Originariamente Scritto da
miro renzaglia
1971. Roma. Via della Vasca Navale. Due gruppi, imbardati e bellicosi, si fronteggiavano sul piazzale esterno della scuola: il Nautico era assaltato. Fatto che di lì a poco imparai a considerare ciclico ricorrente. Davanti al cancello d’ingresso, i fasci. All’imbocco della via, più numerosi, gli altri. Si scambiavano slogan truci. Dalle bombe sui treni alle nostre non rare incursioni contro le altre scuole di zona, ogni pretesto era buono per essere puntati. La cosa - per la verità - non ci dispiaceva. Se c’era da menare, nessun fascista se ne è mai rammaricato granché. Rimasi per qualche minuto, muto osservator di scena. Ero fermo tra un:
“Camerata basco nero / il tuo posto è al cimitero”
Ed un:
“Piazzale Loreto / Sarà vendicato”
Avrei potuto schierarmi con la stessa consapevolezza politica (in quel momento quasi nulla…) in uno o l’altro dei due schieramenti. Restare neutro, no: non è da me. Il ragionamento abbassò lentamente le sue pretese. Si mise in moto qualcos’altro. Ho una vocazione metafisica per il centro. E lì c’era un accerchiamento in atto. Fui fatalmente attratto dal fuoco, non dalla linea di circonferenza. Inoltre, per quanto, allora, politicamente semianalfabeta, sapevo con certezza qual era l’appostamento che aveva già perso in partenza. Ecco: prima ancora di leggere Nietzsche, per non dovermi chiedere se al getto di dadi favorevole, tante volte non fossi un baro, ho sempre preferito la puntata a perdere piuttosto che la giocata giusta. Che poi, non è la cosa più furba del mondo, eh? lo riconosco. Ma credo che salvo è fatto ognuno dalla propria croce. Oggi, so che anche gli altri non erano destinati “a una meravigliosa vittoria [.] che non esisteva, però, lo intuiva in quel momento, solo Pasolini… Sia come sia: il thimos surriscaldò il frullìo cerebro-spinale. Alzai la sciarpa sul viso, feci il saluto romano e mi calai nella mia parte.
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da: "I rossi e neri", ed. Srttimo Sigillo... Poi rispreso, con lievi modifiche, in "Radiografia di uno sfacelo", sempre di miro renzaglia