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Risultati da 1 a 10 di 25
  1. #1
    kalashnikov47
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    Predefinito Apocalypto: si comincia...

    In nuovo film di Gibson comincia a fare venire l'orticaria alla sinistra (alla destra no, non si interessa di film di autore, solo di film-panettone).
    I primi commenti sono: violento, sanguinolento, feroce...
    Questo è un giudizio sul metodo. Poi, arriverà quello sul merito, e allora chissà quanto strilleranno le anime belle.

  2. #2
    kalashnikov47
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  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da kalashnikov47 Visualizza Messaggio
    In nuovo film di Gibson comincia a fare venire l'orticaria alla sinistra (alla destra no, non si interessa di film di autore, solo di film-panettone).
    I primi commenti sono: violento, sanguinolento, feroce...
    Questo è un giudizio sul metodo. Poi, arriverà quello sul merito, e allora chissà quanto strilleranno le anime belle.
    trattasi di film che mostra una società senza cristianesimo, ergo critiche a non finire , non è bello per certuni sapere certe cose, specie quanto possa essere bruta una società pagana, come poi diventerà questa, grazie pure alla chiesa di roma citta pagana per eccellenza

  4. #4
    itaglia stato canaglia
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    Che stiano demonizzando Gibson perchè farà un film sulla unidà d'idaglia?

    http://roccobiondi.blogspot.com/2006...-briganti.html

    http://www.assointerlucana.org/2006/...-film-sul.html

  5. #5
    kalashnikov47
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    Citazione Originariamente Scritto da Annoni Visualizza Messaggio
    Che stiano demonizzando Gibson perchè farà un film sulla unidà d'idaglia?

    http://roccobiondi.blogspot.com/2006...-briganti.html

    http://www.assointerlucana.org/2006/...-film-sul.html

    Credo che questo film non lo faranno nemmeno uscire nelle sale itagliane.

  6. #6
    kalashnikov47
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    Citazione Originariamente Scritto da Ken il warriero Visualizza Messaggio
    trattasi di film che mostra una società senza cristianesimo, ergo critiche a non finire , non è bello per certuni sapere certe cose, specie quanto possa essere bruta una società pagana, come poi diventerà questa, grazie pure alla chiesa di roma citta pagana per eccellenza

    temo che la tesi di Gibson sia un ceffone per i progressisti di tutte le risme.
    Credo che il film insinui che non furono i Conquistadore cattolici a distruggere i Maya...Ma furono i Maya e gli altri popoli tenuti in servitù a distruggersi.
    Cadrebbe un pilastro della "leggenda nera" che i protestanti costruirono intorno alle Spagne cattoliche.

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Ken il warriero Visualizza Messaggio
    roma citta pagana per eccellenza
    Belin! Non offendere il paganesimo vero;
    roma è una città atea. Fonte e sede di malvagità fine a sé stessa.
    Nient'altro.

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da Eridano Visualizza Messaggio
    Belin! Non offendere il paganesimo vero;
    roma è una città atea. Fonte e sede di malvagità fine a sé stessa.
    Nient'altro.

    Il paganesimo dei popoli Indoeuropei (cioè di razza caucasica) tra cui Celti e Germani.....e anche i Greci, i Persiani....ecc...ecc....che era infinitamente + evoluto di quello di altre razze in giro per il pianeta.
    Il film mette finalmente in luce le tare della razza amerindia.
    Non solo, ma va letto come un invito a evitare la messicanizzazione degli USA.

    Per quel che riguarad la Cristianizzazione delle americhe.
    Vero, il cattolicesimo ha eliminato i sacrifici umani e introdotto notevoli miglioramenti,ma non deve divenire la scusante per ogni unione e meticciamento fra popoli cattolici.

    Quindi alla fine del discorso se vogliamo salvare il mondo dalla distruzione la soluzione è sempre quella che da anni vi vo' dicendo:

    Evitare ogni contatto con questi qui.
    http://img227.imageshack.us/img227/8016/aztecosw0.gif


    .....e nello stesso tempo toirnare a sventolare questa bandiera qui.
    http://www.confederate-flags.com/civilwarflags.jpg

  9. #9
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    Il relativismo nel tritacarne di Gibson


    di Massimo Introvigne
    L’uscita anche in Italia del film Apocalypto di Mel Gibson ha scatenato anche da noi orde di antropologi relativisti, di cui Gibson non è il vero obiettivo. Una certa corrente antropologica è soprattutto interessata a riaffermare, dopo gli attacchi di Benedetto XVI, il principio del relativismo culturale, secondo cui non esistono valori e giudizi universali, validi per tutte le culture, ma ogni azione, ogni gesto, ogni dottrina può essere giudicata soltanto all’interno della cultura in cui è nata, e solo un razzista considera una cultura come inferiore a un’altra.

    Apocalypto non è un documentario, e ci si può divertire a trovare il pelo nell’uovo, ma la rappresentazione della cultura maya come fondata sul sacrificio umano - ritenuto necessario ad assicurare il potere dello Stato e la fertilità delle donne - è coerente con la ricerca storica più recente. Nel 2003 David Stuart, uno storico e antropologo dell’Università di Harvard, ha pubblicato sulla rivista Arqueología Mexicana un articolo su L'ideologia del sacrificio tra i Maya che ha fatto molto rumore. Riassumendo le ricerche di decine di antropologi forensi, Stuart mostra come la collaborazione fra le moderne tecniche di analisi dei siti archeologici e la storia smentisce definitivamente ogni teoria secondo cui i maya sarebbero stati più «pacifici» degli aztechi e il sacrificio umano tra di loro relativamente raro. Soprattutto, Stuart - che è co-autore di quattro fondamentali volumi sui maya - relega fra le anticaglie l’argomento, che sentiamo ripetere fino alla nausea in questi giorni in Italia, che vuole i «codici» spagnoli impegnati a diffamare i maya per giustificare le azioni dei conquistadores. Al contrario, al di là di qualche possibile esagerazione sul numero dei sacrificati - che gli spagnoli non potevano certo quantificare con gli argomenti della ricerca moderna -, le descrizioni di corpi sventrati, cuori estratti, bambini offerti in sacrificio agli dei e massacri di massa, che Gibson riprende, sono sostanzialmente fedeli. Un’altra sciocchezza, spiega Stuart, è che i maya si cibassero della carne umana dei sacrifici per rimediare a un deficit di proteine. No: quella del sacrificio umano per i maya era un’ideologia, ed era al centro di tutta la loro cultura.

    Ma proprio qui sta il problema. Secondo il relativismo antropologico, ogni giudizio è chiuso nel cerchio della cultura di chi lo emette. Chi siamo noi per giudicare i maya? Né esistono valori universali in base ai quali si potrebbe sostenere che una cultura fondata sul sacrificio umano è - da questo punto di vista - inferiore, per esempio, a una cultura cristiana fondata sul perdono e la compassione. Ma, una volta accettato il presupposto, non ci si ferma ai maya. Così, diventa comprensibile (forse) escludere la poligamia nella nostra cultura, che da oltre duemila anni non la pratica. Ma sarebbe una forma di «imperialismo culturale» impedire di praticarla ai musulmani, anche quando vengono da noi. E così via.

    Benedetto XVI ha invece ricordato nel suo messaggio per la Giornata della pace 2007 che esiste una legge naturale, una «grammatica scritta nel cuore dell’uomo», che vale per tutte le culture e sulla cui base le culture possono essere giudicate, contro ogni relativismo. Apocalypto e Mel Gibson possono anche non piacere, ma la vera posta in gioco della discussione è questa.

  10. #10
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    La violenza al cinema? Il porno è molto peggio


    di Stefano Zecchi
    Mettiamo a confronto gli effetti di un atto di violenza particolarmente efferato e un atto sessuale particolarmente crudo. La domanda facile e immediata che chiede una risposta semplice e sincera è la seguente: un atto sessuale esibito in tutta la sua crudezza è più grave di un’efferata violenza?

    Prima di rispondere spiego il perché di questo apparentemente bizzarro confronto e della successiva domanda. Il motivo mi è suggerito da tutto questo gran discutere sul film Apocalypto che, quanto a violenza, ne possiede un campionario tanto fantasioso da scomodare perfino un intervento del nostro ministro della Cultura, nonché vicepremier, Francesco Rutelli.

    Per coloro che a tutt’oggi si fossero interessati di cose più importanti di quel film, riassumerò dicendo che Apocalypto racconta gli ultimi tempi di sopravvivenza sul nostro pianeta della civiltà Maya, rappresentandola come un’accozzaglia di maniaci assassini e violentatori. Se, per caso, qualcuno fosse interessato a conoscere la verità sulle straordinarie civiltà precolombiane si legga il volume dello storico William Prescott, pubblicato dall’editore Einaudi e vada a vedere un altro film.

    Rutelli, dunque, sconsiglia la visione di Apocalypto ai minori, non perché è un grossolano e volgare falso storico, ma per le due ore di violenze senza un attimo di tregua né per i cattivi del film né per quei poveracci di spettatori seduti in sala. Il punto di vista di Rutelli non è neppure originale, perché Apocalypto è stato vietato ai minori in Paesi assolutamente democratici che non temono di essere additati come fanatici e oscurantisti censori. Olanda, Irlanda, Germania, Stati Uniti hanno vietato ai minori il film: noi, con una discreta originalità, no. E allora ritorniamo a quel confronto e a quella domanda con cui avevo incominciato.

    Un atto sessuale esibito in tutta la sua crudezza è più grave dell’immagine di un’efferata violenza?

    Si faccia subito attenzione, per favore, che la questione è esclusivamente relativa al problema dell’educazione degli adolescenti: per un adulto la questione neppure si dovrebbe porre, perché è auspicabile che abbia acquisito sufficienti strumenti intellettuali per razionalizzare alla benemeglio sia le immagini pornografiche che quelle violente. Ma per un adolescente? Per lui sono assolutamente più diseducative le immagini pornografiche.

    Tutta la nostra cultura si è sviluppata sull’idea catartica della violenza: la troviamo nel primo grande libro dell’Occidente, l’Iliade, nelle tragedie greche, ce ne parla il filosofo Aristotele. La violenza insegna all’uomo il modo di guardare il male del mondo e superarlo: atti violenti estremi, eroici, eccezionali anche nella loro possibilità di essere replicati da comuni mortali, ma che comunque costringono proprio il comune mortale a fare i conti con se stesso e con la storia, con le regole che salvaguardano la comunità dalla sua autodistruzione violenta e con l’eventuale infrazione delle regole qualora sia doveroso difendersi dalla violenza che dall’esterno minaccia una comunità. La violenza nelle sue immagini e simbologie ha sempre avuto nella nostra cultura una essenziale funzione educativa degli adolescenti, sia insegnando il rispetto delle regole e dell’ordine, sia formando una coscienza eroica quando si trattava di sacrificare se stessi per la salvezza di altri.

    Noi oggi dimentichiamo tutto questo e nel contempo siamo diventati assolutamente permissivi, nei confronti degli adolescenti, per ciò che riguarda erotismo e pornografia che costituiscono reali minacce distruttive della personalità di un giovane. Naturalmente la morale sessuale va modernizzata, deve andare al passo con i tempi. Tuttavia a nessuno sfuggirà che ha molta più influenza sull’educazione l’erotismo volgare, la pornografia, ormai diffusi anche nei fumetti, che immagini violente. D’altra parte si pensi come la simbolizzazione di un atto violento è catartico e liberatorio dalla violenza stessa, mentre la simbolizzazione della sessualità porta a un’ossessione maniacale e,come spesso si vede in giro, alla violenza più brutale.

    E allora si può rimanere perplessi per il grande clamore suscitato da un film come Apocalypto, essenzialmente idiota, e al silenzio di chi ha alte responsabilità di fronte alla diffusione variegata e copiosa di erotismo mercificato e di pornografia che producono nichilismo e degrado della personalità adolescenziale.

 

 
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