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    Predefinito Per liberare il pensiero economico

    Per liberare il pensiero economico
    IL MANIFESTO
    Crollano i mercati, dove sono i loro apologeti? In tutto il mondo ricco travolto dalla crisi, la «scienza triste» è sotto critica e autocritica. In Italia, l'Associazione Paolo Sylos Labini ha scritto e sottoposto alla pubblica discussione un «manifesto per la libertà del pensiero economico». Sbilanciamoci.info aderisce a tale manifesto, che chiede all'economia di tornare alla realtà e al pensiero economico di uscire dagli steccati in cui si è confinato negli ultimi decenni. Ecco la prima parte del testo.
    1. La teoria dominante è in crisi
    Oggi dopo anni di atrofizzazione si affaccia un nuovo sentire al quale la scienza economica deve saper dare una risposta. La crisi globale in atto segna un punto di svolta epocale. Come in tanti hanno rilevato, oggi entrano in crisi le teorie economiche dominanti e il fondamentalismo liberista che da esse traeva legittimazione e vigore. Queste teorie non avevano colto la fragilità del regime di accumulazione neoliberista. Esse hanno anzi partecipato alla edificazione di quel regime, favorendo la finanziarizzazione dell'economia, la liberalizzazione dei mercati finanziari, il deterioramento delle tutele e delle condizioni di lavoro, un drastico peggioramento nella distribuzione dei redditi e l'aggravarsi dei problemi di domanda. In tal modo esse hanno contribuito a determinare le condizioni della crisi. È necessario ricondurre l'economia ai fondamenti etici che avevano ispirato il pensiero dei classici.
    2. È urgente riaprire il dibattito
    È urgente riaprire il dibattito sulle fondamenta delle diverse impostazioni teoriche presenti nel campo economico. Occorre respingere l'idea - una giustificazione di comodo per tanti economisti e commentatori economici mainstream - che esista una sola verità nella scienza economica. Occorre dare spazio alle teorie alternative - keynesiana, classica, istituzionalista, evolutiva, storico-critica nella ricchezza delle loro varianti - nell'insegnamento e nella ricerca. Occorre adeguare ai tempi i nostri strumenti, assumendo l'analisi di genere nei nostri studi. È necessario dare «diritto di tribuna» ad ogni nuova idea economica nel segno della libertà e del libero confronto. Le concentrazioni di potere (nelle università, nei centri di ricerca nazionali e internazionali, nelle istituzioni economiche nazionali e internazionali, nei media), come quelle che hanno favorito nella fase più recente l'accettazione acritica del fondamentalismo liberista, debbono essere combattute.
    3. Economia al servizio delle persone
    La scienza economica dev'essere intesa in modo ampio, senza definizioni unilaterali e con piena apertura all'interscambio con le altre scienze sociali. L'obiettivo della ricerca dovrebbe consistere nella comprensione della realtà sociale che ci circonda, come premessa per scelte politiche dirette a migliorare la condizione di vita delle persone e il bene comune.
    4. Metodo non più fine a se stesso
    A questo fine va indirizzato l'utilizzo delle tecniche disponibili, dall'analisi storiografica a quella econometrica, dall'analisi delle istituzioni alla costruzione di modelli matematici, senza preclusione verso alcuna tecnica ma allo stesso tempo senza che la raffinatezza tecnica dell'analisi divenga un obiettivo autoreferenziale, fonte di conformismo e di appiattimento nella formazione delle giovani leve di economisti. Per questo, va favorito un confronto critico tra impostazioni diverse.
    (testo completo: Home - Sbilanciamoci e Paolo Sylos Labini

  2. #2
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    Predefinito Rif: Per liberare il pensiero economico

    Citazione Originariamente Scritto da spring Visualizza Messaggio
    Per liberare il pensiero economico
    IL MANIFESTO
    Crollano i mercati, dove sono i loro apologeti? In tutto il mondo ricco travolto dalla crisi, la «scienza triste» è sotto critica e autocritica. In Italia, l'Associazione Paolo Sylos Labini ha scritto e sottoposto alla pubblica discussione un «manifesto per la libertà del pensiero economico». Sbilanciamoci.info aderisce a tale manifesto, che chiede all'economia di tornare alla realtà e al pensiero economico di uscire dagli steccati in cui si è confinato negli ultimi decenni. Ecco la prima parte del testo.
    1. La teoria dominante è in crisi
    Oggi dopo anni di atrofizzazione si affaccia un nuovo sentire al quale la scienza economica deve saper dare una risposta. La crisi globale in atto segna un punto di svolta epocale. Come in tanti hanno rilevato, oggi entrano in crisi le teorie economiche dominanti e il fondamentalismo liberista che da esse traeva legittimazione e vigore. Queste teorie non avevano colto la fragilità del regime di accumulazione neoliberista. Esse hanno anzi partecipato alla edificazione di quel regime, favorendo la finanziarizzazione dell'economia, la liberalizzazione dei mercati finanziari, il deterioramento delle tutele e delle condizioni di lavoro, un drastico peggioramento nella distribuzione dei redditi e l'aggravarsi dei problemi di domanda. In tal modo esse hanno contribuito a determinare le condizioni della crisi. È necessario ricondurre l'economia ai fondamenti etici che avevano ispirato il pensiero dei classici.
    2. È urgente riaprire il dibattito
    È urgente riaprire il dibattito sulle fondamenta delle diverse impostazioni teoriche presenti nel campo economico. Occorre respingere l'idea - una giustificazione di comodo per tanti economisti e commentatori economici mainstream - che esista una sola verità nella scienza economica. Occorre dare spazio alle teorie alternative - keynesiana, classica, istituzionalista, evolutiva, storico-critica nella ricchezza delle loro varianti - nell'insegnamento e nella ricerca. Occorre adeguare ai tempi i nostri strumenti, assumendo l'analisi di genere nei nostri studi. È necessario dare «diritto di tribuna» ad ogni nuova idea economica nel segno della libertà e del libero confronto. Le concentrazioni di potere (nelle università, nei centri di ricerca nazionali e internazionali, nelle istituzioni economiche nazionali e internazionali, nei media), come quelle che hanno favorito nella fase più recente l'accettazione acritica del fondamentalismo liberista, debbono essere combattute.
    3. Economia al servizio delle persone
    La scienza economica dev'essere intesa in modo ampio, senza definizioni unilaterali e con piena apertura all'interscambio con le altre scienze sociali. L'obiettivo della ricerca dovrebbe consistere nella comprensione della realtà sociale che ci circonda, come premessa per scelte politiche dirette a migliorare la condizione di vita delle persone e il bene comune.
    4. Metodo non più fine a se stesso
    A questo fine va indirizzato l'utilizzo delle tecniche disponibili, dall'analisi storiografica a quella econometrica, dall'analisi delle istituzioni alla costruzione di modelli matematici, senza preclusione verso alcuna tecnica ma allo stesso tempo senza che la raffinatezza tecnica dell'analisi divenga un obiettivo autoreferenziale, fonte di conformismo e di appiattimento nella formazione delle giovani leve di economisti. Per questo, va favorito un confronto critico tra impostazioni diverse.
    (testo completo: Home - Sbilanciamoci e Paolo Sylos Labini
    meglio che non scriva ciò che penso

  3. #3
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    Predefinito Rif: Per liberare il pensiero economico

    Citazione Originariamente Scritto da Feliks Visualizza Messaggio
    meglio che non scriva ciò che penso
    hihihiiih...scrivi scrivi

  4. #4
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    Predefinito Rif: Per liberare il pensiero economico

    Citazione Originariamente Scritto da Palvesario Visualizza Messaggio
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  5. #5
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    Predefinito Rif: Per liberare il pensiero economico

    di là avevo risposto questo

    mamma mia, non so da dove cominciare.

    potrei cominciare dal fatto che questo "manifesto" è un totale nonsense, dal momento che la comunità accademica è totalmente aperta alle teorie che possano spiegare la realtà. è aperta al contrario delle altre sette "eterodosse", che invece prosperano in italia, grazie alla mentalità mafiosa che c'è.

    dunque, se la comunità accademica non si caga di striscio le boiate inutili che vengono pubblicate in ambito "eterodosso", il motivo è che sono proprio boiate inutili.

    dunque, cari "eterodossi", meno piagnistei, meno mafia e più lavoro, se volete esser ascoltati.
    ma mò provo ad argomentare meglio

  6. #6
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    Predefinito Rif: Per liberare il pensiero economico

    Ok, tendenzialmente è un testo che denota una ignoranza abissale del vastissimo panorama della scienza economica. Vediamo:

    1. La teoria dominante è in crisi
    Oggi dopo anni di atrofizzazione si affaccia un nuovo sentire al quale la scienza economica deve saper dare una risposta. La crisi globale in atto segna un punto di svolta epocale. Come in tanti hanno rilevato, oggi entrano in crisi le teorie economiche dominanti e il fondamentalismo liberista che da esse traeva legittimazione e vigore. Queste teorie non avevano colto la fragilità del regime di accumulazione neoliberista. Esse hanno anzi partecipato alla edificazione di quel regime, favorendo la finanziarizzazione dell'economia, la liberalizzazione dei mercati finanziari, il deterioramento delle tutele e delle condizioni di lavoro, un drastico peggioramento nella distribuzione dei redditi e l'aggravarsi dei problemi di domanda. In tal modo esse hanno contribuito a determinare le condizioni della crisi.
    Boh, a me pare che sta "rivoluzione liberista" non sia mai avvenuta. L'unico cambiamento rilevante negli ultimi trenta anni dal punto di vista della politica economica è stato l'abbandono dell'idea che si possa utilizzare una relazione non strutturale come quella fra disoccupazione e inflazione per la politica economica. Per il resto, se il muro di Berlino è crollato e i lavoratori hanno perso potere contrattuale a partire dal 1980 non è certo colpa degli economisti.
    È necessario ricondurre l'economia ai fondamenti etici che avevano ispirato il pensiero dei classici.
    Eh?


    2. È urgente riaprire il dibattito
    È urgente riaprire il dibattito sulle fondamenta delle diverse impostazioni teoriche presenti nel campo economico. Occorre respingere l'idea - una giustificazione di comodo per tanti economisti e commentatori economici mainstream - che esista una sola verità nella scienza economica. Occorre dare spazio alle teorie alternative - keynesiana, classica, istituzionalista, evolutiva, storico-critica nella ricchezza delle loro varianti - nell'insegnamento e nella ricerca. Occorre adeguare ai tempi i nostri strumenti, assumendo l'analisi di genere nei nostri studi. È necessario dare «diritto di tribuna» ad ogni nuova idea economica nel segno della libertà e del libero confronto. Le concentrazioni di potere (nelle università, nei centri di ricerca nazionali e internazionali, nelle istituzioni economiche nazionali e internazionali, nei media), come quelle che hanno favorito nella fase più recente l'accettazione acritica del fondamentalismo liberista, debbono essere combattute.
    Esiste una comunità accademica. Mondiale. A parte l'italia, ovunque il merito si basa sulla produzione scientifica, ovvero di teorie che siano in grado di spiegare il mondo. Posso dire che ci sono migliaia di giovani economisti costantemente e disperatamente alla ricerca di una idea qualsiasi, purché buona. Ossia che sia in grado di rappresentare scientificamente un fenomeno. Non riesco quindi a capire cosa voglia dire "diritto di tribuna". Se c'hai un'idea buona, lavoraci, presentala nei seminari e pubblicala. Ho visto saccheggiata la medicina, la biologia, la meccanica quantistica. Il mondo accademico è apertissimo e dà il benvenuto a chiunque abbia una buona idea.

    3. Economia al servizio delle persone
    La scienza economica dev'essere intesa in modo ampio, senza definizioni unilaterali e con piena apertura all'interscambio con le altre scienze sociali. L'obiettivo della ricerca dovrebbe consistere nella comprensione della realtà sociale che ci circonda, come premessa per scelte politiche dirette a migliorare la condizione di vita delle persone e il bene comune.
    Non riesco bene a capire cosa voglia dire, a parte la frase ad effetto.


    4. Metodo non più fine a se stesso
    A questo fine va indirizzato l'utilizzo delle tecniche disponibili, dall'analisi storiografica a quella econometrica, dall'analisi delle istituzioni alla costruzione di modelli matematici, senza preclusione verso alcuna tecnica ma allo stesso tempo senza che la raffinatezza tecnica dell'analisi divenga un obiettivo autoreferenziale, fonte di conformismo e di appiattimento nella formazione delle giovani leve di economisti. Per questo, va favorito un confronto critico tra impostazioni diverse.
    Tutto questo ovviamente già avviene, quindi non capisco proprio che senso abbia sta frase.


    Insomma, quello che credo è che sto pilotto viene dalla setta degli sraffiani, che fondamentalmente basano tulla la loro analisi sul modellino di sraffa, che è puramente matematico e che fonda le sue conclusioni (la famosa indeterminatezza del salario o del capitale) sulle ipotesi e sulla forma funzionale del modello.
    Se questo filone avesse avuto qualche cosa di importante da dire sul funzionamento del mondo economico, fidatevi che ora non sarebbe confinato nelle riserve indiane (Roma3, Siena, Sannio), e noi non leggeremmo questi inutili piagnistei.
    Poi vabbé, c'è gente che ha passato la vita a criticare puntigliosamente l'aggregazione nel modello di solow, e non si è neanche preoccupata di sviluppare una teoria alternativa che sia abbastanza convincente.

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    Predefinito Rif: Per liberare il pensiero economico

    Un mio prof. (non mi ricordo quale) diceva che Sraffa si era dedicato per tutta la vita a fare critiche sterili. Non ho mai saputo se fosse vero perché non mi sono mai messo a studiare oltre ai testi didattici..
    Al ballottaggio vota: MANFR-BRUNIK 5:

  8. #8
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    Predefinito Rif: Per liberare il pensiero economico

    Citazione Originariamente Scritto da jack Visualizza Messaggio
    Un mio prof. (non mi ricordo quale) diceva che Sraffa si era dedicato per tutta la vita a fare critiche sterili. Non ho mai saputo se fosse vero perché non mi sono mai messo a studiare oltre ai testi didattici..
    è l'idea che mi son fatto anche io di tutta quell'area lì

  9. #9
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    Predefinito Rif: Per liberare il pensiero economico

    Citazione Originariamente Scritto da Feliks Visualizza Messaggio
    è l'idea che mi son fatto anche io di tutta quell'area lì
    Reitero la mia dichiarazione di ignoranza e ti chiedo: perché Sraffa non è buono?
    Al ballottaggio vota: MANFR-BRUNIK 5:

  10. #10
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    Predefinito Rif: Per liberare il pensiero economico

    Citazione Originariamente Scritto da jack Visualizza Messaggio
    Reitero la mia dichiarazione di ignoranza e ti chiedo: perché Sraffa non è buono?
    La prima è una impressione "a pelle" di tutta quella scuola lì. Parlano un linguaggio incomprensibile e si capiscono solo fra loro; ad aprire un paper loro ti trovi di fronte un gigantesco muro di testo di citazioni, rigorosamente della stessa cricca, annegate in inestricabili grovigli argomentativi. Poi questo continuo piagnisteo sul "non ci vogliono ascoltare"... GRAZIE AL C...O! non vi fate capire! Il dibattito inoltre è fermo dagli anni settanta, perché pare che allora Samuelson gli diede ragione su una inutile pippa filosofica sulla natura del capitale. Da allora, senza aver creato una teoria alternativa, si dichiarano portatori della verità unica, e si riuniscono in sessioni di odio intenso verso i "neoclassici", che non se li cagano di striscio.

    Dal punto di vista tecnico, per quello che ho capito, è una teoria che si basa su funzione di produzione Leontief e assume esogenità e inelasticità nell'offerta dei fattori. L'indeterminatezza del salario esce fuori da lì, chissà perché...

    Una storia molto triste insomma. Però godono di una enorme considerazione a sinistra, pur essendo assolutamente antimarxisti. Questo perché tuonano contro "il pensiero unico dominante" e quindi sono bravi e buoni.
    Ultima modifica di Feliks; 16-02-10 alle 00:22

 

 
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