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    Disegno di legge contro affermazioni che negano l'Olocausto

    La notizia


    MILANO (Reuters) - Il governo presenterà un disegno di legge contro le affermazioni che negano l'Olocausto, ha annunciato oggi il ministro della Giustizia Clemente Mastella.
    "Bisogna tenere alto il livello di guardia contro ogni rigurgito di antisemitismo", ha detto Mastella in una nota annunciando la presentazione del ddl al prossimo Consiglio dei Ministri del 27 gennaio, che coincide con la celebrazione della Giornata della Memoria.
    Il disegno di legge, che sarà approntato ascoltando le comunità ebraiche, "assume un rilievo fondamentale per tutte le minoranze", spiega il Guardasigilli.
    Mastella si augura di ottenere la collegialità del governo nel sostenere la sua proposta di legge, perché "alcune cose non siano ostaggio di false memorie".
    Per il presidente dell'Ucei Renzo Gattegna, ricevuto ieri in delegazione nel dicastero di via Arenula, un ddl è importante perché "i testimoni diretti dell'olocausto via via non ci saranno più".
    "Negare che quei fatti sono avvenuti significa che quello che è stato documentato è falso. E' quindi un'offesa alla memoria e alla storia", ha concluso il ministro.
    La negazione dello sterminio degli ebrei a opera del nazismo è un reato in diversi paesi europei, tra cui Austria, Germania e Svizzera, ed è punibile con una condanna che può arrivare fino a 10 anni di carcere.
    Nel 2005 lo storico britannico David Irving è stato condannato a tre anni di carcere dopo essere arrestato in Austria per aver negato il genocidio organizzato di sei milioni di ebrei ad opera dei nazisti.
    Dopo aver pasato poco più di un anno in prigione, a fine dicembre lo storico 68enne ha ottenuto la libertà condizionale e il diritto di lasciare il paese.


    Considerazioni


    La proposta di Mastella assomiglia a chi vuole svuotare il mare col secchiello e probabilmente è anche un rimedio peggiore al "male"...Mi fa riflettere soprattutto il tempismo della proposta di Mastella, quasi un'interdizione alla protesta contro le basi militari (Vicenza...e, forse, Camp Derby?!), indirettamente una protesta anche contro la guerra al "nazismo islamico".
    Ora, al di là del discorso storico sull'Olocausto, mi chiedo e vi chiedo? Non è strano che si legiferi su una materia di competenza accademica come questa?! Mi sembra l'unico fatto storico ad esser soggetto a leggi...




    Consiglio librario





    Raoul Vaneigem, Niente è sacro, tutto si può dire. Riflessioni sulla libertà d'espressione, Fuori catalogo - Economici -, Ponte alle Grazie, 2004 (ISBN: 8879287141)


    Tra i più autorevoli esponenti dell'anarchismo situazionista, Vaneigem prende spunto da fatti e discussioni all'ordine del giorno per fare a pezzi le certezze dei benpensanti e le pretese di chi si erge a giudice e censore. Un provocatorio pamphlet sulla scia della tradizione illuministica e libertaria. "Non c'è un uso buono o cattivo della libertà di espressione. C'è solo un uso insufficiente": un vero e proprio manifesto, dedicato alla libertà più fondamentale dell'essere umano. Un testo senza compromessi, per difendere una libertà che non deve incontrare alcuna limitazione, politica, morale o giuridica che sia. Un attacco all'ipocrisia di una società che, non riuscendo a rimuoverne le cause, preferisce nascondere il male a se stessa.
    Con una prefazione di Robert Ménard.

  2. #2
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    Ho avuto modo di esprimere il mio giudizio a riguardo sulle discussioni del forum di politica internazionale.
    Ne riporto qui quella che ritengo più completa.

    Quando si parla di Storia si dovrebbe parlare di ricerca storica. Differentemente dalla ricerca scientifica che parte da una ipotesi e attraverso il metodo sperimentale cerca di provare la veridicità della ipotesi stessa, la ricerca storiografica dovrebbe essere epurata dalla formulazione di ipotesi in quanto nella storiografia l'unica cosa che contano sono i documenti inequivocabili e riconosciuti validi dagli storici di professione e non contano assolutamente nulla le illazioni, i dubbi non comprovati nè le ipotesi ad hoc.
    Il negazionismo ed anche il revisionismo in tal senso oggi è innegabilmente legato all'ambiente del neofascismo e del neonazismo e parte da una ipotesi (a volte oserei parlare di speranza) che si cerca di provare non per amore reale della verità storica ma per tentare di riabilitare una ideologia oramai morta.
    Dietro questi tentativi si cela l'incapacità (o la mancanza di coraggio) degli stessi neofascisti e neonazisti di porsi in coerenza morale ed etica oltre che politica con i loro punti di riferimento del passato e dunque diventa per loro essenziale trovare una cifra minore di sei milioni infondendo nelle cifre minori una sorta di redenzione che loro non ammetterebbero mai di volere.
    La Storia e la ricerca storiografica seria comunque non risentiranno di leggi sciacquacoscienza come quella di Mastella. Non saranno le ipotesi ma i fatti e la ricerca dei fatti a dire l'ultima parola (se sarà mai possibile dire un ultima parola nell'ambito della ricerca delle verità tra cui quella storica).
    Detto questo il discorso cambia quando si parla di qualcosa che con la Storia non ha nulla a che fare ovvero la strumentalizzazione della Shoah come religione mondana o ideologia del mito fondazionale della democrazia borghese e capitalista come unico motore plausibile del mondo.
    La frase "perchè non accada mai più" non serve oramai più solamente a fondamento della creazione dello Stato di Israele illegale e fondata sul razzismo, il genocidio del popolo palestinese e di quello del Sud del Libano e la deportazione (ironia della storia ebraica); la frase stessa diventa lo spaventapasseri ma anche lo specchietto per le allodole per negare qualsiasi diritto fondazionale a tutto ciò che esula dalla democrazia imperialista e capitalista dell'Occidente.
    Per questo dunque si parla esclusivamente del 27 gennaio come giorno della Memoria (scritto maiuscolo come si conviene per un Dio che in quanto tale non è soggetto alle categorie storiche dello spazio e del tempo) per la Shoah ma si dimenticano il mezzo milione di zingari sterminati, si dimenticano gli omosessuali deportati e uccisi nei campi nazisti (e questi si dimenticao ancora più facilmente dato che in Italia ad essere omosessuali si rischia di cadere nelle ire della morale cattolica che condanna gli stessi ma assurge a beati gentaglia come monsignor Stepinac che prese parte ai massacri nazisti), si dimenticano i comunisti morti nella Germania nazista, e si dimenticano i venti milioni di sovietici morti per combattere la Germania nazista, si dimentica che i primi ad entrare ad Auschwitz furono proprio i sovietici, si dimentica che i primi ad entrare a Berlino furono i sovietici, si dimentica che i sionisti di Jabotinsky collaborarono con i nazisti, si dimentica che nei campi di sterminio parte del controllo dei deportati era affidato proprio ad ebrei collaborazionisti, si dimentica che Jabotinsky è considerato il padre poltico del Likud, si dimentica che a pochi chilometri da Auschwitz c'era una campo di lavoro forzato nazista in cui i deportati venivano impiegati per lavorare e testare i prodotti farmaceutici (e anche lo Zyklon B) di quella che dopo la guerra si sarebbe chiamata Bayer (quella dell'aspirina) e che quando a Norimberga l'amministratore delegato della società venne chiamato a rispondere dei suoi crimini lui rispose "Delle mie azioni io rispondo solamente ai miei azionisti".
    Si dimenticano tante cose per essere la giornata della memoria storica.

    Dunque aggiungo qui a mio parere questa legge non sarà altro che l'ennesimo logico scalino verso un disegno politico e culturale molto più amplio e se devo dirla tutta credo che sia tra gli atti in tal senso più spettacolari ma anche meno importanti e significativi.
    Chiaramente è antilibertaria ma lo è soprattutto perchè vieta il negazionismo non in sè ma solo quello sul genocidio ebraico portando questo ad un livello morale ed etico universalizzato e suprematista rispetto agli altri genocidi e massacri che la Storia ci ha consegnato.

    A luta continua

  3. #3
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    Sostanzialmente concordo con te, Sandinista. Però, non viene anche a te il dubbio che la legge repressiva potrebbe andare a ledere i diritti d'espressione di tutti i cittadini e, nella fattispecie, l'uso della terminologia che siamo usi ad utilizzare anche noi? E se proibissero anche la letteratura intorno all'entità sionista? Che ne sarebbe di compagni come Paciello, Manno o Pioppi?! E di noi altri?!

    A me questo tipo di leggi fanno schifo!

    E poi, diciamocela tutta: perché si dovrebbe ricorrere ad una legge dello Stato per tutelare una realtà incontrovertibile?! Un atroce dubbio m'attanaglia ancora una volta...

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Outis Visualizza Messaggio
    Sostanzialmente concordo con te, Sandinista. Però, non viene anche a te il dubbio che la legge repressiva potrebbe andare a ledere i diritti d'espressione di tutti i cittadini e, nella fattispecie, l'uso della terminologia che siamo usi ad utilizzare anche noi? E se proibissero anche la letteratura intorno all'entità sionista? Che ne sarebbe di compagni come Paciello, Manno o Pioppi?! E di noi altri?!

    A me questo tipo di leggi fanno schifo!

    E poi, diciamocela tutta: perché si dovrebbe ricorrere ad una legge dello Stato per tutelare una realtà incontrovertibile?! Un atroce dubbio m'attanaglia ancora una volta...
    Ma io sono assolutamente d'accordo con te. Semplicemente mi limito a costatare che questa legge è solo uno dei tanti passi fatti dal sistema per eliminare il dissenso. Le realtà comuniste extrasistemiche a questa realtà ci sono abituate da un pezzo se consideri anche solamente i guai giudiziari che stanno passando i compagni sardi, quelli del Campo Antimperialista, quelli del Carc-(n)PCI, addirittura quelli che hanno semplicemente bruciato dei manichini o quelli dei centri sociali che vengono chiusi a mazzi in questi tempi mentre prosperano quelli neofascisti (a presto uno a Latina come se ci volesse una grande capacità e coraggio aprire un centro sociale neofascista a Latina). E ti dirò di più, questa legge ufficialmente serve a colpire il negazionismo in mano ai nazistelli di turno ma nella realtà serve come banco di prova per arrivare a punire quello che interessa a noi: l'antisionismo. Di questo sono estremamente convinto, per questo ti dico che questa legge è spettacolare ma non è il passo fondamentale nè quello più importante.
    Prendiamo atto di questa realtà e prepariamoci a contrastarla.
    Gli spazi di libertà si stanno restringendo sempre di più per chi opera fuori dal sistema unidimensionale. Per neofascisti e neonazisti questa potrà essere una novità scottante, per i comunisti non lo è. A tutte le latitudini i comunisti si ritrovano sempre dalla parte sbagliata delle sbarre prima o poi.
    Marxianamente questo significa che lo Stato borghese sta sempre più alzando il livello dello scontro e questo perchè le contraddizioni del sistema si fanno più evidenti quando al governo ci sono quelli che si definiscono comunisti e sono solo revisionisti.


    A luta continua

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da Sandinista Visualizza Messaggio
    Ma io sono assolutamente d'accordo con te. Semplicemente mi limito a costatare che questa legge è solo uno dei tanti passi fatti dal sistema per eliminare il dissenso. Le realtà comuniste extrasistemiche a questa realtà ci sono abituate da un pezzo se consideri anche solamente i guai giudiziari che stanno passando i compagni sardi, quelli del Campo Antimperialista, quelli del Carc-(n)PCI, addirittura quelli che hanno semplicemente bruciato dei manichini o quelli dei centri sociali che vengono chiusi a mazzi in questi tempi mentre prosperano quelli neofascisti (a presto uno a Latina come se ci volesse una grande capacità e coraggio aprire un centro sociale neofascista a Latina).
    ...verissimo, proprio per questo inizierei a battermi per la libertà di pensiero ancora di più di quanto non si sia fatto finora...
    (precisazione: il centro sociale a Latina esiste già)

    E ti dirò di più, questa legge ufficialmente serve a colpire il negazionismo in mano ai nazistelli di turno ma nella realtà serve come banco di prova per arrivare a punire quello che interessa a noi: l'antisionismo. Di questo sono estremamente convinto, per questo ti dico che questa legge è spettacolare ma non è il passo fondamentale nè quello più importante.
    Prendiamo atto di questa realtà e prepariamoci a contrastarla.
    Gli spazi di libertà si stanno restringendo sempre di più per chi opera fuori dal sistema unidimensionale. Per neofascisti e neonazisti questa potrà essere una novità scottante, per i comunisti non lo è. A tutte le latitudini i comunisti si ritrovano sempre dalla parte sbagliata delle sbarre prima o poi.
    Marxianamente questo significa che lo Stato borghese sta sempre più alzando il livello dello scontro e questo perchè le contraddizioni del sistema si fanno più evidenti quando al governo ci sono quelli che si definiscono comunisti e sono solo revisionisti.
    A luta continua
    Concordo, ma non su una cosa: secondo me, l'idea della legge è nata proprio per colpire i compagni antisionisti, non certo i neofascisti. Ne sono convinto. Per il resto, sottolineo in neretto le tue parole finali. Giuste ed illuminanti.

  6. #6
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    Il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha lanciato un appello affinche' il negazionismo della Shoah diventi reato in tutti i paesi dell'Unione Europea. A Dresda per il Consiglio dei ministri della Giustizia e degli Affari Interni europei a pochi giorni dalle commemorazioni per l'Olocausto che si terranno il prossimo 27 gennaio, il Guardasigilli, incontrando la sua omologa Brigitte Zypries, ha sottolineato l'importanza di una iniziativa comune in questa direzione. Il ministero della Giustizia rileva che si tratta di una inversione di rotta evidente rispetto alla posizione assunta nel 2003 da precedente Governo italiano.

    Riteniamo ci sia da riflettere attentamente su una tale scelta, anche rimanesse solo a livello di proposta. Ricordiamo che ad ottobre 2004 il presidente del parlamento europeo, Josep Borrell condanno' le proposte negazioniste - giudicate naziste - del delegato generale del Fronte Nazionale Francese di Jean Marie Le Pen, Bruno Gollnisch, eletto deputato europeo, il quale aveva dichiarato che "gli storici non sono d'accordo" su certi aspetti del genocidio degli Ebrei perpetrato dai nazisti: "vi sono molti campi di concentramento... dove alcuni storici ufficiali dicono che non vi erano" camere a gas.

    A gennaio 2005 il parlamento europeo condannava ogni forma di antisemitismo e invitava insistentemente il Consiglio europeo e la Commissione nonché i governi degli Stati membri ai vari livelli locali, regionali e nazionali a fare il necessario per coordinare le loro azioni volte a combattere il razzismo, la xenofobia e l'antisemitismo, anche con la promozione di iniziative fra la societa' civile.

    A nostro giudizio queste condanne e le azioni positive proposte (e realizzate in tutta Europa), cosi' come il continuo ricordo e la testimonianza - dal vivo o con libri ed articoli - hanno un immenso valore, simbolico ed educativo. Vietare la negazione per legge sarebbe come dire che non e' possibile dimostrare il fatto storico.

    E' molto grave inoltre aprire la porta in Europa alla sanzione alle idee, che potrebbe accreditare domani scelte speculari, come quella della Turchia, che sanziona con il carcere chi afferma l'esistenza storica del genocidio armeno. Infatti, se non sono le prove a stabilire la verita' storica, ma le leggi, qualsiasi invenzione potrebbe divenire verita' storica e viceversa qualsiasi fatto accertato potrebbe essere negato per legge.

    Inoltre notiamo che scegliere di sanzionare l'Olocausto e non - poniamo - la negazione del genocidio armeno o della carestia ucraina - non si giustifica se non con il fatto mediatico della concomitanza con la giornata della memoria, ma apparirebbe come voler stimolare quella disuguaglianza che invece con il gesto si vorrebbe combattere e la cui teorizzazione fu all'origine della tremenda tragedia dell'Olocausto.

    Rita Guma
    presidente nazionale
    Osservatorio sulla legalita' e sui diritti onlus
    Fonte: www.osservatoriosullalegalita.org

  7. #7
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    da "l'Unità" del 23 gennaio 2007
    Storici contro la legge che punisce i "negazionisti"

    Noi storici contro la legge che punisce chi nega la Shoah

    Il Ministro della Giustizia Mastella, secondo quanto anticipato dai media, proporrà un disegno di legge che dovrebbe prevedere la condanna, e anche la reclusione, per chi neghi l'esistenza storica della Shoah. Il governo Prodi dovrebbe presentare questo progetto di legge il giorno della memoria. Come storici e come cittadini siamo sinceramente preoccupati che si cerchi di affrontare e risolvere un problema culturale e sociale certamente rilevante (il negazionismo e il suo possibile diffondersi soprattutto tra i giovani) attraverso la pratica giudiziaria e la minaccia di reclusione e condanna. Proprio negli ultimi tempi, il negazionismo è stato troppo spesso al centro dell'attenzione dei media, moltiplicandone inevitabilmente e in modo controproducente l'eco. Sostituire a una necessaria battaglia culturale, a una pratica educativa, e alla tensione morale necessarie per fare diventare coscienza comune e consapevolezza etica introiettata la verità storica della Shoah, una soluzione basata sulla minaccia della legge, ci sembra particolarmente pericoloso per diversi ordini di motivi:

    1) si offre ai negazionisti, com'è già avvenuto, la possibilità di ergersi a difensori della libertà d'espressione, le cui posizioni ci si rifiuterebbe di contestare e smontare sanzionandole penalmente.

    2) si stabilisce una verità di Stato in fatto di passato storico, che rischia di delegittimare quella stessa verità storica, invece di ottenere il risultato opposto sperato. Ogni verità imposta dall'autorità statale (l'«antifascismo» nella Ddr, il socialismo nei regimi comunisti, il negazionismo del genocidio armeno in Turchia, l'inesistenza di piazza Tiananmen in Cina) non può che minare la fiducia nel libero confronto di posizioni e nella libera ricerca storiografica e intellettuale.

    3) si accentua l'idea, assai discussa anche tra gli storici, della «unicità della Shoah», non in quanto evento singolare, ma in quanto incommensurabile e non confrontabile con ogni altri evento storico, ponendolo di fatto al di fuori della storia o al vertice di una presunta classifica dei mali assoluti del mondo contemporaneo.
    L'Italia, che ha ancora tanti silenzi e tante omissioni sul proprio passato coloniale, dovrebbe impegnarsi a favorire con ogni mezzo che la storia recente e i suoi crimini tornino a far parte della coscienza collettiva, attraverso le più diverse iniziative e campagne educative. La strada della verità storica di Stato non ci sembra utile per contrastare fenomeni, molto spesso collegati a dichiarazioni negazioniste (e certamente pericolosi e gravi), di incitazione alla violenza, all'odio razziale, all'apologia di reati ripugnanti e offensivi per l'umanità; per i quali esistono già, nel nostro ordinamento, articoli di legge sufficienti a perseguire i comportamenti criminali che si dovessero manifestare su questo terreno.

    È la società civile, attraverso una costante battaglia culturale, etica e politica, che può creare gli unici anticorpi capaci di estirpare o almeno ridimensionare ed emarginare le posizioni negazioniste.

    Che lo Stato aiuti la società civile, senza sostituirsi ad essa con una legge che rischia di essere inutile o, peggio, controproducente.


    Marcello Flores, Università di Siena; Simon Levis Sullam, Università di California, Berkeley; Enzo Traverso, Università de Picardie Jules Verne; David Bidussa, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli; Bruno Bongiovanni, Università di Torino; Simona Colarizi, Università di Roma La Sapienza; Gustavo Corni, Università di Trento; Alberto De Bernardi, Università di Bologna; Tommaso Detti, Università di Siena; Anna Rossi Doria, Università di Roma Tor Vergata; Maria Ferretti, Università della Tuscia; Umberto Gentiloni, Università di Teramo; Paul Ginsborg, Università di Firenze; Carlo Ginzburg, Scuola Normale Superiore, Pisa; Giovanni Gozzini, Università di Siena; Andrea Graziosi, Università di Napoli Federico II; Mario Isnenghi, Università di Venezia; Fabio Levi, Università di Torino; Giovanni Levi, Università di Venezia; Sergio Luzzatto, Università di Torino; Paolo Macry, Università di Napoli Federico II; Giovanni Miccoli, Università di Trieste; Claudio Pavone, storico; Paolo Pezzino, Università di Pisa; Alessandro Portelli, Università di Roma La Sapienza; Gabriele Ranzato, Università di Pisa; Raffaele Romanelli, Università di Roma La Sapienza; Mariuccia Salvati, Università di Bologna; Stuart Woolf, Istituto Universitario Europeo, Firenze.

  8. #8
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    Riporto qui la notizia che ha riportato su un altro forum il compagno TheMatrix.


    Shoah/ Mastella: lungi da me introdurre il reato di opinione. Rutelli: il negazionismo non si vince con la legge

    "E' lungi da me realizzare o confezionare reati di opinione".E' quanto spiega il Guardasigilli Clemente Mastella in merito al ddl contro il negazionismo, che verrà presentato al prossimo Cdm. "L'idea progettuale non va in questa direzione - ha detto Mastella, replicando in aula a Montecitorio dopo la sua relazione sullo stato della giustizia - mi muovo soltanto in una linea che è conseguenziale alla legge Mancino, con aggravanti rispetto al reato di istigazione ai crimini contro l'umanità". Dunque, "nulla di eclatante - ha continuato il ministro della Giustizia - so ben distinguere quello che è il dato storico, lungi dal colpire il reato di opinione, ma stando attenti a fenomeni che hanno inquietato le coscienze e su cui a volte siamo stati giudicato dalle storia per essere arrivati politicamente molto in ritardo". Se ci sarà dunque l'avallo del Governo su questo ddl, "bene - ha dichiarato Mastella - altrimenti ne prenderò atto: non si tratta di una sconfitta ma di un modo con il quale abbiamo guardato in maniera divaricata la questione".



    "Mettere fuori dalla storia i negazionisti non significa metterli in galera".Lo afferma il vicepremier e ministro dei Beni culturali, Francesco Rutelli, a margine della sua partecipazione ad un convegno dedicato al Palatino. "La battaglia contro la negazione della Shoah - prosegue Rutelli - deve essere culturale e politica. Personalmente non credo che la si vinca con norme di legge. Dobbiamo agevolare le associazioni dei rappresentanti delle vittime dell'Olocausto perché possano perseguire la diffamazione propria di chi l'olocausto lo nega".

    A giudizio di Rutelli "lo Stato deve costituirsi parte civile in tutti i casi in cui esiste una negazione dell'Olocausto. Ma ho personalmente dei dubbi sull'utilità di una norma che, in un certo senso, segnerebbe una rinuncia alla battaglia politica per sconfiggere i negazionisti". Una battaglia da condurre, conclude Rutelli "attraverso un'aperta chiarificazione sulla tragedia della Shoah, che deve riguardare il grande pubblico; una tragedia che mette fuori dalla storia e dalla decenza civile chi nega l'olocausto".


    A luta continua

  9. #9
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    Dunque a quanto pare se la notizia che ho riportato sarà confermata, tutto si risolve in una bolla di sapone.
    O meglio quasi tutto perchè mentre questa legge che preoccupava soprattutto la destra radicale non si farà (gli alleati fiammisti e forzanovisti di Berlusconi magari avranno chiesto aiuto al cavaliere che stranamente non ha detto nulla di nulla a questo proposito, lui così fedele alleato dei sionisti).

    Intanto nell'area comunista extraparlamentare invece continuano le chiusure dei centri sociali, gli oscuramenti dei siti, l'imprigionamento dei compagni e delle compagne, i processi senza difesa...

    E dire che i neofascisti stanno sempre a piangere persecuzione.

    A luta continua

  10. #10
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    (AGI) - Roma, 23 gen. - "E' lungi da me realizzare o confezionare reati di opinione". E' quanto spiega il Guardasigilli Clemente Mastella in merito al ddl contro il negazionismo, che verra' presentato al prossimo Cdm.
    "L'idea progettuale non va in questa direzione - ha detto Mastella, replicando in aula a Montecitorio dopo la sua relazione sullo stato della giustizia - mi muovo soltanto in una linea che e' conseguenziale alla legge Mancino, con aggravanti rispetto al reato di istigazione ai crimini contro l'umanita'".
    Dunque, "nulla di eclatante - ha continuato il ministro della Giustizia - so ben distinguere quello che e' il dato storico, lungi dal colpire il reato di opinione, ma stando attenti a fenomeni che hanno inquietato le coscienze e su cui a volte siamo stati giudicato dalle storia per essere arrivati politicamente molto in ritardo".
    Se ci sara' dunque l'avallo del Governo su questo ddl, "bene - ha dichiarato Mastella - altrimenti ne prendero' atto: non si tratta di una sconfitta ma di un modo con il quale abbiamo guardato in maniera divaricata la questione". (AGI)

    Notizia confermata.

    A luta continua

 

 
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