Marco Travaglio-5 gennaio 2007
Dopo sette mesi di feroce regime comunista, il Cavalier Bellachioma ha staccato, con le quattro holding di sua proprietà, un assegnino da 215 milioni di euro. Un record mai visto nel pur roseo passato: il doppio rispetto alla cedola del 2005, grazie all’ennesimo primato storico dei dividendi e dei profitti: 135 milioni di utili, contro i 106 del 2005. Le holding in questione – informa il Sole-24 ore – sono le Italiana 1, 2, 3, e 8. che controllano il 61,13% della Fininvest. Un anno fa l’intero sistema holding, formato dalle 7 casseforti che custodiscono il 100% del Biscione, distribuì alla famiglia «appena» 141 milioni (107 al solo Cavaliere); e nel 2004 «soltanto» 79,
Detto in soldoni, Bellachioma è - se possibile - ancor più ricco di prima. E se, sul miglioramento della finanza pubblica, si litiga tra chi sostiene che è dovuto al governo Prodi e chi ribatte che è un'eredità del governo Berlusconi, sul boom della finanza privata del Cavaliere non ci sono dubbi: è tutto merito del suo governo. La pioggia di miliardi nelle sue tasche, se ci fosse un po' di giustizia e un briciolo di gratitudine, andrebbe divisa con i vari Gasparri, Frattini, Schifani, Maccanico, Pecorella, Ghedini e così via, artefici delle varie leggi su misura che hanno salvato Bellachioma dai processi, consacrato il suo conflitto d'interessi e risparmiato alle sue tv la fastidiosa incombenza di rispettare le sentenze della Consulta, garantendo un'escalation borsistica altrimenti improbabile. Almeno un cestino per Natale questi re magi, ben più numerosi dei tre del presepe, se lo sono guadagnato.
Ma un pensierino riconoscente lo meriterebbe anche l'Unione, che in sette mesi di governo, è riuscita a non toccare nemmeno una di quelle leggi vergogna, procrastinando anzi il monopolio berlusconiano illegale e incostituzionale sulla tv commerciale e stabilendo che, finché lui resta all'opposizione, il suo impero mediatico non costituisce conflitto d'interessi. Così potrà usarlo comodamente per tornare al governo. «A Berlusco', ricordate de l'amici!», implorava il Rutelli di Corrado Guzzanti nel 2001. Ora quella battuta ha sostituito il programma dell'Unione: quella che Curzio Maltese ha ribattezzato «coa(li)zione a ripetere», impegnata com'è a ricascare in tutti gli errori già commessi nel 1996-2001.
Il primo è quello di dare un'altra volta per morto il Cavaliere. Mentre l'acuto Franco Giordano della famosa «sinistra radicale» invita a «evitare l'antiberlusconismo», peraltro mai visto da quelle parti, Silvio viene eletto «uomo dell'anno» da un sondaggio Ispo-Sky. Conserva la maggioranza nel Cda Rai, con l'ottima cinquina che nominò direttore l'incompatibile Meocci, causando all'azienda un danno da 14 miliardi di euro. La nota pasionaria Gigliola Cinquetti deve difendersi dai fulmini di Giovanardi, Landolfi e Del Noce per avere osato nominare i pacs invano. Sui giornali e in tv si continua a parlare di quello che vuole Lui e a non parlare di quello che non vuole Lui (vedi il risalto dato al comma che manda in prescrizione i reati contabili, subito abrogato, rispetto al silenzio sulla legge ex Cirielli, mai abrogata, che manda in prescrizione migliaia di reati penali; per quelli che rischiavano di evitarla, è arrivato l'indulto extralarge).
Previti, in attesa di passare ai servizi sociali in una onlus per bambini poveri, resta parlamentare sebbene da maggio sia interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, difeso a spada tratta dal suo nuovo avvocato, il presidente ds della Provincia di Lecce Giovanni Pellegrino. La Scala di Milano annulla il "Candide" di Bernstein perché vi compare, insieme a Chirac, Blair, Bush e Putin, un Berlusconi in slip. E mentre non passa giorno senza che si scoprano nuove porcherie nella commissione Mitrokhin e nel Sismi, fervono i preparativi per un bel «dialogo» con Bellachioma su misteriose «riforme istituzionali». Senza dimenticare la legge elettorale «porcata», imposta un anno fa dallo stesso Berlusconi che ora accusa l'Unione di non volerla riformare insieme a Lui.
Mentre Lui prepara la riscossa, i suoi presunti avversari discutono del sesso degli angeli e naturalmente danno per certo il suo imminente ritiro dalla politica, trascurando colpevolmente l'inquietante annuncio di James Bondi: «Solo una donna potrà sostituire Berlusconi». Dal che si desume che, nel misterioso ricovero di Cleveland, Bellachioma ha cambiato sesso.