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  1. #1
    Omia Patria si bella e perduta
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    Predefinito [Idee] Garibaldi eroe nazionalitario?

    E' qualche mese che mi pongo il problema, di fatto del tutto ozioso, di superare la simbologia del comunismo del Novecento e di quale possa essere la simbologia di un movimento socialista e nazionalitario. La questione è importante perché una volta abbandonato il comunismo del secolo scorso e la sinistra, bisogna andare fino in fondo lasciandone cadere anche i simboli, che poi sono solo la sintesi di un certe tipo di visione del mondo e di specifiche ideologie.
    Ovviamente non ho trovato la soluzione (o non la scrivo su un forum pubblico ), ma sto rivalutando il Risorgimento italiano e la figura di Garibaldi....pur con tutti i limiti e le ideologie dell'epoca mi sembra che si possa dire che il Nizzardo combatte per la libertà dell'Italia e di tutti i popoli sia in Sudamerica che in Francia.
    Insomma un eroe nazionalitario e uno dei cardini della nostra storia comunitaria.... che tutte le forze politiche hanno appunto per questo dimenticato (gli italiani invece no).
    Vorrei chiedere un po' a tutti che cosa ne pensano di Garibaldi, del Risorgimento e, più importante, quali simboli del comunismo del '900 vanno abbandonati o conservati.
    Viva il Socialismo!
    Viva l'Italia!


  2. #2
    Omia Patria si bella e perduta
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    da : http://www.kaosedizioni.com/sch_garibaldi_memorie.htm
    Giuseppe Garibaldi
    MEMORIE


    «PREFAZIONE ALLE MIE MEMORIE
    3 luglio 1872

    Vita tempestosa, composta di bene e di male, come credo della maggior parte delle genti. Coscienza d’aver cercato il bene sempre, per me e per i miei simili. E se ho fatto il male qualche volta, certo lo feci involontariamente. Odiatore della tirannide e della menzogna, col profondo convincimento esser con esse l’origine principale dei mali e della corruzione del genere umano. Repubblicano quindi, essendo questo il sistema della gente onesta, sistema normale voluto dai più, e per conseguenza non imposto colla violenza e coll’impostura. Tollerante e non esclusivista, non capace d’imporre per forza il mio repubblicanismo; per esempio agli inglesi, se essi sono contenti col governo della regina Vittoria. E contenti che siano, repubblicano deve considerarsi il loro governo. Repubblicano, ma sempre più convinto della necessità d’una dittatura onesta e temporaria a capo di quelle nazioni, che, come la Francia, la Spagna e l’Italia, sono vittime del bizantismo il più pernicioso.

    Tutto quanto ho narrato nelle mie memorie può servir alla storia. Della maggior parte dei fatti io fui testimonio oculare.

    Fui largo di lodi ai morti, caduti sui campi di battaglia della libertà. Lodai meno i vivi, massime i miei congiunti. E quando spinto da giusto rancore contro chi m’offese, io ho cercato di placare il mio risentimento, pria di parlare dell’offesa e dell’offensore.

    In ogni mio scritto io ho sempre attaccato il pretismo più particolarmente, perché in esso ho sempre creduto trovare il puntello d’ogni despotismo, d’ogni vizio, d’ogni corruzione.

    Il prete è la personificazione della menzogna, il mentitore è ladro, il ladro è assassino, e potrei trovare al prete una serie d’infami corollari.

    Molta gente, ed io con questa, ci figuriamo di poter sanare il mondo dalla lebbra pretina coll’istruzione. Ma non sono istruiti gli uomini del privilegio governanti il mondo, che lo mantengono lupanare?

    «Libertà per tutti», si vocifera nel mondo; e si osserva tale massima anche tra i popoli meglio governati. Quindi libertà per i ladri, per gli assassini, le zanzare, le vipere, i preti! E cotesta ultima nera genìa, gramigna contagiosa dell’umanità, cariatide dei troni, puzzolente ancora di carne umana bruciata, ove signoreggia la tirannide, si siede fra i servi e conta nella loro affamata turba. Ma nei paesi liberi, essa presume a libertà, e non vuol altro; non protezione fuori della legge, non sussidii, la libertà basta al rettile; dei cretini e delle beghine non difetta il mondo; dei birbanti interessati al cretinismo ed alle superstizioni delle masse v’è sempre abbondanza!

    Sarò accusato di pessimismo; ma mi perdoni chi ha la pazienza di leggermi: oggi entro ne’ miei 65 anni, ed avendo creduto per la maggior parte della mia vita ad un miglioramento umano, sono amareggiato nel veder tanti malanni e tanta corruzione in questo sedicente secolo civile.

    Non essendo un fior di memoria, ho forse dimenticato di nominare alcuni uomini cari e meritevoli.

    Fra i chirurghi che da Montevideo a Dijon divisero meco le fatiche delle campagne militari, io ricorderò i seguenti: Odicini, chirurgo della legione di Montevideo, valse molto ai militi nostri concittadini per l’abilità non comune nella professione sua.

    Ripari, amico mio carissimo, fu mio compagno a Roma (1849), ove curommi d’una ferita. Chirurgo in capo nella spedizione dei Mille adempì col patriottismo e l’abilità che lo distinguono al difficile e nobile incarico.

    Ad Aspromonte io dovetti la conservazione del mio piede destro, e forse della vita, alle cure gentili dei chirurghi Ripari, Basile ed Albanese.

    Bertani fu chirurgo in capo delle forze da me comandate nel ’59 e ’66, e credo incontestabile la somma sua abilità come capo e come chirurgo. Anche nel ’67 egli si distinse nella sventurata pugna di Mentana.

    I distintissimi professori Partridge, Nélaton e Pirogoff, col loro generoso interesse alla pericolosa mia situazione, provarono che il vero merito, la scienza vera, non distingue confini nella famiglia umana. Ai cari dottori Prandina, Cipriani, Riboli io devo pure una parola di gratitudine, siccome al dottore Pastore.

    Il dottor Riboli in Francia, chirurgo capo dell’esercito dei Vosgi, fu contrariato da indisposizione seria ed accanita. Nondimeno, egli non mancò di prestare opera utilissima.

    Nell’apprezzamento del merito individuale d’ognuno che mi fu compagno, non pretendo certo all’infallibilità, e se commisi errore, ripeto, fu involontariamente.

    Che la società odierna sia in uno stato normale, lo lascio giudicare agli uomini di senno (4 luglio 1872).

    Gli uragani non hanno spazzato ancora l’atmosfera appestata dal puzzo dei cadaveri, e già si pensa alla rivincita. Le genti sono afflitte da malanni d’ogni specie: carestie, inondazioni, colera; che importa!, tutti s’armano sino ai denti, tutti son soldati! Il prete! Ah!, questo è il vero flagello di Dio! In Italia esso mantiene un governo codardo in una umiliazione la più degradante, e si ritempra nella corruzione, e nelle miserie del popolo! In Francia, esso spinge alla guerra quella sventurata nazione! Ed in Spagna peggio ancora: spinge alla guerra civile, capitanando bande di fanatici e seminando lo sterminio dovunque!

    Amanti della pace, del diritto, della giustizia, è forza nonostante concludere coll’assioma d’un generale americano: “La guerra es la verdadera vida del hombre!”.
    Giuseppe Garibaldi»


  3. #3
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    umh...non sono sicuro che l'Italia come la voleva (e come ha contribuito a costruire) il prode Garibaldi, fosse effettivamente un popolo.
    Credo che si sia riunito un territorio che in passato era stato unico, ma che nel frattempo si era sbiriolato in tanti piccoli sottopopoli.
    Mi riesce difficile pensare che Siciliani, Sardi, Toscani e Veneti, si autopercepissero come un popolo...poi potrei sbagliare...

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Lao-Tse Visualizza Messaggio
    umh...non sono sicuro che l'Italia come la voleva (e come ha contribuito a costruire) il prode Garibaldi, fosse effettivamente un popolo.
    Credo che si sia riunito un territorio che in passato era stato unico, ma che nel frattempo si era sbiriolato in tanti piccoli sottopopoli.
    Mi riesce difficile pensare che Siciliani, Sardi, Toscani e Veneti, si autopercepissero come un popolo...poi potrei sbagliare...

    L'etnogenesi del popolo italiano è un processo estremamente affascinante che continua ancora oggi. La nostra identità comunitaria è in continua mutazione, anche se oggi ho l'impressione che i fenomeni disgregativi siano prevalenti.
    Alle origini del popolo italiano io vede soprattutto il Dolce Stil Novo e San Francesco che predica in volgare. Poi ci sono stati tanti momenti di costruzione e il Risorgimento è uno di questi.
    Personalmente sono convinto che Dante sia molto più importante di Garibaldi nella costruzione del popolo italiano, ovvero l'unione culturale più di quella politica. Però in termini di comunicazione politica Garibaldi buca molto più di Dante e per questo lo voglio rivalutare..... non so se mi spiego

    Viva il Socialismo!
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  5. #5
    Omia Patria si bella e perduta
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    Soliloquio di un Eremita con la sua Ombra

    Parte prima – Dove si discute dottamente della virtù politica dell’Uomo della Strada e si tessono le lodi di messer Garibaldi.

    Eremita: Cara Ombra, sveglia e ascolta.
    Ombra: Caro Eremita, lasciami riposare….piuttosto aggiungi un altro po’ di legna sul focolare per riscaldare le mie vecchie ossa.
    E.: No, ascolta….questa notte non ho dormito perché sentivo un topino che scavava la sua tana e la mia mente si è messa a riflettere senza fine. Ora ho bisogno di parlare per sgravarmi di tutti i pensieri che l’affollano.
    O.: E sia! Parla dunque, ma versa qualche boccale di buon vino caldo per sciogliere la lingua e i pensieri.
    E.: Ecco il vino e ascolta. In questi anni ho molto riflettuto e molto meditato alla ricerca della Verità e di una soluzione per i problemi degli uomini, ma ora temo di non essere capace di comunicare tutto il mio sapere.
    O.: Allora Eremita ti interessi ancora degli uomini? Credevo che ti fossi ritirato in questo eremo per sfuggire il mondo e le miserie dell’umanità….
    E.: Ombra dispettosa, a che serve avere tutta la conoscenza di questo mondo se non si può condividere? Che senso ha meditare solo per se stessi? Vedi, io penso che tutti questi anni di solitudine siano una buona via per non sfuggire il mondo.
    O.: E allora dimmi quali sono i segreti di saggezza che vuoi donare agli uomini?
    E.: Dopo tutti questi anni di discussioni, li conosci meglio di me….io ho timore di non trovare nessuno disposto ad ascoltarmi.
    O.: E dici bene! L’Uomo della Strada è anticomunista, deluso della politica e non ha tempo di pensare perché troppo affaccendato nella ricerca del pane quotidiano.
    E.: Vedi cara Ombra, io ritengo di aver trovato il modo di parlare all’Uomo della Strada.
    O.: Con quale strana magia vuoi aprire il suo cuore?
    E.: Ascolta, un modo c’é…..non bisogna usare discorsi lunghi e complicati con chi non ha il tempo di pensare, ci vuole un simbolo nuovo e insieme già conosciuto che impressioni, susciti speranze e apra i cuori.
    Dimmi Ombra, a parer tuo oggi è più egemonica la parola comunismo o la parola Patria?
    O.: Certamente la Patria!
    E.: Ancora, raccoglie più consensi il tricolore o la bandiera rossa?
    O.: Il tricolore senza dubbio!
    E.: Infine, è più conosciuto Garibaldi o Gramsci?
    O.: In verità, Garibaldi.
    E.: Allora cara Ombra, hai scelto la Patria, il Tricolore e Garibaldi contro il comunismo, la bandiera rossa e Gramsci. Ma ancora una cosa, la tua scelta è di destra o di sinistra?
    O.: Buona questione! Né l’una né l’altra, la Patria, il Tricolore e Garibaldi sono simboli comunitari che appartengono a tutto un popolo e ognuno è libero di declinarli come vuole.
    E.: Allora vuoi dire che la Patria può essere comunista, il Tricolore avere un cuore rosso e Garibaldi pensare come Gramsci?
    O.: Sì, Eremita è proprio così! Hai ragione, vecchia volpe, forse l’uomo della strada che non vuole il comunismo si muoverà per la Patria comunista, per il Tricolore con il cuore rosso e per un Garibaldi che pensa come Gramsci.
    E.: Questo è la mia sogno e su tutto io ripongo le mie speranze su messer Garibaldi, il guerriero dalla camicia rossa che ha la spada in una mano e il Tricolore nell’altro.
    O.: E sia, ormai ho capito, l’eremitaggio è finito e si torna tra gli uomini. Ma prima versa un altro boccale di vino, brindiamo al bicentenario della nascita di Garibaldi e dona un po’ di pane al topino che se l’è meritato…

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da Sandokan80 Visualizza Messaggio
    Soliloquio di un Eremita con la sua Ombra

    Parte prima – Dove si discute dottamente della virtù politica dell’Uomo della Strada e si tessono le lodi di messer Garibaldi.

    Eremita: Cara Ombra, sveglia e ascolta.
    Ombra: Caro Eremita, lasciami riposare….piuttosto aggiungi un altro po’ di legna sul focolare per riscaldare le mie vecchie ossa.
    E.: No, ascolta….questa notte non ho dormito perché sentivo un topino che scavava la sua tana e la mia mente si è messa a riflettere senza fine. Ora ho bisogno di parlare per sgravarmi di tutti i pensieri che l’affollano.
    O.: E sia! Parla dunque, ma versa qualche boccale di buon vino caldo per sciogliere la lingua e i pensieri.
    E.: Ecco il vino e ascolta. In questi anni ho molto riflettuto e molto meditato alla ricerca della Verità e di una soluzione per i problemi degli uomini, ma ora temo di non essere capace di comunicare tutto il mio sapere.
    O.: Allora Eremita ti interessi ancora degli uomini? Credevo che ti fossi ritirato in questo eremo per sfuggire il mondo e le miserie dell’umanità….
    E.: Ombra dispettosa, a che serve avere tutta la conoscenza di questo mondo se non si può condividere? Che senso ha meditare solo per se stessi? Vedi, io penso che tutti questi anni di solitudine siano una buona via per non sfuggire il mondo.
    O.: E allora dimmi quali sono i segreti di saggezza che vuoi donare agli uomini?
    E.: Dopo tutti questi anni di discussioni, li conosci meglio di me….io ho timore di non trovare nessuno disposto ad ascoltarmi.
    O.: E dici bene! L’Uomo della Strada è anticomunista, deluso della politica e non ha tempo di pensare perché troppo affaccendato nella ricerca del pane quotidiano.
    E.: Vedi cara Ombra, io ritengo di aver trovato il modo di parlare all’Uomo della Strada.
    O.: Con quale strana magia vuoi aprire il suo cuore?
    E.: Ascolta, un modo c’é…..non bisogna usare discorsi lunghi e complicati con chi non ha il tempo di pensare, ci vuole un simbolo nuovo e insieme già conosciuto che impressioni, susciti speranze e apra i cuori.
    Dimmi Ombra, a parer tuo oggi è più egemonica la parola comunismo o la parola Patria?
    O.: Certamente la Patria!
    E.: Ancora, raccoglie più consensi il tricolore o la bandiera rossa?
    O.: Il tricolore senza dubbio!
    E.: Infine, è più conosciuto Garibaldi o Gramsci?
    O.: In verità, Garibaldi.
    E.: Allora cara Ombra, hai scelto la Patria, il Tricolore e Garibaldi contro il comunismo, la bandiera rossa e Gramsci. Ma ancora una cosa, la tua scelta è di destra o di sinistra?
    O.: Buona questione! Né l’una né l’altra, la Patria, il Tricolore e Garibaldi sono simboli comunitari che appartengono a tutto un popolo e ognuno è libero di declinarli come vuole.
    E.: Allora vuoi dire che la Patria può essere comunista, il Tricolore avere un cuore rosso e Garibaldi pensare come Gramsci?
    O.: Sì, Eremita è proprio così! Hai ragione, vecchia volpe, forse l’uomo della strada che non vuole il comunismo si muoverà per la Patria comunista, per il Tricolore con il cuore rosso e per un Garibaldi che pensa come Gramsci.
    E.: Questo è la mia sogno e su tutto io ripongo le mie speranze su messer Garibaldi, il guerriero dalla camicia rossa che ha la spada in una mano e il Tricolore nell’altro.
    O.: E sia, ormai ho capito, l’eremitaggio è finito e si torna tra gli uomini. Ma prima versa un altro boccale di vino, brindiamo al bicentenario della nascita di Garibaldi e dona un po’ di pane al topino che se l’è meritato…
    Scusa la totale ignoranza ma di chi è questo piccolo componimento teatrale? (almeno credo sia teatrale)...

    A luta continua

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Sandinista Visualizza Messaggio
    Scusa la totale ignoranza ma di chi è questo piccolo componimento teatrale? (almeno credo sia teatrale)...

    A luta continua
    E' un inedito parto della mente di un folle

  8. #8
    Redwolf_
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    La figura di Garibaldi è affascinante quanto quella di Guevara. Il terzomondismo (se non esotismo..) della Sinistra extrap. e ufficiale ha relegato (troppo presto..) il risorgimento e il socialismo risorgimentale.
    Alle radici di questa denigrazione (assieme all'Arditismo popolare, comunque legato al patriottismo di sinistra) vi è il totale disprezzo per l'italianità e l'unità del popolo italiano. Per me esiste una questione nazionalitaria non meno importante di quella sociale. Negli ambienti dell'antagonismo si discute spesso di lotta e salvaguardia dei popoli contro l'imperialismo, noi italiani che siamo, cacca? Il FRAP spagnuolo o la 17novembre greca non erano forse nazionalitari?

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da Sandokan80 Visualizza Messaggio
    E' un inedito parto della mente di un folle
    Insomma ci troviamo di fronte ad un originale del compagno Sandokan?
    Io l'ho trovato molto ben fatto, mi ha ricordato un pò le novelle di Leopardi per lo stile.

    A luta continua

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Redwolf_ Visualizza Messaggio
    La figura di Garibaldi è affascinante quanto quella di Guevara. Il terzomondismo (se non esotismo..) della Sinistra extrap. e ufficiale ha relegato (troppo presto..) il risorgimento e il socialismo risorgimentale.
    Alle radici di questa denigrazione (assieme all'Arditismo popolare, comunque legato al patriottismo di sinistra) vi è il totale disprezzo per l'italianità e l'unità del popolo italiano. Per me esiste una questione nazionalitaria non meno importante di quella sociale. Negli ambienti dell'antagonismo si discute spesso di lotta e salvaguardia dei popoli contro l'imperialismo, noi italiani che siamo, cacca? Il FRAP spagnuolo o la 17novembre greca non erano forse nazionalitari?
    Un analisi totalmente condivisibile. Totalmente.

    A luta continua

 

 
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