Misteriosi fenomeni di autocombustione a Canneto di Caronia (ME) [Nuovo thread]

[Tomás de Torquemada]

... e ancora incendi, pressoché ogni giorno...

[Tomás de Torquemada]

Canneto, altra notte di roghi - AMnotizie.it

[Tomás de Torquemada]

Finalmente Rai2 si accorge di ciň che sta succedendo...

Incredibile la posizione di Morocutti... Al quale farei volentieri notare che contraddice le testimonianze di forze dell'ordine e vigili del fuoco, nonché il rapporto di una commissione tecnico-scientifica decisamente molto piů qualificata di lui e che si č espressa in maniera nitida e inequivocabile per i campi elettromagnetici....

Inoltre non capisco come abbia quegli oggetti, che sono generalmente sequestrati e custoditi dai carabinieri... specie i reperti degli incendi del 2004.

Senza contare che i fenomeni non consistono solo in roghi... Come fanno i cellulari a ricaricarsi da soli? Come si azionano i sistemi di chiusura delle auto, inclusi quelle dei carabinieri (qualcuno dei quali si č incendiato la divisa)? Come si bruciano le radici di alcune piante e non la parte esterna (se non in modo stranissimo, v. Venerando a Voyager)?

Altro che imparziale obiettivitŕ... il Cicap, nel sostenere antiscientificamente opinioni precostituite, mi sembra piů dogmatico della Santa Inquisizione.

[Tomás de Torquemada]

Breve e piů veritiero servizio del Tg2...

[https://www.facebook.com/video.php?v=304432143082882

[Tomás de Torquemada]

Uno strano e drammatico episodio - probabilmente e auspicabilmente non collegato a quelli di Caronia, ma con qualche somiglianza innegabile - č invece accaduto a Messina cittŕ...

Nel pomeriggio del primo ottobre un disabile psichico č uscito per fumare nel cortile di una struttura presso la quale si trovava, ubicata sul viale Giostra... Dato che non faceva ritorno il personale č andato a cercarlo e lo ha trovato coperto di ustioni sull'ottanta per cento del corpo, con gli abiti carbonizzati, un mazzo di chiavi disintegrato... e sul tallone quello che sembrava il foro d'entrata di una scossa elettrica e che in sede autoptica si č rivelato d'uscita, mentre l'altro č stato riconosciuto su una mano.

Inutile il ricovero in condizioni disperate ... L'autopsia ha confermato la morte per elettrocuzione... smentendo un'altra debole ipotesi che era circolata dapprima e che chiamava in causa il sigaro dell'uomo.

Il punto č che rigorosi controlli hanno escluso la presenza di fonti di energia elettrica o segni di dispersione. Nel luogo del sinistro non ci sono neppure semplici cavi. A tutt'oggi né polizia scientifica né vigili del fuoco né tecnici Enel hanno la piů pallida idea di come il poveretto sia rimasto folgorato.

Ma come č morto Santino? Oggi l'autopsia - GazzettaDelSud

[Tomás de Torquemada]

Nei giorni scorsi non si sono registrati nuovi episodi - una "tregua" di quelle che potrebbero preludere a un'intensa ripresa, come giŕ accaduto - mentre la locale "Gazzetta del Sud" ha pubblicato un ampio reportage da cui risultano essenzialmente due aspetti...

La singolare presenza di aerei militari...



In via del Mare lo chiamano il fenomeno. Qualsiasi cosa sia. Č il fenomeno a bruciare le cose. Č il fenomeno ad essere tornato, dieci anni dopo, a fare di Canneto di Caronia luogo di misteri, di inquietudini, di domande senza risposte. Proprio alla fine del ponte che bypassa la ferrovia, unendo questa minuscola frazione della costa tirrenica alla strada statale, a far da sentinella c’č un furgoncino della Protezione civile. Non c’č nessuno sopra, č parcheggiato lě. Dovesse servire. Serve di sicuro a ricordare che oltre quel furgone, qualche metro piů in lŕ, continua ad accadere qualcosa di molto strano. Oggi come nel 2004. E semmai non dovesse essere sufficiente, basta dare una sbirciatina dentro. La parte in plastica tra un sedile e l’altro, sotto il cambio, č liquefatta, bruciata. Colpita anch’essa dal fenomeno. Superando il furgoncino-sentinella, a destra la rumorosa, “sospettata” ma scagionata Ferrovia, a sinistra il silenzioso, insospettabile eppur sospettato mar Tirreno, si arriva in quella piccola strada senza uscita chiamata via del Mare. Dieci anni fa era il centro del mondo, vigili del fuoco, carabinieri, esperti, scienziati, troupe televisive d’oltreoceano, tutti venivano a vedere, tutti volevano capire. Oggi in quel lembo di cento metri scarsi, dove qualcuno-qualcosa – il fenomeno – sembra quasi abbia voluto scegliere su chi e cosa “concentrarsi”, nessuno sembra piů voler vedere, nessuno sembra piů voler capire. Qualcuno preferisce anche non parlare, perché episodi del passato, che narrano di galline, conigli, animali morti, devono rimanere confinati lě, nei ricordi da cancellare. C’č poi chi vive in via del Mare da 30 anni ma il fenomeno l’ha conosciuto solo indirettamente. Potremmo chiamarli i “vicini di casa” del fenomeno, non per questo meno vogliosi di ottenere una veritŕ vera. E poi ci sono i Pezzino e i Rossello. E la signora Lorenzina. Che nell’accoglierci ci mostra quello che č diventato un vero e proprio museo. Poltrone, divani, panche, sedie, un computer, un televisore, una macchina per cucire, e poi armadi, frigoriferi. Tutto bruciato. Tutto annerito. Tutto esposto lě, sulla strada. Dove parcheggiata c’č un’autobotte – altra sentinella – come se bastasse quella, insieme ad un paio di estintori, a rasserenare chi č stato sgomberato da ciň che rimane della propria casa ma che lě, di fronte alle porte e alle finestre spalancate, rimane tutto il giorno, tutti i giorni, a fare la guardia. «Almeno fino a quando non torneranno i vigili del fuoco», spiega Nino Pezzino. Č lui il punto di riferimento di chi il fenomeno lo conosce meglio di chiunque altro. Di chi cerca risposte e diffida di qualsiasi cosa. Ad esempio, racconta Calogero Rossello, «Ogni sera vediamo aerei a bassa quota, anche militari. Prima non se ne vedevano». Prima di luglio, prima che il fenomeno tornasse. «Ci sentiamo completamente abbandonati – dice Pizzino, testimone di gran parte dei 150 eventi di quest’anno e degli oltre 180 di dieci anni fa. – «Sembra quasi non ci sia interesse a capire cosa succede. Nessuno viene a fare prelievi, a ritirare reperti, a indagare. Dieci anni fa ogni oggetto che prendeva fuoco veniva preso, sequestrato, analizzato. Quest’anno nulla. Gli oggetti sono tutti qui, li vedete». Tutti sulla strada o ancora dentro casa. Come la valigia che improvvisamente ha preso fuoco. Gli armadi che si sono incendiati dall’interno, proprio come i frigoriferi. Le sedie di plastica accatastate trasformate in una inquietante scultura post-moderna. Oppure le tovaglie da bagno, ancora appese al muro, incenerite come la tenda bianca al primo piano di casa Pezzino. «La Procura nel 2008 ha detto che la causa č da rintracciare nella “mano umana”. Ma se c’č un piromane, che per giunta torna a colpire dopo dieci anni, perché nessuno lo cerca? Perché nessuno monta telecamere?». I perché senza risposta sono tanti. Troppi. Pezzino spiega che il ritorno del fenomeno non č stato improvviso. Di segnali ce ne sono stati, in questi dieci anni. Prima una casetta abbandonata, vicina al torrente, andata a fuoco. Poi alcune canne della campagna incenerite. I rilevatori di fumo che di notte entravano in funzione da soli. E l’impianto dell’Enel. Cosě č ricominciato tutto. «Nel 2008 č stato realizzato il nuovo impianto» – racconta Pezzino – «In otto mesi ci sono stati quattro incendi in cento metri. Ci hanno detto che era normale. Una mattina un palo va in fiamme e si stacca la corrente. Gli operai la riattaccano e per errore mandano una 380 in tutte le case. Nessuno perň ha spiegato il perché delle fiamme». Altri perché. Che costringono Pezzino e gli altri a fare la “veglia”. La sera tardi li ritroviamo lě, in via del Mare. Seduti a circolo, a chiacchierare. E ad annusare. Perché la puzza di bruciato č il primo segnale. Il fumo č il secondo. Poi bisogna intervenire. Č vero, dentro non c’č piů nulla. E allora c’č un ultimo perché, a cui risponde Pezzino. «Perché siamo qui? Siamo qui per salvare il tetto di casa nostra».

Sebastiano Caspanello

[Tomás de Torquemada]

... e una piů precisa collocazione del punto da cui proverrebbero le microonde, in prossimitŕ dell'isola di Alicudi...



Ancora. «Sono emersi spontaneamente taluni interrogativi sulla possibilitŕ che alla base di questi fenomeni possano anche esserci applicazioni sperimentali di tecnologie industriali, non escludendo i piů recenti sistemi d’arma elettromagnetici». Ancora. «La singolare portata dei fenomeni e soprattutto degli effetti sul territorio, unitamente alla consapevolezza delle possibili conseguenze sulla salute umana conseguenti all’impiego di eventuali tecnologie ad energia diretta, impongono un proporzionale livello di attenzione». Sono queste le reali “conclusioni” sul mistero di Caronia che tracciň il Gruppo interistituzionale di studio creato nell’aprile del 2005 e “stoppato” nel 2007. Al paragrafo numero 5, quello fondamentale che la Gazzetta ha letto, si parla infatti di “Plausibilitŕ dell’origine non naturale dei fenomeni”. E si danno delle spiegazioni dopo due anni di studi molto approfonditi e seri sul piano scientifico, quindi non si tratta di chiacchiere da bar. Una relazione che non si comprende bene perché, o si capisce molto bene, č stata sepolta e “secretata” e che nessuno, solo pochi, fino ad oggi, ha potuto leggere. Una relazione che contiene anche una serie fondamentale di allegati, compreso l’avvistamento di «oggetti in quota rilevati direttamente» dagli scienziati durante le giornate di studio e non dai passanti, e anche da «ufficiali delle forze dell’ordine», oggetti fotografati quindi senza alcuna possibilitŕ che ci siano state manipolazioni chimico-fisiche, o interferenze visive, o giochi di luce. E lě ci si č fermati, a queste sconvolgenti “conclusioni”, senza un barlume di veritŕ di Stato per una delle piů incredibili storie accadute in Italia e nel mondo negli ultimi decenni. A due passi e mezzo dalla veritŕ, quando bisognava creare una rete di sensori collocati tra la costa di Caronia, le isole Eolie, la punta della Calabria e perfino a Ustica, cosě come aveva progettato per lo step successivo da affrontare il team di scienziati messo al lavoro nel 2005. S’era perfino cominciato ad installare i primi sensori sulla terraferma, con uno scopo ben preciso: dopo due anni passati a studiare soltanto gli effetti, tra contatori sciolti e animali morti inspiegabilmente, bisognava cioé provare ad intercettare queste emissioni, registrare con gli strumenti il “momento in cui” e non soltanto il “dopo”. Eppure «ci hanno accecati all’improvviso e contro la nostra volontŕ», hanno bloccato la rete di monitoraggio «non per volontŕ del Gruppo».
A parlare č il prof. Francesco Mantegna Venerando, che ha presieduto dal 2005 al 2007 il Comitato interistituzionale per studiare i misteri di Caronia, un team di scienziati ed esperti di primo piano. Che dice anche: «nessuno puň escludere sperimentazioni di sistemi d’arma elettromagnetici» quando gli si chiede di dare una spiegazione a tutto quello che č successo dal 2004 fino ad oggi in un bellissimo lembo della Sicilia a due passi dal mare. E aggiunge che «per quanto riguarda le nuove armi il Mediterraneo č una palestra, ma mentre in Italia non si tratta di tecnologie preminenti, ci sono altri stati che in questo campo sono molto piů avanti di noi, perché studiano queste possibilitŕ da oltre 10-15 anni». Poi ribadisce due concetti, ovvero «fenomeni non naturali» e «emissioni elettromagnetiche impulsive» Lo stop alla rete di monitoraggio č arrivato dalla Regione Siciliana e dal Dipartimento nazionale della Protezione civile. Ma si č trattato soltanto di una “banale” mancanza di fondi oppure c’č dell’altro, per esempio il fatto che qualcuno conosce perfettamente una veritŕ impronunciabile? La via del Mare a Canneto di Caronia rimane un budello di cemento non asfaltato tra due file di case colorate a due passi dall’inferno e dalla ferrovia, dove accadono ancora oggi cose “impossibili”. La gente che ci vive, e ci muore, ha il diritto di sapere.

Nuccio Anselmo

[Tomás de Torquemada]

Ma ieri la svolta clamorosa...

Chi avrebbe emesso fasci di microonde dal mare, provocato centinaia di roghi anche davanti a testimoni qualificati, fatto apparire oggetti volanti in cielo fotografati dagli stessi militari con successivo segreto di stato, fatto crescere ortaggi deformi, carbonizzato solo le radici di acune piante, danneggiato le pale di un elicottero della Protezione Civile, ricaricato i cellulari senza spina, preso per il culo fior di scienziati?

Lui, il nuovo orgoglio della nostra Sicilia... Altro che Batman... Il figlio di Nino Pezzino, oggi 25 anni e nel 2004 14/15, con i suoi superpoteri...

In realtŕ l'accusa mossa a Pezzino junior sarebbe "solo" di aver appiccato alcuni incendi a suppellettili di casa sua per confonderli con quelli effettivamente misteriosi e sguazzare nei grassi risarcimenti ottenuti finora ( )... Ma l'importante č parlare di "piromane", adesso penseranno i media a fare di tutta l'erba (bruciata) un fascio e liquidare il complesso di fenomeni scaricandolo su un capro espiatorio...

Questa, insomma, la tanto agognata risposta delle istituzioni a fronte di una realtŕ che diventava sempre piů scomoda e ingombrante... Bella mossa, dunque... ma, in fondo, c'era da aspettarsela...

[Tomás de Torquemada]

E infatti č tutta colpa sua... Sembra un po'strano, certo, anzi č stato perfino "bravo"... ma č tutta colpa sua...

Caronia (ME), altro che incendi misteriosi: a provocarli una persona in carne ed ossa?

Antonella Trifirň

I carabinieri di Santo Stefano di Camastra hanno portato a termine 11 perquisizioni ad abitazioni e veicoli di Caronia, in provincia di Messina. Localitŕ divenuta famosa per i misteriosi incendi che si verificavano con una cadenza sorprendente, senza una vera spiegazione valida. Si č pensato di tutto: anche alla fantascienza. Ma non esiste nessun mistero sulla natura di quelle fiamme: sarebbe stato un uomo ad appiccarle. Questo presunto autore sarebbe giŕ stato identificato e risulta nel registro degli indagati, per i reati di incendio e incendio continuato e danneggiamento.

L’aspetto piů assurdo di tutta la vicenda č come l’uomo sia riuscito a generare un fenomeno del genere, diffondendo paura e preoccupazione tra gli abitanti di Caronia, senza essere mai stato notato, senza destare il minimo sospetto e, addirittura, ad essere cosě “bravo” da farlo sembrare un fenomeno che oltrepassa le conoscenze scientifiche convenzionali, sfiorando il paradossale.

Caronia (ME), altro che incendi misteriosi: a provocarli una persona in carne ed ossa? | Stretto Web

[Tomás de Torquemada]

Avviso di garanzia a un presunto piromane per gli ultimi “misteriosi” incendi di Caronia

Sospettato per i roghi di questa estate: perquisite case e auto

Caronia - Potrebbero avere una spiegazione gli ultimi incendi “inspiegabili” avvenuti nella frazione di Canneto di Caronia (Messina). Oggi i carabinieri hanno perquisito undici abitazioni e alcuni veicoli di residenti di Canneto, interessata dai misteriosi rogi ormai da oltre dieci anni in cui il piccolo villaggio č assurto agli onori della cronaca mondiale. E’ stata anche notificata un’informazione di garanzia a un 25enne del posto Giuseppe Pezzino, accusato di incendio e danneggiamento: č sospettato per alcuni episodi che si sono verificati quest’estate fra il 20 luglio e l’8 ottobre scorsi.
Dopo gli incendi del 2004, la Protezione civile istituě un gruppo per studiare gli strani fenomeni e la procura di Mistretta aprě un’indagine, poi archiviata. Quest’anno - dopo un periodo di relativa normalitŕ - si sono verificati altri casi di combustione senza alcun apparente motivo. Il sindaco aveva fatto appelli alla Protezione civile e chiesto aiuto alle autoritŕ. Ma la ragione dei roghi č sempre rimasta avvolta nel mistero.

Giuseppe Pezzino, secondo l’accusa, avrebbe incendiato in piů occasioni alcuni suppellettili di casa, nell’intento di farli rientrare tra i roghi inspiegabili e ottenere un eventuale risarcimento. A casa Pezzino vi fu un rogo lo scorso 28 luglio. Il capofamiglia, Nino, che č anche presidente del comitato di cittadini che si č costituito dopo gli incendi inspiegabili, sottolineň in quell’occasione che «le fiamme sono partite a ridosso di un armadio e si sono propagate alla camera da letto; non sappiamo cosa sia accaduto». Durante le operazioni di spegnimento rimasero leggermente ustionati il proprietario dell’appartamento e il figlio.
Nelle settimane successive, l’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, installň una centralina per un primo monitoraggio nella frazione, non scoprendo nulla di rilevante.
In passato Nino Pezzino, alla domanda di un giornalista che gli chiedeva se potevano esserci degli interessi da parte di qualcuno ad appiccare gli incendi, aveva ironicamente risposto: «Sě certo, come no. Per mesi siamo stati al buio, il valore commerciale della casa č colato a picco... ».

Il sindaco di Caronia, Calogero Beringheli, perň non crede che Pezzino abbia a che fare con gli incendi: «Non voglio credere che sia uno dei residenti ad essere il colpevole di alcuni roghi - ha detto - spero che le indagini continuino e facciano chiarezza». «Sono convinto - ha aggiunto il primo cittadino - che Pezzino dimostrerŕ la sua estraneitŕ ai fatti, comunque io stesso, insieme a rappresentanti di forze dell’ordine e giornalisti di tv nazionali, ho visto oggetti prendere fuoco dal nulla. A breve ci sarŕ un tavolo tecnico a Roma e spero che si vada avanti per studiare questi fenomeni che si ripetono da diversi anni e non sono imputabili a un piromane. Auspico che le istituzioni vadano avanti e studino con la giusta attenzione tutte le possibilitŕ non facendosi influenzare da alcuni episodi».

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