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    Arrow Cheney: questa guerra durerà 40 anni

    Maurizio Blondet


    La frase esatta è: «L’Iraq è il tipo di conflitto che guiderà la nostra politica e il nostro governo per i prossimi venti, trenta o quarant’anni. Dobbiamo vincere, e abbiamo lo stomaco di combattere per lungo termine».
    Dick Cheney lo ha detto in un’intervista a Fox News il 14 gennaio.
    Testuale.
    Il vicepresidente ha così rivelato il vero progetto lanciato dall’11 settembre: la «guerra infinita», la «guerra di lunga durata» al cosiddetto terrorismo globale, dovrà impegnare gli americani per generazioni.
    In questo senso, il caos iracheno non è affatto un fallimento: la «guerra civile» sunnito-sciita è lo scopo voluto e fomentato, per mantenere gli iracheni divisi e incapaci in perpetuo di creare una società stabile.
    Ciò garantisce la «necessità» della perpetua presenza americana, del perpetuo controllo americano dei pozzi iracheni, e il perpetuo profitto delle aziende belliche americane, il sistema militare-industriale.
    L’estensione della guerra all’Iran (in aggiunta a quelle già in corso, dalla Somalia all’Afghanistan e al Libano) corrisponde dunque ad una deliberata volontà.
    Non è un pasticcio, ma un piano di aumento dei profitti di guerra e dell’occupazione delle riserve petrolifere mondiali.
    Non a caso Cheney è il presidente della Halliburton, la mega-ditta che sta facendo miliardi di dollari con i contratti di fornitura alle truppe e di «ricostruzione» in Iraq.
    Presidente dimissionario, ma che continua a ricevere gli emolumenti dell’azienda, oltre un premio di pensionamento di 33 milioni di dollari.
    Le guerre non sono un male per tutti.
    Lo sono per i soldati che combattono, ma Cheney non ha mai prestato servizio militare.
    «Come la maggior parte degli americani, ho visto la guerra (del Vietnam) da lontano», ha dichiarato una volta.
    E’ questa, forse, la metamorfosi ultima e maligna in cui doveva finire la democrazia: cadute le ideologie, la politica è diventata - non solo in America - lo spazio della criminalità.
    Non si tratta di criminalità politica, com’era quella, poniamo, di Stalin; si tratta di criminalità comune.
    Il potere senza ideologia ha trasformato i politici in criminali, volti solo al saccheggio della cosa pubblica, sicuri della passività del popolo e dell’elettorato.



    Evidentemente, infatti, Cheney è sicuro di poter far sopportare agli americani una guerra di quarant’anni.
    Sa di averne i mezzi: un nuovo11settembre, un altro attentato-strage false flag.
    E sa di poter contare sulla «opposizione» democratica, affiliata o condizionata non meno dei repubblicani alla lobby petrolifera, a quella industriale-militare e a quella israeliana.
    «Abbiamo lo stomaco per un conflitto di lunga durata».
    Il poliziotto del mondo ormai interviene non per imporre l’ordine, ma per preservare il disordine.
    Ma in Italia non è diverso.
    I politici che abbiamo eletto (ma li abbiamo eletti?) agiscono da criminali comuni, ossia trattano gli italiani loro elettori come materiale «spendibile» e truffabile a piacere.
    Non sto esagerando.
    Ho sotto gli occhi un’agenzia di stampa che dice: «Per i militari italiani all’estero nessuna precauzione contro l’uranio impoverito».
    Ed ecco il testo: «Nessun equipaggiamento particolare da utilizzare in eventuali contatti con zone o veicoli contaminati dall’uranio impoverito».
    E’ la testimonianza di un caporale dell’Esercito della brigata «Pozzuolo del Friuli», l’unità italiana che guida la missione Leonte in Libano, raccolta dall’inchiesta di GrNews.it a cura di Francesco Palese.
    «Abbiamo in dotazione la maschera anti-NBC, modello M90, da utilizzare in caso di presenza di sostanze chimiche. Tute ad hoc, occhiali, maschere particolari o altro non ne abbiamo mai utilizzate onestamente» ha poi precisato il militare che opera a Tibnin, sede del quartier generale italiano.
    «Noi operiamo in un raggio di 35 chilometri dalla nostra base - ha spiegato a GrNews.it - sinceramente non sappiamo se esiste questo problema dell’uranio impoverito. Abbiamo, come immagino voi, appreso la notizia della possibile contaminazione della zona di Khiam qualche tempo fa. Ma di queste cose, per la verità, non se ne parla tanto».
    «In tutti questi casi - ha commentato Falco Accame, ex presidente della commissione Difesa della Camera - deve valere il principio di precauzione per i nostri militari. E’ assurdo aspettare che la diplomazia israeliana ci dia le mappe delle bombe che ha disseminato in Libano per prendere provvedimenti. Intanto noi siamo sul posto e nessuno può escludere con certezza che non siamo esposti a rischi».



    «Fino a qualche mese fa - ha ricordato Accame - gli israeliani hanno negato di aver utilizzato armi non convenzionali, poi è saltata fuori la notizia delle tracce di radioattività riscontrate in due siti a sud del Paese arabo».
    «E’ necessario che il ministero della Difesa faccia chiarezza sulla vicenda, per non ritrovarci tra qualche anno a dover fare la conta di casi sospetti di malati e morti, come sta accadendo oggi con le missioni degli anni scorsi. Già abbiamo avuto l’esperienza dell’allora ministro Mattarella che negò, in un question time alla Camera, l’utilizzo dell’uranio impoverito in Bosnia, salvo poi dover ammettere che erano stati sparati oltre 10.000 proiettili all’uranio» ha concluso l’ex parlamentare.
    Nei giorni scorsi, intanto, la probabile presidente della nuova Commissione parlamentare di inchiesta sull’uranio impoverito, Lidia Menapace di Rifondazione Comunista, in una lettera inviata alla redazione di GrNews.it ha lanciato l’allarme sulla costituzione della nuova commissione.
    «La commissione d’inchiesta - ha scritto la senatrice del PRC - non è ancora in condizioni di partire, perché alcune forze politiche non hanno ancora indicato i loro rappresentanti. Sono molto sconcertata da un simile comportamento che configura ormai quasi una forma di sabotaggio o di ostruzionismo. Alla ripresa dei lavori presenterò una richiesta tesa a sbloccare finalmente la cosa».

    Altro argomento.
    Lo suggerisce un lettore: «Se aumenta il prezzo del petrolio, automaticamente, aumenta il prezzo dei carburanti. Questo tipo di movimento non si verifica al contrario. Come mai? I petrolieri, per giustificare questa incongruenza, trovano sempre mille scuse banali e poco credibili. Solo colpa loro? Che vi sia un cartello tra le varie compagnie petrolifere, non è una novità. Nessuno parla di un altro cartello: quello tra le compagnie e i vari Governi italiani. Lo Stato ha un guadagno direttamente proporzionale al prezzo del carburante alla pompa. Quindi, più alto è il prezzo alla pompa, più lo Stato guadagna.
    Che non ci vengano a raccontare tante frottole, riguardo l’impossibilità di abbassare immediatamente il prezzo del carburante quando il greggio scende. E’ evidente che vi sia un cartello tra lo Stato e le compagnie petrolifere. Basta guardare cosa è successo man mano che in Italia le auto diesel hanno cominciato a prendere il posto di quelle a benzina: il diesel è arrivato, in un batter d’occhio, allo stesso prezzo della benzina. Lo Stato incassava molto meno dalle accise sulla benzina, dato che le macchine alimentate con questo carburante stavano diminuendo; così hanno pensato bene di aumentare immediatamente il gasolio.
    Tutto ciò comporta un guadagno immenso sia per i petrolieri che per lo Stato, dato che la raffinazione del gasolio è molto meno costosa rispetto a quella della benzina. Come lo si giustifica questo? Ma noi cittadini non siamo da meno. Nessuna protesta, anzi. Continuiamo ad usare l’automobile come sempre. Veniamo tartassati ingiustamente e facciamo silenzio. Siamo un popolo che ha una macchina per abitante. Così ai poteri forti non resta che incassare e ringraziare».



    Eh sì. Accettiamo senza una protesta il cartello bancario, quello delle Telecom, quello delle COOP, tutte le entità pubblico-private il cui scopo unico non è più fornire servizi, ma pelare i cittadini a proprio vantaggio.
    Criminalità comune, che ha preso il nome di «democrazia».

    Maurizio Blondet




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  2. #2
    legio_taurinensis
    Ospite

    Predefinito

    Ebbravo "Cazzo" Cheney....
    Fanno pure previsioni a lungo termine.

 

 

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