...non credo nell' odio....forse in passato..ora basta. Troppi morti troppe sofferenze spesso senza ragione. Muntzer riderà di questo : ma ripeto, non voglio mai più odiare. Ca suffit !
...non credo nell' odio....forse in passato..ora basta. Troppi morti troppe sofferenze spesso senza ragione. Muntzer riderà di questo : ma ripeto, non voglio mai più odiare. Ca suffit !
..l' argomento m' interessa : magari qualche 'pischello' dirà pure, chessò : che non sono "rivoluzionario", perchè non sono (più) disposto a fare montagne di morti pur di realizzare il mondo che vorrei. Dica pure. La cosa che mi sorprende davvero è che un "poeta" tra tutti i sentimenti possibili scelga proprio l' odio. Un poeta ! E' vero, spesso nella poesia amore e morte si sono abbracciati e la poesia ha un linguaggio spesso 'oltre' quello ordinario, ma in generale credo che un 'poeta' abbia un altro compito che quello di incitare all' odio : per questo e a questo, pensano tanti altri : la poesia da quando esiste parla per fortuna dell' uomo di altro. Perchè la poesia è tutt' altro che quella cosa inutile che magari anche poeti ritengono sia, la poesia a volte riesce ad entrare nella realtà e a "farsi realtà" : Quando avviene l' inverso, non è poesia.
Non voglio uscire dall'argomento della discussione ma a mio parere hai una visione della poesia troppo romantica (nel senso storico-letterario del termine).
La poesia non ha argomento, non parla ma se mai come diceva Bene è parlata. Non c'è referente reale, non c'è messaggio reale e universale, dunque non può esistere null'altro nella poesia che il poeta stesso e basta.
Da un punto di vista puramente estetico (filosoficamente parlando) la poesia non crea dal nulla ma reinterpreta in modo soggettivo e solo soggettivo la realtà e tutto ciò che è soggettivo è intraducibile per l'altro.
Non è possibile dunque definire un campo limite per il soggetto poetico.
Chiudo qui questa misera dissertazione sull'argomento ma ero troppo tentato dal rispondere.
A luta continua
L'odio e la morte sono connaturati nell'Uomo. Non possiamo farne a meno. L'importante è canalizzare l'odio. L'importante è saper accertare la morte. Rifuggere è solo una vana speranza. Convivi con la morte e con l'odio, ma sappi che non sono la realtà. L'odio e l'amore (a-mors) non sono sentimenti poi così distanti... Bisogna sperimentarli, viverli, realizzarli...
passi indietro sono impossibili. Come già detto...sul danubio è impossibile che accada.
A parte il fatto che Sanguineti spiega bene perche' impiega il termine "odio" in chiave di riscoperta di valori "altri" rispetto all'omologazione borghese io penso che amore e odio siano strettamente connaturati..chi ama sa odiare e chi odia sa amare...
cari amici,
sull'odio credo che vi sbagliate. Dice bene Leonida.
L'odio non è lo stesso dell'amore, l'odio è l'assenza di amore,
si odia quando l'amore manca,
un uomo che rCesta solo e non è amato, può percorrere due strade: il tedio, mostruoso e apatico, e l'odio mostruoso e inumano.
Chi è amato, ama, chi ama sarà amato. L'odio di classe , l'odio sociale non è il motore della storia e dei popoli, nè è l'affossamento. Questo non è certo pacifiscmo irresponsabile o romanticismo scauduto. Si può uccidere senza odiare, si può fare giustizia senza odiare la propria vittima. E' proprio questa la grandezza dell'uomo e la sua possibilità: estirpare il male dal mondo con l'amore e la sobrietà, con il sacrifico e la durezza , ma mai con l'odio.
Chi semina odio, raccoglie reazione e alla lunga la rivoluzione dell'odio, marcirà nell'individualismo peggiore e nel languore borghese. Meditate su questo, e ditemi cosa è imperituro, se non l'amore. Quale comunità umana può reggere al peso del tempo e della storia se non è sorretta dal filo dell'amore ?
La morte, quella è nell'amore e nella vita. E la vita, come diceva Gesu', vincerà la morte. Abbiate cura dei vostri fratelli, siate duri in battaglia e non odiate mai il vostro nemico.
Viva il comunismo
Viva l'unità
viva la sobritetà
Marxianamente l'espressione "odio di classe" è scorretta in quanto si dovrebbe parlare di "conflitto di classe". Non è una questione di sentimenti o di pulsioni ma di presa di coscienza di classe sfruttata e generata dallo stesso sfruttamento capitalista della borghesia. Non è nemmeno invidia di classe, è semplicemente una costatazione della realtà di conflitto tra due classi che non possono in alcun modo convivere sullo stesso piano politico.
Sulle dichiarazioni di Oreste Scalzone alle parole di Sanguineti rimando alla discussione sull'incontro con il primo a Terni avvenuta ieri.
A luta continua