Originariamente Scritto da
JohnMill
19 gennaio 2007
Da dicembre petrolio -22%, benzina -1,7%. I consumatori: «La Procura intervenga»
Con la liberalizzazione della rete dei carburanti e l'introduzione di «meccanismi di vera concorrenza nel settore» si otterrebbero «risparmi medi di 8 centesimi a litro, 4 euro ogni pieno di 50 litri», pari a «100 euro l'anno a famiglia» (lo stesso importo calcolato anche da Adiconsum, altra associazione di consumatori) e a «2 miliardi di euro l'anno sottratti al cartello dei petrolieri e restituiti nel circolo virtuoso dei consumatori». Questo il risparmio stimato da Adusbef e Federconsumatori, che appoggiano la proposta fatta dal ministro per lo Sviluppo Pierluigi Bersani e chiedono che, oltre all'Antitrust, intervenga la magistratura per il reato di aggiotaggio. Il primo dicembre, affermano le associazioni dei consumatori, «il prezzo di un barile di brent (il petrolio estratto nel mare del Nord) era pari a 64,44 dollari, mentre il prezzo della benzina era fissato a 1,234 euro e quello del gasolio a 1,133 euro. Oggi, a tasso di cambio euro-dollaro sostanzialmente invariato (1,290), un barile di brent è sceso sotto i 50 dollari, con un ribasso del 22,41%, ma il prezzo della benzina, fissato a 1,213 euro a litro, ha avuto un irrilevante ribasso dell'1,70%; quello del gasolio da autotrazione, secondo il sito del ministero dello Sviluppo Economico, è imposto oggi ad 1,090 euro in media, ha avuto un calo del 3,09%». Secondo Adusbef e Federconsumatori si tratta di dati che potrebbero «portare le Procure della Repubblica all'apertura di indagini penali per il reato di aggiotaggio». Le due associazioni chiedono inoltre «sgravi urgenti sulle accise per restituire ai cittadini, anche come un bonus fiscale, quei 3,6 miliardi di euro l'anno lucrati dal meccanismo perverso Iva-accise».
Tir, in Austria un pieno costa 200 euro in meno. Il traffico sull'asse del Brennero viene incentivato anche dai costi dei carburanti, più bassi in Austria rispetto all'Italia. Lo ha detto Fritz Gurgiser, leader dei protezionisti di Transitforum Austria-Tirol. «Numerosi trasportatori scelgono l'Austria perché il pieno costa fino a 200 euro in meno rispetto all'Italia». Anche l'Italia, quindi, potrebbe incidere nel corretto rapporto costi-benefici nei trasporti, abolendo ad esempio le agevolazioni previste per i trasportatori. «Una riduzione del traffico delle merci attraverso le Alpi - ha concluso Gurgiser - va attuata al più presto possibile. A breve termine sono altrimenti prevedibili danni all'agricoltura causati dall'inquinamento, con conseguenze specialmente per
prodotti di eccellenza della zona, come la frutta e l'uva».