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    Arrow Anche gli inglesi confermano:Israele pronto all’attacco atomico sull’Iran

    Domenico Savino
    08/01/2007
    Ora anche The Sunday Times (1) conferma quello che da mesi Maurizio Blondet va dicendo da questo giornale on-line e che cioè un attacco militare all’Iran è prossimo e sarà condotto da Israele con l’uso di atomiche tattiche.
    Col solito linguaggio cifrato si lascia intendere che questa è forse solo un’opzione per costringere Teheran a desistere dal proposito di dotarsi di tecnologia nucleare (pur se civile, si badi!) e può anche sembrare solo una voce appena un po’ più avanzata delle molte che sono circolate nel corso degli ultimi mesi.
    Questa volta però il dettaglio delle informazioni fa capire che il progettato attacco è molto avanzato, che gli addestramenti proseguono senza sosta e che non era affatto una gaffe quella fatta dal premier Olmert durante un’intervista ad una TV tedesca, secondo cui «Teheran apertamente, esplicitamente e pubblicamente minaccia di cancellare Israele dalla mappa. Potete dire che questo è lo stesso livello, quando stanno aspirando ad avere armi nucleari, di Stati Uniti, Francia, Israele e Russia?». (2)
    Per la prima volta Israele ammetteva esplicitamente di avere l’atomica.
    I portavoce del premier israeliano si sono affrettati a spiegare che le parole erano state presentate fuori contesto, dichiarando che «il premier stava elencando le nazioni responsabili, non quelle che possiedono un arsenale».
    Oramai però ai più la frittata sembrava fatta.
    Il Deputato Yuval Steinitz affermava che quelle parole hanno sbriciolato 50 anni di teoria dell’ambiguità.
    La bomba in cantina è venuta fuori, in Medio Oriente le armi di distruzione di massa uno Stato ce l’ha e quello Stato è Israele.
    Ma non è stata un gaffe o un’imprudenza, sembra davvero una strategia.



    Serve per preparare l’opinione pubblica ad un attacco che non dovrebbe andare oltre il prossimo mese di marzo, probabilmente non oltre la metà di marzo, con una nuova guerra che consentirà verosimilmente ad Israele di intervenire anche in Libano, per «difendersi» dalla reazione Hezbollah, scatenata dall’attacco atomico contro l’Iran e piegare in un colpo solo Teheran e Damasco, annettendosi anche il sud del Libano e completando il soffocamento della popolazione palestinese.
    Per allora le nostre forze di interposizione, inviate lì dal governo Prodi, potrebbero essere indotte a lasciare libero il campo, con le buone o con le cattive.
    Insomma questa volta se gli USA non hanno la volontà di intervenire, ci penserà Israele a sporcarsi le mani in prima persona.
    Al più ci sarà una reprimenda internazionale, si brucerà qualche bandiera con la stella di Davide, ci sarà un senatore Guzzanti qualsiasi che comporrà una nuova lirica noachide sulla spada fiammeggiante di Giuda, ma nessuno condannerà Israele: come sempre contro ogni anatema basterà inalberare il vessillo della shoah e chi oserà condannare lo Stato ebraico sarà marchiato a fuoco come antisemita.
    Ovunque nel mondo ci saranno intellettuali e giornalisti che pur deplorando l’uso della forza, rimarcheranno le gravi responsabilità dell’Iran, che voleva cancellare Israele dalla carta geografica.
    Chissà se ci sarà qualcuno a far notare che nel frattempo è l’Iran ad essere stato spazzato via o, come avviene con i palestinesi, si dirà che sono i palestinesi a voler gettare a mare gli israeliani. Ecco perché questi ammazzano anche i bambini sulla spiaggia di Gaza.
    Per difendersi, solo per difendersi…



    In ogni caso questo è l’articolo del «The Sunday Times».
    Leggete e vedrete che il copione è già scritto: «Israele ha elaborato i programmi segreti per distruggere le attrezzature di arricchimento dell’uranio dell’Iran con armi nucleari tattiche. Due squadroni israeliani dell’aeronautica si stanno addestrando per fare scoppiare un’ attrezzatura iraniana, usando bombe nucleari a basso potenziale (Bunker-busters), secondo parecchie fonti militari israeliane. L’attacco sarebbe il primo con le armi nucleari dal 1945, dalle bombe atomiche lanciate dagli Stati Uniti su Hiroshima e Nagasaki. Le armi israeliane avrebbero ciascuna una potenza equivalente ad un quindicesimo della bomba di Hiroshima. Secondo i piani, bombe laser teleguidate convenzionali aprirebbero ‘i tunnel’ negli obiettivi. ‘Mini-nukes’, allora dovranno immediatamente essere sparati nell’impianto di Natanz, esplodendo nel sottosuolo profondo; per ridurre il rischio di ricaduta radioattiva verrà dato semaforo verde; con una sola missione ed un solo colpo il progetto nucleare iraniano sarà demolito, ha commentato una delle fonti. I programmi, rilevati a Sunday Times la scorsa settimana, sono stati suggeriti in parte dalla valutazione del servizio di intelligence israeliano del Mossad, secondo cui l’Iran è sul punto di produrre abbastanza uranio arricchito per costruire armi nucleari in due anni. I comandanti militari israeliani ritengono che gli attacchi convenzionali possano non essere più sufficienti per distruggere le attrezzature di arricchimento sempre più bene - difese. Vari siti sono stati costruiti sotto almeno 70 piedi di calcestruzzo e roccia. Fonti superiori hanno detto che ‘tuttavia le bombe nucleari a basso potenziale (Bunker-busters) sarebbero usate soltanto se un attacco convenzionale fosse escluso e se gli Stati Uniti rifiutassero di intervenire’. I funzionari israeliani ed americani sono venuti a contatto parecchie volte per valutare l’azione militare. Analisti militari hanno detto che il disvelamento dei piani potrebbe essere inteso come strumento per esercitare una pressione su Teheran ad arrestare l’arricchimento, per persuadere l’America con le lusinghe all’azione o per ammorbidire in anticipo l’opinione pubblica mondiale in vista di un attacco israeliano.
    Alcuni analisti hanno avvertito che la rappresaglia iraniana per un tale attacco potrebbe oscillare dalla rottura delle forniture di petrolio all’Occidente ad attacchi terroristi contro gli obiettivi ebrei nel mondo.
    Israele ha identificato tre principale obiettivi a sud di Teheran che sono ritenuti coinvolti nella predisposizione del programma nucleare dell’Iran:
    - Natanz, dove vengono installate migliaia di centrifughe per l’arricchimento dell’uranio.
    - un’installazione di conversione dell’uranio vicino ad Ispahan in cui, secondo una dichiarazione del vice presidente iraniano, la settimana scorsa, 250 tonnellate di gas per il processo di arricchimento sono state immagazzinate in tunnel.
    - un reattore ad acqua pesante ad Arak, che in futuro potrebbe produrre abbastanza plutonio per una bomba».



    «I funzionari israeliani credono che distruggere tutti e tre i siti ritarderebbe indefinitamente il programma nucleare dell’Iran e in secondo luogo preverrebbe Israele dal rischio di dover vivere nel timore ‘di un secondo Olocausto’. Il governo israeliano ha avvertito ripetutamente che non permetterà mai che siano costruite armi nucleari in Iran, il cui presidente, Mahmoud Ahmadinejad, ha dichiarato che ‘Israele deve essere cancellato dalla carta geografica’.
    Robert Gates, nuovo segretario alla Difesa degli Stati Uniti, ha descritto l’azione militare contro l’Iran come ‘ultima risorsa’, che condurrà i funzionari israeliani a concludere che sarà lasciato a loro l’attacco. I piloti israeliani nelle scorse settimane sono volati a Gibilterra per addestrarsi per il viaggio di andata e ritorno di 2.000 miglia sugli obiettivi iraniani. Sono stati tracciati tre possibili itinerari, compreso uno passando sulla Turchia. Gli squadroni dell’aeronautica di stanza ad Hatzerim nel deserto del Negev e a Tel Nof, a sud di Tel Aviv, si sono addestrati per utilizzare le armi nucleari tattiche di Israele nella missione. Le esercitazioni sono state effettuate sotto la supervisione del generale maggiore Eliezer Shkedi, comandante dell’aeronautica israeliana. Le fonti vicino al Pentagono hanno detto che è altamente improbabile che gli Stati Uniti diano l’approvazione all’uso delle armi nucleari tattiche. Una fonte ha dichiarato che Israele dovrebbe cercare l’approvazione ‘dopo l'evento’, come quando ha paralizzato il reattore nucleare dell’Iraq a Osirak con gli attacchi aerei del 1981.
    Gli scienziati hanno calcolato che anche se la contaminazione da bombe nucleari a basso potenziale potrebbe essere limitata, sarebbero liberate tonnellate di residui di uranio radioattivi. Gli israeliani credono che la rappresaglia dell’Iran se consistesse nel lancio dei suoi missili balistici Shehab-3 contro Israele, verrebbe contenuta dalla paura di un secondo attacco. Tuttavia, gli esperti americani hanno avvertito delle ripercussioni che ne deriverebbero, compreso le diffuse proteste che potrebbero destabilizzare settori del mondo islamico filoccidentale. Il colonnello Sam Gardiner, un consigliere del Pentagono, ad esempio ritiene che l’Iran potrebbe provare a chiudere lo Stretto di Hormuz, via di transito per il 20 % del greggio mondiale. Alcune fonti a Washington hanno detto di dubitare che Israele abbia il coraggio di attaccare l’Iran. Tuttavia il dottor Ephraim Sneh, delegato del ministro israeliano della Difesa, il mese scorso ha dichiarato: ‘Si sta avvicinando il tempo in cui Israele e la Comunità internazionale dovranno decidere se intraprendere un azione militare contro l’Iran’».

    Domenico Savino




    --------------------------------------------------------------------------------
    Note
    1) http://www.timesonline.co.uk/article...535310,00.html.
    2) Il Corriere della sera 13/12/2006, pagina 19.




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  2. #2
    alfredoibba
    Ospite

    Predefinito

    Ora si sentono fortissimi, e giocheranno di nuovo alla guerra dei mondi, in maniera più forte rispetto a come hanno fatto in Libano.

 

 

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