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Risultati da 1 a 7 di 7
  1. #1
    DESTROSO
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    Angry La via crucis ??? Un atto criminoso !

    In questi giorni, soffocati come siamo dalla stucchevole esibizione dell’inutile patriziato della sinistra italiana in quel di Caserta, forse non abbiamo avuto sufficiente attenzione per una notizia a dir poco terrificante. Nella ridente Castrocaro Terme, Emilia rossissima, Provincia di Forlì, un gruppetto di fedeli, intenti ogni venerdì a celebrare una Via Crucis, con tanto di stazioni allestite lungo un vialetto in un terreno di proprietà di una famiglia del gruppo, è stato vittima dell’ennesima mostruosità giudiziaria di questo nostro Paese senza dignità. A seguito di una denuncia, evidentemente partita da qualche imbecille allo stato puro, dove si delira di «disagio ambientale» e di «innaturali mutamenti» subiti dalla zona di svolgimento del rito (forse le piccole lapidi che segnano le stazioni sono un mostro paesaggistico?), la magistratura ha condannato le pie persone dedite alla Via Crucis settimanale.
    Non è roba da poco, si va nel Penale. La sentenza parla di «reato continuato» (tutti i venerdì), «disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone» e di un «disegno criminoso» realizzato mettendo in piedi «strutture di carattere religioso». Dopo aver letto questa notizia mi sono pizzicato le braccia fino a farmi male, per essere sicuro che non stavo sognando. Non era un sogno, purtroppo, era la realtà, in questo caso peggiore di un incubo.
    Ma più grave dell’assurdità del fatto, più grave dello stato mentale patologico di chi ha scritto la sentenza, è il significato culturale e politico di quel pezzaccio di carta vergato «in nome del Popolo Italiano». È la manifestazione concreta del delirio laicista che imperversa dalle nostre parti ormai come una cancrena in un corpo moribondo. Siamo così aperti alla tolleranza, così «multiculturali», ma soprattutto così privi di riferimenti culturali e spirituali solidi e originali che stiamo diventando un disegno a ricalco dell’Arabia Saudita. Là se ti beccano con un rosario in tasca o una Bibbia in mano ti scannano; qui siamo meno «sanguigni», meno «caratteriali»: ti considerano un delinquente se fai la Via Crucis.
    Ma c’è da star sicuri che se 500 islamici, tutti insieme, si fossero messi a culo per aria cinque volte al giorno in mezzo a un incrocio di Castrocaro Terme, bloccando il traffico e ciangottando il loro mantra coranico, le autorità preposte gli avrebbero messo a disposizione dei vigili per deviare il traffico da quell’incrocio e consentire la preghiera, in nome dell’accoglienza e del multiculturalismo: in sostanza calando le brache, come ormai siamo abituati a veder fare specie dai sedicenti «progressisti», in un modo che perfino a Don Abbondio sarebbe parso senza dignità.
    Certo se ci troviamo di fronte a sentenze come quella sulla Via Crucis vuol dire che la malattia culturale che affligge l’Italia si sta minacciosamente aggravando. Se fossi un figlio di Allah, di quelli che vanno ad ascoltare le prediche filoterroristiche e a fare collette per la jihad nelle moschee che i fessi italiani hanno costruito per loro, comincerei a cantar vittoria: l’invasione mascherata da immigrazione, con tanto di piagnoneria vittimistica, sta sortendo i suoi effetti. Non occorre combattere, i cristiani si stanno eliminando da soli, gli «infedeli» sono allo sbando.
    La vicenda della Via Crucis emiliana fa il paio con la questione della rimozione del crocifisso dai luoghi pubblici e in particolare dalle aule scolastiche. E ci dimostra che ci stiamo odiando fino al punto di cancellare le nostre tradizioni, di rigettare i nostri principi culturali e spirituali. Ci stiamo cancellando, come segni di matita aggrediti da una gomma; stiamo riducendo le nostre coscienze a fogli bianchi dove chiunque può scrivere qualsiasi castroneria ideologica o religiosa, e noi la prenderemo per buona perché non abbiamo più i criteri necessari per analizzarla e giudicarla. Dovremmo tutti sollevarci contro sentenze come questa, fino a smontare completamente certi palazzi di giustizia, come successe con la Bastiglia parigina: un popolo che sopporta simili ignominie merita di essere conquistato e asservito da chi lo invade, merita di perdere la propria identità perché niente fa per difenderla. Anzi sembra ansioso di rinunciare a se stesso per consegnarsi nelle fauci di aspetta di fare di lui un sol boccone.

  2. #2
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    allucinante,
    ma del tutto coerente
    con la imperante cultura della resa.

    si possono avere maggiori dettagli su questa notizia?

    grazie.


  3. #3
    email non funzionante
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    E la Via Crucis diventa reato di gruppo


    di Andrea Tornielli - venerdì 12 gennaio 2007, 00:00
    nostro inviato a Castrocaro Terme (Forlì)



    Può la tradizionale devozione della Via Crucis essere definita espressione di un «disegno criminoso»? Può un’innocua sequenza di «stazioni» che ricordano la passione di Cristo, composta da qualche piccola lapide, bassorilievo e lumino, sistemata in privatissimi terreni agricoli dai loro legittimi proprietari, diventare «un pericolo per la salute e l’incolumità fisica» delle persone? In Italia si aprono discoteche che costringono interi quartieri a sorbirsi, loro malgrado, i decibel d’ordinanza; c’è chi alleva abusivamente tigri o serpenti nel giardino dietro casa, chi celebra messe nere. C’è chi prega Allah a cielo aperto, sul pubblico marciapiede. Ma realizzare sulla tua proprietà un’innocua Via Crucis, no, questo non puoi farlo. E se lo fai, si trova sempre un magistrato pronto a sentenziare che quella pratica devozionale rappresenta un «disegno criminoso».

    Quella di Ortensio Sassi, Maria Grazia Zaccaria, Roberto Albertelli e Dolores Coleschi è una storia paradossale. Dal 2003, le due coppie, abitanti nella campagna di Castrocaro Terme, hanno «installato» una Via Crucis, con le tradizionali quindici stazioni, e una croce alta sette metri e illuminata al neon (ma che si spegne puntualmente a mezzanotte). Tutto ciò all’interno di un terreno agricolo di proprietà e con tanto di autorizzazioni dell’amministrazione comunale. E dopo aver avvertito il vescovo e il parroco, che nulla avevano, né potevano avere, in contrario. Ogni venerdì sera, ad esclusione del Venerdì Santo - quando le famiglie partecipano alla funzione in parrocchia - i Sassi e gli Albertelli radunano un gruppetto che varia da cinque a quindici persone, e dalle 21 alle 22.15 percorrono, pregando, i circa 550 metri di viottolo lungo cui si snodano le stazioni. Le auto dei presenti vengono parcheggiate in un’area predisposta a questo scopo nella proprietà degli Albertelli fin dal 1988. In occasione della prima Via Crucis, il 1° venerdì di settembre 2003, la signora Coleschi ha avvisato la polizia municipale di Castrocaro, informando che la preghiera ci sarebbe stata ogni venerdì. Quella prima sera, una pattuglia di vigili urbani aveva percorso lentamente la strada privata che attraversa le proprietà delle famiglie per osservare quanto stava accadendo.

    Che cosa può esserci di male, vi chiederete, in un gruppuscolo di fedeli che decide di ricordare ogni settimana la morte di Gesù, leggendo brani del Vangelo? A cinque vicini, la storia non è proprio andata giù. Per loro, quelle piccole lapidi e quel viottolo rappresentano una minaccia. Così hanno presentato un esposto, scrivendo che «la tranquilla amena località... subiva profondi, ma innaturali mutamenti, destinati ad incidere pesantemente sulla vita quotidiana dei residenti e con ripercussioni sulle proprietà di questi ultimi... Sembra che abbiano intrapreso il progetto di trasformare la zona in “zona di culto”». Nell’esposto, i cinque firmatari chiedono alla magistratura di «accertare l’avvenuta modifica dello stato morfologico dei luoghi, nonché il conseguente disagio ambientale», e pure i disagi derivanti dall’aver trasformato - affermano - «un paesaggio da agricolo a pubblico». Peccato che il terreno pubblico non sia, ma si tratti di proprietà privata. Infine, i firmatari chiedono alla Procura di Forlì di accertare «la ricorrenza di condizioni di pericolo per la salute e l’incolumità fisica e il patrimonio».

    Sembra incredibile, eppure il Tribunale ha condannato le famiglie Sassi e Albertelli, con decreto penale del 15 settembre 2006, per aver realizzato la Via Crucis in casa loro. Sarebbe come se un giudice condannasse qualcuno per aver installato un «percorso-vita» nel bosco di proprietà dietro casa, o per aver esposto variopinti nanetti o puffi nel viottolo che porta al garage. «In nome del popolo italiano», il giudice Giovanni Trere, ha giudicato i quattro promotori colpevoli di «reato continuato» (art. 81 del codice penale), «disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone» (art. 659), mancato «avviso al Questore». Avrebbero agito «operando in concorso tra di loro ed in esecuzione di un medesimo disegno criminoso» realizzando «strutture di carattere religioso». Gli interessati, ai quali è stata comminata un’ammenda di mille euro a testa ed è stata proposta l’estinzione della pena grazie all’indulto, hanno invece fatto ricorso.

    «La sentenza - spiega al Giornale Ortensio Sassi, di professione analista informatico - non ha tenuto conto che la croce e il terrapieno per il parcheggio sono stati realizzati nella proprietà privata e con autorizzazioni comunali; che non doveva essere avvisato il Questore perché la Via Crucis non si svolge in luogo pubblico ma in un terreno agricolo privato, che le “stazioni”, cioè le lapidi sono un libero arredo in proprietà privata. Quanto al disturbo del riposo delle persone, beh, deve sapere che uno dei firmatari abita a Bologna, altri due a ben 100 metri dal luogo del nostro passaggio».

    C’è di più. Spesso e volentieri, proprio in concomitanza dell’inizio della Via Crucis, da una casa vicina c’è chi attacca a tutto volume uno stereo che ha le casse all’esterno, per disturbare il gruppetto di persone in preghiera e i loro «criminosi disegni», fatti di Paternoster e Avemarie.

    Andrea Tornielli

  4. #4
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    vergogna!
    Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui.

  5. #5
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    Ecco qualcun'altro ti ha riportato per filo e per segno l'articolo che ho letto anche io ..... c'è da vergognarsi per simili vicende !!!


    Citazione Originariamente Scritto da Maxadhego Visualizza Messaggio
    allucinante,
    ma del tutto coerente
    con la imperante cultura della resa.

    si possono avere maggiori dettagli su questa notizia?

    grazie.


  6. #6
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    Ditemi che non è vero !
    Se fosse vero significherebbe che stiamo diventando delle marionette che debbono solo ubbidire e consumare .... e guardare la TV come ebeti.

  7. #7
    DESTROSO
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    Triste caro uqbar, ma verissimo purtroppo !!!

    Citazione Originariamente Scritto da uqbar Visualizza Messaggio
    Ditemi che non è vero !
    Se fosse vero significherebbe che stiamo diventando delle marionette che debbono solo ubbidire e consumare .... e guardare la TV come ebeti.

 

 

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