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Discussione: Correzione Malandrina

  1. #11
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    Infatti non è la Radio Maria italiana.

    La Radio Marya (con la Y) polacca è una radio antisemita ultraconservatrice che, a quanto riferisce la stampa polacca e non solo, ha organizzato dei pulman per cattedrale per sostenere Wielgus.

    Radio Marya è l'ispiratrice e sostenitrice dei gemelli Kaczynski che governano la Polonia e la vogliono riportare nel medioevo.

  2. #12
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    Allora:
    Il Papa sostiene Radio Maria Italia
    Radio Maria Italia non ha buone parole per Radio Marya Polaka (quella che tu definisci sostenitrice di Wielgus), allora cosa sfuggiva a Socci?

  3. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da ConteMax Visualizza Messaggio
    Credi che abbia fatto benissimo? Non la pensano così i fedeli polacchi.

    Questa proibizione e il successivo scandalo hanno fatto di questo ex cappellano un eroe nazionale.

    In questa intervista Padre Tadeusz Zaleski chiarisce che il card. Wojtyla nel 1973 aveva proibito contatti coi servizi e che quindi Wielgus aveva agito violando un divieto.

    Ora Zaleski attacca il card. Glemp e si appresta a pubblicare un libro in cui farà i nomi di altri preti collaborazionisti, disubbidendo agli ordini del card. Dziwisz.

    http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...osaspina.shtml

    «Wielgus era un agente importante»

    L'accusa di padre Zaleski: «Nelle verifiche sull'arcivescovo la Chiesa ha esitato troppo»
    Oltre all'obbedienza all'autorità vescovile, che non è un optional, un sacerdote dovrebbe sempre interrogarsi sulle conseguenze di un gesto del genere, che non potranno che essere negative per la Chiesa e per i suoi fedeli. Bisogna chiedersi a questo punto a questo sacerdote cosa importi di più: l'esaltazione del proprio ego? un giustizialismo manipulitistico alla Flores d'Arcais? oppure il perseguimento del bene della Chiesa e dei suoi fedeli? Se questo sacerdote pubblicherà questo libro si metterà, moralmente parlando, sullo stesso piano dei sacerdoti che intende denunciare.

  4. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da antonio Visualizza Messaggio
    non credo che possa dirsi che si mette sullo stesso piano di quelli che intende denunciare.
    perche' mai? e' stato forse una spia?
    no, fa un'operazione trasparenza, squarcia il velo torbido delle connivenze di cui ha goduto il regime comunista dentro la Chiesa Polacca.
    altro che giustizialismo.
    Parlavo di un aspetto morale, in secondo luogo in quanto sacerdote e non privato cittadino egli ha delle responsabilità e dovrebbe aver maturato un' esperienza che gli dovrebbe consigliare una condotta diversa. Una cosa è denunciare all'autorità ecclesiale i comportamenti scorretti dei suoi confratelli un'altra pubblicare un libro. Se questo sacerdote ha notizie di crimini, reati commessi da queste persone, dopo essersi consultato con il proprio vescovo, può andare anche dalla magistratura oppure presso l'Ente per la memoria, se però tutto si limita a pubblicare "Tizio o Caio sono stati in rapporti con l'SB" allora questo sacerdote commette una grave mancanza proprio in quanto sacerdote, perchè come sacerdote ha prima di qualunque prurito giustizialista il dovere di chiedersi quale sia la condotta migliore per il bene della Chiesa e dei suoi fedeli. E speriamo che qualcuno non scovi qualche dossier dell'SB della Stasi o del KGB in cui qualcuno faccia il suo nome.

  5. #15
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    Questri sacerdoti devono rispondere non all'autirà ecclesiastica ma al popolo polacco. Sonop persone pubbliche che non hanno "peccato" in privato, ma hanno collaborato con una dittatura e hanno spiato i propri concittadini.

    Perché questi fatti dovrebbero rimanere nel segreto delle gerarchie ecclesiastiche?

    Gesù di Nazareth: la verità rende liberi. Pare che se lo sono scordato Gesù...

  6. #16
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    Pare che siano 39 i nomi dei preti spia che saranno rivelati in questo libro

    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=148128

    «Presto i nomi di altre spie: preti e vescovi»


    di Redazione
    da Varsavia



    Dopo lo scandalo di monsignor Stanislaw Wielgus, che collaborò con la polizia segreta del regime comunista di Varsavia, l'ondata di rivelazioni sui religiosi polacchi che trasmisero notizie alla dittatura, rischia di farsi grossa. Lo ha scritto ieri il New York Times, riferendo il caso del reverendo Tadeusz Isakowicz Zaleski, che a Cracovia promette di pubblicare un libro nel quale rivelerà l'identità di 39 preti, il cui nome compare negli archivi della polizia segreta: quattro di loro sono oggi vescovi. «La Chiesa non intendeva arrecare danno al Papa, ma attualmente c'è più danno a star zitti», ha detto padre Zaleski, 50 anni, che guida una parrocchia alla periferia della città di Giovanni Paolo II.

    Secondo il quotidiano newyorchese, molti ricercatori che hanno avuto accesso agli archivi della «Sluzba Bezpieczentstwa» (i servizi segreti) stimano che migliaia di preti, monaci e suore del Paese si siano prestati a spiare per conto del regime. La Chiesa, nel frattempo, ha ammesso che alcuni suoi membri furono collaborazionisti, scusandosi in marzo per i loro «peccati».

    Continuano a emergere storie sui contatti illeciti tenuti da sacerdoti con la «Sluzba Bezpieczentstwa» che, riferisce il quotidiano Dziennik, nel 1978 cercò di circondare Karol Wojtyla, il futuro Papa, con una rete di propri collaboratori fra i quali un vescovo conosciuto sotto lo pseudonimo Ramzes. Il giornale cita documenti trovati negli archivi dell Istituto della memoria nazionale (Ipn) e non precisa chi si nasconda dietro lo pseudonimo. Il Dziennik ritiene che la polizia segreta abbia tentato anche di compromettere alcune persone vicine al cardinale Wojtyla, considerate «nemiche delle autorità statali» affinché non avessero la possibilità di salire i gradini gerarchici nella Chiesa. Si tratta di Stanislaw Dziwisz (cardinale, gia segretario di Wojtyla,ndr), Franciszek Macharski (cardinale, il successore di Wojtyla a Cracovia, ndr), Andrzej Bardecki (l'esperto di religione del settimanale Tygodnik Powszechny, ndr), Adam Boniecki (caporedattore di Tygodnik Powszechny, gia redattore dell’edizione polacca dell’Osservatore Romano, ndr).

    Dziennik soggiunge che nei prossimi giorni potrebbe uscire il nome di un altro vescovo polacco, ora conosciuto sotto lo pseudonimo Teolog, il quale per 25 anni ha collaborato con i servizi segreti con i quali, secondo il quotidiano, si sarebbe legato anche un altro membro dell'episcopato polacco, conosciuto per ora solo con il nome di Rzymianin.

  7. #17
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    vi segnalo questo interessante articolo dal messaggero di oggi (11 gennaio) , a pagina 15

    Giovedì 11 Gennaio 2007 Chiudi di ROBERTO LIVI

    ROMA «L’etica è uguale per tutti e la menzogna è sempre un male». E’ chiara la discriminante posta ieri dall’arcivescovo Jozef Michalik presidente della Conferenza dei vescovi polacchi, i quali si riuniranno domani in seduta straordinara per esaminare il ”terremoto“ innescato dalle dimissioni di monsignor Wielgus da arcivescovo di Varsavia. E’ noto a tutti che la sua rinuncia - a causa della collaborazione prestata all’Sb, i servizi segreti dell’epoca comunista- rischia di non essere un fatto isolato. Altri vescovi (e, a maggior ragione, altri prelati) rischiano di cadere nelle maglie della </I></B>lustracja</B>, la verifica di collaboratori e informatori del passato regime, trasformata dal governo di destra dei gemelli Kaczynski in una sorta di ”caccia alle streghe comuniste“.
    Il premier, Jaroslaw Kaczynski, ha infatto parlato di «crisi nazionale». E in molti, almeno nella divisa opposizione, pensano che i due gemelli (l’altro Lech è presidente della Polonia) intendano cavalcare questa situazione per indebolire l’ala pragmatico-liberale dell’episcopato e rafforzare quella conservatrice -loro alleata politica- a cui dà voce Radio Marija, l’emittente ipernazionalista diretta dai «redentoristi».
    In un periodo di difficoltà per la coalizione di governo - in un recente sondaggio il 56% dei polacchi ritiene che essa non realizzi le promesse fatte in campagna elettorale lo scorso anno- l’attuale classe dirigente ha usato come una clava lo strumento della memoria. Lo scopo - secondo un leader della Piattaforma civica, movimento d’opposizione- è quello di «appropriarsi del merito del crollo del regime comunista» e compensare così gli scarsi risultati raggiunti dal governo e legittimare la politica repressiva.
    Insomma, questa è l’accusa, «l’Istituto per la memoria nazionale, incaricato delle ricerche sui crimini del comunismo, viene utilizzato per adattare la storia alle esigenze dei governati». Anche a causa di compromettere parte della clero, ed erodere così l’enorme autorità conquistata dalla Chiesa cattolica nei lunghi decenni in cui essa è stata l’unica forza nazionale indipendente e spesso di opposizione al regime comunista.
    Il vertice dell’episcopato aveva tentato di evitare a tutti i costi di dividersi. L’anno scorso aveva chiesto perdono alla nazione per coloro che avevano collaborato a vari livelli con i servizi di sicurezza, ma avevano chiesto che non venissero rivelati nomi poiché si trattava di «vittime del regime» e facendo capire che avrebbero lavato i panni in famiglia. Ma poi la divisione vi è stata, e netta, in relazione all’attività di Radio Marija e di quei prelati che si schieravano con la destra, impegnando tutta la Chiesa. Ora, i vescovi devono cercare una mediazione che salvi il prestigio della Chiesa.
    Non sarà facile. Ieri il quotidiano </I></B>Gazeta Wyborcza</B> ha anticipato che il primo ministro Jaroslaw Kaczynski intende presentare un progetto di legge «di decomunistizzazione» per punire e allontanare dalla vita pubblica gli ex agenti dei servizi segreti comunisti. «Dobbiamo far comprendere alla gente - ha detto il premier alla radio - chi è stato il colpevole e chi era la vittima». Ma resta scottante la questione centrale della polemica: chi decide chi era il colpevole e chi la vittima?


    vorrei attirare la vostra attenzione su questo punto specifico
    E in molti, almeno nella divisa opposizione, pensano che i due gemelli (l’altro Lech è presidente della Polonia) intendano cavalcare questa situazione per indebolire l’ala pragmatico-liberale dell’episcopato e rafforzare quella conservatrice -loro alleata politica- a cui dà voce Radio Marija, l’emittente ipernazionalista diretta dai «redentoristi».
    In un periodo di difficoltà per la coalizione di governo - in un recente sondaggio il 56% dei polacchi ritiene che essa non realizzi le promesse fatte in campagna elettorale lo scorso anno- l’attuale classe dirigente ha usato come una clava lo strumento della memoria. Lo scopo - secondo un leader della Piattaforma civica, movimento d’opposizione- è quello di «appropriarsi del merito del crollo del regime comunista» e compensare così gli scarsi risultati raggiunti dal governo e legittimare la politica repressiva.
    cosa dicevo io? a chi conviene bruciare Wielgus?

  8. #18
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    ma chi ha sotenuto Wielus e' stata proprio radio Marjia.
    vero. infatti questo elemento merita ulteriori riflessioni.

    comunque sostanzialmente io ritengo che il ruolo dei comunisti o ex-comunisti in questo caso sia molto marginale.

    anche perché la gestione di questi "dati" storici è tutta interna al gruppo politico al potere.

    Se Jerzy Urban avesse avuto accesso ai quei dossier li avrebbe già usati sulla sua rivista, che è ferocemente anticlericale e anticattolica.

  9. #19
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    Mi sembra una enorme balla quell'articolo. Un governo ultraconservatore non ha alcun interesse a sacreditare quella parte della chiesa cattolica polacca di cui Wielgus era espressione, quella ultraconservatore riunita intorno alla radio antisemita Radio Marija che sosteneva il presidente e il governo.

    E' uno scadente tentativo di cercare a tutti i costi un complotto per difendersi in modo maldestro senza far chiarezza.

  10. #20
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    http://www.borsaitaliana.it/bitApp/news/an...ail.bit?id=2328

    Polonia: sospetti su don Jagosz

    E' lo storico per la beatificazione di papa Wojtyla

    (ANSA) - ROMA, 11 GEN - Nei dossier della polizia segreta polacca sarebbe stato classificato come 'collaboratore segreto' anche don Michael Jagosz. Si tratta del canonico della basilica di santa Maria Maggiore a Roma, capo della commissione storica della causa di beatificazione di Giovanni Paolo II. Sempre secondo quanto si apprende, negli archivi segreti figurerebbero come 'collaboratori' della polizia politica polacca cinque preti vicini al cardinale Dziwisz, ex segretario personale di Wojtyla

 

 
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