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    Predefinito Per un'altra TV

    La Gran Bretagna

    IL SISTEMA RADIOTELEVISIVO BRITANNICO: LA BBC, “L’ORGANIZZAZIONE PIU’ CREATIVA E FIDATA DEL MONDO”

    di Giulia Laganà

    I valori della BBC

    La BBC, British Broadcasting Company, ha tre slogan fondamentali: 1) “informare, educare ed intrattenere”, 2) “servire tutti ed arricchire la vita delle persone”; 3) “essere l’organizzazione più creativa e fidata del mondo”. Per attenersi a questi valori programmatici, l’ente radiotelevisivo pubblico britannico utilizza solo i fondi derivanti dal canone e rifiuta la pubblicità commerciale.
    Ogni mese il 98% della popolazione in Gran Bretagna usa la BBC - guardando la televisione, ascoltando la radio, navigando sul sito Internet, godendosi un concerto, uno spettacolo teatrale o un film finanziato dalla ‘Beeb’, come è soprannominata la BBC. La BBC comprende 10 canali televisivi interattivi, 10 network radiofonici, più di 50 emittenti TV e radio locali ed il sito www.bbc.co.uk.

    I valori fondamentali della BBC sono:

    - “la fiducia è il fondamento della BBC: siamo indipendenti, imparziali ed onesti”;
    - “poniamo il pubblico al centro di tutto ciò che facciamo”;
    - “siamo fieri di fornire qualità ad un prezzo conveniente”;
    - “la creatività è la linfa vitale dell’organizzazione”;
    - “ci rispettiamo l’un l’altro e celebriamo la nostra diversità affinché tutti possano contribuire al meglio”.

    Come funziona la BBC

    Il ‘Royal Charter’: La BBC fu istituita nel 1927 tramite uno Statuto reale, che subisce una revisione ogni 10 anni. Lo Statuto attuale scade nel dicembre 2006. Al Royal Charter si affianca un Accordo che riconosce l’indipendenza editoriale della BBC e ne fissa gli obblighi pubblici.

    La ‘Board of Governors’: “il nostro ruolo principale è far sì che la BBC rimanga indipendente da interferenze politiche o commerciali e che sia gestita esclusivamente nell’interesse dei telespettatori e degli ascoltatori”
    Il ruolo del ‘Consiglio dei Governatori’, secondo il Royal Charter, è quello di far sì che la BBC serva l’interesse pubblico. E’ formato, di norma, da dodici persone (al momento sono undici), compreso il presidente. Quattro di esse rappresentano le nazioni che compongono la Gran Bretagna: Inghilterra, Scozia, Galles ed Irlanda del Nord. Degli attuali Governors, quattro sono donne e due appartengono a minoranze etniche.
    I Governors sono nominati dalla Regina dopo una rigida procedura di selezione. I posti vacanti vengono pubblicizzati sui maggiori quotidiani e periodici nazionali e sui siti web del Governo e del DCMS, il Dipartimento per la Cultura, i Media e lo Sport (l’equivalente dei nostri Ministeri dei Beni Culturali e delle Telecomunicazioni). I candidati preselezionati sostengono colloqui formali con rappresentanti del DCMS e soggetti indipendenti. I migliori vengono proposti al Ministro competente ed al Primo Ministro, i quali, attenendosi alle raccomandazioni dell’OCPA (Ufficio del Commissario per le Nomine Pubbliche), comunica i nomi dei prescelti alla Regina.
    Al momento dell’insediamento vengono loro illustrati in apposite sessioni i loro compiti e le responsabilità che dovranno sostenere e durante il loro periodo come Governors frequentano corsi di aggiornamento.
    Come sottolinea il sito della BBC, i Governors sono molto diversi dai direttori di società private, i quali curano gli interessi degli azionisti. I Governors, invece, rappresentano l’interesse pubblico e rispondono esclusivamente ai cittadini, che pagano il canone e quindi possiedono la BBC.
    I governors devono proteggere l’indipendenza della BBC, porre gli obiettivi (pubblicati ogni anno in primavera) e monitorare i programmi per verificare l’adesione agli obiettivi prefissati ed agli standard di qualità preposti. Un Rapporto annuale misura l’effettivo raggiungimento degli obiettivi fissati. Analisi sull’imparzialità della BBC su determinati temi (l’informazione sull’UE, ad esempio) vengono affidate periodicamente ad istituti indipendenti.

    I compiti del Consiglio dei Governatori sono:

    - delineare gli obiettivi chiave;
    - approvare le strategie e le politiche con cui amministrare la BBC;
    - monitorare l’adesione agli obiettivi prefissati ed enunciare i risultati del monitoraggio in un Rapporto annuale;
    - garantire che la BBC risponda al pubblico;
    - nominare il Direttore Generale e gli altri membri del Consiglio d’Amministrazione e fissarne la remunerazione.

    L’ ‘Executive Board’: Il Consiglio di Amministrazione, presieduto dal Direttore Generale, comprende nove direttori di divisione nominati dalla Board of Governors, a cui rispondono.
    La BBC è suddivisa in 16 divisioni. Tre enti interni, il Consiglio Creativo, il Consiglio Giornalistico ed il Consiglio Commerciale rispondono al Consiglio di Amministrazione, che amministra la BBC “nell’interesse pubblico”.

    I compiti del CdA sono:

    - proporre obiettivi chiave;
    - sviluppare strategie e politiche alla luce degli obiettivi prefissati;
    - produrre tutti i servizi della BBC operando all’interno della struttura strategica e di indirizzo.

    Il canone

    La BBC è finanziata esclusivamente attraverso il canone e non può trasmettere pubblicità.
    Il canone per la televisione a colori nel 2004-2005 è di £126,50 (187 euro) l’anno. Sul sito della BBC viene specificato il costo di ogni divisione per ciascuna famiglia (ad es. £3,37 al mese per BBC One, £0,61 per le radio in lingua locale, £0,98 per i canali digitali, ecc.). Chi ha più di 75 anni non paga il canone, mentre i non vedenti pagano la metà. Per le televisioni in bianco e nero il canone è di £42 (62 euro).
    Dalla fruizione del canone è escluso il BBC World Service, che trasmette programmi satellitari e radio in tutto il mondo, finanziato da un fondo del governo.
    Negli ultimi cinque anni gli utili della BBC, che derivano dalle divisioni commerciali (vendita di programmi e di servizi), sono ammontati a 30 milioni di sterline, pari ad oltre 44 milioni di euro. Il bilancio annuale è pubblicato, in maniera chiara e comprensibile anche per i non esperti, sul sito della BBC.

    L’ ‘Annual General Meeting’ o AGM

    L’Assemblea generale annuale, che si svolge di solito in estate, da quest’anno sarà pubblica ed aperta ai semplici cittadini che vogliano parteciparvi. In autunno si svolgeranno simili assemblee delocalizzate in tutta la Gran Bretagna per consultare i cittadini sulla revisione del Royal Charter ed informarli sulle proposte del governo e le repliche dei Governors.

    I reclami

    La BBC ha una politica dei reclami estremamente scrupolosa. Alle critiche che vengono ritenute reclami, ovvero quelle che esigono una risposta, viene data, entro 10 giorni, una risposta pubblicata anche sul sito web e proveniente dal dipartimento competente o dalla divisione BBC Information. Esiste un numero verde per chi non riceve una risposta o non si ritiene soddisfatto e chi ha motivo di credere che un programma abbia violato gli standard della BBC può appellarsi all’Unità Reclami Editoriali, un ente indipendente. Il passo finale è contattare il Comitato Reclami dei Governors.
    Un Consiglio di amministrazione dei reclami tiene riunioni mensili nelle quali si cerca di fare tesoro dei reclami ricevuti per migliorare i processi editoriali ed amministrativi.

    La riforma della BBC

    Ogni dieci anni, lo Statuto reale subisce una revisione affinché la BBC rimanga competitiva, in sintonia con il pubblico ed all’avanguardia nell’uso delle nuove tecnologie. L’attuale processo di revisione è iniziato nel dicembre 2003 coinvolgendo in migliaia di riunioni semplici cittadini, associazioni e rappresentanti del mondo industriale. I sindacati, a questo proposito, ritengono che abbiano pesato in maniera eccessiva le proposte dei grandi gruppi dei media. Conclusa questa fase nel marzo 2004, il DCMS (il Dipartimento per la Cultura, i Media e lo Sport) ha nominato una commissione indipendente per valutare e proporre eventuali modifiche all’attuale Statuto. Specifiche ricerche qualitative e quantitative sono state commissionate ad istituti indipendenti.
    Nel marzo 2005 il ministro competente (che in Italia sarebbe a capo sia dei Beni Culturali che delle Telecomunicazioni), Tessa Jowell , ha pubblicato il Green Paper sulla riforma dello Statuto.
    Le modifiche principali introdotte sono:

    - l’abolizione del Consiglio dei Governors, sostituiti da una Fondazione;
    - il metodo di finanziamento della BBC per il periodo 2006-2016 resta il canone, ma prima dello scadere del prossimo Statuto dovranno essere trovati metodi alternativi come gli abbonamenti o il controverso ‘top-slicing’, per cui, ricevendo la BBC, agli occhi di Tessa Jowell e dei grandi gruppi dei media, troppi fondi dal canone, una parte di essi verrebbe girata ai gruppi privati del settore.

    Nella loro replica i Governors hanno espresso approvazione per la trasformazione del Board of Governors in Trust, purché quest’ultimo si configuri come realmente indipendente e garante dell’imparzialità della BBC. L’abolizione del canone, invece, per i Governors, renderebbe la BBC un’emittente radiotelevisiva non più pubblica ma privata, costretta a competere con concorrenti agguerriti e ad abbandonare, di conseguenza, programmi di alta qualità informativa o artistica considerati educativi e, dunque, di nicchia.
    I Governors, inoltre, chiedono che, nel quadro di una risposta ai bisogni di una cittadinanza informatizzata, consapevole e globalizzata, il prossimo Statuto assicuri a tutti i cittadini britannici l’accesso gratuito alla televisione digitale, affinché questo mezzo di comunicazione non venga monopolizzato dai privati. Oggi, dei 10 milioni di cittadini che hanno accesso al digitale terrestre, 4 milioni utilizzano il sistema gratuito della BBC, Freeview, mentre 6 milioni pagano salati abbonamenti a privati, ovvero, nella maggior parte dei casi, alla Sky di Rupert Murdoch. I sindacati ritengono che 12 o 13 milioni di cittadini non possano permettersi i canali digitali a pagamento e che l’accesso gratuito sia essenziale.
    Il sindacato ha anche sottolineato la tendenza crescente ad appaltare servizi e programmi a privati non dipendenti della BBC, lasciando inattivo personale qualificato della BBC ed attuando una privatizzazione strisciante o, come nel caso della cessione di 1.400 dipendenti alla Siemens Business Services, esplicita.
    Per il sindacato, la revisione dello Statuto è la vendetta definitiva di Tony Blair per l’indipendenza della BBC, rea di aver smascherato le bugie sulla guerra in Iraq e già punita con il ‘Hutton Report’ .

    APPENDICE: IL RAPPORTO HUTTON

    Nel giugno 2003 il giornalista della BBC Andrew Gilligan, basandosi sulle rivelazioni di un ex membro della Missione ONU di monitoraggio delle armi di Saddam Hussein, lo scienziato David Kelly, sostenne che il dossier del governo britannico sulle armi di distruzione di massa del settembre 2002 fosse stato ‘sexed up’, ritoccato per renderlo più appetibile. Il nome di Kelly fu passato alla stampa dal governo e lo scienziato si suicidò.
    In seguito, un rapporto commissionato a Lord Hutton (un ‘law lord’, ovvero l’equivalente di un nostro membro della Corte costituzionale) e reso pubblico nel gennaio 2004 stabilì che i criteri giornalistici utilizzati da Gilligan erano da condannare, mentre ritenne che il governo fosse sinceramente convinto della pericolosità delle armi di Saddam. Secondo Hutton, non c’erano le basi per poter sostenere che il dossier del governo fosse stato ‘sexed up’ ed i superiori di Gilligan non avevano controllato accuratamente le fonti. Greg Dyke, l’amato direttore generale della BBC, fu costretto a dimettersi nonostante le manifestazioni spontanee dei dipendenti e sostituito da Michael Grade, l’allora direttore della privata Channel Four. Anche Gilligan si dimise.
    Hutton riuscì ad eludere la questione della falsità delle accuse contro l’Iraq contenute nel dossier, poi ammessa da Tony Blair, e, appigliandosi a due parole (‘sexed up’, appunto), a screditare il servizio di Gilligan, che accusava il governo di aver usato dati falsi per scatenare una guerra, non entrando nel merito dell’onestà o meno di Blair e dei suoi ministri. La BBC aveva peccato di troppa indipendenza.

    Dal sito della BBC: Il rapporto Hutton

    ...continua

  2. #12
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    La Spagna

    Introduzione

    Prima ancora delle elezioni Zapatero affidò a un comitato di cinque saggi presieduto dal filosofo Emilio Lledó e formato da intellettuali e massmediologi lo studio di un piano per il riassetto del sistema radiotelevisivo pubblico. La loro proposta è stata tradotta in legge. L'elemento fondamentale della riforma, creare una tv pubblica indipendente dal potere politico, è stato rispettato cambiando il sistema di elezione dei vertici di Rtve. Inoltre il Governo tende a rivalutare la propria identità culturale e ha deciso di tutelarsi dalla “Telebasura”, il peggio del trash televisivo. Un prodotto che abbonda in Spagna come in Italia, ma che anche nel Paese iberico molto spesso porta l’etichetta del “made in Italy”. La televisione pubblica TVE è sull’orlo del fallimento, con un debito accumulato di 7,5 miliardi di euro, mentre il settore privato è dominato dai due gruppi entrambi guidati da cordate estere, e nella fattispecie italiane.
    La reazione di Madrid è stata dunque quella ricercare più quantità e qualità dei contenuti e più dinamismo degli apparati: la riforma proposta da Zapatero punta ad una combinazione di maggioranze qualificate in grado di sottrarre la Tv alle cupidigie di qualsiasi esecutivo, ad una maggiore qualità dei linguaggi ma anche ad una maggiore competitività del prodotto nazionale in vista della transizione al digitale. E’ previsto il riassetto di TVE (due canali in chiaro e accelerazione del processo di digitalizzazione) e la riorganizzazione di EFE, l’agenzia nazionale d’informazione spagnola

    Il polo radiotelevisivo pubblico Rtve e i nuovi organi di controllo

    Il direttore generale è eletto secondo la Riforma dal consiglio d'amministrazione, non più dal governo, con i 2/3 della maggioranza e dovrà essere scelto tra i partecipanti a un concorso pubblico. Il cda, con un mandato di sei anni per non coincidere con le scadenze delle legislature, sarà composto da 2 membri eletti dal senato e 2 dal parlamento, anche qui servono 2/3 dei volti; altri 2 componenti saranno scelti dai sindacati e altri 2 dal consiglio audiovisivo (che regola frequenze, costi, flussi pubblicitari, ndr). Il cda sarà responsabile penalmente e civilmente della propria gestione, mentre un consejo de informacion (il nostro garante per le comunicazioni, ndr) vigilerà sul pluralismo e le scelte del cda e avrà il potere di bloccare il direttore generale.
    Dal punto di vista finanziario Rtve si trascina un debito di oltre 7.600 milioni di euro, il rilancio economico è urgente. La soluzione è in un sistema di finanziamento misto.

    Il polo radiotelevisivo privato

    In Spagna nella tv privata vige il duopolio: da una parte Telecinco, a maggioranza del gruppo Mediaste, dall'altra Antena 3, del gruppo De Agostini, in specifico nella persona di Maurizio Carlotti (ex Amministratore delegato di Fininvest) e con la società spagnola Planeta. I due gruppi, in pochi anni, hanno surclassato i canali pubblici grazie ad ascolti in crescita, che hanno inevitabilmente portato a sempre maggiori introiti pubblicitari. Una situazione a dir poco pericolosa, soprattutto perché le due cordate italiane non offrono certo alla Spagna il meglio della cultura.
    Ulteriore intenzione del governo è quella di dare spazio a soggetti finora in secondo piano, garantendo più pluralismo. Canal plus, che fa parte del gruppo Prisa (cioè El país, quotidiano filo Zapatero, da cui il «golpe» gridato da Telecinco e Antena 3, ndr) per il momento è a criptata, ma si candida a diventare la terza emittente privata in analogico.

    I cinque punti chiave della Riforma

    1) La Radiotelevisione spagnola (due canali tv e due canali radio) manterrà un sistema misto di finanziamento: sovvenzioni statali non superiori al 50 per cento e pubblicità non superiore al 40 per cento (non si prevede di ristabilire il pagamento del canone che in Spagna è stato abolito da tempo). La Rtve assumerà le direttive europee in materia di rapporto tra gli spot pubblicitari e il loro inserimento nelle trasmissioni. Il 10 per cento dei costi rimanenti verrà colmato dalla vendita di programmi all'estero e dall'immissione sl mercato dei diritti sui materiali di archivio. L'obiettivo di fondo è riequilibrare l'indebitamento del servizio pubblico che nel corso del 2005, secondo le stime di previsione, finirà per toccare 7.500 milioni di euro (lo Stato interverrà una tantum quest'anno per coprire il disavanzo di bilancio).

    2) La riforma afferma l'indipendenza della Rtve dal governo. Il direttore generale verrà infatti eletto dal Consiglio di amministrazione e non più dal governo. Il Consiglio di amministrazione risulterà così formato (con un mandato di 6 anni per sfasarlo dalle legislature parlamentari e renderlo più autonomo politicamente): 2 membri eletti dalla Camera dei deputati e 2 membri eletti dal Senato (servono i 2/3 dei voti e il consenso di almeno la metà dei gruppi politici presenti in parlamento); 2 membri designati dai sindacati e altri 2 dal Consiglio audiovisivo (questo organismo, eletto dal Parlamento con un mandato di 6 anni, regolerà le frequenze e i costi della Rtve oltre a regolare i flussi pubblicitari e la qualità dei programmi).

    3) Il metodo di elezione del direttore generale della Rtve: servono i 2/3 dei voti del Consiglio di amministrazione dopo una concorso pubblico dove gli aspiranti devono consegnare in modo trasparente i propri curriculum professionali (pubblico concorso).

    4) Per accentuare le garanzie di democrazia e pluralismo del sistema informativo pubblico, si prevede la formazione di un "Consiglio d'informazione" formato da rappresentanze dei comitati di redazione dei canali informativi pubblici e da associazioni della società civile.

    5) Il ridisegno della holding Rtve che risulterà formata da quattro società: Tve (produzione e gestione dei programmi generalisti della Tv); Rne (produzione e diffusione dei programmi radiofonici), Rtve digitale e multimedia (gestione dei canali tematici digitali e di Internet); Rtve (commercializzazione e pubblicità).

    ...continua

  3. #13
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    La Germania

    La Tv pubblica tedesca


    La prima rete tv tedesca pubblica è stata la NWDR, sede ad Amburgo, direttore Sir Hugh Carlton Greene, fratello del famoso Graham Greene e ex-corrispondente da Berlino del Daily Telegraph, autore delle GERMAN NEWS BULLETINS durante la Guerra per la BBC.
    La cosa più importante per Greene era impedire l’abuso che lo stato aveva fatto della radio durante il regime di Hitler.

    La struttura della prima tv pubblica attuale, la ARD, non è centralizzata. “Nessun potere centrale dovere più disporre di un mezzo d’informazione”, è il suo motto.
    La sigla ARD significa infattti “Comunità degli enti radiotelevisivi di diritto pubblico tedesche”.
    Le trasmissioni della prima rete hanno la sigla ARD. Ogni ente radiotelevisivo regionale, membro dell’ARD, produce programmi per la rete nazionale in base alla percentuale della popolazione tedesca che rappresenta. La messa in onda è coordinata, ma non controllata. Non esiste un direttore dell’ARD; soltanto un coordinatore.
    Le decisioni sui programmi devono essere prese dall’insieme degli enti regionali che oggi sono:

    NDR (Nord e Nordest)
    RB (Brema)
    WDR (Occidente)
    HR (L’Assia)
    MDR (Orientale)
    SWR (Sudoccidentale)
    RBB (Berlino e Brandenburgo)
    BR (Baviera)
    SR (Saar)

    Di questi enti regionali la NDR; WDR e SWR coprono ¾ della programmazione dell’ARD.

    Oggi intorno a 95% dei tedeschi è raggiunto dalla tv via cavo. Prima del cablaggio soltanto due canali trasmettevano a livello nazionale: la prima rete ARD e dal 1961 la seconda rete tv pubblica, la ZDF, con sede centrale e unica a Magonza.
    Il cavo ha portato ad una modifica sostanziale. Ormai tutte le cosiddette terze reti che potevano essere viste inizialmente soltanto nelle macroregioni di loro competenza sono inserite nei canali del cavo.
    Le terze reti di diffusione nazionale sono : NDR; WDR; MDR, BR, SWR, RBB, la rete di eventi “Phoenix”, la rete con programmi per bambini “Kinderkanal”, la rete di cultura in collaborazione al 50% con la Francia “ARTE”, la rete in collaborazione con le altre tv di lingua tedesca: “3sat”.

    La direzione di una tv pubblica regionale

    Direttore è l’“Intendant” che viene eletto dal “Rundfunkrat” (Consiglio direttivo dell’ente radiotv) per 6 anni- Il Consiglio è l’ente che vigilia sulla rete e deve nella sua composizione rappresentare “l’intera società nella sue componenti”.
    Per esempio il Rundfunkrat della WDR, la rete maggiore tedesca, è composta di 42 persone, di cui 13 sono una rappresentazione dei gruppi parlamentari, gli altri 29 vengono nominati dai diversi gruppi della societ´`a, p.e. come dall”Städtetag”, organizzazione dei Comuni, della chiesa luterana e di quella cattolica, i sindacati, associazioni degli imprenditori, gli artigiani, le federazioni sportive etc.
    Il compito principale del Consiglio direttivo è l’elezione del “Intendant”.
    Il compito del controllo continuavo dell’attività svolge il Consiglio Amministrativo che ha 9 membri, di cui 7 eletti dal Consiglio Direttivo e 2 eletti dalla rappresentanza dei dipendenti “Personalrat”. Ha lo specifico compito di sorvegliare l’attività dell “Intendant”. Anche il consiglio amministrativo ha una durata in carica di 6 anni – sfasato di tre anni rispetto agli anni dell’”Intendant”.
    L’Intendant si avvale dell’aiuto di 6 direttori:
    Direttore TV, Radio, Produzione, Tecnico, Organizzazione e Legale.
    La rete si finanzia in larga misura con il canone.
    Nella sola rete ARD è permessa la pubblicità, per non più di 20 minuti al giorno, non durante programmi per bambini e non dopo le ore 20:15

    ARD e ZDF hanno introiti pubblicitari molto bassi, ma anche il canone più sostanzioso.
    Il Canone in Germania è di 193 Euro l’anno. Il Budget totale dell’ARD è di circa 6 miliardi di Euro con 23.800 dipendenti che però producono 12 canali tv 24 ore –senza contare canali tematici satellitari – e tre programmi a metà in collaborazione con altri enti tv.

    L’ARD incassa solo 132,7 mio di pubblicità (2,2%) su un budget di 6046,8 mrd di Euro. Nella ZDF sono 113,5 su un budget di 1778,4 (6,4%)

    Sorveglianza sui programmi, indipendenza della tv pubblica

    La legge che regola la tv in Germania è una legge decisa di comune accordo tra le regioni. Le regioni hanno la totale autonomia legislativa in materia. È un contratto tra esse che regola tutte le trasmissioni tv, sia private che pubbliche.
    Gli enti tv regionali chiedono, in base alle necessità di programmi che la legge loro impone una cifra – la quale poi si spartisce secondo una chiave tra di loro.
    In base alla richiesta congiunta degli enti tv tutti le regioni firmano un accordo che concede – o no – l’aumento richiesto.
    Il governo centrale non ha voce in capitolo. Visto che si tratta di un accordo tra le regioni, Staatsvertrag, “contratto tra stati”, ci vuole l’unanimità.
    Il controllo degli enti tv da parte delle regioni avviene attraverso le “LMA”, Ländermedienanstalt”, che devono sorvegliare gli enti, controllando che si attengano alle regole della legge “Staatsvertrag” quali l’indipendenza, la pluralità delle opinioni, la correttezza, il divieto di pubblicità occulta. La sorveglianza degli LMA è su tutte tv, non solo pubbliche. Le LMA hanno la possibilità di sanzioni, fino al ritiro della licenza per le reti private.

    Il tutto quello che ho postato lo trovate QUI

  4. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da yurj Visualizza Messaggio
    Ma cosa vuoi privatizzare se poi paghiamo noi cittadini col canone?
    La privatizzazione, passerebbe per l'abolizione del canone.

  5. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da Liberale Visualizza Messaggio
    La privatizzazione, passerebbe per l'abolizione del canone.
    Sai benissimo che è improponibile. A meno di venir sommerso dalla pubblicità. Pure SKY si fa pagare una sorta di canone...e SKY è privata

  6. #16
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    Citazione Originariamente Scritto da Liberale Visualizza Messaggio
    La privatizzazione, passerebbe per l'abolizione del canone.
    Io non sono d'accordo con l'abolizione del canone.

    Mi sento più garantito se esiste almeno una rete che si basa su un modello diverso, cioè non pubblicitario.

    Altrimenti la TV è solo un contenitore di pubblicità, che fa programmi solo per chi compra, e non per tutti.

    Quello che va corretto è invece che la RAI, pur raccogliendo il canone, si sia trasformata in uno schifo come Mediaset.

  7. #17
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    ma quali sarebbero i vantaggi di una rai privatizzata

  8. #18
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    Citazione Originariamente Scritto da Kronos Visualizza Messaggio
    Sai benissimo che è improponibile. A meno di venir sommerso dalla pubblicità. Pure SKY si fa pagare una sorta di canone...e SKY è privata
    Sì ma il singolo individuo può scegliere se avere o meno Sky, che offre un servizio particolare, molto diverso dalla tv generalista. La RAI invece ti obbliga a pagare il canone di fatto e ti offre un servizio, considerata la quantità di reality da tv generalista molto simile alle televisioni private.

  9. #19
    Senzapadrone
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    RAI: GENTILONI, CINQUE TRAGUARDI E NODO FONDAZIONE PER LA RIFORMA

    09-01-2007 17.03

    (ASCA) - Roma, 9 gen - Cinque traguardi e altrettanti nodi da sciogliere, tra cui quello della Fondazione cui affidare la proprieta', prima di arrivare al disegno di legge di riforma sulla Rai, che il governo presentera' entro la fine di marzo di quest'anno. Li ha illustrati oggi, durante un'affollata conferenza stampa, il ministro delle Comuncazioni, Paolo Gentiloni. Questi i traguardi annunciati dal ministro: puntare sulla differenza, ridurre la dipendenza dalla pubblicita', scommettere sull'innovazione, conquistare autonomia, funzionare con efficienza. Quanto ai nodi: la nascita di una fondazione e la definizione della modalita' di nomina dei suoi membri, la definizione di un contratto di servizio da rinnovare ogni sei anni, un riassetto organizzativo dell'azienda con l'individuazione nell'ambito Rai di tre societa' operative principali, la definizione dei criteri di funzionamento degli organi di queste societa'. Il tutto sulla base di due fondamentali principi di sistema: la separazione tra il fornitore di rete e quello di contenuti e il riequilibrio del sistema di finanziamento, attraverso canone da una parte e pubblicita' dall'altra.

  10. #20
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    Citazione Originariamente Scritto da Liberale Visualizza Messaggio
    Sì ma il singolo individuo può scegliere se avere o meno Sky, che offre un servizio particolare, molto diverso dalla tv generalista. La RAI invece ti obbliga a pagare il canone di fatto e ti offre un servizio, considerata la quantità di reality da tv generalista molto simile alle televisioni private.
    Certo...ma se vuoi una TV di qualità (come quella offera da SKY che devi fare? Pagare)...idem dovrebbe essere la RAI. Il discorso lo s dovrebbe incentrare sulla qualità e la discontinuità con le TV private...oppure far canali "tematici" (programmi rincretinenti su una rete, sport su un'altra, notizie sulla rimanente...per esempio...). Ahhh altra cosa ch andrebbe cambiata è l'audeditel: chi son quelle famigli che han il dispositivo??? Dei citrull sicuramente, se no non si spiega lo share colossale di programmi spazzatura come i reality (per citarne uno )

 

 
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