INTERVISTA AL Prof. Giovanni Panunzio, FONDATORE DEL TELEFONO ANTI-PLAGIO CONTRO LE SETTE SATANICHE
Incontriamo il Prof. Giovanni Panunzio, fondatore Telefono Antiplagio (dal 1994) , una delle case protette messe a disposizione delle vittime del plagio satanista cui si sono volute ribellare e sottrarre.

Prof. Panunzio, l’opinione pubblica fatica ad affrontare i temi legati al plagio, soprattutto quando questo arriva dal mondo dell’occulto o del satanismo. Come si affrontano in modo corretto?

Si, c’è una grande confusione quando si affrontano questi argomento inerenti il mondo dell’occulto. Penso ci sia una vera ignoranza del fenomeno che porta, poi, a non volerlo affrontare con serietà e responsabilità.Così, da una parte c’è chi tenta di marginalizzare certi episodi con interpretazioni di tipo folcloristico o con l’esaltazione di pratiche magico-esoteriche da non prendere troppo sul serio, dall’altra c’è la relativizzazione di certi fatti drammatici che si cerca di non ricondurre ad ideologie settarie o occulte. L’uomo viene in entrambi i casi bombardato da messaggi pregnanti di sincretismo e illusionismo tentando in tutti i modi di sostituire ciò che è veramente religioso con ciò che nulla ha a che fare col sacro.

Alla radice dello scetticismo c’è però anche la convinzione che satana non esista…

I satanismi stessi dichiarano spesso che satana non è uno spirito e non ha nessuna identità. Molti satanismi descrivono satana come il nulla, il vuoto che ha potere di rendere la vita sensa senso, senza regole, senza obblighi e quindi senza un’etica e morale e, soprattutto, senza Dio.

Quale risposta dà il suo Centro dopo la segnalazione pervenuta al telefono anti-plagio?

L’associazione cerca di valutare e approfondire i singoli casi, cercando di incontrare di persona le vittime delle sette. Poi, quando emergono, avviene quasi sempre, ipotesi di reato cerchiamo la collaborazione delle forze dell’ordine.

Oltre a fare opera di corretta informazione, cosa può fare l’associazione in queste fasi in cui la vittima è particolarmente sola?

Bisogna cominciare a vincere la paura di parlare di questi fatti, proprio per liberare le vittime da una vera e propria forma di schiavitù.

Perché a molti dà fastidio la parola setta? E’ forse una mancanza di rispetto verso le altre confessioni?

La parola setta dà fastidio a diversi studiosi (vedi Massimo Introvigne) che difendono le organizzazioni dell’occulto accanendosi soprattutto contro la Chiesa cattolica, chiedendo di legittimare e quindi riconoscere qualsiasi forma di “culto” alla pari con Santa Romana Chiesa. Quindi dire “setta” significa far capire l’importante distinzione tra ciò che è espressione di vera religiosità e di sacro da ciò che con questo non ha nulla a che fare, chè anzi è l’esaltazione del male, della violenza e della morte. Paragonare gruppi di ciarlatani e di folli a entità religiose è una pura e semplice follia culturale autodistruttiva.


SANTONE “ESOTERICO” = TRUFFATORE
COME SEMPRE!