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Outis
In Estonia riprendono vita nazisti e fascisti ( e l'Unione Europea lascia fare)
di Carlo Benedetti
"Le istituzioni ufficiali dell'Europa democratica e antifascista per ora mantengono il silenzio. E così l'Estonia si spinge sempre più a destra, verso lidi che ricordano gli anni del fascismo e del nazismo. Con il vertice del paese che rispolvera le peggiori tradizioni reazionarie e mette in atto una politica di totale revisione della storia. A Tallin, infatti, il parlamento vara una legge che permette alle amministrazioni locali di smantellare quei monumenti eretti in memoria dei militari sovietici che morirono sul territorio estone durante la Seconda guerra mondiale. E quella battaglia per la libertà del Baltico e per cacciare da quelle terre le SS naziste viene non solo contestata, ma si parla addirittura di aggressione sovietica e di una conseguente "occupazione". La nuova legge, comunque, viene presentata come espressione di una nuova forma di civiltà democratica. Si sostiene che una certa "arte monumentale" (e questo eufemismo sta per "tombe" nei cimiteri di guerra) può contribuire ad alimentare l' "odio razziale". E di conseguenza si considerano i soldati sovietici sepolti in Estonia come i rappresentanti di un'altra razza... Non solo, ma nella legge si sostiene che i fatti dell'ultima guerra vanno considerati come una "occupazione dello stato estone".
E così via libera per "smantellare i monumenti e qualsiasi altro simbolo in grado di minacciare l'ordine sociale nonchè il prestigio internazionale dell'Estonia". Ma sull'intera vicenda si scatenano le proteste che però coinvolgono solo quella pur agguerrita minoranza che ricorda il valore della guerra antifascista. Il fronte che si oppone - quello della destra - conta sui deputati della "Unione Patriottica", sul "Partito dei riformatori" ed infine sui socialdemocratici che si sono vergognosamente uniti agli ambienti più reazionari del paese. Ma nonostante tutta questa situazione di crisi Tallin va avanti nelle sue scelte. Torna ad ispirarsi a quel 1921 quando i suoi governi si orientarono sempre più verso destra e poi, dopo aver stroncato un colpo di stato comunista nel 1924-25, mirarono a riformare la costituzione in senso autoritario. Sino a giungere a quel 1935 quando venne imposto lo stato d'assedio. Allora vennero soppressi anche i partiti e si costituì una camera corporativa. Ci fu poi, nel 1941 l'occupazione tedesca che si protrasse sino al settembre 1944. L'Estonia fu quindi liberata dall'Armata Rossa. Si impose però un governo sovietico che non riuscì a creare una situazione di reale normalizzazione. Nell'immediato dopoguerra si registrò poi un massiccio esodo di estoni di origine svedese e tedesca e di dissidenti che non accettavano la nuova situazione politica. Nel Paese restarono, comunque, ampi schieramenti antisovietici, antirussi ed anticomunisti che continuarono ad operare in condizioni di clandestinità. La perestrojka gorbacioviana ha poi contribuito - nonostante tutte le buone intenzioni democratiche - a portare alla luce le tendenze antisovietiche sino a giungere alla proclamazione dell'indipendenza politica: quel totale distacco dall'Urss mentre a Mosca si registrava la farsa del colpo di stato contro Gorbaciov. Era appunto il 20 agosto del 1991.
Ma per l'Estonia la transizione non è finita. L'obiettivo attuale consiste nel cancellare ogni traccia di "regime sovietico". Ecco perchè anche le tombe dei soldati che vinsero il nazismo danno fastidio. E a Tallin, negli ambienti democratici, la domanda che avanza sempre più è questa: "Cosa pensa l'Europa?".(Carlo Benedetti).
Facendo seguito alla notizia qui sopra riportata ho poi deciso di inviare all'Ambasciata dell'Estonia in Italia (e per conoscenza a quella della Russia, sempre in Italia) questa mia lettera:
All'Ambasciata della Repubblica di Estonia presso la Repubblica Italiana
saarkond@estemb.it
e per conoscenza all'Ambasciata della Federazione Russa presso la Repubblica Italiana
ambrus@ambrussia.it
Sono Carlo Benedetti, giornalista italiano. Per oltre venti anni sono stato a Mosca in qualità di corrispondente. Ho sempre scritto per la stampa comunista italiana e sono, è chiaro, un comunista, un antifascista. Nel mio lungo soggiorno nell'Unione Sovietica sono stato, spesso, nell'Estonia ed ho avuto modo di entrare in contatto con molti cittadini estoni, intellettuali, politici e, come si dice, semplici cittadini. Ho sempre notato che da parte degli estoni c'era un sentimento di grande amicizia nei confronti della Russia e del suo popolo.
Durante i numerosi incontri avuti a Tallin mi è stato sempre ricordato che in Estonia l'occupazione tedesca mirò ad instaurare con la forza la germanizzazione del paese, avvalendosi dell'aiuto della nobiltà feudale, alla quale furono restituiti gli antichi privilegi. Nello stesso tempo mi venne sempre fatto notare che, successivamente, i governi estoni tentarono di consolidare il loro processo di indipendenza con trattative intese a raggiungere un'unione baltica. Mi venne ricordato anche che fra il 1941 e il 1944 l'Estonia subì l'occupazione tedesca e fu teatro di una dura guerra. Liberato dai fascisti tedeschi il vostro Paese avviò una nuova pagina della sua storia. La convivenza estone all'interno dell'Urss fu, certo, difficile. In particolare vi furono sempre forti fermenti nazionalistici. Ma restarono sempre fermi alcuni punti. E in particolare quelli relativi alla collocazione dell'Estonia nel fronte antifascista. Ora l'Estonia è rientrata nella sua storia. E' un paese democratico, una repubblica, una nazione indipendente. Ma i fatti di questi ultimi tempi mi allarmano, mi preoccupano. Sono, quindi, indignato. Ed uso, per non offendere nessuno, questo eufemismo.
Quindi: sono indignato. Perchè ho appreso che il governo di Tallin ha deciso di eliminare il monumento in onore di quei soldati sovietici che hanno dato la loro vita per estirpare il nazismo dal Baltico. Ecco, quindi, che mi chiedo: come è posibile che questo avvenga in un Paese che si ritiene repubblicano, democratico, europeo? Come si può ammettere che la storia venga annullata? Come può un paese europeo dimenticare quelle lotte popolari che hanno segnato la vita del nostro continente? E voi, rappresentanti dell'Estonia che vi trovate in Italia - che è un paese democratico e antifascista e che onora quanti sono morti nella battaglia contro il nazismo - come potete accettare il comportamento dei vostri governanti? E' vero che voi siete dei funzionari, pagati da quel governo, ma siete anche uomini. Perchè non protestate? Come potete spiegare la vostra cieca adesione alle azioni di Tallin? Dove vivete? Quale è la vostra istruzione culturale e sociale? Dove è la vostra etica e la vostra morale?
Io mi auguro che attorno alla vostra ambasciata si crei il vuoto e che da parte dei miei concittadini venga espressa sempre più una ferma condanna per l'operato di quanto stanno facendo i vostri capi di Tallin. Dal canto mio farò del tutto perchè si manifestino sentimenti di protesta in ogni ambiente che io frequento.
CARLO BENEDETTI
c_benedetti@tiscali.it
PS. Vorrei farvi presente - non a titolo di scusante per quanto vi ho scritto qui sopra - che sono un profondo estimatore anche della vostra cultura. In particolare ho letto e apprezzato un autore come Vladimir Beekman e un attore come Jarvet che presentò un "Re Lear" eccezionale sotto la direzione di un grande regista russo come Kozincev. Credo che sia un dovere di ogni democratico ed antifascista italiano far sentire la sua voce alla dirigenza dell'Estonia. Puoi diffondere la notizia? Puoi inviare note di protesta all'ambasciata estone di Roma?