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  1. #21
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    Citazione Originariamente Scritto da Fasix86 Visualizza Messaggio
    quoto. come sempre è questione di interpretazione di un testo sacro. oggi la chiesa cattolica professa la pace e insegnando la bibbia.
    ma leggetevi certi passi della bibbia, altrochè il corano.... Il caro dio era definito il Dio degli Eserciti....
    La differenza è che il Corano mette il fedele in diretto contatto con Dio senza bisogno di intermediari. La Chiesa invece è quella che "detta la legge" per il credente cristiano. Se professa la pace, che pace sia...
    E la differenza sta anche nel fatto che la Bibbia ha ormai ben pochi seguaci veri... mentre il Corano ha sempre più adepti che dal mattino alla sera pensano solo a quello. E fatto sta che siamo noi gli infedeli o gli associatori per il Corano. Quindi, anche se siamo tutti brutti sporchi e cattivi, per salvarci le chiappe dovremmo comunque difenderci, anche solo prendendo precauzioni non violente, se vogliamo proprio obbedire alla pace del Papa...
    Bien plus que le bruit des bottes, je crains le silence des pantoufles. [Thierry Van Humbeeck]

  2. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da Laurence Visualizza Messaggio
    "Chiunque uccida una persona - a meno che essa non stia per uccidere una persona o per creare disordine sulla terra - sarà come se uccidesse l'intera umanità; e chiunque salvi una vita, sarà come se avrà salvato la vita di tutta l'umanità". (52)

    Molto bello. Peccato che nel Corano valga il principio di abrogazione! I versetti tolleranti si trovano nel periodo della Mecca. Quelli che incitano ad uccidere e/o decapitare si trovano nel periodo medinese!

    Sbagliato, ma sei in buona compagnia. E' lo stesso errore commesso da Ratzinger, quando ha detto che il versetto che inizia con "La ikraha fi'd-din" ("Non c'è costrizione nella religione") appartiene alla fase meccana, mentre anche il più ignorante dei musulmani sa che appartiene alla fase medinese.

  3. #23
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    Citazione Originariamente Scritto da Zapatista Visualizza Messaggio
    Ma gli sciiiti sono una minoranza, e comunque per il Corano ogni buon mussulmano può interpretare la Parola di Dio(Il Benedetto) e le parole del Profeta(Pace su Di lui).
    Inoltre, anche se la reazione anti-occidentale sta compromettendo questo rapporto anche Gesù(Pace su di lui) e Mose(Pace su di lui) sono figure importanti del Corano il quale invita alla meditazione anche di Maria(pace su di lei).
    Sono figure importanti nel Corano ma non c'entrano un piffero col Gesù e la Maria dei cristiani. Per dirne una Gesù per il Corano non è figlio di Dio, è solo un uomo; e per questo fatto non deve essere venerato come un Dio. Già solo per questa cosa un cristiano potrebbe fare a meno di baciare il Corano (vedi Papa Giovanni Paolo II). Per gli islamici non è nemmeno morto sulla croce. E se dici che Gesù è figlio di Dio sei un miscredente.
    Pace su di loro...


    Solo che come accade ai nostri preti non tutti sono fari di illuminata civiltà, ed in paesi più arretrati è facile cadere vittima del fondamentalismo.
    Per vincere la guerra al terrore servono scuole e non bombe.
    Non scuole coraniche però.
    Bien plus que le bruit des bottes, je crains le silence des pantoufles. [Thierry Van Humbeeck]

  4. #24
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    Citazione Originariamente Scritto da Eginardo Visualizza Messaggio
    Sbagliato, ma sei in buona compagnia. E' lo stesso errore commesso da Ratzinger, quando ha detto che il versetto che inizia con "La ikraha fi'd-din" ("Non c'è costrizione nella religione") appartiene alla fase meccana, mentre anche il più ignorante dei musulmani sa che appartiene alla fase medinese.
    Ci sono talmente tanti versetti violenti che non possono che prevalere su quelli non violenti, anche se appartengono alla stessa fase!
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  5. #25
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    L’amore è l’emozione più potente dell’universo, ed è la trama di tutte le cose. Quando esso viene scatenato, rompe ogni barriera, spiana ogni divergenza, unisce tutto ciò che è diviso, abbatte con facilità persino le alte mura create dall’odio umano.
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    Citazione Originariamente Scritto da Zapatista Visualizza Messaggio
    Eloim Sabbaoth significa più propriamente Dio delle schiere(angeliche si suppone).
    Cmq l'antico testamento ha due facce, c'è il Dio dei numeri che dice "trattate lo straniero con rispetto perchè anche voi foste stranieri in Egitto"(cito a memoria) e quello di Giosuè che dice "Fate anatema di loro, i canananei, e di tutto ciò che possiedono".
    Ne appare il ritratto di un Dio padre e padrone generoso ma un pò distante

    Il Dio di Gesù(Pace su di lui) è invece un padre misericordioso sempre vicino ai suoi figli.

    Il Dio del Corano invece è molto simile allo Yahwhe ebraico di Giosuè o di Giudici, giusto ma non troppo buono.
    la bibbia infatti è molto controversa sul ruolo di dio.

  6. #26
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    L’amore è l’emozione più potente dell’universo, ed è la trama di tutte le cose. Quando esso viene scatenato, rompe ogni barriera, spiana ogni divergenza, unisce tutto ciò che è diviso, abbatte con facilità persino le alte mura create dall’odio umano.
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    Citazione Originariamente Scritto da Laurence Visualizza Messaggio
    Ci sono talmente tanti versetti violenti che non possono che prevalere su quelli non violenti, anche se appartengono alla stessa fase!
    ma anche la bibbia è così. sta sempre nell'interpretazione del testo. perchè se no nel medioevo i papi indivano crociate a tutto spiano? e le donne cristiane dovevano stare zitte, buone, umili, ubbidienti e non potevano avere cariche di alcun tipo. Sempre secondo bibbia...
    Vedi adesso la chiesa cattolica come si è trasformata....
    E' TUTTA QUESTIONE DI INTERPRETAZIONE.
    Il grosso problema dell'estremismo islamico è che i mussulmani si vedono attaccati da tutti i fronti (israele, usa, globalizzazione) e non sono d'accordo ad omologarsi. Quindi non hanno altra scelta che il ritorno alla religione. Provate a pensare con la loro testa. Invertite la situazione. fate finta che il mondo islamico sia quello occidentale e voi siate gli ultimi cristiani che resistono. Sareste ancora così pacifici? dovreste esserlo, ma non è così facile come sembra...

  7. #27
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    Citazione Originariamente Scritto da Fasix86 Visualizza Messaggio
    ...
    Il grosso problema dell'estremismo islamico è che i mussulmani si vedono attaccati da tutti i fronti (israele, usa, globalizzazione) e non sono d'accordo ad omologarsi. Quindi non hanno altra scelta che il ritorno alla religione. Provate a pensare con la loro testa. Invertite la situazione. fate finta che il mondo islamico sia quello occidentale e voi siate gli ultimi cristiani che resistono. Sareste ancora così pacifici? dovreste esserlo, ma non è così facile come sembra...
    Veramente anche noi ci vediamo attaccati. Mi sembra che ci sentiamo tutti in pericolo, sia "loro" che "noi". Ognuno vuole salvaguardare, oltre alla propria pelle, anche la propria cultura, e assicurare una continuità di tradizione al proprio popolo. Da questo punto di vista il mito della bellezza del multiculturalismo è una grande fregatura. La gente ha bisogno di frontiere e quando queste cadono, ci si crea altri tipi di frontiere. Ma è molto pericoloso.
    Se guardiamo il popolo di israele è ancora più minacciato... Sono veramente pochissimi. I mussulmani sono circa un miliardo e mezzo se non sbaglio. I cristiani ancora di più. Ma gli ebrei sono pochissimi. E quelli senza religione come dovrebbero sentirsi in questa massa di creduloni?

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  8. #28
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    L’amore è l’emozione più potente dell’universo, ed è la trama di tutte le cose. Quando esso viene scatenato, rompe ogni barriera, spiana ogni divergenza, unisce tutto ciò che è diviso, abbatte con facilità persino le alte mura create dall’odio umano.
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    Citazione Originariamente Scritto da Laurence Visualizza Messaggio
    Veramente anche noi ci vediamo attaccati. Mi sembra che ci sentiamo tutti in pericolo, sia "loro" che "noi". Ognuno vuole salvaguardare, oltre alla propria pelle, anche la propria cultura, e assicurare una continuità di tradizione al proprio popolo. Da questo punto di vista il mito della bellezza del multiculturalismo è una grande fregatura. La gente ha bisogno di frontiere e quando queste cadono, ci si crea altri tipi di frontiere. Ma è molto pericoloso.
    Se guardiamo il popolo di israele è ancora più minacciato... Sono veramente pochissimi. I mussulmani sono circa un miliardo e mezzo se non sbaglio. I cristiani ancora di più. Ma gli ebrei sono pochissimi. E quelli senza religione come dovrebbero sentirsi in questa massa di creduloni?

    quanto aveva ragione quel tale. le religioni sono l'oppio dei popoli....

  9. #29
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    Predefinito Jihad: Il suo significato reale ed i suoi scopi

    Il termine jihad e' uno dei piu' abusati e meno compresi dagli stessi musulmani. Molti di essi non resistono alla tentazione di usarlo per obiettivi politici propri, mentre molti non musulmani misinterpretano il termine per ignoranza o per screditare l'Islam ed i musulmani.
    In realta', e' stato ben specificato dai piu' eminenti studiosi della religione che il jihad rappresenta un mezzo di difesa contro l'aggressione e non e' mai sinonimo di "attacco offensivo".
    Il jihad non e' uno strumento di guerra contro innocenti, ne' un mezzo per mostrare i muscoli o tiranneggiare i deboli e gli oppressi. Il termine jihad e' qualcosa di unico, che rivela il cuore stesso della religione islamica, e che implica il concetto di difesa del divino messaggio dall'aggressione dei suoi nemici.

    La parola "jihad" non significa "guerra santa", come comunemente, ma erroneamente, si crede. Essa significa, piuttosto, "sforzo", e piu' precisamente sforzo interiore, lotta per raggiungere un determinato obiettivo, di norma spirituale. Il termine, nella sua accezione piu' vasta ma anche piu' semplicistica, indica uno sforzo serio e sincero che il credente compie in una duplice direzione, quella personale e quella sociale per rimuovere il male, l'indolenza e l'egoismo da se' stessi, l'ingiustizia e l'oppressione dalla societa'. La giustizia, nell’ottica islamica, non si raggiunge attraverso la violenza o la prevaricazione ma attraverso lo sforzo interiore e personale di ciascuno, attraverso mezzi leciti ed istruttivi che possano spingere alla conoscenza, alla perfezione, per quanto e’ possibile ad esseri imperfetti quali gli uomini. Lo sforzo e', dunque sociale, economico e politico. Jihad significa lavorare molto per realizzare cio' che e' giusto: il Corano lo nomina 33 volte, ed ogni volta esso ha un significato differente, ora riferito ad un concetto come la fede, ora al pentimento, alle azioni buone, all'emigrazione per la causa di Dio. Nell’accezione piu’ vera e completa, il jihad rappresenta lo sforzo intimo e personale che ogni credente deve compiere per riuscire a conformare il propro comportamento alla volonta’ di Dio. Il jihad, dunque non e' una guerra, anche se, in determinate circostanze, esso puo' assumere la forma di una guerra. L'Islam e' una religione di pace, ma cio' non vuol dire che accetti l'oppressione o che chieda la passivita' o una generica presa di distanza di fronte all'ingiustizia. L'azione e' importantissima, ma l'Islam ci insegna a fare il possibile per eliminare tensioni e conflitti, e per lottare contro il male e l'oppressione attraverso mezzi pacifici e non violenti fino a quando sia possibile.
    Il termine jihad, in questo contesto, indica anche lo sforzo materiale teso a difendere se’ stessi, la propria famiglia, il proprio paese da attacchi esterni e lo sforzo morale per rafforzare il proprio carattere ed essere pronti anche al sacrificio estremo pur di raggiungere quell'obiettivo. La guerra e' permessa, nell'Islam, ma solo quando i mezzi pacifici quali dialogo, trattati e negoziati siano falliti: essa deve essere evitata con tutti gli strumenti possibili. Il suo scopo non e' convertire con la forza, ne' colonizzare o rubare terre e risorse altrui. Essa e', essenzialmente, di difesa: difesa della vita, della proprieta', della terra, dell'onore e della liberta', per se' stessi e per coloro che ingiustamente sono oppressi. "Combattete coloro che vi combattono, ma non siate gli aggressori, perche' Dio non ama coloro che aggrediscono" (Corano, 2:190)
    “Il migliore jihad”, disse il Profeta, “e’ dire una parola di condanna contro un governante ingiusto”.
    "Il concetto di jihad è uno dei più fraintesi in Occidente e, da solo, esprime l'insieme degli equivoci che esistono tra Occidente ed Islam. Del resto si ha la tendenza in Occidente a comprendere la terminologia delle altre culture alla luce della storia e dei riferimenti della propria civiltà. Cosi' il jihad sarebbe per l'islam quello che le crociate sono state per il cristianesimo, la guerra per Dio, la guerra santa. Ebbene, nulla, né nel concetto, né nella storia della civiltà islamica si trova che si apparenti all'idea di una guerra santa fondata sull'autorità della Chiesa e del dogma e sul fondamento del proselitismo coatto.
    Torniamo all'etimologia della parola. La radice del termine è ja-ha-da che vuol dire letteralmente "fare uno sforzo". Grandi sapienti hanno sottolineato che questa parola si trovava in circa ottanta accezioni negli insegnamenti dell'islam. Il primo ambito è quello dell'individuo. Ogni essere umano sente in sé delle forze che si potrebbero definire negative come la violenza, la collera, la cupidigia, ecc. Lo sforzo che egli o ella compie per lottare contro dette forze si chiama jihad: questo jihad, chiamato comunemente jihad an-nafs, lo "sforzo dell'essere", è al centro della spiritualità islamica perché rappresenta lo sforzo continuo che ciascuno deve fare per dominare il proprio essere, per donargli accesso alla sfera superiore dell'umano che cerca Dio con la costante preoccupazione della dignità e dell'equilibrio.
    Un'altra occorrenza è quella che riguarda il jihad nel senso dell'impegno in guerra e che in questo caso particolare si chiama al-qital. Tutto cio' che abbiamo detto sul jihad an-nafs è fondamentale perché il principio è lo stesso: proprio come un essere fa lo sforzo e resiste alle tentazioni di violenza e di collera, allo stesso modo una comunità umana deve resistere agli atti di aggressione dei quali essa potrebbe essere oggetto.
    Durante i primi tredici anni della rivelazione, i musulmani hanno resistito alla persecuzione in modo determinato ma passivo. E' con il loro arrivo a Medina, quando l'aggressione continua e le collusioni si moltiplicano, che i musulmani ricevono il permesso di difendersi. La formulazione coranica è chiara: A coloro che sono stati aggrediti è stata data l’autorizzazione di difendersi e più avanti il versetto precisa: …a coloro che senza colpa sono stati scacciati dalle loro case, il solo perché dicevano: " Allah è il nostro Signore ".
    A partire da questi ed altri versetti, e certamente sulla base del comportamento del Profeta si sono tratti alcuni principi fondamentali riguardanti la guerra. Difficile farne in questa sede un'analisi esaustiva, ma si possono mettere in evidenza almeno tre direttive:
    1. La guerra è autorizzata in caso di legittima difesa, quando tutti i mezzi pacifici non hanno potuto fermare l'aggressione; il Corano dice: Se essi sono inclini alla pace, siatelo anche voi;
    2. Si è autorizzati a difendersi in caso di oppressione, quando le libertà d'opinione e di espressione non sono rispettate, quando la case o la proprietà vengono violate.
    3. Si è autorizzati ad entrare in stato di resistenza per appoggiare coloro che vengono sottoposti agli stessi trattamenti ingiusti: è il diritto di ingerenza concesso solo se un patto di non aggressione non ci lega all'aggressore del popolo terzo.
    Da qui si comprende chiaramente che il jihad è una resistenza. E' proibito a musulmani di entrare in guerra per acqusire ricchezze, territori o potere. Impossibile anche far guerra a fini di proselitismo; il testo coranico è chiaro: Non c'è costrizione nella religione. Se nel corso della storia cio' è potuto accadere, quelli sono stati dei casi ma non la regola ed ad ogni modo queste pratiche erano in contraddizione con gli insegnamenti islamici.
    Due cose ancora a questo proposito: il Corano, ed anche le tradizioni, ci invitano costantemente alla pace. Tra le prime parole del Profeta al suo arrivo a Medina, dopo aver vissuto tredici anni di persecuzione, troviamo: Diffondete la pace, offrite da mangiare a chi vi sta intorno, mantenete i legami di famiglia, pregate quando la gente dorme, entrerete in paradiso nella pace! La Pace è uno dei nomi di Dio ed anche del paradiso. Tuttavia, l'islam ci insegna a non essere naif: gli esseri umani sono inclini al conflitto al punto che l'equilibrio del mondo sembra passare attraverso l'equilibrio delle forze: “Se Iddio non respingesse gli uni per mezzo degli altri” la terra sarebbe perversa , spiega il Corano. Vuol dire che bisogna restare vigili e sapere che gli uomini sono capaci di fare il peggio se nulla si oppone alla loro volontà di potenza. Nell'avversità, il Corano ci incoraggia a rivaleggiare in bontà, ma ci intima di non confondere la pace e la bontà con la rinuncia ed il lassismo di fronte all'ingiustizia. Non c'è pace senza giustizia e non c'è giustizia senza resistenza agli oscuri disegni della volontà di potenza e di potere. Di fronte all'invasione culturale dell'Occidente ed al famoso "scontro" di civiltà, la maggior parte dei movimenti islamici non risponde con le armi e non pensa in termini di guerra armata. Per loro c'è ovviamente il jihad, ma questa resistenza passa attraverso la promozione dei loro valori, della loro identità, attraverso l'educazione, l'impegno sociale, l'iniziativa economica. Nel cuore delle nazioni soffocate dal peso della dittatura e del sottosviluppo, resistono lottando continuamente per il pluralismo, la libertà d'espressione e la solidarietà. Essi parlano veramente di jihad ed è proprio di questo sforzo e di questa resistenza che si tratta". [Tarek Ramadan]
    Il jihad non e' terrorismo. L'aggressione verso civili innocenti e' illecita nell'Islam e non rappresenta jihad ma fasad, un'azione proibita e grave. Anche in guerra, i non-combattenti e gli innocenti hanno il diritto di essere salvaguardati nella vita, nell'onore e nella proprieta'.
    L'Islam vuole stabilire un ordine mondiale in cui tutti gli esseri umani - musulmani e non musulmani - possano vivere con giustizia e pace, armonia e buona volonta'. Esso da' al credente delle linee guida in grado di stabilire relazioni umane, sociali e familiari, basate su principi altamente spirituali. Su tali principi, i musulmani hanno permeato per secoli la loro esistenza e popoli di differenti fedi sono vissuti con loro e tra loro.
    E' nostro preciso dovere, come musulmani, sforzarci di comprendere di piu' la nostra religione per poterla trasmettere agli altri in forma positiva. Nel contesto delle societa' occidentali in cui viviamo, e' oggi questo il nostro jihad.

    www.arabcomint.com

  10. #30
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    L’amore è l’emozione più potente dell’universo, ed è la trama di tutte le cose. Quando esso viene scatenato, rompe ogni barriera, spiana ogni divergenza, unisce tutto ciò che è diviso, abbatte con facilità persino le alte mura create dall’odio umano.
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    Citazione Originariamente Scritto da goodbye_cat Visualizza Messaggio
    Il termine jihad e' uno dei piu' abusati e meno compresi dagli stessi musulmani. Molti di essi non resistono alla tentazione di usarlo per obiettivi politici propri, mentre molti non musulmani misinterpretano il termine per ignoranza o per screditare l'Islam ed i musulmani.

    In realta', e' stato ben specificato dai piu' eminenti studiosi della religione che il jihad rappresenta un mezzo di difesa contro l'aggressione e non e' mai sinonimo di "attacco offensivo".
    Il jihad non e' uno strumento di guerra contro innocenti, ne' un mezzo per mostrare i muscoli o tiranneggiare i deboli e gli oppressi. Il termine jihad e' qualcosa di unico, che rivela il cuore stesso della religione islamica, e che implica il concetto di difesa del divino messaggio dall'aggressione dei suoi nemici.

    La parola "jihad" non significa "guerra santa", come comunemente, ma erroneamente, si crede. Essa significa, piuttosto, "sforzo", e piu' precisamente sforzo interiore, lotta per raggiungere un determinato obiettivo, di norma spirituale. Il termine, nella sua accezione piu' vasta ma anche piu' semplicistica, indica uno sforzo serio e sincero che il credente compie in una duplice direzione, quella personale e quella sociale per rimuovere il male, l'indolenza e l'egoismo da se' stessi, l'ingiustizia e l'oppressione dalla societa'. La giustizia, nell’ottica islamica, non si raggiunge attraverso la violenza o la prevaricazione ma attraverso lo sforzo interiore e personale di ciascuno, attraverso mezzi leciti ed istruttivi che possano spingere alla conoscenza, alla perfezione, per quanto e’ possibile ad esseri imperfetti quali gli uomini. Lo sforzo e', dunque sociale, economico e politico. Jihad significa lavorare molto per realizzare cio' che e' giusto: il Corano lo nomina 33 volte, ed ogni volta esso ha un significato differente, ora riferito ad un concetto come la fede, ora al pentimento, alle azioni buone, all'emigrazione per la causa di Dio. Nell’accezione piu’ vera e completa, il jihad rappresenta lo sforzo intimo e personale che ogni credente deve compiere per riuscire a conformare il propro comportamento alla volonta’ di Dio. Il jihad, dunque non e' una guerra, anche se, in determinate circostanze, esso puo' assumere la forma di una guerra. L'Islam e' una religione di pace, ma cio' non vuol dire che accetti l'oppressione o che chieda la passivita' o una generica presa di distanza di fronte all'ingiustizia. L'azione e' importantissima, ma l'Islam ci insegna a fare il possibile per eliminare tensioni e conflitti, e per lottare contro il male e l'oppressione attraverso mezzi pacifici e non violenti fino a quando sia possibile.
    Il termine jihad, in questo contesto, indica anche lo sforzo materiale teso a difendere se’ stessi, la propria famiglia, il proprio paese da attacchi esterni e lo sforzo morale per rafforzare il proprio carattere ed essere pronti anche al sacrificio estremo pur di raggiungere quell'obiettivo. La guerra e' permessa, nell'Islam, ma solo quando i mezzi pacifici quali dialogo, trattati e negoziati siano falliti: essa deve essere evitata con tutti gli strumenti possibili. Il suo scopo non e' convertire con la forza, ne' colonizzare o rubare terre e risorse altrui. Essa e', essenzialmente, di difesa: difesa della vita, della proprieta', della terra, dell'onore e della liberta', per se' stessi e per coloro che ingiustamente sono oppressi. "Combattete coloro che vi combattono, ma non siate gli aggressori, perche' Dio non ama coloro che aggrediscono" (Corano, 2:190)
    “Il migliore jihad”, disse il Profeta, “e’ dire una parola di condanna contro un governante ingiusto”.
    "Il concetto di jihad è uno dei più fraintesi in Occidente e, da solo, esprime l'insieme degli equivoci che esistono tra Occidente ed Islam. Del resto si ha la tendenza in Occidente a comprendere la terminologia delle altre culture alla luce della storia e dei riferimenti della propria civiltà. Cosi' il jihad sarebbe per l'islam quello che le crociate sono state per il cristianesimo, la guerra per Dio, la guerra santa. Ebbene, nulla, né nel concetto, né nella storia della civiltà islamica si trova che si apparenti all'idea di una guerra santa fondata sull'autorità della Chiesa e del dogma e sul fondamento del proselitismo coatto.
    Torniamo all'etimologia della parola. La radice del termine è ja-ha-da che vuol dire letteralmente "fare uno sforzo". Grandi sapienti hanno sottolineato che questa parola si trovava in circa ottanta accezioni negli insegnamenti dell'islam. Il primo ambito è quello dell'individuo. Ogni essere umano sente in sé delle forze che si potrebbero definire negative come la violenza, la collera, la cupidigia, ecc. Lo sforzo che egli o ella compie per lottare contro dette forze si chiama jihad: questo jihad, chiamato comunemente jihad an-nafs, lo "sforzo dell'essere", è al centro della spiritualità islamica perché rappresenta lo sforzo continuo che ciascuno deve fare per dominare il proprio essere, per donargli accesso alla sfera superiore dell'umano che cerca Dio con la costante preoccupazione della dignità e dell'equilibrio.
    Un'altra occorrenza è quella che riguarda il jihad nel senso dell'impegno in guerra e che in questo caso particolare si chiama al-qital. Tutto cio' che abbiamo detto sul jihad an-nafs è fondamentale perché il principio è lo stesso: proprio come un essere fa lo sforzo e resiste alle tentazioni di violenza e di collera, allo stesso modo una comunità umana deve resistere agli atti di aggressione dei quali essa potrebbe essere oggetto.
    Durante i primi tredici anni della rivelazione, i musulmani hanno resistito alla persecuzione in modo determinato ma passivo. E' con il loro arrivo a Medina, quando l'aggressione continua e le collusioni si moltiplicano, che i musulmani ricevono il permesso di difendersi. La formulazione coranica è chiara: A coloro che sono stati aggrediti è stata data l’autorizzazione di difendersi e più avanti il versetto precisa: …a coloro che senza colpa sono stati scacciati dalle loro case, il solo perché dicevano: " Allah è il nostro Signore ".
    A partire da questi ed altri versetti, e certamente sulla base del comportamento del Profeta si sono tratti alcuni principi fondamentali riguardanti la guerra. Difficile farne in questa sede un'analisi esaustiva, ma si possono mettere in evidenza almeno tre direttive:
    1. La guerra è autorizzata in caso di legittima difesa, quando tutti i mezzi pacifici non hanno potuto fermare l'aggressione; il Corano dice: Se essi sono inclini alla pace, siatelo anche voi;
    2. Si è autorizzati a difendersi in caso di oppressione, quando le libertà d'opinione e di espressione non sono rispettate, quando la case o la proprietà vengono violate.
    3. Si è autorizzati ad entrare in stato di resistenza per appoggiare coloro che vengono sottoposti agli stessi trattamenti ingiusti: è il diritto di ingerenza concesso solo se un patto di non aggressione non ci lega all'aggressore del popolo terzo.
    Da qui si comprende chiaramente che il jihad è una resistenza. E' proibito a musulmani di entrare in guerra per acqusire ricchezze, territori o potere. Impossibile anche far guerra a fini di proselitismo; il testo coranico è chiaro: Non c'è costrizione nella religione. Se nel corso della storia cio' è potuto accadere, quelli sono stati dei casi ma non la regola ed ad ogni modo queste pratiche erano in contraddizione con gli insegnamenti islamici.
    Due cose ancora a questo proposito: il Corano, ed anche le tradizioni, ci invitano costantemente alla pace. Tra le prime parole del Profeta al suo arrivo a Medina, dopo aver vissuto tredici anni di persecuzione, troviamo: Diffondete la pace, offrite da mangiare a chi vi sta intorno, mantenete i legami di famiglia, pregate quando la gente dorme, entrerete in paradiso nella pace! La Pace è uno dei nomi di Dio ed anche del paradiso. Tuttavia, l'islam ci insegna a non essere naif: gli esseri umani sono inclini al conflitto al punto che l'equilibrio del mondo sembra passare attraverso l'equilibrio delle forze: “Se Iddio non respingesse gli uni per mezzo degli altri” la terra sarebbe perversa , spiega il Corano. Vuol dire che bisogna restare vigili e sapere che gli uomini sono capaci di fare il peggio se nulla si oppone alla loro volontà di potenza. Nell'avversità, il Corano ci incoraggia a rivaleggiare in bontà, ma ci intima di non confondere la pace e la bontà con la rinuncia ed il lassismo di fronte all'ingiustizia. Non c'è pace senza giustizia e non c'è giustizia senza resistenza agli oscuri disegni della volontà di potenza e di potere. Di fronte all'invasione culturale dell'Occidente ed al famoso "scontro" di civiltà, la maggior parte dei movimenti islamici non risponde con le armi e non pensa in termini di guerra armata. Per loro c'è ovviamente il jihad, ma questa resistenza passa attraverso la promozione dei loro valori, della loro identità, attraverso l'educazione, l'impegno sociale, l'iniziativa economica. Nel cuore delle nazioni soffocate dal peso della dittatura e del sottosviluppo, resistono lottando continuamente per il pluralismo, la libertà d'espressione e la solidarietà. Essi parlano veramente di jihad ed è proprio di questo sforzo e di questa resistenza che si tratta". [Tarek Ramadan]
    Il jihad non e' terrorismo. L'aggressione verso civili innocenti e' illecita nell'Islam e non rappresenta jihad ma fasad, un'azione proibita e grave. Anche in guerra, i non-combattenti e gli innocenti hanno il diritto di essere salvaguardati nella vita, nell'onore e nella proprieta'.
    L'Islam vuole stabilire un ordine mondiale in cui tutti gli esseri umani - musulmani e non musulmani - possano vivere con giustizia e pace, armonia e buona volonta'. Esso da' al credente delle linee guida in grado di stabilire relazioni umane, sociali e familiari, basate su principi altamente spirituali. Su tali principi, i musulmani hanno permeato per secoli la loro esistenza e popoli di differenti fedi sono vissuti con loro e tra loro.
    E' nostro preciso dovere, come musulmani, sforzarci di comprendere di piu' la nostra religione per poterla trasmettere agli altri in forma positiva. Nel contesto delle societa' occidentali in cui viviamo, e' oggi questo il nostro jihad.

    www.arabcomint.com
    quoto. Grazie per l'intervento.

 

 
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