partire dalla sera dell'ultimo dell' anno. Conviene partire dalle parole del Capo dello Stato sulla distanza fra la politica e la società e dal suo invito agli italiani a colmare quella distanza, a tornare a guardare alla politica non più come altro da sé. E dal corrispondente invito alla politica a dare di sé un'immagine tale da giustificare una ritrovata fiducia da parte dei cittadini. Parole sante, come si dice. Ma, sia detto con il massimo rispetto per chi le ha pronunciate, forse anche parziali. Perché il punto non è tanto - a mio modestissimo parere - quello del rumore della politica (che, sia chiaro, c'è ed è spesso molto sgradevole) ma quello, assai più serio, della qualità della politica che quel rumore sottende. Una qualità che porta oggi gli italiani non già all'irritazione e all'invettiva ma all'indifferenza. A considerare la politica come un peso di cui non è possibile liberarsi ma che, appunto, è solo un peso. Fastidioso e spesso ingiustificato. Maprima di affrontare quel punto, una premessa è essenziale, a scanso di equivoci. Chi scrive pensa non solo, come si dice con una punta di retorica, che i partiti sono uno strumento essenziale della democrazia, ma che la politica si fa, in primis, dentro e con i partiti. Comprendendone il ruolo, interpretandone i rituali, rispettandone le forme, ricordandone la storia, percorrendone tutte le articolazioni. Tutte attività non sempre gratificanti e a volte anche un pochino noiose ma senza le quali non si comprende, al tempo stesso, la durezza e la ricchezza della politica.
    E chi scrive ne è tanto convinto che nel 2001 - memore della indicazione di Mitterrand ad un noto intellettuale francese del suo tempo - non ha chiesto di essere candidato a Siena o a Modena (nessuno si offenda, per favore, ho fatto solo due esempi) ma in un collegio meridionale saldamente tenuto da parecchi anni dagli avversari. Ciò detto, torniamo alla qualità della politica. Allentatosi il vincolo della ideologia, la politica è oggi più di tante altre cose, credibilità. Credibilità della classe politica nel suo insieme e credibilità dei singoli che fanno politica. E una politica credibile è quella che crede in quello che dice ed in quello che fa, o che cerca di fare. E' tutto qui il dibattito sul riformismo che andiamo facendo da qualche tempo o, meglio, da qualche anno. Non riguarda solo i risultati - che pure sono piuttosto magri - ma la convinzione che dovrebbe animare i protagonisti di quel dibattito. Cosa pensereste di un grande manager che oggi indica nel mercato cinese una opportunità da non mancare e promette, di lì a qualche tempo, di sbarcarci in forze e poi, qualche tempo dopo, vi dice che sì, poi, in fondo, il mercato cinese non è così importante? E cosa pensereste di un leader politico che a novembre annuncia urbi et orbi che per marzo il paese avrà messo un punto fermo sui temi della riforma previdenziale e poi a gennaio conclude che, in La citazione fondo, la cosa non è poi così urgente? Non pensereste quello che pensano molti italiani? E, gentilmente, non si tiri fuori l'argomento francamente un po' deboluccio relativo alle difficoltà entro le quali quotidianamente si muove la politica. Alla fatica - che c'è, lo sappiamo - della costruzione politica. Alla incertezza degli esiti: sappiamo anche questo, si può vincere e si può perdere. Il punto è un altro: da una classe politica si chiede - avrei voluto scrivere, si pretende - che spenda il proprio tempo a pensare come evitare o superare quelle difficoltà. La politica - mi si perdoni la franchezza - non è pagata per raccontare ai cittadini gli ostacoli che incontra giorno dopo giorno ma per superarli. Se ne è capace. E se non ne è, per lasciare ad altri la possibilità di provarci. Le difficoltà in cui si dibatte, giorno dopo giorno, l'odierna azione di governo sono il frutto malato di cinque anni di opposizione in cui - anche grazie a qualche editoriale domenicale non sempre illuminato - non un solo giorno è stato speso per costruire la cultura e le condizioni che sarebbero servite a governare e non è lecito, oggi, usare quelle difficoltà come un'attenuante. (E l'argomento vale, mutatis mutandis, per il governo della passata legislatura.) Si è seminato male e quindi si raccoglie poco. E si è seminato male perché non si credeva fino in fondo in quel che si diceva di voler fare. Una politica credibile è una politica che rischia e che si assume responsabilità. Che si espone al pericolo di perdere perché solo così si vince.
    Che non trasforma un grande progetto politico come quello del Partito democratico - evidentemente difficile e rischioso - in un piccolo espediente tattico. Per quel pochissimo che capisco di politica mi sembra di poter sommessamente dire che non si costruisce un partito con un solo punto nell'agenda: consolidare gli equilibri esistenti. Politici e di potere (benedetti intellettuali! continuo a non riuscire a non tenere separate le due cose). Vedere per credere come, a livello locale, si vanno preparando i prossimi congressi. In molte regioni d'Italia (almeno una la conosco piuttosto bene) l'attività politica oggi prevalente è quella relativa alla attenta allocazione delle tessere ed al relativo "traffico". Perché il congresso non comporti il minimo rischio. Perché tutto sia noto e definito in anticipo. Perché le minoranze non manchino e le maggioranze siano definite per residuo. Nulla di nuovo e tanto meno di sorprendente. Lo si faceva anche negli anni d'oro della Prima Repubblica. Per quel che ricordo, spesso con più stile e certamente con più fantasia. Il punto grave è che tutto questo accade non già in vista di congressi di routine ma addirittura nella prospettiva di scelte che dovrebbero cambiare il modo stesso di essere della politica italiana. Che dovrebbero chiudere una transizione (che, ovviamente, non a caso è infinita). Come si può - lo chiedo a Michele Salvati - contemplare senza battere ciglio una abdicazione della politica di questa portata? Come si può, con il sorriso sulle labbra, esporre il sistema politico italiano - prima ancora che alcune sue parti - a pericoli fin troppo evidenti, perché partiti così sono costruiti sulla sabbia e possono scomparire al primo risultato elettorale non troppo esaltante, lasciando dietro di sé - e nel migliore dei casi - solo macerie? Come si può non vedere che l'Italia cresciuta, economicamente e socialmente, nell' ultimo quindicennio di un partito costruito su basi culturali e politiche così fragili non saprebbe che farsene e cercherebbe altrove le risposte alle proprie domande?
    Se il Partito democratico fallirà - mi rivolgo ancora a Michele Salvati - non sarà a ragione di subdole ed infide iniziative trasversali (e, sia detto per inciso, è più subdolo ed infido discutere con Bruno Tabacci di pensioni o trattare sulla legge elettorale con Roberto Calderoli?), ma sarà a causa della mancanza di coraggio di chi pensa che il rischio sia pane quotidiano per le famiglie e per le imprese ma non per la politica. Una politica credibile è una politica che rispetta le regole. Che non si limita, giustamente, a chiedere giornalmente ai cittadini di rispettare le regole ma che rispetta essa per prima le regole che alla politica si applicano. E ce n'è una, in molti paesi e soprattutto in quelli che il maggioritario ce lo hanno da tempo, che non è nemmeno scritta: chi perde abbandona il campo. Definitivamente (salvo straordinarie eccezioni). Sia che perda elettoralmente, sia che perda politicamente (chiedere, per ulteriori dettagli, a Margaret Thatcher). E non è una astruseria. Ma una semplice - rozza, lo ammetto - norma di garanzia. Intesa ad evitare che chi c'è usi del proprio indubbio potere per rimanere. E, gentilmente, si eviti a questo punto di alzare il dito per osservare che nuove classi politiche all'orizzonte non si vedono. Perché non sappiamo se l'impresa entrante ci offrirà prodotti di qualità migliore e a un prezzo inferiore, ma consideriamo un bene pubblico il fatto che possa provarci e lo tuteliamo come tale. La politica italiana - credo di averlo detto e scritto in tempi non sospetti - è oggi guidata (al di là dei meriti o dei demeriti dei singoli) da due leadership entrambe sconfitte. E quindi automaticamente, inevitabilmente, al di là della loro volontà e delle loro capacità, non più credibili. Della politica non possiamo fare a meno. Quindi, quel che fa la differenza è la qualità della politica. Si può fare politica per una vita intera senza mai farla veramente e farla per un giorno solo mettendoci la passione di una intera vita.
    Nicola Rossi
    08 gennaio 2007
    Ciceruacchio

  9. #9
    email non funzionante
    Data Registrazione
    16 Jul 2002
    Località
    BRUGHERIO - MILANO
    Messaggi
    1,976
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Trattato sulla coerenza, di Silvio Berlusconi
    (da Carta Canta - Marco Travaglio)

    "La nuova legge elettorale (il Mattarellum, nda) è una legge scellerata... Farebbe fare al Paese un salto indietro nella Storia... Saremmo governati da una minoranza che diventa maggioranza solo grazie agli automatismi di questa legge... Sono favorevole al doppio turno, cioè a una scelta più meditata, ragionevole, che consenta agli elettori di rendersi ben conto al momento del voto quali sono le forze in campo, il loro programma e i loro alleati. E di capire dove si andrà a finire se vince l'uno o l'altro schieramento... Un sistema a doppio turno con il ballottaggio... Farò una calda raccomandazione: dovete cambiare subito questa legge, non potete lasciare al Paese un'eredità così devastante... Basterebbe applicare alle elezioni politiche le stesse norme delle Amministrative che regolano il ballottaggio" (Silvio Berlusconi a La Stampa, 23 novembre 1993)

    "Occorre subito una legge col sistema uninominale a doppio turno" (Silvio Berlusconi, 24 febbraio 1994)

    "Bisogna preparare in fretta nuove regole elettorali con il sistema uninominale a doppio turno" (Silvio Berlusconi, 24 dicembre 1994)

    "Non escludo miglioramenti alla legge elettorale, si potrebbe ripensare al doppio turno" (Silvio Berlusconi, 26 aprile 1995)

    "Credo che si possa anche prendere in considerazione, da parte di tutti, il doppio turno" (Silvio Berlusconi a il Messaggero, 12 gennaio 1996)

    "Nessuno di noi si attacca a questa legge elettorale. Ho parlato con i nostri costituzionalisti: ci sono varie forme di doppio turno" (Silvio Berlusconi, 23 gennaio 1996)

    "Sono per il doppio turno di coalizione: io non ho mai fatto nessun passo indietro, con coerenza assoluta dico sempre le stesse cose" (Silvio Berlusconi, 7 febbraio 1998)

    "Un secco no al doppio turno alla francese ed una 'disponibilità' a discutere modifiche dell'attuale legge elettorale. E' questa una delle conclusioni cui si è giunti nel corso di un incontro ad Arcore tra Silvio Berlusconi e i vertici di Forza Italia" (Ansa, 8 gennaio 2007)

    "Forza Italia è aperta a tutte le trattative e a tutte le ipotesi, pur essendo contraria ad un sistema a doppio turno che favorisce le forze di centrosinistra e penalizza il centrodestra" (Paolo Bonaiuti, portavoce di Berlusconi, Ansa, 10 gennaio 2007)

    Ultimissime: Silvio Berlusconi si starebbe orientando verso il sistema mona-nominale a triplo turno rovesciato carpiato, con doppio avvitamento alla thailandese, premierato delle Isole Tonga, con successive possibilità di incrocio fra mattarellum e porcarellum.
    Ciceruacchio

  10. #10
    Repubblica
    Ospite

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Nando Biondini Visualizza Messaggio
    Trattato sulla coerenza, di Silvio Berlusconi
    (da Carta Canta - Marco Travaglio)

    "La nuova legge elettorale (il Mattarellum, nda) è una legge scellerata... Farebbe fare al Paese un salto indietro nella Storia... Saremmo governati da una minoranza che diventa maggioranza solo grazie agli automatismi di questa legge... Sono favorevole al doppio turno, cioè a una scelta più meditata, ragionevole, che consenta agli elettori di rendersi ben conto al momento del voto quali sono le forze in campo, il loro programma e i loro alleati. E di capire dove si andrà a finire se vince l'uno o l'altro schieramento... Un sistema a doppio turno con il ballottaggio... Farò una calda raccomandazione: dovete cambiare subito questa legge, non potete lasciare al Paese un'eredità così devastante... Basterebbe applicare alle elezioni politiche le stesse norme delle Amministrative che regolano il ballottaggio" (Silvio Berlusconi a La Stampa, 23 novembre 1993)

    "Occorre subito una legge col sistema uninominale a doppio turno" (Silvio Berlusconi, 24 febbraio 1994)

    "Bisogna preparare in fretta nuove regole elettorali con il sistema uninominale a doppio turno" (Silvio Berlusconi, 24 dicembre 1994)

    "Non escludo miglioramenti alla legge elettorale, si potrebbe ripensare al doppio turno" (Silvio Berlusconi, 26 aprile 1995)

    "Credo che si possa anche prendere in considerazione, da parte di tutti, il doppio turno" (Silvio Berlusconi a il Messaggero, 12 gennaio 1996)

    "Nessuno di noi si attacca a questa legge elettorale. Ho parlato con i nostri costituzionalisti: ci sono varie forme di doppio turno" (Silvio Berlusconi, 23 gennaio 1996)

    "Sono per il doppio turno di coalizione: io non ho mai fatto nessun passo indietro, con coerenza assoluta dico sempre le stesse cose" (Silvio Berlusconi, 7 febbraio 1998)

    "Un secco no al doppio turno alla francese ed una 'disponibilità' a discutere modifiche dell'attuale legge elettorale. E' questa una delle conclusioni cui si è giunti nel corso di un incontro ad Arcore tra Silvio Berlusconi e i vertici di Forza Italia" (Ansa, 8 gennaio 2007)

    "Forza Italia è aperta a tutte le trattative e a tutte le ipotesi, pur essendo contraria ad un sistema a doppio turno che favorisce le forze di centrosinistra e penalizza il centrodestra" (Paolo Bonaiuti, portavoce di Berlusconi, Ansa, 10 gennaio 2007)

    Ultimissime: Silvio Berlusconi si starebbe orientando verso il sistema mona-nominale a triplo turno rovesciato carpiato, con doppio avvitamento alla thailandese, premierato delle Isole Tonga, con successive possibilità di incrocio fra mattarellum e porcarellum.
    La coerenza...

 

 
Pagina 1 di 10 12 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Riforma costituzionale e riforma elettorale- fase di dibattito
    Di Haxel nel forum Archivio della Comunità di Pol
    Risposte: 11
    Ultimo Messaggio: 17-09-13, 14:47
  2. riforma elettorale
    Di _andrea_ nel forum Il Termometro Politico
    Risposte: 69
    Ultimo Messaggio: 21-03-08, 23:39
  3. riforma elettorale
    Di iproscritti nel forum Destra Radicale
    Risposte: 33
    Ultimo Messaggio: 21-09-05, 22:38
  4. la riforma elettorale
    Di Penelope (POL) nel forum Centrodestra Italiano
    Risposte: 3
    Ultimo Messaggio: 15-09-05, 18:12
  5. Riforma Elettorale
    Di cornelio nel forum Destra Radicale
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 28-05-03, 00:08

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito