Originariamente Scritto da
hEireann
Domani sera, alle 21.30, Azione Giovani Firenze ricorderà la strage di Acca Larentia e l'assassinio di Stefano Recchioni. Toccherà a me parlare di fronte ad una platea di giovani e giovanissimi per molti dei quali i nomi di Franco, Francesco e Stefano non significano ancora niente. Ma questo non è un problema...
Il problema è un altro: ed è dentro di me. Quando mi presenterò all'incontro, domani sera, avrò da poco finito una riunione nella quale si parlerà delle dinamiche in via di sviluppo verso l'ormai prossimo congresso di Alleanza Nazionale. Proprio in questi gironi ho finito di leggere "La Fiamma e la Celtica" di Nicola Rao, con quel terzultimo capitolo, fazioso quanto vuoi, ma dedicato all nascita di AN ed allo scioglimento del MSI. Un mix a dir poco curioso. Lo scioglimento del MSI ha significato, riprendendo le parole di Fini stesso, "uscire dalla casa del padre, consapevoli che non vi faremo mai più ritorno", ha significato scrivere, nero su bianco, che "la destra politica non è figlia del fascismo", ma soprattutto ha significato, preso atto che "questo partito non nacque per restaurare il fascismo, ma per difendere una parte di memoria storica nazionale (e che) dopo 49 anni quel compito è assolto, visto che i partiti avversari - Dc, Pci, Psi, Pri e Pli - non ci sono più (e che) finisce il secolo del fascismo e del comunismo, dell'antifascismo e dell'anticomunismo" consegnare definitivamente alla storia l'esperienza missina.
Leggendo, sempre su "La Fiamma e la Celtica" il passaggio in cui Enzo Erra dice: "Quando rientrai nel partito, nel 1986, Almnirante mi cooptò nel Comitato Centrale, ma soprattutto mi fece consegnare la tessera del Msi con la data della mia iniziale iscrizione al partito, 1947, cancellando e sanando i trent'anni in cui ero restato fuori dal Msi. Per questo sono rimasto cocciutamente fino all'ultimo minuto di vita al capezzale del partito, fino alla mezzanotte di venerdì a Fiuggi. Avevo giurato a me stesso che sarei stato l'ultimo a spengere la luce e a chiudere la porta. E così ho fatto" mi chiedo non tanto cosa sia successo dopo che quella luce fu spenta, ma quante parti di quella casa si siano poi ritrovate nella nuova, dopo che qualcun'altro ha invece riacceso una luce diversa.
MSI significa testimonianza, eredità di valori, lotta per il solo gusto di lottare, emerginazione, difficoltà, rinuncia, sacrificio... MSI significa Genova 1960, gli "scontri di piazza" e gli "scontri di pizza", consumatisi in un'osteria di fiducia, davanti appunto a una pizza e una birra, tra chi si sentiva più vicino agli "entristi" Micheliniani o ai "socialisti" Almirantiani... MSI significa Valle Giulia, le botte all'università tra Caradonna e i compagni ed i "fascisti immaginari" in disparte sulle scale ad osservare la loro prima grande delusione che questo ambiente gli avrebbe dato... MSI significa fare i conti coi "camerati che sbagliano" e che reagiscono con la violenza alla violenza, significa leggere il nome di una presunta stragista e riverdci quella ragazzina quattordicenne che ti eri portato dietro quella sera a Acca Larentia quando "c'eravamo proprio tutti"... MSI significa Campo Hobbit, la bandiera rossa col solo bianco e la croce celtica nera che Almirante voleva togliere, ma che come poche altre, ha ancora oggi la capacità di farci sognare... MSI significa le lacrime e le risa di Sorrento e quelle invertite di Rimini... MSI significa anche Fiuggi, perchè no, e significa "poniamo fine all'esperienza storica del Movimento Sociale Italiano. So quanto vi costi abbandonare la casa paterna, che è stata per noi una palestra di moralità. So quanta sofferenza c'è tra noi. So di chiedervi molto. Ringrazio gli mpagabili camerati che hanno più di 70 anni per essere rimasti fedeli alle proprie convinzioni, non nel nome di un'ideologia, ma della Patria".
Ed MSI significa anche Acca Larentia. MSI significa Franco Bigonzetti. MSI significa Francesco Ciavatta. MSI significa Stefano Recchioni. Per 18 anni i ragazzi del Fronte della Gioventù hanno ricordato i loro camerati. Ogni 7 di gennaio. Questo sarà l'undicesima volta che sarà Azione Giovani a ricordarli. A volte mi chiedo se sia giusto o meno farlo... Se non abbiano ragione quelli che ogni tanto ci accusano di essere ormai democristiani e quindi di non aver più diritto di parlare di cameratismo... Quelli che ogni tanto intervengono anche su questo forum, per invitarci ad andare a commemorare De Gasperi ed Einaudi, anzichè Stefano, Franco e Francesco... Eppure quest'anno la sensazione è forte...
Inevitabilmente sarà il buio del futuro che attende il nostro partito a rendere più surreale la situazione... Ascoltare tutti i giorni uomini, donne, ragazzi, militanti, che parlano con ansia di quanto saremo finalmente il partito unico di centro destra... Il Partito Repubblicano tanto simile all'amato pachidermide americano... Che parlano con disarmante naturalezza della nostra "patria-occidente", di "guerra di civiltà"... Che sobbalzano sulla sedia di fronte al televisore quando "arrivano i nostri!!!", ma i "nostri" non sono più gli indiani a cavallo degli sbiaditi film-western anni '70, quanto piuttosto i cingolati marcati "US Army" che avanzano nel deserto iracheno o tra le colline afghane... Come può tutto questo convivere con quel "camerati... A-ttenti!" che domani serà dovrò gridare al termine del ricordo dei fatti del 1978 nel quartiere Tuscolano a Roma? Come potranno fondersi e non cozzare nella mia mente le immagini delle bandiere americane ed israeliane, sempre più spesso presenti ai nostri cortei e fieramente sventolate dai numerosi giovani fans della Fallaci, con quelle braccia tese che domani sera saluteranno il ricordo di Franco, Francesco e Stefano?
Incerto e sbandato, perso tra mille contraddizioni e mille dubbi, a voi va il mio ricordo e il mio ringraziamento egoista per il vostro sacrificio, che è servito senza dubbio più a me che a voi.
Franco Bigonzetti. Francesco Ciavatta. Stefano Recchioni. Presenti!
Torse