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Discussione: PD: pse o pde?

  1. #21
    repubblicano nella sinistra
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    Paolo, guarda non ci siamo capiti, più probabilemtne non mi sono spiegato io.
    a me il gruppo ALDE del PE va bene .
    Se si trattasse del solo PE, se il potere in europa fosse tutto nel parlamento
    non avrei problemi , tra l' altro importeremmo presto il modello multipolare anche nel dibattito nazionale e , come chiedo agli amici di essere realisti sull' attuale bipolarismo, lo sarei altrettanto io. Mi sentirei benissimo nell' ELDR, fazione favorevole ad un alleanza strategica con il PSE, ma senza dogmi, come si conviene in un sistema multipolare. Giri di valzer ammessi.

    Ora non ho tempo, ma prova a rileggere quanto ho detto sul fatto che il potere in europa è ( purtroppo)nei governi nazionali e che le alleanze fra partiti nazionali dei paesi che contano sono il modo in cui si riesce a estendere la partecipazione al vero potere in europa ( specie se si pensa a cooperazioni rafforzate come te ed io siamo sempre stati d' accordo).
    Non pretendo di convincerti ma vorrei che la mia posizione fosse almeno chiara.
    Quella che hai descritto tu nel precedente post è effettivamente assurda, ma non è la mia

  2. #22
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    Ti rileggerò meglio, appena possibile.

  3. #23
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    Citazione Originariamente Scritto da lucrezio Visualizza Messaggio
    Caro Giuseppe,
    per prima cosa grazie per l’ approccio sempre laicamente aperto alla discussione e, pur critico, rispettoso delle posizioni altrui. Secondariamente non estendere le mie posizioni a tutti gli amici del comitato di Bologna, per esempio il coordinatore MRE di Bologna, su questo specifico argomento è su posizioni più che simili alle tue.
    Ma veniamo al punto.
    Avevo espresso lo stesso concetto nelle “tesi” lasciate come documento alla assemblea del 30 settembre, senza replicarle provo a spiegarmi.

    1) Credo che all’ Italia ( poi parliamo dei repubblicani) serva una formazione politica che raccolga la stragrande maggioranza della sinistra moderna ed europeista. Passi la dialettica e la concorrenza fra sinistra moderna ( preferisco questo termine a riformista , ma purchè ci capiamo va bene tutto) ed estrema , ma che ci sia concorrenza anche all’ interno delle due aree è un danno e un pericolo per il Paese.Con la quasi certezza del ritorno delle banane
    ( questo ovviamente finchè esiste un sistema bipolare)

    2) Abbiamo visto tutti come la via istituzionale per costruire l’ Europa (anche se da 50 anni va avanti al massimo con degli stop , ma senza tornare indietro), ha una progressione troppo lenta. Il problema è che manca una diffusa classe politica e dirigente europea. Sono cinquant’ anni che un piccolo gruppo di politici di effettiva mentalità europeista (con un seguito più o meno svogliato che agisce sulla base di un calcolo di convenienza ) porta avanti un disegno istituzionale verso un integrazione che è più avanzata dalla REALE integrazione fra classi dirigenti.

    3) Negli ultimi anni però si è sviluppato un comune sentire , come dire , transnazionale che è sicuramente a più largo raggio che la sola Europa . Tutti gli italiani che si occupano di politica sapevano chi tifare fra Bush e Kerry, e gran parte di loro anche fra Lula e il suo avversario ( magari senza ricordarsi che quest’ ultimo si chiamava Geraldo Alckmin) . Ma in Europa non si tratta solo di tifo : la scelta fra Schroeder e Merkel, fra Aznar e Gonzales la futura fra la Rojale e Sarkozy… tutto ciò avrà un molto più diretto influsso anche sulla nostra vita di tutti i giorni. E di questo incomincia ad esserci una diffusa consapevolezza. In pratica molti capiscono che quei duelli avranno un’influenza sul tipo di Europa che ci arriverà in casa (e in tasca) maggiore che le elezioni del parlamento europea. Può essere questa una strada per realizzare l’ Europa prima e meglio che con le riforme istituzionali ? Pur con un sano pessimismo di fondo io qualche speranza incomincio ad averla. E tutti gli strumenti che possano rafforzare quella prospettiva , a mio parere , meritano impegno e sacrificio. Tra l' altro incominciano a diffondersi azioni concreto di aiuto di partiti "fratelli" da uno stato all' altro. Questo è tanto più valido come italiani, abbiamo centinaia di migliaia di concittadini in europa che hanno votato per il parlamento italiano in aprile e potranno votare almeno per le amminsitrative nel lo stato membro di residenza. Dobbiamo pensare ad un doppio sistema di aggregazione poltica , magari contraddittorio ?

    4) Le scelte a livello di stato membro tutti i Paesi europei vedono una opzione caratterizzata PSE ( con o senza alleati minori riconducibili Sinistra Europea, ALDE e Verdi) e nel nucleo vero europeo, (cioè l’ Europa a 15) uno PPE. Nei nuovi stati membri la situazione è più differenziata ma resta pressoché costante la presenza di un opzione PSE ( un po’ più confusa a Cipro e pochi altri casi).
    Da questo mi auguro per l’ Italia un forte partito di sinistra moderna collegato al PSE ( ed anche uno conservatore collegato al PPE), è la nostra speranza di avere una classe politica diffusa ( cioè ben più ampia di chi va a Bruxelles o Strasburgo) integrata in europa

    5) E Noi repubblicani ? Possiamo rimanere fuori da fenomeni che portassero a quel risultato che a me sembra decisivo per l’ Italia e per l’ Italia in Europa ? Guardarli dall’ esterno , insensibili al fatto che riescano o no ? Io stesso sono molto dibattuto: ma credo che le strade siano solo due o stare fuori , non dare nessun contributo alla costruzione di un soggetto della sinistra moderna , o stare dentro e allora non essere di ostacolo alla costruzione di un collegamento con il PSE., ovviamente con le tappe e le flessibilità più idonee. Altrettanto ovviamente in questa seconda ipotesi le culture non socialiste che partecipassero all’ iniziativa potrebbero rivendicare riconoscibilità commisurata alla dote di collegamenti europei che possano portare nel progetto. In altre parole non capisco come possa Rutelli pretendere che il PD ( se mai nascerà) si scolleghi dal PSE senza portare un minimo di collegamenti europei utili a quel disegno.

    6) Già l’ ELDR e l’ ALDE, come si inseriscono in quel disegno?. Devo dire che mentre per quel riguarda l’ attività nel Parlamento europeo sono più che felice di essere rappresentato da gruppo guidato da Watson, è proprio sulla costruzione di quell’ Idem sentire europeo che non mi sento a mio agio: guardiamo le elezioni che contano : in Spagna l’ ELDR non esiste a livello nazionale, in Germania è nella coalizione che non mi piace, idem Francia per l’ ALDE, nei paesi minori i liberali francofoni Belgi e l’ Olandese D66 hanno posizioni interessanti, ma fanno fatica a rappresentare un punto di riferimento europeo anche per gli addetti ai lavori. Negli altri paesi o si ripete quest’ ultima situazione o è molto peggio. C’è la GB, su questo sai che sono d’ accordo con te i Lib Dem britannici rappresentano forse la più interessante proposta politica europea , ma il sistema politico britannico li esclude da reali possibilità di influenza, e pur essendo , per essere inglesi,europeisti il loro è un europeismo troppo tiepido per essere punto di riferimento di una classe politico europea

    7) Le conclusioni provvisorie ( da buon laico ho solo verità relative, in questo caso solo ipotesi accompagnate da molti dubbi, vedo molti amici forumisti infervorati invece da verità granitiche) le conclusioni provvisorie – dicevo- a cui giungo sono che sento il dovere di partecipare a fenomeni (se ve ne siano) di aggregazione di una sinistra moderna italiana con un collegamento per tappe e flessibile verso il PSE. . Dico a tappe e flessibile perché una componente liberal democratica che vi partecipasse prima di abbandonare i collegamenti con forze appunto come i LIB DEM , i liberali Belgi e D66 dovrebbe pretendere tentativi di ogni tipo di ingegneria statutaria in proprio favore.

    8) Da ultimo prima che me lo chieda qualcun altro : credo che l’ attuale progetto di PD sia coerente con quel progetto di costruzione di una forza di sinistra moderna ecc ? Risposta : a secondo dei giorni credo che sia la peggiore fra le soluzioni coerenti o una troppo brutta per essere coerente. Credo però che dentro i due partiti maggiori (DS e DL) e nell’ arcipelago di movimenti che si agitano intorno al progetto di PD ci siano ( accanto a a tante schifezze) molte energie interessanti e perfettamente coerenti con le mie aspirazioni. Per questo sono convinto che finchè il Progetto non salta per aria ( cosa che credo avverrà presto) a chi la pensa come me convenga stare dentro alla discussione, armato di sano e laico scetticismo. Ovviamente sempre interessato ad tutte le alternative serie e realistiche.

    Posso chiedere a chi avrà la pazienza ( cioè i marroni abbastanza robusti) da leggermi e rispondermi di indicare in maniera articolata gli eventuali punti di accordo o disaccordo? abbiamo visto che così si va avanti meglio
    Caro Lucrezio, provo a risponderti non punto su punto, ma innestando la discussione su 2 direttrici:
    1) La collocazione europea;
    2) Il ruolo dei repubblicani oggi.

    Sul primo punto, devo dire che preliminarmente e laicamente non condivido affatto il tuo ragionamento. Tu dici che non avendo l’ELDR leader di riferimento in Europa e non vantando una classe politica europea degna di questo nome , sia meglio abbandonare la partita e trovare qualche forma di accomodamento con il PSE, poiché occorre unire tutta la sinistra. Capisco che il maggioritario avesse fatto danni in Italia, ma non pensavo fino a questo punto. Lo stesso Prodi, noto fautore di fusioni impossibili, alla domanda di un giornalista su chi preferisse in Francia tra la socialista Royal e Sarkozy, ha risposto udite udite “Francois Bayrou”, leader dell’UDF francese, alleato per le elezioni nazionali con Chirac. Quindi veramente fatico a capire, come si possa anche solo pensare di superare l’esperienza dell’ELDR. Dalle tue parole sembra che tu agogni non un bipolarismo, ma anche un bipartitismo europeo incentrato sul PSE e sul PPE. E le altre culture politiche, compresa quella liberaldemocratica sono figli di quale “baldracca” per pensare di superarle in toto per accodarsi ai 2 grandi partiti.
    E vengo al secondo punto sotteso al primo. Praticamente tu fai intendere che per il repubblicanesimo non ci può più essere vita autonoma. Al diavolo i discorsi sull’unità e sull’autonomia degli stessi come componente politica. La tua evoluzione mi ricorda quella di Ferdinando Schiavetti (sul quale potresti leggere un bel libro di Elisa Signori e Marina Tesoro intitolato “Il verde ed il rosso, uscito qualche anno fa da Le Monnier) che dopo gli anni ’20 lasciò il PRI per avvicinarsi al movimento socialista, poiché riteneva che il PSI meglio potesse rappresentare le sue idee.Lungi da me non rispettare le tue idee. Ma mi pare che esse con il repubblicanesimo del dopoguerra al quale io mi ispiro (cioè liberaldemocratico alla maniera lamalfiana) c’entrino davvero poco o nulla. Ti abbraccio, Giuseppe.

 

 
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