Un’operazione di ingegneria finanziaria 100.gif 100.gif 100.gif
La mucca di Moratti
«Munge» denaro per coprire il deficit record
In gergo si chiama «cash-cow»: un «gioco di società» per aggiustare un incredibile bilancio in rosso e ottenere una liquidità di 70 milioni per il prossimo mercato Dice l’avvocato Grassani: «Altri club potrebbero seguire l’esempio. E’una scelta innovativa che porterà parecchi benefici». Ma molti pensano che la Figc dovrebbe bocciarla
STEFANO PASQUINO
MILANO. In gergo si chiama
cash- cow, ovvero “ mucca di denaro”. In pratica una so*cietà viene generata artificio*samente da un’altra più grande per poi essere “ mun*ta” nel caso in cui emerga la necessità di assestare i conti oppure per fronteggiare un notevole esborso di liquidi. Quando Massimo Moratti,
probabilmente su suggeri*mento di Ernesto Paolillo,
nuovo amministratore dele*gato del club di Palazzo Duri*ni e vero mago della finanza, ha deciso il 4 luglio 2006 di creare Inter Capital, lo ha fatto per due motivi: perché il bilancio consolidato al 30 giugno 2006 del gruppo che fa capo all’Inter presenta per*dite per oltre 181 milioni di euro ( 31 il passivo della sola area di competenza della ge*stione sportiva), e perché il club dovrà assorbire nel pros*simo bilancio 111,8 milioni di perdite per gli effetti della legge salva calcio.
Così martedì scorso, com*plice la convocazione di un’assemblea straordinaria dei soci, è stata portata a ter*mine l’incorporazione me*diante fusione di Inter Capi*tal con la casa madre neraz*zurra, come peraltro antici*pato da Tuttosport e Milano Finanza lo scorso 19 dicem*bre. In pratica, oltre a guada*gnarci in liquidità immediata ( 70 milioni di euro pronta cassa), l’Inter beneficerà di un oggettivo incremento del proprio patrimonio stimabile in circa 230 milioni globali, fi*gli di varie e assortite ramifi*cazioni dell’attività. Una ma*novra degna della Finanzia*ria di Prodi: che nasce, si svi*luppa e confluisce in Moratti medesimo, per una sorta di impressionante miracolo eco*momico.
Secondo il comunicato dif*fuso dalla società « sono state così fornite a F. C. Internazio*nale quelle strutture patri*moniali e quelle risorse fi*nanziarie necessarie per con*seguire le specifiche finalità di gestione » . Tale operazione fa sì che Moratti aumenti la sua quota nell’Inter dall’ 89 al 92 per cento, ma soprattutto che il bilancio del club rimedi una consistente boccata d’os*sigeno per la gioia di chi deve far quadrare i conti, ma an*che di chi deve convivere con i costi del mercato, ben al di là del sogno Messi. Nel calcio è la prima volta che avviene una fusione per incorporazio*ne di tale entità: e quella ef*fettuata dall’Inter è un’opera di alta ingegneria finanziaria che permette di rafforzare gli indici patrimoniali della so*cietà. Mentre il club di Palaz*zo Durini ha intrapreso la strada della fusione, il Milan - ad esempio - si è “ sdoppiato” creando Milan Entertain*ment, ma il risultato dovreb*be essere simile: ovvero quel*lo di impedire che i conti col*lassino per effetto di una con*trazione degli utili e dell’onda lunga della legge salvacalcio. Quella portata a compi*mento da Moratti ( il quale, tra l’altro, ha anche ottenuto da Banca Antonveneta un fi*nanziamento di 120 milioni di euro, rimborsabile in 10 anni, in cambio del marchio sociale e garantito dal suo patrimo*nio) è però anche un’opera*zione che ha spiazzato econo*misti ed esperti di finanza le*gata allo sport. Molti no gra*zie, inviti a esprimersi decli*nati per dichiarata incompe*tenza in materia o per scarse informazioni raccolte in me*rito. Segno che l’argomento, quanto meno, spiazza, se non imbarazza. E poca, pochissi*ma voglia di parlare anche per effetto delle frizioni avve*nute nelle stanze della Lega negli ultimi mesi: « Finché
Matarrese sarà presidente, non parlerò più di calcio. Fa*tevela spiegare da lui l’opera*zione compiuta da Moratti » , spiega con tono risentito An*tonio
Guastoni, ex presiden*te del collegio dei probiviri della Lega. Ci prova allora l’avvocato Mattia Grassani,
esperto di diritto sportivo e in carriera consulente per mol*te società calcistiche: « Sicura*mente si tratta di un’opera*zione innovativa e lungimi*rante. Un’esperienza pilota che, se si rivelasse vincente, potrebbe essere presa a esem*pio da altri club. Mi sembra evidente il beneficio in termi*ni economici, finanziari e con*tabili ma anche di riorganiz*zazione delle risorse che ruo*tano intorno alla società spor*tiva. La Lazio di Cragnotti
con norme, regole e in tempi diversi fece qualcosa di simi*le con la creazione di una so*cietà capogruppo, la Lazio Holding, con al suo interno più divisioni: un comparto si occupava delle competenze sportive, un altro dello sfrut*tamento commerciale, un al*tro ancora di diritti tv e mer*chandising » .
Il prossimo passo? La crea*zione di una nuova struttura organizzativa per cui Moratti continuerà a possedere il club non più come persona fisica, ma tramite Internazionale Holding, società - come ha spiegato a Milano Finanza Rinaldo Ghelfi, vicepresiden*te e “ cassiere” del club - « pro*gettata affinché possano en*trarvi anche nuovi soci » .