Lettera aperta al Direttore de “Il Granchio”


Nettuno, 21 gennaio 2007

Egregio Direttore,
vogliamo ringraziarVi per lo spazio gentilmente concesso nello scorso numero de “Il Granchio” al Blocco Studentesco, lista della destra radicale vincitrice delle elezioni del Liceo Classico “Chirs Cappell”.

Tuttavia, con la presente, vogliamo comunicarVi anche la profonda “perplessità” che ha suscitato il provocatorio e poco gradevole commento finale di tal (en), che presumiamo essere il Vostro collaboratore Enrico Natuzzi.
Il Vostro Enrico, infatti, dopo aver dato ampio spazio alle parole del neorappresentante del Blocco Marcello Cianfriglia, si è lasciato andare in dichiarazioni poco professionali per un giornalista che scrive su un giornale che si autodefinisce indipendente.
Si tratta di un commento politico degno di apparire più sulla stampa della sinistra radicale, dove impera un bigotto antifascismo, anziché su un settimanale di informazione locale come “Il Granchio”.
Il Vostro Enrico, infatti, per creare allarmismo sulla nostra vittoria ad Anzio, cita i fatti verificatisi all’Istituto “Galilei” di Roma, dove i ragazzi del Blocco Studentesco – che egli accomuna, non si sa per quale motivo, a quelli di Azione Giovani – hanno denunciato l’antifascismo come forma di intolleranza politica. Ebbene, quale sarebbe il motivo di tanto clamore? Non è l’antifascismo una forma di intolleranza politica?
Il Vostro Enrico, non ha mai visto i volti massacrati di Paolo Di Nella, Sergio Ramelli, Ugo Venturini, i corpi carbonizzati di Stefano e Virgilio Mattei?
Potremmo continuare a lungo, ma non servirebbe usare i nomi dei nostri caduti per illustrare ciò che è un’ovvietà. E allora ci domandiamo: è il Vostro Enrico un ignorante – nel senso almirantiano del termine, cioè “colui che ignora” – o è in malafede?
Comunque sia, possiamo tranquillizzare il caro Enrico tutto intento a sventolare il fantasma di un fascismo ritornante o chissà cos’altro. Caro Enrico, il Blocco Studentesco ha vinto le elezioni democraticamente e con lo stile che lo ha sempre contraddistinto si comporterà di conseguenza.

Quel che più ci dispiace, Egregio Direttore, è che Vi sia sfuggito questo articolo durante la revisione del Vostro giornale. Perché certe castronerie, certi allarmismi infondati, siamo certi possono uscire solo dalla penna di qualche ragazzetto perbenista tutto intento al “politicamente corretto”, non dalla mente di un giornalista professionista ed accorto come siete Voi.
Ci conosciamo da tanti anni, caro Direttore, e sapete benissimo come noi della Fiamma Tricolore ci siamo sempre distinti per onestà, coerenza e correttezza, qualità rare in politica. Quale sarebbe allora il pericolo di una nostra vittoria elettorale?
Meno delinquenti nelle strade? Meno droga tra le mani dei giovani? Ordine e pulizia ad Anzio e Nettuno? Efficienza amministrativa?
Ecco, vogliamo sapere chi ha paura della Fiamma Tricolore e perché?

A meno che, il Vostro Enrico, non sia uno quelli per cui certe idee – anche se espresse in modo democratico – dovrebbero essere censurate per legge, per cui anche certi fatti storici dovrebbero essere dettati per Decreto Legge, perché si sa la libertà di pensiero non la si da a tutti…
Caro Direttore, ma lo sa che dopo quell’allarme lanciato con tanta imprudenza ci sono giovani dalle mani pulite, dai volti puliti e dal cuore puro che forse si sentiranno offesi?
Perché essere accusati indirettamente di far parte di una specie di associazione a delinquere, non farà certo piacere a nessuno, specialmente ai ragazzi del Blocco Studentesco che questa sera torneranno a casa dai loro genitori, che domani andranno a scuola dove troveranno professori bigotti antifascisti pronti a schedarli nelle famose liste di proscrizione tanto care alla sinistra radicale sedicente democratica.
Tutto questo per aver espresso delle idee per migliorare la scuola?

Vogliamo comunque chiedere al Vostro Enrico che cosa voleva dire con la frase che “fatti come quello citato […] fanno seriamente dubitare sull’effettiva capacità di molti giovani di recepire i fatti del passato”. Ebbene, potete anche riferire al Vostro collaboratore che tutti i suoi dubbi siamo pronti a chiarirli di persona. Chiediamo, quindi, la possibilità di un incontro pubblico presso la Vostra Redazione in cui, con un pacifico scambio di idee, vedremo chi si può permettere di darci lezioni di democrazia con tanto pressappochismo.
Concludiamo, dicendo al Vostro Enrico che forse a noi “la storia non ci ha insegnato nulla”, ma lui di certo quella storia non l’ha nemmeno mai studiata.

Distinti saluti.

In fede
Pietro Cappellari
(Dirigente Nazionale Fiamma Tricolore)